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"Oh Stewart, sapessi..." cominciai, raccontando tutto per l'ennesima volta quella sera. "Sono distrutta, ho bisogno di dormire fino a mezzogiorno... troppe emozioni tutte insieme... Mi raccomando, Stewart, accertati che porte e finestre siano ben chiuse... c'è un criminale a piede libero... Buonanotte..."
Una volta in camera, mi spogliai in fretta e indossai la camicia da notte, desiderosa di dormire. Ero esausta e difatti, non appena mi misi a letto, caddi in un sonno profondo. Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
“Vedremo...” disse Gozz a Gwen “... per esperienza non escludo mai nulla...”
“Ispettore...” arrivando un altro poliziotto. “Sergente, Lione...” Gozz “... dimmi...” “Credo di aver decifrato, diciamo così, il biglietto trovato col cadavere...” mormorò Lione. “Non credo sia importante per le indagini...” scuotendo il capo Gozz. “Invece credo di si...” Lione “... le parole infatti non sono scritte a caso... e non appartengono ad una lingua straniera... ma alla nostra...” |
Alzai appena le sopracciglia.
Non era comunque il momento di mettersi a discutere. Poi arrivò un altro poliziotto, con delle notizie finalmente concrete. "Cosa intende? Come ha capito che è la nostra lingua?" se così era, allora non era la stessa lingua delle iscrizioni sulla Bibbia, o forse mi sbagliavo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Nyoko decise di seguire quell'ombra fin sulle scale.
Vide così quell'ombra scendere giù, silenziosa e sinistra, fino a svanire nella penombra. Dopo qualche istante gli occhi di Nyoko si abituarono alla penombra e vide una porta proprio dove era sparita la misteriosa ed inquietante ombra. |
Le sue mani su di me, e un piacere nuovo attraversò tutta la mia pelle, lasciando brividi infuocati, che mai avrei pensato potessero esistere.
Avevo chiuso gli occhi, istintivamente, come se fosse troppo sopportare quella carezza leggera. Mi sentivo creta grezza e informe plasmata dalle sue mani audaci. Eppure ancora non sapevo, non sapevo quanto in là sarebbe stato in grado di spingermi. Quando poi le sue mani raggiunsero i miei capezzoli, spalancai gli occhi all'improvviso, ritrovandomi nell'azzurro ardente dei suoi. Il mio respiro si fece sempre più ansimante, sempre più rotto e irregolare, mentre fissavo il suo sguardo che non lasciava il mio. Ero completamente in balia di quello sguardo, di quelle emozioni, di quel desiderio incontrollato e atavico. Come se ci fossimo conosciuti da sempre, come se ci fossimo rincorsi attraverso il tempo e la storia. Come se non esistesse altro al mondo, che non fossimo noi, e quell'intesa così palpabile e speciale da saper creare qualcosa di unico e nostro. "Cosa penso?" farfugliai, con la voce impastata di passione. Non che riuscissi a pensare granché in quel momento, ad essere sincera. "A.." sussurrai, cercando le parola "Noi.." il miglior riassunto che potessi fare. "Pensavo che è come se sapessi di appartenerti da sempre..." in un sussurro appassionato, mentre le mie mani tornavano ad accarezzare la sua pelle sotto la camicia. "Tu..." cercando il suo sguardo, poi "Tu cosa pensi?". |
Arrivai al punto preciso delle scale in cui l'ombra si proiettava per poi fondersi con la penombra. Solo dopo che i miei occhi si abituarono al buio, scorsi una porta alla fine delle scale. Mi guardai intorno cercando di valutare la scelta di scendere ed aprire quella porta. Rimasi ferma lì per qualche secondo per poi scendere con il coltellino sempre in mano. Arrivai allora alla porta e bussai.
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“Si, dicevo...” disse Lione a Gwen ed agli altri “... non è una lingua straniera... ma la nostra...”
“Vieni al dunque, stramaledizione!” Esclamò Gozz. “Dicevo...” Lione “... che si tratta appunto di parole scritte nella nostra lingua... ma risultano incomprensibili solo perchè sono state scritte al contrario... come a volte si fa durante le messe nere...” “Messe nere?” Ripetè Gozz. “Si, quelle in voga tra i satanisti...” spiegò Lione. |
Cosa... Cosa c'entravano le messe nere?
Ma che stava succedendo? Guardai Lucy con aria interrogativa. "Ne è proprio certo?" Questa era davvero bella. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quelle carezze, quel gioco.
Le dita di Icarius che continuavano a toccare i seni di Clio, stringendoli, per poi arrivare su quei rosati capezzoli diventati ingrossati e sodi, che tradivano l'eccitazione della regina. E continuava, continuava, senza smettere, guardandola negli occhi. Occhi, i suoi, diventati di un azzurro profondo, pulsante, vivo, arrossato dalla passione, che non sembravano più quelli dell'ingenuo pittore che arrossiva ad ogni parola di lei. Da come lui ora la guardava, le stringeva quei seni, sembrava acceso da una luce nuova, che scintillava proprio in quei suoi occhi azzurri, tradendo ora un impeto, un temperamento, una passionalità nuova, come fosse un'altra persona. E tutto ciò faceva sentire la superba regina quasi in soggezione, intimorita, una preda davanti al suo predatore. “Penso che sei bellissima...” disse piano lui, toccandole i seni con sempre più desiderio “... la più bella donna che io abbia mai incontrato...” Allora si chinò lentamente e cominciò a baciarle quei capezzoli turgidi, leccandoli e succhiandoli. |
“Entrate pure...” disse una voce stridula dall'interno, dall'accento straniero, dopo che Nyoko aveva bussato.
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