Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 21-11-2013 19.04.46

Camminavo per la strada trattenendo le lacrime..poi vidi ferma una carrozza probabilmente di una persona abbiente.
Mi fermai e parlai col servitore.."I miei omaggi...per chi date servigio? Vedete io sono la baronessa Altea Victoria Mac Parker..e avrei bisogno di un passaggio..ovvero devo tornare al mio posto di origine..Camelot...dove mi aspettano i miei genitori e.."esitai un attimo "il mio futuro sposo..le mie nozze sono imminenti, con questa folla non riuscirei mai a tornarci".

Guisgard 21-11-2013 19.26.36

Talia si sentì in trappola.
La porta era chiusa e saltare dalla finestra risultava impensabile.
Poi ad un tratto il rumore di una carrozza che entrava nel cortile del palazzo.
La ragazza era ancora presso la finestra e la vide.
E da essa vide scendere il Cavaliere di Altafonte.
Lo vide bene.
E non aveva alcuna cicatrice sul volto.

Intanto, in un'altra stanza, Jacopo aveva raggiunto Simone.
“Allora...” disse questi “... siete inquieto... dunque temete di aver perduto il quadro?”
“Non pensavo al quadro ora...”
“E invece dovreste!” Scuotendo il capo il viceprocuratore. “Cos'avete? Sembra abbiate visto un fantasma!”
“Forse...” mormorò Jacopo “... rammentate Guisgard de' Binardi?”
“Cosa c'entra?”
“Non morì...”
“Sciocchezze!”
“Il corpo non lo trovammo mai, no?” Guardandolo il capitano. “E quello fu il nostro errore...”
“Vaneggiate!”
“Ne ho le prove.”
“E quali?”
“Talia l'ha incontrato...” con astio Jacopo “... lo so... lui l'ha sempre amata...”
“Se fosse in città noi l'avremmo riconosciuto.” Replicò Simone.
“Evidentemente è ben camuffato...”
“Come sarebbe a dire?”
“Che si è travestito per non farsi riconoscere.”
“Sarebbe un pazzo se tornasse qui.” Sbottò Simone. “Ammesso che sia vivo davvero.”
“Lo è.” Annuì Jacopo. “Ed è qui.”
“Perchè allora è tornato dove rischia di morire davvero stavolta?”
“Per vendicarsi...” con tono cupo il capitano “... di noi...”
"E come?" Con disprezzo Simone. "Guisgard era un poveraccio che non sapeva neanche impugnare un'arma!"
"E' qui e ci sta cercando..." sentenziò Jacopo "... e se non lo abbiamo riconosciuto, significa che non è più lo stesso di un tempo..."
E istintivamente Simone portò una mano sulla gola.
http://www.basilrathbone.net/films/m...orro/mz608.jpg

Guisgard 21-11-2013 19.53.07

Francesco vide Clio e sorrise appena.
“Avete fatto felice un condannato a morte...” disse toccandosi la guancia colpita dalla ragazza “... e comunque ne avevate bisogno... bisogno di essere baciata... siete troppo fredda... e a volte neanche sembrate capace di nutrire sentimenti... ma quel pallore sulle vostre gote tradisce invece la femminilità che con tanta sicurezza nascondete... e siete una bellissima donna... si, è un peccato che debba morire tra poche ore... e non temete, nessuno mi salverà... il vostro onore e il vostro orgoglio saranno soddisfatti...”
La guardia aprì la cella e fece uscire fuori Clio.

Guisgard 21-11-2013 19.56.42

Elisabeth fu condotta così in una piccola stanza, arredata solo da un austero tavolo usato a mo di scrittoio.
La guardia la lasciò lì ed uscì.
Poco dopo arrivò un uomo.
Il suo aspetto era comune, ordinario ed il viso non aveva nulla di particolare.
Guardò Elisabeth come se neanche fosse una persona.
Neanche avesse un'anima.
Si sedette e prese a scrivere.
“Siete in un brutto guaio...” disse senza alzare gli occhi su di lei “... siete accusata di appartenere alla banda di Mirabole e le prove sono tutte contro di voi... il diritto del re vi offre clemenza... proclamatevi rea ed avrete una morte onorevole e veloce.”

Talia 21-11-2013 20.01.45

Ero vicino alla finestra quando arrivò quella carrozza, impallidii nel vederla entrare nel cortile...
era pazzo!
Non sapevo cosa Jacopo pensasse, né se avesse capito che era a lui che mi riferivo... ma sapevo che sarebbe impazzito se lo avesse scoperto.
Ero molto in alto e la finestra era chiusa, tentai di picchiare sul vetro per attrarre la sua attenzione: volevo che se ne andasse, volevo fargli capire che era pericoloso e che doveva scappare via lontano da Jacopo e da Simone...
ma non mi sentì.
Lo guardai con attenzione e vidi che non aveva cicatrici sul viso... possibile?
Ma... anche senza cicatrice, quanto ci avrebbe messi Jacopo a capire?
Fui colta dal panico...
esitai per qualche momento, senza sapere cosa fare...
poi mi precipitai di nuovo verso la porta...
"Soldato!" dissi forte contro la porta, pregando che Jacopo avesse lasciato qualcuno lì fuori con la chiave "Soldato, apri subito questa porta! E' un ordine!"

elisabeth 21-11-2013 20.12.49

Non avevo mai provato ad avere la mente affollata di cose da dire e la lingua ferma in quella mia bocca paralizzata.....non volevo che la guardia se ne andasse....avevo paura di rimanere da sola.....ma quell'uomo che non sapeva di nulla.....quell'uomo che non credeva fossi un essere umano...con un'indifferenza che non si ha neanche con gli ultimi della terra.............mi diede la sua sentenza........e che potevo dire.... che io non ne sapevo nulla ?......mi avrebbe ascoltata ?...." Io non conosco questo Mirabole ..... non ho fatto nulla.....ma varrebbe a qualcosa che io ve lo dicessi ?....no...non varrebbe a nulla......non mi state neanche ascoltando.........ma visto che il Re mi usa Clemenza.....scelgo una morte veloce ed onorevole........".......cosa si provava in punto di morte.....il vuoto totale........questa era la strada che dovevo prendere......nella mia mente un solo pensiero...Signore abbi cura di loro.....

Guisgard 21-11-2013 21.04.21

Talia bussò alla porta e chiamò.
Un attimo dopo sentì dei rumori.
“Milady...” disse da fuori il soldato di guardia “... il capitano ha dato ordine di non farvi uscire... è per il vostro bene. Mi spiace.”

Nell'altra stanza, intanto, mentre Simone e Jacopo discutevano, fu annunciato qualcuno.
“Signore...” disse un soldato a Simone “... chiede di voi il Cavaliere di Altafonte.”
“E cosa diamine chiede?” Voltandosi Simone. “Fatelo passare...”
Così il cavaliere entrò.
“Salute a voi, signor viceprocuratore...” sorridendo “... capitano...”
“Cosa possiamo fare per voi, signore?” Domandò Simone.
“Vedete, ho saputo che ci sarà una condanna...” rispose il cavaliere “... io ho viaggiato molto nell'Oriente Mediterraneo e quei popoli hanno modi alquanto ingegnosi per sopprimere la vita dei loro simili... e mi sono sempre chiesto, invero, perchè noi presunti popoli civili invece difettiamo di tanta fantasia...”
“Vi diverte vedere la gente mandata a morte?” Fissandolo Jacopo.
“Oh, non più di quanto diverta a voi, capitano.” Replicò Altafonte. “Ma mentre per voi è puro lavoro, io ne sono affascinato, diciamo, come profano.”
“Comunque l'esecuzione avverrà domani e sarà pubblica.” Mormorò Simone.
“Davvero interessante.” Annuì Altafonte. “E come avverrà?”
“Per impiccagione.” Sentenziò Jacopo.
“La stessa sorte che toccherà a Mirabole quando lo prenderemo.” Aggiunse Simone.
“No, lui lo passerò da parte a parte con la mia spada.” Con disprezzo Jacopo.
“Ah, vi prego...” sedendosi Simone “... basta parlare di morte... mi angustia...”
“Durerà poco.” Replicò il capitano. “Già sono riuscito a ferirlo una volta.”
Ad un tratto si udì il rintocco delle ore.
“Questo dannato orologio...” sbuffò Simone “... ma proprio accanto a noi doveva essere? Detesto questa torre...”
“Secondo gli antichi cretesi” ridendo Altafonte “il Tempo è colui a cui gli dei affidavano le vendette... forse da questo nasce il nostro detto... la vendetta è un piatto che va servito freddo...”
http://corrierefiorentino.corriere.i...8--620x420.jpg

Guisgard 21-11-2013 21.09.07

“Milady...” disse il cocchiere ad Altea “... in verità siamo diretti in un reame lontano... tuttavia la strada per Camelot è un passaggio obbligato per noi... sono certo che il mio padrone avrà piacere di avervi ospite e compagna durante il suo viaggio...”

Guisgard 21-11-2013 21.18.46

“Dunque” disse quel magistrato ad Elisabeth “vi proclamate colpevole? Se è così, firmate questa confessione...” mostrandole un foglio da firmare, in cui lei confessava ogni sua colpa “... in caso contrario sarò costretto a mandarvi davanti al viceprocuratore del re... e vi avverto... egli è un uomo alquanto impaziente ed insofferente...”

Altea 21-11-2013 21.20.21

Un regno lontano...che stano...."D'accordo, a me basta arrivare a Camelot".
Salii sulla carrozza in silenzio, tenevo un comportamento composto...come diceva mia madre...le belle parole e gli elogi...tutti gli uomini erano in grado di farli...e ingannarti..avevo solo davanti a me il volto di Lui.
Scossi il capo...sposare un vecchio anziano e essere infelice...ma almeno non sarei stata presa in giro..aveva ragione mia madre stavolta..il Vero Amore non esisteva e questa a volte era la vita...non sempre quel giardino fiorito che la mia balia mi descriveva invece.
Aspettai l'arrivo dei padroni per partire...e speravo di arrivare presto a Camelot dopo quella grande delusione.


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