Lo guardai con un sorrisetto divertito.
Oh ma allora non aveva un debole per Regna, fa proprio così con tutte.
"Mia sorella aveva ragione a dire che avevamo un ospite molto affascinante!" sorrisi, restando sorpresa a quel gesto galante.
Ma poi mi ricordai che veniva dal settecento, ed effettivamente non mi stupii più.
"Allora, Don Threnz..." sedendomi accanto a lui e accavallando le gambe quasi senza accorgermene, per poi arrossire dentro di me per quel vezzo civettuolo che non era da me.
"Io sono Des la sorella di Regna, mi parli di questa macchina del tempo, sono assai curiosa!".

Le parole di Cristian non mi rassicurarono. Se aveva scoperto dei miei legami con la malavita, voleva dire che non avevo nascosto bene le mie tracce.
“Chi ha parlato?” domandai consapevole che, con tutta probabilità, fossi stata venduta da qualcuno “E cosa vorresti da me?”
Presi il mio telefono e, con fare rapido, scrissi un messaggio ad uno dei miei collaboratori. Fu difficile guidare e messaggiare, ma necessitavo di mettere in guardia i miei più fedeli.
Era possibile che nessuno di noi fosse più al sicuro e io, sinceramente, ero desiderosa di estirpare il problema alla radice.


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Quel gesto e le gambe di Beth si scoprirono davanti a Threnz, che subito le guardò, senza farsi troppi problemi, per poi fissare la donna negli occhi, con un vago sorriso.
"Come detto a sua sorella, sono uno scienziato e amo viaggiare." Disse. "E ho elaborato alcune teorie che mi hanno poi permsso di effettuare il viaggio sognato da sempre, signora... quello attraverso il Tempo." Annuì. "Ma dov'è sua sorella? Avrei avuto piacere a spiegare tutto anche in sua presenza, signora."




"Sta calma..." disse Cristian a Queennie "... nessuno ha parlato e nessuno ti ha tradita... vuoi cominciare a fidarti di me? Ti sembro un bugiardo? Forse quel bacio non è parso vero?" Divertito.

“Un bacio non rappresenta nulla, specie da un uomo che non vedo da anni.” commentai con fare freddo “La fiducia, Cristian, la si ottiene e sono pochi ad avere la mia.” continuai, la macchina che sfrecciava lungo le strada “Rispondi alla mia domanda: cosa vuoi da me?”


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Scoppiai a ridere a quelle parole di Threnz.
"Oh mia sorella è uno spirito libero e anche un po' svampito. Mi ha avvisato della vostra presenza poi si è ricordata che doveva uscire ed è andata a prepararsi...".
Alzai le spalle.
"Lei è fatta così, ha la capacità di concentrazione di un topolino, poverina.." con aria accondiscendente.
"Spero che vi accontenterete di parlare con me..." con lieve tono di rimprovero.

Continuai a camminare, sentendo la fastidiosa sensazione dello sguardo dell'uomo su di me
Procedendo, ad un certo punto, notai un dipinto di un uomo accusato durante un processo e mi avvicinai per vedere meglio.

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"Svolta a destra..." disse Cristian a Queennie "... in fondo c'è il molo abbandonato.
L'auto arrivò al molo e lui fece cenno a lei di scendere.
L'aria calda rendeva la sera poco limpida e senza stelle, mentre il mare appariva come un banco oleoso che mormorava fra lente onde di salsedine.
"Non c'entra la malavita e non sono qui per giudicarti..." fissando la ragazza "... sono qui perchè non mi posso più fidare di nessuno... ascolta questa storia..." accendendosi un'altra sigaretta "... tempo fa andai all'estero per completare i miei studi di teologia... a Prahas, scoprii un libro molto antico, fra i più vecchi mi realizzati... era scritto in una lingua per me sconosciuta e lo feci tradurre da un sedicente mago-veggente-filologo... il libro parlava di un remoto culto oggi perduto e dimenticato... una setta di fanatici, conosciuta come Verum Tenebris... furono però pereguitati, arrestati e giustiziati nel XVI secolo dall'Inquisizione Afragolignonese... oggi però qualcuno sta rifondando la setta e sogna di imporre il loro antico culto su tutto il mondo... io l'ho scoperto, ma sono solo..."

"Ma naturalmente, signora." Disse Threnz a Beth. "Sarà un piacere per me dedicarle il mio tempo per soddisfare ogni sua curiosità." Gentile e galante, ma fissandola con fare insistente.




Gwen guardò meglio quel quadro.
Era crudo e realistico.
In quel momento si accorse che Lennox era nel giardino.

Il dipinto era decisamente crudo, sembrava tratto da quei codici medievali che illustravano i metodi di torture durante le persecuzioni e mi fece veramente impressione.
In quel frangente, realizzai che il Principe era lì, infatti mi avvicinai a lui.
"Volevo dirle che, purtroppo, non sono riuscita a comunicare, il telefono non riesce a prendere..." sospirando, al pensiero che potevo essere bloccata lì per chissà quanto.

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Seguii le indicazioni di Cristian, per poi parcheggiare la macchina.
Una volta scesa, tenni la pistola con la mano destra, pronta a sparare.
Ascoltai la strana storia di Cristian, abbozzando uno sguardo annoiato.
“Perdonami, caro, a parte che tendo a non credere a pazzi fanatici, ma cosa avrebbe a che fare con me? Cosa pensi che possa farci, vuoi protezione?” domandai spazientita per poi avanzare di qualche passo. Forse avrei semplicemente dovuto continuare a lasciarlo parlare.
“Fai in fretta, Save mi aspetta e io ho voglia di divertirmi.”


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