"Mi ha lasciato qui senza dare disposizioni?" mi aveva abbandonato, non poteva essere... "Posso andare via da qui? E che carcerati ci stanno in quella torre" col cuore in gola "Non preoccupatevi.. Me ne andrò.. Devo.. Devo andare nel Palazzo dei Taddei". Non potevo immaginare mi avesse abbandonato, aveva ragione il Duca.

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Strabuzzai gli occhi.
"Come, prego?" senza parole.
"E come dovrei fare?" incredula e dubbiosa.
"Perchè al momento non ci capisco molto..."

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Risi piano a quelle parole di Drew, appoggiandomi al sedile un secondo per poi voltarmi verso di lui.
"Ehi, per chi mi hai preso, certo che conosco Ultraman!" divertita "C'è la serie su netflix!" ridacchiando, per poi fargli l'occhiolino.
Dovevo ammettere che il suo piano, però, era effettivamente geniale.
"Oh sì vediamo un po' che ritocchini potrei farmi secondo te?" fingendo un'aria da snob dell'alta società, di quelle ragazzine che pensano solo al proprio aspetto fisico.
"Vediamo, per le rughe magari è un po' prestino... il naso mi sembra un'ottima cosa e poi, non so, gli zigomi, o magari qualcosa di più grande!" con aria divertita.
"Sarà come andare dal parrucchiere un po' indecisa e dirgli di improvvisare insomma... ma mi sembra un buon piano, e vedrai che tireranno fuori loro mille difetti da correggere, pur di gudagnarci, altrochè!" annuisco.

"Ti presenterò come studentessa appena iscritta ad uno dei nuovi corsi..." disse Herbert guidando "... prendrerai una camera negli alloggi per gli studenti... all'interno della facoltà per un pò sarai al sicuro..." a Gwen seduta accanto a lui in auto.
Nel frattempo Destresya e Drew decidevano gli ultimi particolari del loro piano.
"Bene, mi farò l'abbanomento a Netflix!" Ridendo di gusto lui.
Poco dopo arrivarono all'istuto di bellezza.
Era un luogo dominato dal bianco, dal moderno e da un certo lusso.
era chiaro che solo una clientela molto facoltosapoteva permettersi i loro trattamenti estetici.
I due giunsero un'ampia sala d'attesa, dove c'erano già diverse donne.
Tutte signore, ad una prima occhiata, appartenenti alla società bene, visti gli abiti ed i gioielli di cui facevano sfoggio.
Eppure una cosa colpì subito i due giornalisti in incognito: tutte quelle donne apparivano particolarmente brutte.

La cosa assumeva un po' più di senso, ora.
"Okay, ma vorrei almeno passare da casa a prendere qualcosa da proteste con me, almeno..." dissi, cercando un po' di equilibrio e routine in quelle montagne russe che mi stavano travolgendo da giorni.

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"No,non è possibile." Disse Herbert. "Siciramente sanno già dove abiti e forse casa tua è sorvegliata. Sarebbe la mossa più stupida che tu possa fare. Dimmi cosa ti occorre e cercherò di procurartelo io, ok?" A Gwen, mentre ormai erano arrivati in città.

Sospirai silenziosamente, ma con consapevolezza.
Sapevo che avrebbe risposto così, avevo solo voluto fare un tentativo.
"Dipende. Puoi scegliere dei vestiti under 30 taglia 38-40?" con un sorriso sornione e divertito.


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Lui si voltò e lanciò un'occhiata all'intera figura di Gwen seduta accanto a lui in auto.
"Dimmi qual'è il tuo colore preferito e vedrò di trovare qualcosa." Disse Herbert guidando. "Non credo che, data la situazione, sarai troppo schizzinosa, no?" Diretti ora all'Università.

Sollevai un sopracciglio quando mi guardò, come per studiarmi.
Infatti, aggrottai le sopracciglia alla sua affermazione.
"Aspetta, sei serio? Lo faresti davvero?" chiesi "Ero vagamente ironica..." con tono sarcastico.
"E comunque, è il viola..." con aria candida, ma sempre divertita.

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"Si, non vedo dove sia il problema." Disse lui a Gwen. "Il viola? Ok." Annuì. "Io avrei scelto un altro colore, forse il rosso, più adatto al tuo pessimo carattere, ma alla fin fine cambia poco per me." Il monumentale edificio universitario apparve davanti a loro.
L'Università Costanza d'Altavilla era oggi giorno stracolma di studenti ed era effettivamente il posto migliore in cui far perdere le proprie tracce.

Lo guardai fintamente indignata.
"Che insolente" commentai, voltandomi verso il finestrino, ma con un'espressione divertita sul volto.
Dopo un po', il monumentale edificio apparve davanti a noi e speravo fosse la soluzione migliore.

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L'auto di Herbert entrò nel parcheggio sotterraneo, nell'area destinata ai docenti.
"Eccoci, puoi scendere." Disse a Gwen.
Arrivarono all'ascensore e qui trovarono l'addetto al parcheggio.
"Buongiorno, professor Herbert." L'uomo, per poi guardare Gwen. "Ha trovato posto?"
"L'ho messa lì, ma se dopo si libera un posto migliore pensaci tu." Herbert dando una banconota all'uomo. "Le chiavi sono nell'auto."
"Grazie, professore!" L'altro. "Me ne occupo io!"
E mentre il professore e Gwen passavano oltre, diretti all'ascensore, la ragazza si accorse che l'uomo continuava a fssarla.
"Non ne lascia passare nessuna senza provarci..." sottovoce l'uomo "... mica scemo il professore..."

Arrivammo all'edificio universitario ed Herbert consegnò la macchina all'addetto al parcheggio.
Sentii lo sguardo dell'uomo ancora addosso e poi sentii quello che disse.
"Quel tizio faceva delle battutine su di noi..." dissi Tranquilla, senza scompormi.

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"E' un idiota, non farci caso." Disse Herbert a Gwen chiudendo le porte dell'ascensore. "Ora ti porterò negli alloggi per le studentesse fuorisede. Ti vedranno con me e non ci sarà bisogni di consegnare subito documenti o altro."
E così fu.
Lui affidò Gwen ad una donna che accompagnò la ragazza in una camera.
Qui c'era una studentessa con cui la detective avrebbe diviso la camera.
"Ciao, sei nuova?" La studentessa a Gwen. "Io mi chiamo Oko." Sorridendole.

"Oh sì, sono tranquilla" con tono candido.
Poi, come aveva anticipato, mi fecero accedere senza problemi.
Ah, le raccomandazioni...
Che fantastico universo.
In stanza, trovai una ragazza, Oko.
"Sì, sono appena arrivata, mi chiamo Gwen" sorridendole di rimando e stringendole la mano.
"Tu da quanto sei qui?"

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"Sono al terzo anno..." dsse Oko a Gwen "... tu a che facoltà sei iscritta?" Chiese. "Segui già il corso di qualche professore?"

Quelle domande mi investirono una dopo l'altra.
"Oh, segui i corsi del professor Smas... Me ne aveva parlato con una mia amica ed essendo lei così entusiasta, mentre io ero indecisa e alla fine mi ha convinta..." sorridendo.

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"Si, il professore Smas è sicuramente tra i migliori." Disse Oko a Gwen. "Magari è un tantino severo, ma pochi hanno la sua preprazione. E poi è così affascinante..." ridacchiando.

Accennai un sorriso divertito.
"Vedrò di prepararmi al meglio, allora" ridacchiando.
Perchè sì, a quanto pareva i pareri su Herbert erano unanimi ovunque.
"Avevi un'altra compagna di stanza, prima?" chiesi, con sorriso curioso, mentre mi sedevo a gambe incrociate sul letto.
Il fatto che fossi qui non voleva dire che non potessi fare il mio lavoro.

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"Si..." disse Oko a Gwen cambiando espressione "... si chiamava Kim... è... scomparsa da tempo ormai..."

Raggelai, ma cercai di non farlo a vedere.
Avevo colpito nel segno e dovevo insistere.
"Oh, accidenti..." con faccia dispiaciuta.
"Com'è sparita? Voglio dire, così dal nulla?"

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"Si..." disse annuendo Oko a Gwen "... ne hanno parlato anche i giornali e la polizia è venuta anche qui ad indagare... ma Kim sembra essere sparita nel nulla..." con tono malinconico e gli occhi lucidi.

Annuii lentamente.
Poi, spinta dall'empatia che mi legava a lei tramite la mia amica scomparsa, mi sedetti accanto a lei.
"Che tipo era? C'era qualcosa che faceva negli ultimi tempi, qualcosa di strano?"

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"Era una ragazza solare, bellissima ma amica di tutti, generosa..." disse Oko a Gwen "... aveva tanti sogni... gli studi... sognava di fare la modella... ma poi... poi negli ultimi tempi si era innamorata..."

Mi si strinse il cuore a quelle considerazioni s Kim.
Era tutto maledettamente vero.
Poi, disse che si era innamorata.
E io sapevo anche di chi.
"E pensi che questo c'entri con la sua scomparsa?"

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"Non lo so..." disse sospirando Oko "... ho anche pensato che possa essere cappata con qualcuno... una specie di fuga d'Amore... non lo so... non so più cosa pensare... ma ho paura che le sia accaduto qualcosa..." fisando Gwen.

Probabilmente non avrei cavato mezzo ragno dal buco, ma almeno ci provavo.
"Beh, voglio sperare che stia bene" sorridendo speranzosa.
"Anch'io ho un'amica come lei..." mormorai.
"Bellissima, gentile, col sole negli occhi ed il sorriso sempre sulle labbra... Una persona che ha la luce del futuro davanti a sè..." con tono indefinito.

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"Sei fortunata tu..." disse Oko a Gwen "... tu hai ancora la tua amica..." fissandola "... come si chiama?"

Sentii un nodo in gola.
Non riuscivo a parlarne senza sentirmi morire dentro.
"Anche lei... Anche lei si chiama Kim..." sorridendo malinconica.

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"Che curiosa coincidenza..." disse malinconica Oko a Gwen "... a volte mi sento in colpa, sai? Perchè non ho mai scoperto chi fosse il suo ragazzo... ora potrei sapere se è scomparso anche lui o meno... parlargli, cercare di capire... ma non l'ho mai saputo il suo nome..."

Quella ragazza mi faceva molta tenerezza.
Non aveva la più pallida idea di tutto ciò che stava succedendo intorno a questa faccenda.
Ed era meglio così.
"Di sicuro l'idea di una fuga d'amore è molto più romantica di una scomparsa, no?" con un sorriso che voleva confortarla.

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"Si, mi piace pensare che Kim sia scappata con l'uomo che ama e che ora sia felice..." disse con gli occhi lucidi Oko a Gwen "... ora però mi sa che devo andare... sta per cominciare il corso che sto seguendo... ci vediamo dopo, ok?" Alzandosi e preparandosi.

Annuii sovrappensiero.
Sì, anche a me sarebbe piaciuta l'idea.
In realtà, in cuor mio lo speravo, per Herbert e Kim.
"Oh sì, certo, vai pure. A dopo!" con un sorriso.
Era stato un incontro totalmente inaspettato e insperato, ma mi era servito e non solo per le indagini, ma per avere un'ulteriore prova di quanto Kim fosse amata, perchè anch'io le avevo sempre voluto bene e se lo meritava.
Per questo cercavo in tutti i modi di trovarla.
Mi mancava terribilmente e meritava di vivere la sua vita come qualsiasi altra persona, specie una persona piena di sogni e aspirazioni come lei.

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Gwen restò sola in camera, mentre dal cortile sottostante giungevano voci, risa e rumori vari.
Gli studenti infatti si riunivano lì per ripetere prima di un esame, per scambiarsi dispense o testi, per aspettare l'inizio di un corso o anche solo per chiacchierare.

Oko andò via ed io rimasi sola a rimuginare su quello strano incontro.
Dopo un po', sentii risa e voci di ragazzi, infatti nel cortile sottostante vidi degli studenti intenti a studiare e trascorrere un po' di tempo insieme.
A quel punto, mi decisi a scendere anch'io, visto che c'ero e visto che non avevo altro da fare, anzi mi avrebbe fatto bene un po' di svago, finché potevo godermelo, come ieri sera in spiaggia.


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Arrivammo nella clinica e immediatamente mi guardai attorno.
Un ambiente asettico, pulito, rassicurante sotto certi aspetti ma per altri... leggermente da brividi.
Non sapevo perchè, ma l'idea che lì dentro le persone andassero per cambiare il loro aspetto mi disgustava profondamente.
Cercai di calarmi nella parte, la ragazzina spocchiosa e annioiata, ricca e viziata che, seppur bella, voleva esserlo ancora di più (nella sua testa, almeno) con qualche ritocchino.
Sì, perchè solo una persona del genere poteva essere quella che aveva descritto Drew nel suo piano.
In men che non si dica mi resi conto che il disprezzo verso il mio momentaneo alterego dovesse immediatamente esplicitarsi sulla mia faccia per le persone in sala d'attesa, brutte.. ma non bruttine, proprio brutte, ricche megere brutte come la fame!
E come minimo una ragazzina viziata che non ha nessun difetto e si presenta in una clinica di bellezza guarderà con schifo malcelato quelle signore in fila ordinata e composta per un miracolo.

Gwen decise di scendere nel cortile della facoltà, dove c'erano diversi studenti.
Passeggiò un pò fra le panchine e le statue del cortile, fino a quando notò qualcosa.
Dall'androne si poteva scorgere un tratto di strada e lì la ragazza intravide un'auto col tettuccio abbassato.
A bordo di quella spider c'era un uomo intento a fotografare alcune studentesse: Elv Bell.
Intanto Destresy e Drew erano arrivati all'istituto di bellezza.
Subito un'avvenente segretaria si avvicinò loro.
"Benvenuti all'istituto Effetto Santa Caterina." Disse sorridendo. "Come posso aiutarvi?"

La gaiezza del clima universitario mi era mancata, infatti quell'atmosfera mi mise un po' di buonumore.
Continuai a girare fra i tavoli e le panchine occupati dagli studenti, finché non notai un dettaglio.
Decisamente inatteso in un contesto simile.
Era una bella macchina sportiva, dal tettuccio abbassato e dentro nientemeno che il fotografo, intento a fotografare delle studentesse.
Incuriosita, mi avvicinai.
"È solo lavoro, o sente il bisogno di un ordine restrittivo, Bell?" dissi divertita.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...51d5e9bffb.jpg

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Elv abbassò lamacchina fotografica e si voltò di scatto.
"Ehi..." disse guardando Gwen "... ma tu hai un viso familiare... dove ci siamo già visti, tesoro?" Sorridendole.

Sbattei le palpebre impassibile, per capire se scherzasse o meno.
Allora gli mostrai lo stesso bigliettino da visita che gli avevo lasciato un paio di giorni prima.
"Forse a causa di una ragazza scomparsa che potrebbe essere già morta" dissi con tono pacato.

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