Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 11-07-2016 04.25.58

Misk annuì e seguì Gwen fino alla porta della camera della zia.
Il medico entrò.
Trascorsero lunghi istanti, in cui la ragazza rimase fuori ad attendere.
Finalmente l'uomo uscì.
“Non è sicuro per voi restare qui...” disse fissandola “... non più ormai...”

Lady Gwen 11-07-2016 04.28.02

Il dottore entrò nella stanza, lasciandomi fuori ad attendere a lungo.
Poi uscì e ciò che disse mi spiazzò.
"Credo di non capire ciò che dite..." mormorai, inquieta.

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Guisgard 11-07-2016 04.34.23

Per tutto tragitto nessuno dei due disse nulla, lasciando al cigolio della carrozza il compito di rompere il silenzio che li avvolgeva.
Arrivarono finalmente al Palazzo dei Gigli.
“Grazie per la serata e per l'ottimo lavoro svolto.” Disse Guisgard a Vivian. “Domani approfondiremo ciò che è accaduto al museo e capire se è collegato col tentativo di furto che abbiamo subito.” Sorrise. “Buonanotte...” con un lieve cenno del capo.
E svanì nella penombra del corridoio, quasi fosse uno spettro.

Clio 11-07-2016 04.39.25

Restai in silenzio, per tutto il tempo.
Ero troppo delusa e umiliata per poter parlare, per poterlo anche solo guardare in faccia.
Quelle parole di commiato, così pratiche e fredde.
Come a ricordarmi qual'era il mio posto, e di non mettermi in testa strane idee.
Annuii soltanto.
"Va bene capo..." Con un tono che non poteva nascondere il magone che mi attanagliava la gola "Buonanotte.." Sussurrai.
Poi entrai nella mia camera, buttai il vestito in un angolo, indossai la camicia e mi buttai sul letto, piangendo fino a non avere più lacrime.

Guisgard 11-07-2016 04.44.13

Misk fissò Gwen negli occhi.
“Mi pare ormai chiaro” disse “che la zia di vostro marito non è stata aggredita da nessun animale. Ed il modo in cui è stata trucidata la conferma... credo si tratti di un maniaco... un folle assassino... e ho motivo di credere che non si fermerà... vivere qui non è più sicuro... ed io non voglio corriate simili rischi...”

Lady Gwen 11-07-2016 04.48.21

Lo ascoltai distogliendo poi lo sguardo.
"Vi ringrazio per i vostri servigi, dottore. E perdonate se vi ho fatto chiamare con così poco preavviso" dissi atona, rivolta verso la finestra, quasi invitandolo ad andare via.

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Guisgard 11-07-2016 04.49.47

Rimasta da sola, delusa ed arrabbiata, Vivian pianse.
Pianse a lungo, sentendosi umiliata ed insignificante.

“Adoro quando mi sorridi...” disse una voce dal suo passato “... promettimi che sorriderai solo per me... solo per me...”

Ad un tratto udì dei passi dal corridoio.

Guisgard 11-07-2016 04.54.07

“Posso accettare la vostra freddezza e la vostra antipatia verso di me...” disse Misk fissando Gwen che gli dava le spalle “... dopotutto sono un estraneo in questa casa ed un forestiero per questa terra... probabilmente avrò usato un tono troppo familiare e confidenziale e ciò vi ha indisposto... comandatemelo e non verrò mai più qui... neanche mi incontrerete in strada se ciò vi piace... ma date ascolto al mio consiglio... restare qui è ben più che pericoloso... lo avete vista voi stessa...”

Clio 11-07-2016 04.56.52

Ero esausta e non avevo più lacrime.
Perché diavolo mi ero lasciata andare in quel modo?
Perché mi ero esposta con un uomo che sapevo benissimo non sapeva dare valore a una donna?
Avrebbe sognato quella bella orientale, dopotutto, a sentir lui.
Scossi la testa, sprofondando nel cuscino.
Poi ancora quella voce.
Presi la prima cosa che mi capitò a tiro e la scagliai dall'altra parte della stanza.
Maledizione! Io non so chi sei... Non so chi sono, non sono più quella donna che sorrideva, nemmeno ricordo quel sorriso
Giusto per farmi sentire meglio, ci voleva quel ricordo.
Giusto per ricordarmi che era ancora più complicato di quanto non sembrasse.
Poi sentii dei passi.
Sorrisi, per poi scacciare quella flebile speranza.
Io di certo non sarei uscita, mi ero già esposta abbastanza.
Ma probabilmente era un domestico o magari lo spadaccino silenzioso.
Era inutile che sperassi ancora.

Lady Gwen 11-07-2016 04.58.22

Sentivo il suo sguardo su di me e ascoltavo le sue parole, abbassando lo sguardo ed asciugando una lacrima.
Cosa avremmo potuto fare, dove saremmo potuti andare?
Questo mi chiedevo, pur rimanendo in silenzio.
"Perché mai dovreste venire di nuovo qui, ormai?" cercando di mantenere la voce ferma, ma senza riuscirci.

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