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Altea riuscì ad arrivare sulla costa, presso un piccolo molo semidistrutto dalle cannonate.
Ovunque c'erano macerie e fiamme, con tanti cadaveri che galleggiavano sull'acqua. |
"Non credo sia il caso,non penso di essere adatta a recitare..." con una leggera smorfia "Preferisco godermi lo spettacolo dalla platea" con una leggera risata, mentre cercavo le sue mani e lo portavo dentro la stanza, assaporando le sue labbra.
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Raggiunsi finalmente la costa e mi trovai in un piccolo molo, ma lo spettacolo era terrificante. Iniziai a camminare...macerie e soprattutto cadaveri..uomini, donne e bambini. Serrai i pugni, Johnata era un diavolo.
Ma non dovevo rischiare e mi incamminai velocemente in un vicolo, un posto dove trovare riparo. |
Ovunque c'erano macerie, fiamme e cadaveri.
Qualcuno cercava di tirare fuori i feriti dai crolli, ma il più delle volte venivano estratti solo corpi senza vita. Eppure le cannonate continuavano a cadere, sebbene ad intervalli più lunghi. Gaynor camminava in quell'Averno di distruzione e di morte senza sapere dove andare e cosa fare. Nei vicoli più interni molti si erano rifugiati, essendo meno a tiro dei mortai e nel caos la regina sentì una bambina piangere che chiamava i suoi genitori. |
“In verità...” disse Velvot assecondando le labbra di Gwen e seguendola docilmente nella stanza “... io pensavo ad uno spettacolo privato... intimo... solo per me e per te...”
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Altea entrò in un vicolo, dove altre persone, come lei, avevano cercato riparo dai cannoni.
E trovò così molti uomini, donne, bambini ed anziani ammassati ed impauriti. Alcuni piangevano, altri pregavano e altri ancora erano traumatizzati da quello spettacolo di morte. |
Mentre vagavo in quell'inferno di macerie e corpi, senti il lamento di una bimba che piangeva. Cercai di seguire il suono di quella voce, che mi portò in uno dei tanti vicoli che costeggiavano il lago.
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La situazione non era delle migliori....la gente era spaventata e traumatizzata..ma perché avevano dato fuoco alle Flegee e mi avvicinai ad un anziano marinaio vicino ad una osteria di porto.."Scusatemi dove ci troviamo? Che è successo....potete aiutarmi a trovare un riparo?" e guardai dentro a quella bettola.
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"Dovresti essere più preciso, allora..." sorridendo "A questo punto..." sussurrai maliziosamente sulle sue labbra, gli tolsi la giacca e iniziai a sbottonare la sua camicia, senza abbandonare le sue labbra e attirandolo verso il letto.
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Gaynor seguì quella voce, arrivando in fondo ad un vicolo, dove una bambina sporca ed impaurita era rannicchiata a terra chiamando i propri genitori.
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