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Dacey cercò di fare mente locale.
Ricordare dove potesse essere finita la sua fede. Rammentò così di non averla mai tolta per tutta la mattinata e di averla ancora al dito una volta giunta al ristorante. |
Scossi il capo..."Lo so..ma ora che faccio?" fissavo quegli occhi che mi erano mancati e mi dicevano tante cose e fu spontaneo, per tanto tempo avevo tenuto le lacrime segregate e lo abbracciai mentre una calda lacrima cadde.."Io..pensavo di cambiare vita, mia zia mi aveva lasciato in eredità la sua casa e i suoi soldi..volevo far vedere a mio padre potevo essere qualcuno e poi..volevo sapere chi era quel maledetto che uccise Joshua..era come se credessi tutto poteva tornare come prima..e forse pure tu..sono una stupida vero" alzando il volto.."Scusa, ti ho bagnato la camicia con le lacrime".
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"Infatti si, non conta nulla..." dissi alzando il mento in segno di sfida. Stavo scherzando col fuoco e me ne accorsi solo quando mi bruciai. Infatti la sua reazione fu immediata ed esplosiva, le sue parole taglienti come una lama, eppure calde come ferro rovente. Mi teneva stretta a se in una morsa d'acciaio, le sue parole sferzavano le mie orecchie procurandomi intensi brividi. Poi d'un tratto smise di parlare, mi guardò fisso negli occhi e mi baciò con ardore, come se in quel bacio avesse messo tutto il desiderio e la rabbia che aveva represso fino a quel momento. Fu un bacio lungo, bagnato, voglioso, un bacio di quelli che non si dimenticano, un bacio che da solo racchiudeva un'intera notte di passione. E soprattutto, fu un bacio ricambiato...
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“Sei proprio una cattiva bambina...” disse Elv con un lieve sorriso a Gwen “... si, proprio cattiva...” imboccando una stradina laterale che dava verso l'estrema periferia cittadina “... ora troveremo un bel posto in cui fermarci, piccola...” inserendo la marcia, per poi accarezzare la gamba di lei.
I suoi occhi neri però ora apparivano diversi. Brillavano di una luce diversa, enigmatica ed inquietante. |
“Lascia stare...” disse Guisgard cercando di consolare la tristezza di Altea “... su, smetti di piangere ora...” dandole il suo fazzoletto “... troveremo una soluzione, una via d'uscita... dai, andiamo a bere qualcosa... c'è un bar là... hai bisogno di rilassarti...”
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Doveva dunque essere al ristorante,magari quando ero andata in bagno. Decisi quindi di tornare nel locale e mentre attendevo il bus provai a chiamare Tardes.
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Accennai una risata scuotendo la testa, per poi distogliere lo sguardo.
Imboccammo poi una stradina che portava alla periferia della città. Tornai a guardarlo quando sentii la sua mano sulla mia gamba, ma notai qualcosa di strano nei suoi occhi, qualcosa di diverso. Forse era solo un'impressione. A quel punto attesi che ci fermassimo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Presi il fazzoletto di Guisgard e asciugai le lacrime.."Grazie, ti sembrerà strano ma sei l' unica persona a cui posso fare affidamento".
Lo seguii silenziosa ed entrammo nel bar indicato..scossi il capo appena seduti e sorrisi.."Finalmente ho pianto..non l' ho fatto nemmeno al funerale di Joshua" sospirai.."Beh, dimmi tu invece come stai?" e ordinai un the e presi una sigaretta porgendogli il pacchetto.."Vuoi?". http://66.media.tumblr.com/7f54f6c34...h3qto1_500.jpg |
Gaynor schiuse la bocca e ricambiò quel bacio caldo ed appassionato, accogliendo le labbra di quell'uomo misterioso ed affascinante sulla sua lingua.
E quel bacio continuò a lungo, in un gioco di labbra ed in un intreccio di lingue, con le mani di lui che accarezzavano ovunque il corpo di lei, sulla stoffa leggera di quell'abito che non nascondeva nulla o quasi del corpo della ragazza. Quel corpo che le forti braccia di quell'uomo tenevano stretto contro di sé, facendole sentire la sua virilità ed il suo desiderio. “Sei del mio padrone...” disse lui baciandola “... spetti a lui... eppure...” assaporando la sua bocca e la sua pelle “... eppure ti voglio per me...” toccandola ovunque. Ad un tratto si udirono dei passi da fuori. |
Dacey raggiunse la fermata dell'autobus e nell'attendere provò a chiamare Tardes.
Il cellulare squillò un po' e poi la chiamata fu interrotta. Poco dopo arrivò l'autobus che condusse la ragazza al ristorante. |
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