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Nyoko si fece coraggio, prese il suo coltellino ed aprì la porta.
Dal corridoio giungeva una cupa e silenziosa penombra, lasciando una leggera angoscia nel cuore della ragazza. Non vide nulla, tranne che una lunga ed indefinita ombra che scivolava sulle pareti in direzione delle scale. |
Aprì la porta e mi si presentò una strana ed inquietante penombra. Poi notai l'ombra di qualcuno proiettata sulla parete, proveniva dalle scale. Mi feci coraggio e presi un lungo respiro, non mi tiravo mai in dietro, nemmeno in momenti del genere. Contai fino a tre e uscì in corridoio, col coltellino puntato verso le scale con lo sguardo gelido e scrutatore.
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Il mondo intorno si era fermato, cristallizzato, come se esistessimo solo noi.
Lui era diverso ora, quello sguardo innocente, timoroso e adorabile era diventato passione, intenso, deciso. Quella sicurezza e quel desiderio riuscirono paradossalmente a sconvolgermi ancora di più, a far nascere in me un'emozione nuova e incontrollata, ancora più intensa. Mi sentivo completamente in balia del desiderio e dell'ardore di quell'uomo che ora mi appariva, se possibile, ancora più bello e affascinante. Vedere quello sguardo meraviglioso e limpido mutare in qualcosa di così passionale e torbido, era forse lo spettacolo più bello che avessi mai visto. Più di ogni altro fenomeno intergalattico possibile. E quel cambiamento aveva portato in me qualcosa di nuovo, un lato del mio essere che non conoscevo, un lato docile, indifeso, come una preda che aspettava impaurita il suo destino, eppure non desiderava altro che essere catturata. Sì non desideravo altro che essere la sua preda, in quello che si era rivelato uno strano cacciatore ammaliante come un cucciolo prima, spietato come un predatore poi. Quando sfiorò la stoffa del mio abito, scoprendo i seni, un brivido intenso mi attraversò. Allora spalancai gli occhi, a cercare i suoi, trattenendo il respiro. Nessuno mai mi aveva visto, in tanti millenni il mio corpo era sempre stato coperto dall'armatura, da abiti regali, da raffinate stoffe e ricami. Ora invece il mio petto era lì, bianco e nudo davanti a lui. Oh, cos'avrei dato per conoscere i suoi pensieri in quel momento, mentre il mio cuore sembrava come impazzito. Per quello spiai i suoi occhi, volevo godere di ogni istante, di ogni cambio di espressione, di ogni screziatura che ormai quell'azzurro racchiudeva, pregustando le sue mani su di me, come se non aspettassi altro da tutta la vita. |
I poliziotti dopo un po' andarono via, con la promessa di tenerli informati davanti a nuove tracce.
Lucy intanto continuava a piangere senza riuscire a smettere. Dopo un po' arrivarono altri poliziotti. Stavolta con un ispettore. “Sono l'ispettore capo Gozz...” disse l'uomo a Gwen ed alla sua famiglia “... sono stato assegnato al caso della ragazza trovata morta e della sparizione di vostra figlia... devo rivolgervi alcune domande... per prima cosa... siete certi di poter escludere una fuga della ragazza? Magari una fuga d'Amore?” |
Lo sguardo lascivo di Gozz non mi piacque affatto, ma a Dio piacendo non avremmo più dovuto avere a che fare con lui. Dopotutto, gli avevo già raccontato ciò che sapevo.
"Certo ispettore, anche se non so cos'altro potrei dirle al riguardo... vi ho già raccontato tutto per filo e per segno... le auguro la buonanotte..." dissi prendendo Charlotte per mano e avviandomi verso l'automobile. Salimmo ed io misi in moto, dirigendomi verso l'appartamento della mia amica. Una volta arrivate, l'abbracciai forte prima che scendesse. "Ci sentiamo domani, adesso abbiamo bisogno di dormire... è stata una serata dalle forti emozioni..." Visto che c'era un assassino in giro, mi accertai che entrasse in casa e dopo ripartii, diretta finalmente verso casa. Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Cercavo di consolare Lucy in ogni modo, ma era inconsolabile, distrutta, devastata, come me del resto.
Dopo quei poliziotti, ne arrivarono altri, con un ispettore. "Oh no, nessuna fuga in generale, figuriamoci d'amore, no..." dissi convinta, scuotendo la testa e con Lucy ancora stretta a me impossibilitata a calmarsi. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Nyoko si fece coraggio.
Marios non era uscito dalla sua stanza ed allora, col suo coltellino, decise di andare verso le scale, dove quell'ombra si muoveva in modo quasi irreale, avvolta da un sinistro silenzio. https://influencepeinturecinema.file.../04/674_05.jpg |
Gaynor accompagnò a casa Charlotte, la salutò e poi tornò nella sua residenza, dove trovò il fedele Stewart ad accoglierla.
“Buonasera, signora...” disse lui, fino a quel momento intento ad ascoltare la radio “... è stata una serata piacevole a teatro?” |
Seguì la sinistra ombra che veniva lungo le scale, curiosa più che mani chi scoprire chi fosse e cosa volesse da me. Mi voltai un attimo, sperando di vedere uscire Marios dalla sua stanza, e quando non lo vidi ebbi la tentazione di tornare indietro, di chiamarlo e di chiedere aiuto. Avrei voluto essere una donzella indifesa in quell'istante, ma mi rivoltai verso le scale, piano con cautela e mi mossi sempre di più, fino ad arrivare sull'orlo delle scale.
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Quel gesto, delicato, audace, sensuale.
La stoffa scivolò via, scoprendo e liberando i bianchi seni di Clio. Icarius la guardò negli occhi, per poi scendere con lo sguardo su quei seni. Allora li raggiunse con le dita, che cominciò a muovere con dolcezza, ma anche desiderio, accarezzando quei seni, fino a sfiorare il capezzolo rosato, che in un attimo, sotto quei giochi di dita e carezze, divennero turgidi. Un gioco continuo, che donarono a Clio sensazioni nuove, irresistibili, stravolgenti. “Dimmi...” disse lui in un sussurro “... cosa pensi?” Senza smettere quel gioco. |
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