Era uno di loro.
Iniziai a tremare, terrorizzata e stavo per dirgli di stare attento, quando quel maledetto ignorante aprì di colpo la porta, tenendo puntata la pistola, mentre io urlavo un "No!" destinato a cadere nell'oblio, quando grazie a quell'aggeggio ci stordirono di nuovo.
Maledissi Goz dentro di me, prima che diventasse tutto buio.

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Gwen aprì gli occhi.
Era in una sala completamente bianca, o almeno così era la luce intorno a lei.
Stava stesa su una sorta di lettino rigido, senza essere legata, ma incapace di muoversi.
un attimo dopo si accorse di non essere sola.
Vi erano infatti altre tre persone con lei: due ancora senza conoscenza ed una invece già sveglia.
Era un uomo bruno che cercava inutilmente di muoversi.
Gli altri due ancora svenuti erano Goz e una ragazza bionda.

Quando mi svegliai, ero nuovamente bloccata lì.
Cioè, non ero legata.
Ero proprio bloccata.
Non riuscivo a muovermi, come se una forza strana ed invisibile me lo impedisse ed era una sensazione orribile.
Tutto grazie a quel maledetto Goz, anche lui bloccato lì, ma addormentato.
C'era anche un tizio bruno ed una donna bionda.
Anche lui cercava di muoversi.
"Bello schifo, eh?" mormorai, con voce piatta, che rimbombò bella stanza, riferendomi al tipo bruno.

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"Credo che possa anche peggiorare la situazione per noi..." disse lui a Gwen "... è inutile... non c'è verso... ho i muscoli bloccati... come se solo la mia testa fosse attiva..." cercando di muoversi "... Destresya, mmi senti?" Chiamò allora la bionda accanto a lui, ma la ragazza era ancora svenuta. "Come siete finiti qui voi?" Rvolto poi a Gwen, indicando lei e Goz.

"Beh, siamo bloccati qui e faranno di noi quello che vogliono, sì, può di sicuro peggiorare..." con tono sarcastico.
Provò a chiamare la donna, che si chiamava Destresya, ma quella non si svegliava.
Poi, mi chiese come eravamo finito qui.
A quel punto, gli raccontai di Kim, Herbert e tutto il resto, dettagli privati a parte, ovviamente.
Non avevo comunque idea di chi fosse e non potevo rovinare la vita di Smas.
A tal proposito, mi chiesi dove fosse, se era ancora vivo, se era riuscito a trovare Kim, tante domande e nessuna risposta.

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"Beh, ora siamo tutti sulla stessa barca..." disse lui a Gwen "... e temo che a breve affonderà..." sarcastico.
Ad un tratto dal soffito si illuminò una luce rossastra, seguita da un sibilo lento e prolungato.
"Ma che diavolo..." mormorò il tipo bruno.
Dopo alcuni istanti la luce si spense ed il sibilo cessò.
Una porta si aprì e qualcuno entrò.
Era un essere dall'apetto assurdo, con una sorta di tuta futuristica e luminosa addosso.
"Tu sei..." il tipo bruno guardandolo "... si... tu sei... il dottor Iox! Riconosco i tratti!"
"Si, il mio travestimento da terrestre vedo non ti ha ingannato." Ridendo l'altro.
"Cosa vuoi farci?"
"Vi ho sottoposto ad onde psichiche capaci di stimolare i vostri cervelli." Spiegò l'alieno. "Una sorta di quello che voi umani chiamate siero della verità. Ora risponderete ad ogni mia domanda con la massima sincerità."
"Non hai bisogno di drogarmi per farmi dire quale sia il vero mestiere di tua sorella, bastardo!" Urlò il tipo bruno.
"Tornerò a breve, quando le onde avranno stimolato al meglio i vostri cervelli." Fissandoli, per poi uscire.
https://vignette.wikia.nocookie.net/...20180228213355

Sospirai silenziosamente, non trovando nulla più per poter controbattere a quello che disse.
Cosa potevo dire?
Ogni sforzo era valso praticamente a nulla, proprio a niente, dovevamo farcene una ragione.
Quale che fosse stata la fine di Kim, di sicuro eravamo destinati a farla anche noi.
Strizzai gli occhi nel momento in cui una luce rossa lampeggiò nella stanza.
Sì spense e pensai che quella luce mi avesse fatta ammattire del tutto.
Un "essere" verde e dai tratti paradossali entrò.
No.
No, sul serio?
Ci trovavamo davvero di fronte a degli alieni?
Rimasi lì, con la bocca spalancata, incapace di dire qualsiasi cosa.
Battibeccò con l'uomo, il quale lo aveva chiamato Iox e mi chiesi come potessero conoscersi, ma non trovavo alcuna risposta plausibile.
Ci disse che volevano stimolare i nostri cervelli per dir spa verità, anche se non capivo su cosa, ero troppo sconcertata, poi andò via.
Non capivo più nulla, ora lo dicevo con tutta la sincerità del mondo.
Mi ero aspettata tutto... Ma non questo.

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"Credo vogliano interrogarci, sapere tutto ciò che sapppiamo..." disse lui a Gwen "... almeno penso... anche se non capisco più nulla... prova a farmi una domanda, non so... intima, personale... insomma qualcosa su cui normalmente una persona mentirebbe... così capiremo se davvero ci hanno fatto qualcosa con quella luce e quel sibilo..."

"Ma su cosa? Tutto lo scibile umano?" con forte e ancora sconvolto sarcasmo.
"Cosa?" dissi stupita, non volendo minimamente sforzarmi, mi sentivo troppo stanca.
Stanca di tutto.
"Intima e personale?" ripetei "La tua prima volta è andata bene come speravi?" chiesi, senza nascondere un vago divertimento, non trovando altro di più personale al momento e sì, era decisamente un argomento su cui si tendeva a mentire spesso, ma davvero tanto.

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Lui rise e guardò Gwen.
"Si..." disse annuendo "... credo sia andata meglio del previsto... in verità ero abbastanza nervoso... beh, avevo... corteggiato a lungo la ragazza... e quando finalmente mi disse di si..." ospirò "... si, dai... è andata meglio di come pensassi. Ero parecchio giovane ma mi sono fatto onore." Divertito. "Ecco... credo che quell'alieno abbia detto il vero... ci hanno inviato quelle onde della verità e pare abbiano fatto effetto..."

Mi lasciai contagiare dalla sua risata, stranamente, ma in effetti avevo ottenuto l'effetto sperato
Insomma, probabilmente stavamo per morire uccisi dagli alieni, era già paradossale, mi sembrava giusto renderlo quantomeno divertente.
Lo ascoltai e onestamente mi fece piacere per lui e per lei, che fosse andata bene.
"Lo dici solo perchè è andata bene. Fosse andata male avremmo avuto un'ulteriore prova che le onde avevano funzionato..." commentai, volendo insistere ancora un po', seppur ironicamente, a stuzzicarlo.

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Aprii gli occhi, anzi, li spalancai di scatto.
Eravamo in una stanza bianca, tutta bianca, e il mio primo pensiero, con terrore fu Drew.
Che cosa gli avevano fatto?
Sbarrai gli occhi, e poi le orecchie...
Ma quello era davvero Drew che si vantava delle sue conquiste con un'altra ragazza. Non una ragazza qualunque, l'investigatrice privata che avevo incontrato da Bell!
"Bello che il mio primo pensiero sia preoccuparmi per te e il tuo invece vantarti di quanto sia stato figo con un'altra ragazza!" esclamai, voltandomi verso di lui, per guardarlo negli occhi.

Drew rise a quelle parole di Gwen e lo stesso fece per quelle pronunciate da Destresya appena sveglia.
"Cercavo solo di tirare su il morale di questa ragazza." Disse a Destresya indicandole Gwen e facendole l'occhiolino. "Però sono contento ti sia svegliata solo ora... ti sei risparmiata il vero aspetto del nostro dottor Iox. Ah, non fr troppo caso al mio umore, ci hanno lanciato onde psichiche tipo siero della verità." Divertito.
Un attimo dopo anche Goz si svegliò.
"Dove diavolo sono?" Ulrò. "Perchp cavolo non riesco a muovermi?" Agitato e nervoso.

Rise alla mia constatazione, poi a quella della ragazza bionda.
"Sì, il solito alieno verde, non bello da vedere..." con una smorfia.
Poi, Goz si svegliò e cominciò ad agitarsi.
"Tranquillo capo, siamo solo prigionieri di un alieno verde che ci ruba informazioni dal cervello" dissi, senza fronzoli, sarcastica, ma non così tanto, visto era la verità.

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Risi a quelle parole di Drew.
"Fammi indovinare, verdognolo con occhioni a palla neri o troppo scontato?" guardandolo negli occhi intensamente.
"Un siero della verità sotto forma di onde psichiche? Attento che potrei approfittarne per chiederti tutti i tuoi segreti!" facendogli l'occhiolino.
Poi la ragazza disse proprio che l'alieno era verde e io senza riuscire a smettere, scoppiai a ridere, anche se da ridere non c'era proprio niente.
"Verde, l'avevo detto io!" senza riuscire a trattenermi.

Goz rise a quelle parole di Gwen e poi di Destresya.
"Ecco..." disse ridendo forte "... l'ho sempre detto io! Gli spaziali esistono e ci osservano da sempre! Ora ci contattano pure! Un contatto di terzo tipo!"
"Ecco quando la troppa sincerità fa male..." sarcastico Drew,per poi fissare Destresya "... i miei segreti? Eh, ragazza mia... non vorrei turbarti troppo." Facendole l'occhiolino.

Ma si può sapere perchè mi viene costantemente da ridere?
La cosa cominciava a farsi seccante!
"Turbarmi, addirittura? Cosa sei un serial killer incallito in fuga?" cercando di scuotere la testa, ma senza successo.
Poi sospiro.
"Tanto ormai stiamo per morire, no? O per diventare i loro burattini, nulla ha più importanza..." con tono mesto.

Cercai di ignorare Goz, ma la ragazza, che ricordavo essere nientemeno che la segretaria di Drew Star, aveva ragione.
Che importava più?
Certo era che in questa condizione non potevamo fare nulla e dubitavo che ci avrebbero lasciato liberi.
Tanto valeva accettare le cose per com'erano.

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"Beh, magari sono un Don Giovanni incallito." Disse divertito Drew a Destresya. "Un corteggiatore seriale, un Casanova infallibile, no?" Ridendo di gusto.

"Sarebbe un vero peccato, i tipi così mi fanno letteralmente schifo.." guardandolo con disprezzo e una risatina amara, che faceva anche più male di quanto mi piaceva ammettere.

Drew rise.
Quelle onde psichiche embravano aver fatto effetto.
Infatti i pensieri di tutti loro erano leggeri e non avevano difficoltà a dorsi tutto, senza dare il giusto peso alle parole.
Ad un tratto la porta tornò ad aprirsi e di nuovo Iox, col suo reale aspetto alieno, entrò, stavolta affiancato da un altro essere della sua stessa specie.
"Ehi, spaziali..." disse Goz tutto eccitato "... vi ho aspettato da sempre! Io non credo che voi siate nostri nemici! Ditemi... è vero che avete costruito voi le piramidi in Egitto?"
Tutto ciò davanti a Destresya, a Gwen e a Drew.

Mi sentivo leggera, i miei pensieri erano molto leggeri e mi dava fastidio, perchè era così che loro volevano neutralizzare la gente, ovviamente riuscendoci.
Ad un certo punto, tornò Iox, con un altro della sua specie.
Ero curiosa di vedere cosa sarebbe successo con l'alieno nel sentire quelle parole.

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Guardalo, guardalo come se la ride.
Chissà che cosa mi nasconde!
Ma non feci a tempo a formulare quel pensiero che la porta si aprì ed entrarono due esseri...
"Verdi, vedi che lo dicevo che erano verdi??" ridacchiai "E tu che mi davi della pazza quando lo dicevo!" ridendo.
Oh ma possibile che non la smettessi di ridere?

Iox e l'altro alieno li guardarono a lungo.
"Le onde hanno fatto effetto." Disse Iox all'altro. "Estraiamo ogni loro pensiero e conoscenza, per poi eliminarli."
"Bastardi!" Gridò Drew.
"Ma che diavolo succede?" Goz stupito. "Eliminarci? Perchè?"
Destresya e Gwen assistevano.

Beh.
Potevo dirmi sorpresa?
Ovviamente no.
"Perchè ci hanno portati qui per questo, maledetto idiota, come con tutti gli altri" dissi a Goz, avvolta da quella nebbia che neutralizzava ogni freno inibitorio dal mio corpo e dalla mia mente, con un tono a metà fra l'assente e il candido, come fosse scontato che doveva andare in quel modo.

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Eliminarci... ormai era chiaro che non c'era scampo.
Davanti a una civiltà aliena, che altro vuoi fare.
Una civilità aliena.. roba da non crederci!
"E che cosa ve ne fate delle nostre conoscenze? Vi avverto ci sono svariate stagioni di serie tv dentro!".
Ma quelle onde psichiche dovevano proprio rendermi così idiota?

Iox guardò Gwen e poi Destresya.
"Capo..." disse l'altro alieno "... quello è un poliziotto." Indicando Goz.
"Ebbene?" Iox.
"Il nostro piano è rapire ragazze seplici, insignificanti, belle e nulla più." Mormorò l'altro alieno. "Per non dare nell'occhio e muoverci nell'ombra. Ma se ora eliminiamo un poliziotto ci saranno ricerche e non vale correre un simile rischio."

"Insignificante un corno!" protesto io "Ma lo sapete chi sono?" Sbuffo "No perchè nessuno lo sa mai...".
Quelle maledette onde fortunatamente non mi fecero dire di più.
Ci mancava solo.
Chissà, magari avremmo avuto una possibilità di uscire da lì e..
E cosa? Scrivere lo scoop del secolo su degli alieni?
No, certo, mi avrebbero presa tutti per pazza!
Ma forse avrebbero risparmiato solo il commissario.

Gli alieni inziziarono a discutere riguardo noi, soprattutto Goz.
"Senti, amico, come la penseresti se dicessi che tua sorella è inutile? Eh?" dissi, infastidita dal suo commento.

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Destresya e soprattutto Gwen non le mandarono a dire.
Anche Drew si fece sentire e persino Goz iniziò ad insultare i due alieni avendo capito che volevano eliminarli.
"Inutile rischiare." Disse l'altro alieno a Iox. "Uccidere un poliziotto attirerebbe l'attenzione sulla faccenda. Mettiamo tutto a tacere e spostiamoci in un'altra città, ci sono tante altre ragazze insignificanti da usare come modelli per donne brutte fuori e sgualdrine dentro."
Iox annuì.
"Bastardi!" Gridò Drew. "Grandissimi figli di..."
I due alieni però aprirono la porta ed uscirono.

Ascoltai ciò che dissero e strabuzzai gli occhi.
"Senti, sai che mi hai proprio scocciato, anzi, tu e quell'altro?" dissi al tizio un po' troppo verde.
Poi se ne andarono.
"Ma ci stanno lasciando qui? Hey!" urlai forte, per farmi sentire.
"Non possono andarsene così!" sconvolta da questa cosa.
Stavano davvero scherzando?!

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La cosa stava davvero sfuggendo di mano.
Possibile che fosse veramente così assurdo? Erano contraddittori, dicevano che non potevano uccidere il commissario ma viceversa se ne stavano andando piantandoci lì.
"Che cosa ne farete di noi?" sbottai "Che vuol dire mettere tutto a tacere?", mi voltai verso Drew, preoccupata.
Cosa ci avrebbero fatto????

"Credo ci uccideranno tutti." Disse Drew a Destresya. "Perdonami, ma quelle onde funzionano e fanno dire ciò che si pensa..."
Gwen continuava a gridare, mentre Goz era ammutolito dalla paura.
Un attimo dopo si accese una luce dal soffito, abbagliante al punto che spinse loro a chiudere gli occhi.
Un attimo dopo persero conoscenza.

"Dovrebbero diffonderle ovunque queste onde, sai che bello?" sorrisi, leggermente amara.
"Lo so anche io che moriremo.." sospirai "Ma non capivo che cosa diceva sul commissario, che senso ha?" senza capire.
Non capivo niente di niente.
E infatti, un attimo dopo, persi conoscenza.

Il tipo aveva ragione, ma io non mi potevo rassegnare davvero.
Cioè.
Se loro restavano, morivamo.
Loro se ne andavano.
E morivano comunque.
Ma davvero?
Una luce bianca dal soffitto ci accecò, facendoci perdere conoscenza e pensai fosse quantomeno un modo indolore di morire, sebbene non accettassi di rassegnarmi a quella fine.
Non avevo trovato Kim, la mia adorata Kim, non sapevo se Herbert fosse riuscito a trovarla e tutto questo era fonte di rimpianto per me.

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La luce.
Fredda, asettica, senza calore...

La porta dell'ufficio di Gwen si aprì ed entrò un uomo dall'aspetto piacevole e lo sguardo reso acuto dai profondi occhi neri.
"Buongiorno..." disse porgendo la mano a Gwen "... voglio ingaggiarla..." fissandola "... non mi fido più della polizia, sono degli incompetenti... voglio un detective privato... per questo sono qui da lei... è scomparsa da giorni una mia studentessa..."
Nello stesso momento Destresya stava ritornando nel suo studio, ma entrando trovò una sorpresa.
Un tipo stava seduto con i piedi sulla scrivania.
Aveva un certo fascino, ma i modi erano impertinenti, otentando una certa sicurezza.
"Bentornata." Lui a lei. "Dalle assistenti pretendo puntualità. Non arriva la colazione qui?" Divertito. "Il famoso Drew Star arriva e non trova un'accoglienza degna della sua fama!" Ridendo di gusto e facendole l'occhiolino. "Su, cerchiamo un caso degno di tal nome!"
Un attimo dopo qualcuno bussò ed entrò.
Era una zingara.
"Buongiorno..." quasi intimidita "... io... io cercavo aiuto..." mostrando una foto "... è mia nipote Nicoleta... è scomparsa... ma la polizia non perde tempo a cercare una zingara..."
"Noi non siamo la polizia, signora..." Drew prendendo la foto per guardarla bene "... noi diamo importanza a tutti..."
"Che Dio vi Benedica..." la zingara accarezzando il viso di Drew.
"Visto? Ti ho già portato il primo caso, mia bella assistente..." sottovoce Drew a Destresya.
https://westfargomusings.files.wordp...4/rs-1_18a.png




Fine Episodio

+++

"Il demonio non ti chiederà mai di credere in lui, ma solo di non credere in Dio."
(Sant'Ireneo)

La nascita di Uaarania

L'isola di Vivar si presentava con la sua folta vegetazione tropicale, le imponenti alture un tempo vulcani attivi che diedero la forma attuale a questo luogo e le sottili coste arse dal Sole australe.
I palmetti discendevano lungo dolci declivi, mentre la vaga foschia si alzava invece a rendere i contorni dell'isola come sospesi tra cielo e mare.
A Vivar vi era solo un piccolo porto, perlopiù usato per fini commerciali, mentre invece un vecchio biplano del 1929 portava i turisti dalla vicina costa sull'isola.
Alcuni, i più facoltosi, venivano qui per trascorrere le vacanze in uno degli alberghi dell'isola o nelle loro ville lungo le scogliere, mentre altri, i più eccentrici, per vere e proprie gite guidate tra le bellezze naturali e le tante leggende di Vivas.
Per questo gli indigeni erano molto richiesti come guide.
https://images.fineartamerica.com/im...re-leclerc.jpg




+++

Il giorno a Vivas scorreva come tutti gli altri.
Grigio, piatto, come se appartenessimo ad un'altra dimensione.
O almeno, così era ai miei occhi.
Chiunque fosse stato abbastanza vicino al porticciolo dell'isola avrebbe potuto scorgere la nostra sontuosa villa sulla sommità.
Una gabbia dorata entro cui io stessa avevo accettato di farmi rinchiudere per convenienza.
Il risultato, era stata una vita priva di gioie, di soddisfazioni.
Una vita che aveva contribuito ad acuire la mia inquietudine, quella continua ricerca spasmodica di qualsiasi cosa riuscisse a colmare quel vuoto abissale che sentivo dentro.
Nell'esatto istante in cui la lucente fede nuziale aveva oltrepassato la falange del mio anulare, aveva iniziato a germogliare dentro di me quella voglia continua di tutto ciò che riuscisse, temporaneamente, a soddisfare la mia sete pressoché insaziabile di tutti i piaceri che quel contratto poteva concedermi, che fossero essi vestiti, gioielli o potere.
Tuttavia, le ridotte dimensioni di un'isola mi costringevano sempre più in gabbia.
Un minuscolo ed inutile fazzoletto di terra che illudeva chiunque vi giungesse di aver trovato il paradiso, ma era soltanto l'ennesimo inferno.
Riuscivo a racimolare qualche gioia temporanea, sul fondo di una bottiglia di Bourbon o nello sguardo magnetico di un aitante turista, prima che quella si esaurisse, allo scoccare della mezzanotte rappresentata dai miei obblighi sociali.
Era ciò che comportava essere sposata con un degli uomini più importanti del momento, benchè rifiutassi categoricamente di adempiere a qual si volesse obbligo morale nei suoi confronti.
Ero sempre stata molto chiara su questo punto, sapendo che, pur senza mettere le cose in chiaro, sarebbe stata comunque la mia vita da donna sposata, tanto valeva accettare in tempo il mio destino, prima di evitare una cocente delusione.
Attendevo l'arrivo della sera in veranda, prima di avventurarmi, complici le tenebre, nel cuore del paese, contando i secondi che mancavano alla libertà dalla mia prigionia scanditi dal consumarsi della mia sigaretta.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...3f6e476846.jpg

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La sera tropicale.
Gli ultimi riflessi di un tramonto rossastro si spengnevano nell'immenso cielo sul mare, mentre il crepuscolo annunciava il suo arrivo lento.
Gwen era in venerando, col suo abito sexy e raffinato, attirando le occhiate avide degli uomini che lavorano per suo marito Stefan.
Si trattava di un ricco commerciante che aveva sull'isola diversi interessi.
"Mia cara..." disse ad un tratto destando Gwen dai suoi pensieri "... giornata lunga ma fortunata." Avvicinandosi e dandole un bacio sulla guancia. "Tu? Ti sei annoiata? Cosa mi racconti?" Sorridendole.
Era un uomo dall'aspetto comune, di corporatura media e appena più alto della media.

Mi godevo la mia sigaretta in santa pace, notando con annoiato piacere gli sguardi dei dipendenti di Stefan su di me.
E difatti, lupus in fabula, il mio adorato arrivò.
Accennai un sorriso al suo bacio sulla guancia, prima che si sedesse accanto a me.
"Miseramente, caro! Come al solito, superbamente a pezzi!" pronunciai, con tono stucchevolmente vuoto, citando un film che avevo visto al cinematografo poco tempo fa "E tu, anima mia?" facendo un tiro dalla mia sigaretta e accavallando una gamba sull'altra.

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