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Zazar annuì, pagò il contoed andò via.
Anche Gwen ed Elv lasciarono quel posto, dirigendosi con l'auto di lui all'Imperion Nolhian. A quell'ora del mattino, con la luce del Sole ancora intrappolata dietro gli alti grattacieli cittadini, quel luogo assumeva tratti e sembianze misteriose. L'edificio con il suo aspetto gotico e sinistro, quasi decadente, sembrava una costruzione fuori dal mondo e dal Tempo. Il vento sibilava cupo fra le vecchie murature, la guglia della Cappella ed i muri circostanti che lo estraniavano dal resto del mondo libero e civile. https://media.giphy.com/media/3ornjQ...jyLe/giphy.gif |
La colazione fu servita come sempre, ma nessuna delle pazienti sembrava curarsi del fatto che Berta non ci fosse.
Il suo posto era vuoto. Un'infermiera passò tra i tavoli, vicino a dove era seduta Destresya. |
Whianco guardò Altea e prese fra le labbra il cioccolato che lei gli offriva, accarezzandole le dita quasi in un bacio.
"Davvero ottima..." disse lui masticando piano "... immagino quindi che questa sia il suo gusto preferito... giusto?" |
Lasciammo il bar e raggiungemmo l'ospedale.
Osservai quella costruzione con la luce del giorno, come facevo tutte le mattine da sei mesi. Era così imponente nella sua decadenza, maestoso e terrificante, misterioso, svettava contro il cielo plumbeo con fare quasi minaccioso. "Fa uno strano effetto..." dissi "Vero?" voltandomi a guardarlo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Io ci passavo spesso da piccolo qui...” disse Elv guardando l'edificio gotico “... mi sembrava un castello e sognavo di diventare un cavaliere per liberare una principessa imprigionata... poi sono cresciuto, diventato un medico e non un cavaliere... non ho trovato principesse da liberare, ma tanti alti prigionieri...” a Gwen.
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Lo ascoltai e rimasi spiazzata.
Davvero non mi sarei aspettata una risposta del genere. "È molto lirico, quello che hai detto..." mormorai piano, quasi riflettendo, mentre alzavo lo sguardo a cercare il suo. Perché le sue parole erano intrise di sognante tristezza, la tristezza Delle speranze e dei sogni infranti, la tristezza della prigionia e della cattiveria umana, quella che non conosceva limiti. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nessuno si curava di Berta.
Nessuno si curava di nessuno in quel posto desolato. Eppure il suo posto vuoto era lì, davanti a noi. Capii che dovevo chiedere se volevo avere notizie, anche se non sapevo a cosa sarebbe servito. Così, quando si avvicinò un’infermiera le chiesi: “Berta non si sente bene oggi? Non è venuta a mangiare!” Con voce cantilenante e sguardo spiritato. |
“Eh, già...” disse Elv guardo Gwen “... purtroppo alla facoltà di Psicologia non si insegna l'Amor Cortese dei cavalieri e delle dame, ma a conoscere i mostri che flagellano l'animo umano... mostri che non si combattono con la spada...” amaramente, mentre l'auto attraversava i cancelli di quel luogo sinistro.
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"No." Disse fredda l'infermiera a Destresya. ""Troope sigarette le hanno fatto male. Su, finisci la tua colazione." E si allontanò.
"Le avranno fuso il cervello..." mormorò un'altra paziente accanto a Destresya. |
"Sì... Lo so..." dissi, con medesima mestizia, mentre attraversavamo quei cancelli.
E stranamente, questa mattina come nessun'altra prima, questo posto mi sembrava più opprimente, più cupo, più scuro del solito e non mi spiegavo il perché. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
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