Sorrisi a Lennox.
"Di nulla" risposi gentilmente, dopo tutta la sua epopea sul ciclo bretone.
A questo punto, mancava solo Elv e speravo arrivasse in fretta, non vedevo davvero l'ora di riabbracciarlo ed averlo ancora con me.

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Ascoltai la sua storia affascinata, allora speravo davvero mi salvasse da ciò che stava accadendo e infatti la mia mano rimase nella sua "Queste belle rose curate da voi col mio nome, quale meraviglioso regalo, mio Lancillotto...e spero mi salvi da questi sogni che mi affliggono e voi lo sapete". Se non fosse stato per la presenza della donna lo avrei baciato, stretto a me, avrei voluto vedere la sua reazione, e sapere cosa provasse veramente per me...senza essere un sogno come la prima volta.

In quel momento arrivò Maleva ed avvertì che un ragazzo stava attendendo Gwen davanti al portone del castello.
"Grazie, dottoressa." Disse Lennox a Gwen. "Ricordi che qui ci sono i componenti di quei cyborg."
Gwen così andò via, lasciando il castello.
"Sono solo incubi, milady." Lennox ad Altea una volta rimasti soli. "Sono certo che svaniranno. L'aria di campagna è salutare al corpo e allo spirito." Baciandole ancora la mano.

Un ragazzo era venuto a prendere la dottoressa, ma presupponevo che sarebbe tornata perchè qui vi erano gli androidi su cui doveva lavorare.
Sorrisi a Lennox una volta soli, vidi nuovamente la sua bocca baciare la mia mano "Quindi..devo dedurre mi avete portata qui per la mia salute?" facendo una smorfia divertita e presi coraggio.
Lentamente presi i suoi capelli, in modo dolce perchè si avvicinasse al mio viso e lo baciai, un bacio forte e impetuoso, era il solo modo per scoprire cosa volesse da me e lentamente mi staccai "Sapete ho lasciato mio marito per voi...per te".

Proprio in quel momento la donna mi avvertì che Elv era arrivato.
"La ringrazio per l'ospitalità, principe Lennox, davvero. E non mancherò di avvertire il centro per i robot da prendere" annuii.
Salutai entrambi e raggiunsi Elv per andare via.
Mi sentivo decisamente più leggera, nonostante il principe fosse stato un padrone di casa notevole.

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Gwen lasciò il castello e fuori trovò Elv ad attenderla.
"Ehi..." disse lui avvicinandosi "... ti avevo data per dispersa ormai." Ridacchiando e scuotendo il capo "... tutto bene?" Sorridendole.




Rimasti soli Altea lo baciò e Lennox rispose con ardore a quel bacio.
Le su labbra erano calde ed avvolgenti, la sua lingua ardente ed audace.
In un attimo quel bacio li unì in modo intimo, profondo.
Le raccia di lui stringevano lei, stretta al forte petto del bel principe.
Un bacio che divenne ardore puro, infuocato e sfrenato, come e lui avesse desideratoquella donna da sempre.

Quel bacio era forte, vigoroso, sentivo il suo ardore, le labbra sue e mie cariche di ardore, romanticismo e molto altro. Era come se non ci fossimo mai lasciati, da anni, addirittura secoli e mi strinsi al suo abbraccio forte "Dimmi che questo non è un sogno, ti prego?" sospirando.

Mi aprii in un sorriso enorme, quando lo vidi, andando subito ad abbracciarlo all'istante.
Sentire il suo profumo mi fece sentire di nuovo bene, di nuovo me stessa.
"Ora decisamente meglio" con un sorriso sornione, prima di baciarlo dolcemente.

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"La nostra vita sarà più bella di qualunque sogno tu possa fare..." disse Lennox ad Altea, sussurrando al suo orecchio, che poiù sfiorò con le labbra.
Intanto Gwen aveva raggiunto Elv davanti al portone.
"Ah, quindi ti sono mancato..." lui sorridedo, ma lei lo baciò dolcemente un attimo dopo "... anche tu mi sei mancata..." dopo quel bacio "... perchè stanotte non vieni a casa mia? Una cena e poi solo noi..." con tono basso.

Ciò che ascoltai dall’altro capo del telefono, mi fece raggelare il sangue.
“Save, di cosa stai parlando?” domandai fredda, mascherando le mie emozioni “Quale banda rivale?!” urlai.
Poi, il suono della porta che veniva sfondata e, poco dopo, grida laceranti che lasciavano presagire il tetro dolore della morte.
“Dobbiamo tornare indietro.” dissi voltandomi verso Cristian “Aspetta… tu sapevi nulla?” domandai molto dubbiosa.
Era un’assai strana coincidenza che Cristian mi avesse portata via da casa di Save, costringendomi ad andare al porto, facendomi perdere tempo.
“Cosa mi stai nascondendo?” chiesi cercando, lentamente, di riprendere la pistola.


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