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La vecchia fissò Talia quasi sorpresa.
“Perché questa chiesa è sorta in un posto maledetto!” Disse. “Strane cose accadono qui intorno… di notte lo sentiamo… grida, affanna e si aggira in cerca di…” “Vuoi stare zitta!” Gridò all’improvviso una voce. “Smettila e torna a casa!” La vecchia chinò il capo e fece quanto le aveva ordinato l’uomo appena giunto. “E voi” fece poi a Talia “tornatevene a casa vostra… questo non è posto per una ragazza!” “Non puoi mandarla via ora!” Disse la vecchia. “Lei è…” “Lo so chi è!” La interruppe lui. “Milady…” rivolgendosi di nuovo a Talia “… seguite il sentiero e non perdetelo mai di vista… andate via ora, prima che faccia notte… e che il Cielo vi protegga!” |
Gouf fissò Melisendra mentre parlava.
Poi, all’improvviso, prese la sua mano e la fasciò con un lembo della sua tunica. “Sei cambiata…” disse “… e questo ti rende debole…” Fece cenno ai suoi e ripartirono. Non disse nulla per tutto il viaggio. Sembrava preda di mille pensieri. Giunsero poi al castello di Cimarow. Gouf fece cenno ai suoi servitori e questi condussero Melisendra nella sua stanza, dove trovò alcune serve pronte a medicarle la ferita alla mano. Quando ebbero finito, le serve uscirono ed entrò la vecchia servitrice. “Guardati dalla ragazza!” E si abbandonò a quella sua grottesca risata, per poi andare via, lasciando Melisendra da sola con la sua inquietudine. |
Come un uccello del malaugurio quella vecchia gracchiava le sue sentenze.
Tentai di trattenerla, ma con insospettata agilità uscì dalla stanza con la rapidità di un furetto. Osservai la benda intorno alla mia mano sinistra. Avrei potuto semplicemente uscire da quella stanza opprimente e andare a caccia nel cortile per rimarginare quelle ferite. Anzi, avrei potuto trovare uno o due degli uomini presenti durante la strage e... strappargli il respiro! L'idea mi affascinava. Solo la cautela mi tratteneva. Il mio senso più acuto diceva che ero tenuta sotto osservazione... e molto probabilmente gli occhi vigili erano quelli belli e crudeli di Aitly. Ero seminuda. I miei vestiti macchiati di sangue mi erano stati tolti. Mi gettai addosso una veste leggera e uscii. Mi aggirai nel palazzo. Alla ricerca di... non lo sapevo nemmeno io di che cosa. |
August condusse Icarius nella grande sala delle armi, nella quale il duca trascorreva spesso il tempo ad allenarsi.
“Vi va di fare un pò di esercizio, milord? Ecco, prendete!” Disse August lanciandogli un bastone. Icarius osservò il bastone, dopo averlo preso al volo e fissò poi incuriosito il suo amico. “Abbiamo trascorso molto tempo ad allenarci qui, mio signore.” Continuò questi. “Ed ero bravo con questi?” Chiese Icarius. “Mio signore…” rispose August “… i Taddei sono i migliori cavalieri del mondo. L’uso di nessuna arma è loro ignota. In guardia!” I due allora cominciarono, ma August sembrava molto più disinvolto ed abile del suo nobile signore. “Forse ho dimenticato anche come si combatte…” mormorò questi. “Sciocchezze!” Esclamò Lho entrando nella sala. “Una volta imparato ad impugnare un’arma, non lo si dimentica più! Ora continuerete con me!” Aggiunse prendendo anch’egli un bastone. “Col vostro permesso, cavaliere.” Fece poi verso August. Il vecchio guerriero allora cominciò a combattere e solo a stento Icarius riusciva a difendersi dai suoi colpi. “Solo questo sapete fare?” Gridò Lho. “Allora qui perdo tempo!” Ad un tratto qualcuno giunse sulla porta della sala, forse attirato dai rumori e dalle grida. Era Matthias. Icarius lo fissò e subito sentì crescere un senso di rabbia. Si lanciò allora su Lho e cominciò a tirare poderosi colpi. Colpì fino a quando il bastone di Lho si spezzò in due. Il vecchio guerriero scoppiò a ridere, seguito da August. Icarius invece ansimava per la fatica e per la rabbia, restando a fissare Matthias sulla porta, che rispondeva con la stessa rabbia allo sguardo del duca. |
Il Castello cominciava ad essere avvolto dal crepuscolo e dai sinistri presagi della brughiera.
Melisendra si aggirava per quelle antiche e tetre murature, quando udì delle voci provenire da una stanza. “Siamo stati informati…” disse Cimarow “… l’uomo che avete ferito al Gorgo del Lagno era Icarius de Taddei…” Gouf saltò su. “L’avete ferito, ma è vivo…” continuò “… anche se non sappiamo ancora in che condizioni sia… attendiamo altre notizie da Capomazda…” “Quello era dunque il duca?” Mormorò Gouf. “Nessuno è mai sopravvissuto ad un mio attacco…” Cimarow lo fissò. “E’ stato fortunato a cadere nel Lagno…” continuò il Gufo “… ma presto finirò il mio lavoro!” “Si, assolutamente!” Annuì Cimarow. “Ah… lady Aytli mi ha parlato di quella donna… Melisendra… cosa ne pensate?” “Me ne occuperò io, milord.” Rispose Gouf. “Ora scusatemi…” Ed uscì dalla stanza, avviandosi poi verso le mura. |
Rimasi per un attimo interdetta di fronte alle maniere sbrigative dell'uomo appena giunto... lo osservai per un attimo in silenzio, poi lentamente mi avvicinai a lui...
"Voi dunque sapete chi sono!" dissi, fissandolo negli occhi "Bene... allora rispondetemi come si deve: chi siete voi? Che cosa stava per dire questa donna? E come posso entrare in questa chiesa? ...Perché, credetemi, io entrerò in questa chiesa oggi. E lo farò con o senza il vostro aiuto!" |
Mi ero avvicinata di soppiatto alla porta e avevo ascoltato con avidità.
Sgusciai via quando sentii i passi di Gouf. Mi domandai cosa avesse voluto intendere con quelle parole sul mio conto. Tuttavia, nonostante la sua indubbia ferocia, non mi sentivo in pericolo. Forse ero davvero cambiata. Era quello a disorientarlo? Ero più debole forse, più umana di quanto fossi stata in passato. Se solo avesse scovato anche lui un ultimo briciolo di umanità... forse si sarebbe reso conto della Bestia che lo divorava da dentro. E invece di accanirsi verso il mondo, avrebbe potuto iniziare a combatterla. Mi diressi verso gli alloggi di Gouf e con cautela vi entrai. C'erano armi sparse sul tavolo. Esaminai i cassetti dello scrittoio. Nessun documento rilevante a parte delle mappe. Mi versai da bere e mi sedetti su una poltroncina. Prima o poi sarebbe tornato dal giro di ispezione delle guardie sulla cinta muraria e mi avrebbe trovata lì ad attenderlo. La mia mente correva ai tragici fatti della giornata. |
La stanza di Gouf era illuminata da poche candele ed un odore di esotiche erbe si diffondeva da un piccolo braciere di gusto orientale.
Ovunque vi erano armi che, sotto i riflessi delle candele, assumevano inquieti bagliori. Sopra un tavolino era posto l’elmo del terribile cavaliere. Sembrava fissare Melisendra. Ad un tratto un leggero alito attraversò la stanza, come se il vento stesse portando qualcosa con sé. Accarezzò le vesti e la pelle di Melisendra ed un brivido corse su tutto il suo corpo. Ad un tratto qualcuno entrò dalla porta. “Non dovresti essere qui…” disse Gouf slacciandosi il mantello “… una volta conobbi, in Oriente, un sultano che dopo ogni notte d’amore faceva sgozzare le proprie ancelle…” la fissò compiaciuto “… diceva che amore e morte hanno lo stesso volto… tu lo credi?” |
L’uomo osservò Talia e chinò il capo.
“Volete un consiglio? Tornate a Sygma…” disse “… qui c’è solo tristezza e solitudine…” “Abitiamo il borgo vecchio…” intervenne la vecchia “… questo è mio figlio, milady… non adiratevi, è un brav’uomo… ma andate via da qui… tornate al palazzo…” “Quanto si può amare un uomo davvero? Forse Enide è la risposta. Su questo ci spero! Ella superò ogni ostacolo per l’amato consorte, fino a vincere l’incanto della Gioia della Corte!” Recitò un menestrello col suo liuto. “Di cosa avete paura?” Chiese. “Vieni davvero da molto lontano se ignori ciò che accade qui, menestrello.” Rispose l’uomo. “Ho udito che non vi è felicità a Capomazda, nel palazzo ducale…” replicò il menestrello “… dunque non c’è nulla che questo posto possa portarsi via…” Si avvicinò alla porta della Pieve, ma questa era serrata da una catena robusta. Guardò l’uomo e questi, con una pala, la spezzò, aprendo la porta. La Pieve era in tutto e per tutto simile a quella vista in sogno da Talia. Anche le armature erano presenti, arrugginite e consumate dal tempo. Le nicchie presentavano statue di santi, ciascuno con un’iscrizione. La maggior parte erano consumate o si riferivano a versetti dei Vangeli. Tutte tranne una. L’iscrizione della statua di Santa Lucia recitava: “Cerca nelle angosce della Santa ciò che ti tormenta XIII, 3” http://www.anaconegliano.it/images/g...raclaudio1.jpg |
Sembrava che fosse entrato un grosso e affamato felino nella stanza.
La presenza di Gouf faceva sempre quell'effetto. Sorrisi della provocazione e risposi con altrettanto compiacimento. "Ne sono fermamente convinta... pensavo ne aveste avuto un assaggio quella notte, alla rocca dei Venti..." Per un attimo mi balenò davanti il suo viso, con quella quieta espressione che aveva avuto quando iniziai a impossessarmi del suo respiro quell'ultima tragica notte di molto tempo addietro. Stiracchiai le membra, sprofondando nella poltrona, pigramente. "Allora... avete deciso cosa fare di me?" Lo guardai con scetticismo. "Non che mi stia lamentando della vostra gentile ospitalità... stragi incluse." |
"Anche io ho bisogno di te, non solo il bambino!”
“Dafne, resta dietro di me e non muoverti…” I suoi occhi, quella luce… E poi quel caldo bacio, il profumo delle sue labbra… I tre balordi, il dolore al braccio… Pasuan saltò su urlando e tenendosi il braccio. Si guardò intorno e poi vide il volto di Dafne. “Cosa… cosa è accaduto? Ah… rammento…” disse “… ma tu come stai?” Chiese poi preoccupato. “Stai bene? E il bambino?” Intanto, Cavaliere25 aveva raggiunto la caserma. Di tipi sospetti nemmeno l’ombra. E giunto in caserma,Cavaliere25 fu portato davanti al capitano Monteguard. “Cosa è successo, figliolo?” Chiese il capitano. |
Gouf la fissò e sorrise.
“Il tuo coraggio…” disse “… mi ha sempre affascinato… solo la tua bellezza è pari al tuo coraggio… anche perché ce ne vuole di coraggio per venire qui, essendo così bella…” Si avvicinò fino quasi a sfiorarle il volto. “Non tutte le notti hanno un’alba…” mormorò “… cosa farò di te?” E sorrise. L’avvolse allora nel suo mantello e tutto si fece buio. La campagna verdeggiante, chiazzata da variopinte esplosioni di giallino, blu e rosato. Un fresco vento di Primavera schiariva l’aria e l’orizzonte appariva così vicino da potersi quasi toccare. “Mamma, mamma!” Diceva Uriel. “Mamma, mamma!” Corse in casa, tra le braccia di sua madre. “Mamma, ho visto una cosa meravigliosa!” Esclamò raggiante. “La cosa più bella che ci sia! E sta venendo qui a prendermi!” “Di cosa parli, Uriel?” Chiese Melisendra. “Del cavaliere!” Rispose il piccolo. “L’ho visto davanti al castello diroccato! Mi ha detto che sarebbe passato a prendermi! Io sarò un cavaliere come lui!” Ad un tratto un nitrito. Uriel corse verso la porta e su questa apparve un cavaliere. “Andiamo, piccolo…” disse levandosi l’elmo. E Melisendra riconobbe il volto di Gouf che sorrideva con una diabolica espressione. Un gemito e Melisendra si svegliò di colpo. Era nella sua stanza, nel suo letto. Nuda, avvolta in morbide e profumate coperte di seta. Avvertì freddo ed un senso di solitudine. Poi le grida dei cavalieri dal cortile. Un nuovo giorno era cominciato al castello. Ad un tratto bussò qualcuno. Un momento dopo alcune servitrici, con abiti e profumi, entrarono nella stanza. |
Ancora non riesco a capire perchè il Sommo Sacerdote, voglia mettere a rischio la mia vita per una missione tanto semplice.
"Devi partire domani stesso per una missione molto importante, Verdammt, solo tu puoi riuscire ad uccidere questo cavaliere. Si dice abbia un'armatura impenetrabile e che non abbia un briciolo di umanità. Tu devi ucciderlo, Verdammt, sei la migliore. Va, uccidi il guerriero e salva la dama." "Posso almeno conoscere i loro nomi?" "Il nome del guerriero è Gouf e la dama si chiama Melisendra. All'interno del gruppo c'è un traditore: è lui che vuole morto il guerriero; anche io ignoro il nome di questo cavaliere, ma sono certo che ti aiuterà ad infiltrarti tra le truppe di Gouf." Guardai con malinconia il medaglione che porto al collo e feci scattare l'intricato meccanismo, per leggere di nuovo il messaggio delle Sacerdotesse; ormai lo faccio in continuazione, ma non mi è permesso sapere del mio passato. Conosco solo il mio vero nome: Sayla. |
Scalciai rapidamente via le lenzuola, mentre ancora quel sogno mi lasciava un sapore amaro addosso.
Lasciai che le donne si prendessero cura di me e mi vestissero. Poi, in fretta e furia, le buttati quasi fuori dal mio alloggio e mi ci rinchiusi dentro. Slegai la benda della mia mano. La ferita era del tutto rimarginata. Qualcosa mi diceva che mi ero nutrita in abbondanza: nemmeno una cicatrice. Mi sdraiai sul letto, stringendo il cristallo tra le dita e respirando regolarmente. La mia mente iniziò a vagare. Cercavo Lady Talia. Un'improvvisa visione sfiorò la sua mente. La mia voce sussurrata nel vento. "Mia signora... arriveranno durante la consacrazione..." Le grida della gente festante al cospetto del nuovo Arciduca si tramutarono in grida di terrore. Le mostrai i temibile ariete di cui Cimarow era tanto orgoglioso. I suoi colpi risuonavano nella visione come un tetro presagio. La porta dei leoni tremò. "Siate accorta... mia signora", sussurrai. Improvvisamente riemersi. Mi alzai tossendo e tremando. Quel modo di forzare la veglia era terribilmente difficile per me. Bevvi dell'acqua e posai il cristallo. Ripensai al mio sogno e mi augurai non si trattasse di un presagio. Ma Uriel era ben nascosto, solo io sapevo dove si trovasse e non l'avrei rivelato neppure di fronte alle torture più atroci. In un turbinio di veli mi alzai e mi scrollai di dosso quella sensazione oscura, quindi scesi verso il cortile. Assaporai l'aria fresca. |
Guardando il capitano dissi il soldato Pasual è stato attaccato da tre manigoldi lui era in compagnia dilla damigella Dafne io li avevo seguiti quei tre e sono riuscito a metterli in fuga dopo la rissa ora il soldato Pasual sta riposando ero solo venuti ad avvisarvi del accaduto e aspettai in silenzio una sua risposta
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Lasciai Matys fuori ed entrai nella chiesa, avanzando lentamente... i miei passi risuonavano nella navata, amplificati dalla volta a crociera... non mi guardavo intorno, eppure percepivo ogni angolo e ogni pur minimo anfratto di quel luogo... mi sembrava quasi di rivivere quel sogno, tanto che un brivido potente e inatteso mi corse giù per la schiena: quelle armature erano lì, lì ai lati dell’ingresso proprio come le avevo sognate, ma mi sforzai di ignorarle almeno per il momento. Nonostante ciò, inavvertitamente, la mia mano corse rapida al medaglione che avevo al collo e lo strinse!
Giunsi sotto la statua di Santa Lucia e qui mi fermai... era bellissima, candida, con lo sguardo rivolto al cielo... Lessi l’iscrizione: ‘Cerca nelle angosce della Santa ciò che ti tormenta’... Poi la lessi di nuovo... Ciò che mi tormentava... sembrava quasi che quell’iscrizione fosse stata messa lì per me! Chiusi gli occhi di fronte a quella statua e chinai la testa... E fu a quel punto che accadde qualcosa di inatteso... il cristallo che avevo legato al polso iniziò a bruciare sempre più... e poi giunse l’oblio... La testa mi girò forte e io udii una voce, una voce nel vento... Citazione:
Riaprii gli occhi di scatto. Ero sorpresa. Scossa. Per un attimo fui tentata di uscire di lì e correre a Capomazda, ma qualcosa mi bloccò... Una cosa per volta... mi dissi ...puoi occuparti solo di una cosa per volta! E il mio sogno, in quel momento, mi premeva più dei problemi del ducato. Per una volta, forse per la prima volta da quando mi ero sposata, sentivo di poter mettere i miei desideri davanti a quelli della potente stirpe dei Taddei... ed egoisticamente, quasi per un inconscio desiderio di rivalsa, decisi di farlo! E comunque la consacrazione non ci sarà ancora... mi giustificai con me stessa ...non sarà certo oggi! Ho ancora tempo! E, all’improvviso, rammentai di non esser sola e rammentai le parole che erano state dette poco prima. ...un posto maledetto... ...strane cose accadono qui intorno... ...di notte lo sentiamo... grida, affanna e si aggira... ...qui c’è solo tristezza e solitudine... Non capivo... non sapevo! Ma avevo la sgradevole sensazione, anzi avevo l’assoluta certezza che tutti lì fossero a conoscenza di qualcosa che a me era sempre stato tenuto nascosto! Perché? Misi quindi i problemi del ducato da parte, mi voltai e fronteggiai le tre figure rimaste sulla soglia. “Che cosa accade, dunque?” domandai, in tono calmo ma perentorio “Cos’è che dovrebbe spaventarmi tanto da impedirmi di venire a pregare in questo luogo ogni qualvolta io lo ritenga opportuno?” |
Decisi che la cosa migliore da fare è travestirmi da bambina, appena sfuggita all'attacco del terribile Gufo Nero al suo villaggio e raggiungere Capomazda. Una volta arrivata avrei dovuto impietosire una dama, la principessa di Sygma, sposa del duca: Lady Talia.
Dovrebbe essere piuttosto facile impietosirla, si dice sia una donna molto dolce e impressionabile...ma forse si sbagliano... Andai alla piscina di sangue nella Sala dei Sacrifici. Lì mi rivolsi al mio Dio: il glorioso Theenar. Mio signore, è una delle vostre figlie che vi parla. Sono Verdammt, la maledetta. Ma per me è un onore essere stata scelta da Voi, non una maledizione. Vi chiamo per chiedervi una benedizione, prima che io parta per una missione da cui potrei non far più ritorno. Presi l'ampolla dalla cintura e raccolsi del sangue dalla piscina; poi, facendo attenzione a non perderne neanche una goccia, lo bevvi. Finito il rituale tornai nelle mie stanze, per preparare il travestimento; grazie alla mia bassa statura e al viso angelico, convincerli che sono solo una bambina sarà facile, ma dovrò stare sempre zitta e vigile. é ora di partire... |
Citazione:
"Devi stare tranquillo e non muovere il braccio per un po' di giorni, quel balordo ti ha dato una bella botta e avevi una lussazione ma ora l'ho rimessa in sede" immersi un'altra pezza nel catino pieno d'acqua e gliela passai sul viso, i suoi lineamenti piano piano si distesero e si addolcivano. Dal panno cadde una goccia sul suo petto nudo, ebbe un fremito e rise arrossendo. Sorrisi anch'io abbassando lo sguardo poi continuai a parlare: "Ti ricordi quel cadetto? per fortuna che è arrivato lui, chissà che cosa sarebbe successo altrimenti...lo conosci? Gli ho chiesto di andare ad avvisare il tuo capitano. Credo che potrai rimanere qui per la convalescenza, non penso che vorrà avere tra i piedi un cavaliere inabile... A proposito, la tua spada è qui vicino al letto, nel suo fodero, sei stato un pazzo a separartene" gli sorrisi e continuai sul resto del corpo l'opera iniziata con il panno umido. http://img64.imageshack.us/img64/1231/ivanhoe1.jpg |
Melisendra scese nel cortile, mentre varie attività erano svolte tra cavalieri, scudieri e servitori.
“Milady, vi ho cercata per tutto il giorno, ieri!” Disse sir Nyclos avvicinandosi alla ragazza. “Amate nascondervi o forse siete stata troppo impegnata?” Chiese poi sorridente. “Ora però reclamo la vostra compagnia… sapete, detesto fare colazione da solo… mi farete compagnia e poi usciremo per una cavalcata. E non accetto un rifiuto!” E rise di gusto. |
Icarius e Matthias restarono a fissarsi per alcuni interminabili istanti.
I loro sguardi celavano ansia, inquietudine e astio. “Finalmente ho la gioia di incontrarvi, milord!” Disse una voce che destò Icarius dalle sensazioni che aveva provato nel vedere l’uomo giunto da Sygma. “Vi trovo bene e ne ho piacere.” Aggiunse sorridente il priore Hadoss. Icarius lo fissò titubante. “Non temete, mio signore…” lo tranquillizzò con un sorriso il chierico “… non mi conoscete… sono Hadoss, priore del monastero di Sant’Andrea Apostolo del Monte Sperryor…” Icarius sorrise a quell’uomo dai capelli bianchissimi e dalla voce profonda. “Non conosco il luogo di cui mi dite, monsignore… o forse me ne sfugge l’ubicazione ora…” “E’ una piccola contrada famosa per il buon vino e per l’ospitalità della sua gente.” Fece il priore. “E dove si trova?” “A Sygma, milord.” “Sygma…” “Da quella contrada è giunta anche la magnifica cavalla che vi è stata donata dal mio signore e re.” “Cavalla?” “Ah, vedo allora che non vi è stata ancora mostrata!” Esclamò il priore. “Affatto. Ma voi… sapete, dunque…” “Si, milord.” Annuì il priore. “Ma ho saputo che i medici ritengono momentanea questa vostra amnesia.” “Non è facile ignorare se stessi ed il proprio passato…” “Posso immaginarlo… anche se qui tutto parla dello splendore e delle virtù della vostra stirpe.” Icarius non sapeva perché, ma sentiva che poteva fidarsi di quel chierico. “Parlatemi di Sygma, vi prego…” mormorò “… quali sono i suoi colori, i suoi profumi… parlatemi della sua terra e del suo Cielo…” “Credo che Sygma sia uno dei posti più belli che ci siano al mondo…” sorridendo Hadoss “… la terra ha mille colori, tanti quanti sono gli stati d’animo che sanno albergare nel cuore di un uomo… una tenera e vasta campagna, adagiata su dossi, ripiani e verdeggianti colline, si apre allo sguardo di chi sa apprezzare le meraviglie del Creato… ogni stagione è unica a Sygma, capace di abbigliare a suo modo la natura.” “Qual è la vostra preferita?” Domandò Icarius, incantato da quella descrizione. “Io adoro l’Autunno quando giunge nella mia terra… le colline si rivestono di un lieve giallino che immerge in un incanto ogni cosa… tutto allora sembra incantato... l’aria è fresca e le serate limpide… ovunque potreste udire un gioioso canto, nato dal sibilo del vento che fende, quasi accarezzandole, le cime dei cipressi…” “Vorrei vedere quella meravigliosa terra…” “La vedrete, mio signore.” “Del resto solo una terra simile poteva accogliere un fiore tanto bello…” sospirò Icarius “… un fiore capace di riempire un’intera esistenza solo con i suoi colori ed i suoi profumi…” “Tutto ciò che vi è a Sygma è vostro, milord.” “Possedere una cosa non vuol dire che questa sia davvero nostra…” mormorò malinconico Icarius. E detto questo si voltò di nuovo indietro, cercando con lo sguardo Matthias. “A Sygma mi odiano, vero?” Chiese fissando di nuovo il priore. “Siate sincero, almeno voi… mi credono un tiranno, un conquistatore, vero? O peggio, forse… un viziato ed inetto rampollo, non è così?” “Milord… il vento può portarci l’aria mite dal mare, ma solo trovandoci presso di esso noi potremmo avvertirne il fresco profumo di sale, il suono delle sue onde e ammirare la lucentezza del Sole che si specchia sulle sue acque… a Sygma si narrano molte cose di Capomazda… lo sfarzo e la magnifica classicità delle vostre chiese, contro la severa perfezione delle nostre. La pianeggiante e verde campagna che vi circonda, così differente dalla nostra, collinare ed intrisa invece di mille e più colori. Le sterminate cittadelle racchiuse da alte e solide mura che animano e ricoprono questi luoghi, contro gli isolati borghi addormentati, sui quali vegliano alti e austeri cipressi, delle nostre terre. Anche sul vostro pane si dicono tante cose!” Aggiunse ridendo. “Ma ciò che invece vedo ora qui, davanti a me…” facendosi serio “… è una terra dove in ogni cosa regna una nobiltà senza precedenti, dove ad ogni passo si avverte la presenza di un qualcosa di Sacro che legittima ogni suo valore ed ideale. E sono certo, mio signore…” sorridendo ad Icarius “… che se a Sygma potessero conoscervi, come è capitato a me oggi, non potrebbero che amarvi.” Icarius sorrise senza dire nulla, quando all’improvviso qualcuno gridò dal cortile. “Accorrete! Lady Talia è andata via! E’ fuggita con la cavalla di sua signoria!” |
Mi sentii travolta.
Indubbiamente quelle ciance e quella spensieratezza mi colsero di sorpresa, poichè meditavo gravi pensieri. Non mi resi nemmeno conto del come e del perchè... un inchino, un sorriso e mi trovai sotto il braccio del giovane lord. La colazione sublime ci accolse in un salottino. Ero a dir poco affamata dall'impresa precedente. Forzare lo stato di veglia di qualcuno era al di sopra delle mie capacità. Addentai il bianco pane che mi servirono con delle pesche succose e cercai di non pensare agli avvenimenti della notte trascorsa. Mi diedi mentalmente della sciocca e decisi di non pensarci più. Mi pulii dalle briciole e assaporai un esotico tè. Nello spazzolarmi il grembo feci più attenzione al vestito che indossavo. Mi vennero i brividi. Quel colore non era un colore qualunque. Rosso cupo. Rosso sangue. Quella particolare tonalità di colore, mi era stato insegnato, era il preferito da quelle come me... uno scherzo di Gouf o una casualità? Mi adombrai e appoggiai la tazza. Poi mi ripresi e lanciai un'occhiata a Nyclos. "Non mi nascondo da voi, milord..."sorrisi, "ieri il cavaliere Gouf mi ha mostrato il suo senso di ospitalità..." ero ironica "e di ospitalità ne ha un'accezione davvero singolare, poichè mi sono trovata spettatrice dell'incursione in un villaggio..." bevvi un sorso del mio tè "non sono una donna da battaglia... a meno che non sia io a sceglierne il campo..." ridacchiai. Se quello che avevo sentito attraverso la porta poteva dirsi attendibile, avrei fatto bene a tenere d'occhio Gouf e a carpire la simpatia del giovane lord. A quanto pare giovane, irruento e volubile. In altre circostanze mi sarebbe stato simpatico. |
Talia sembrava decisa ed il suo tono non dava molta scelta.
Ad un tratto, senza dire nulla, il menestrello salutò con un inchino ed andò via. La vecchia e suo figlio invece, a quelle domande di Talia, si scambiarono uno sguardo carico d’angoscia. “Non date troppa importanza a ciò che si dice, milady…” disse l’uomo sforzandosi di sorridere “… qui, lontano dal palazzo, dominano l’ignoranza e la superstizione… sin da piccoli ci hanno raccontato storie di spettri, streghe e antichi malefici… e crescendo, quando la povertà e la miseria flagellano la vita, spesso si finisce per dare a quelle antiche credenze la colpa dei nostri drammi… non occupatevi più di queste cose e tornate al palazzo, mia signora… questo luogo non fa per voi…” http://www.wearysloth.com/Gallery/Ac...2039-26214.gif |
“Sir Gouf è un uomo d’arme.” Disse Nyclos sorridendo a Melisendra. “Credo che per tutta la sua vita non si sia occupato altro che di battaglie e guerre. Una vita alquanto monotona, non credete, milady? Forse neanche possiamo chiamarla vita…” mormorò accarezzandole la spalla. “Molto bello questo vestito… avete buon gusto… “
Fissò poi la deliziosa colazione ed aggiunse: “Appena finito qui, voglio condurvi nella brughiera per una passeggiata a cavallo.” E le sorrise. |
Guisgard fissò incuriosito quella monaca.
Poi, sorridendo, disse a Llamrei: “Sorella, mi spiace ma non sono di Capomazda… sono giunto da poco e non conosco nulla di queste terre… maledizione?” Facendosi pensieroso. “Non ne sapevo nulla… però devo dire che trovo la cosa curiosa… una donna di Chiesa che crede a queste cose! Il Mio maestro soleva ripetermi che bisogna occuparsi dei vivi, anziché dei morti. E se posso, mi farebbero comodo un po’ di preghiere… io sono un peccatore, voi invece una pia donna… posso affidarvi la mia anima?” E rise di gusto. |
Non ero certa di fare la cosa giusta: allontanarmi dal palazzo e non avere la possibilità di cogliere indiscrezioni nei corridoi... tuttavia una breve pausa dagli intrighi mi attraeva. Mi appariva rigenerante perfino l'idea di stare lontana da Gouf per qualche ora, dopo quell'orribile sogno.
L'idea di cavalcare un cavallo che non fosse Pandemonio, invece, mi rattristò. Chissà dove si trovava ormai. Lanciai a Nyclos un sorriso complice e risposi: "Con piacere, milord!" Fuori dalla finestra si estendeva quella singolare e selvaggia brughiera, illuminata da un cielo che sembrava di cristallo. La giornata si preannunciava ventosa. Mi avvolsi nel mantello. |
La mano di Dafne bagnava Pasuan con quel panno intriso d’acqua, mentre il cavaliere restava immobile a fissarla.
“Come… com’era tuo marito? Era un bell’uomo? Ma che sciocco…” disse chinando il capo “… una ragazza bella come te non poteva certo sposare un uomo brutto…” Sospirò, mentre lei continuava a medicarlo. “Forse dovrei andare via…” mormorò “… se lui… si, insomma, se non fosse morto ti avrebbe difesa lui… forse questo non è il mio posto…” All’improvviso le prese la mano, facendo cadere sul letto il panno bagnato. La fissò per un interminabile istante, nel quale avrebbe voluto dirle tante cose. Forse troppe. “Scusami…” lasciandole la mano “… forse è meglio che vada via davvero…” http://www.girlzngames.com/wp-conten.../06/anakin.jpg |
Il vento.
Soffiava implacabile sulla brughiera, come a voler rendere sterile non solo la terra, ma anche i cuori. Nyclos e Melisendra galoppavano in quel territorio chiazzato da folte macchie di verdeggiante ardore e picchi di rocce, aguzze e levigate, che sembravano attendere la caduta dell’inquieto cielo per trafiggerlo. Qua e la sorgevano antiche rovine, forse primitive fortezze e opere murarie di qualche antica e dimenticata popolazione. Il paesaggio, sotto quel cielo fissato nel suo argento incantato, appariva muto e angosciante, dove solo il vento sembrava portare l’eco di voci lontane, disperate e maledette. Melisendra quasi avvertiva quelle voci. Un lungo ed insopportabile lamento, frutto di indefinite voci che si accavallavano, legate le une alle altre da una sorta di funesto presagio, sembrava giungere fino al cuore della ragazza. La figura, ad un tratto, apparve fiera su uno di quegli spuntoni rocciosi. Indefinita, eterea, eppure reale. Stava là, immobile a scrutare quell’immenso scenario come se attendesse qualcosa. Forse si aggirava in quelle lande dimenticate davvero in cerca di qualcuno. Ad un tratto sembrò accorgersi di Melisendra. “Dominare su queste terre, disabitate ed incivili, è come regnare sul nulla…” disse Nyclos fissando il paesaggio “… ma Capomazda… no, Capomazda è la luce, è la civiltà… e presto sarà nostra…” Quelle parole destarono Melisendra da quella visione. “Milady… va tutto bene?” Chiese Nyclos. “Mi sembrate assente… siete pallida… cosa è accaduto? Avete forse visto qualche animale feroce in lontananza?” http://3.bp.blogspot.com/_C5Jf5cMdlN...0/CIMG6634.JPG |
Monteguard fissò con attenzione il giovane Cavaliere25.
“Balordi che riescono a ferire un cavaliere…” disse dubbioso “… com’è possibile? E poi Pasuan è uno dei migliori spadaccini del ducato… anzi, del regno! Lui con una spada in pugno è capace di tenere testa quasi a tutti! Mi hai raccontato tutta la verità, ragazzo?” Chiese a Cavaliere25. “Cosa è accaduto veramente?” Fissandolo come a volergli leggere fin dentro il cuore. http://filmjournal.net/100films/file...sketeers05.jpg |
Disorientata strinsi le redini. Non ero certa di averla vista... sembrava trasparente. Eppure era là. E ora solo aria.
Rabbrividii. "No, milord, mi era sembrato di vedere una donna su quegli spuntoni di roccia... ma forse era solo uno sbuffo di nebbia..." voltai il cavallo e osservai meglio il paesaggio circostante. Spettrale. Affascinante. "E così presto entrerete in trionfo a Capomazda..." sorrisi verso Nyclos e accarezzai il cavallo mentre si dissetava presso un rivolo. "Sarete molto orgoglioso di voi quando quei pomposi cortigiani vi si inchineranno davanti... la corte di Capomazda è un covo di pigri opportunisti, ho avuto modo di constatarlo..." feci spallucce "come in ogni corte ci sono lingue pronte ad adulare i più forti." Il cavallo si innervosì, forse quell'atmosfera turbava anche lui. "Mi piace questa terra... ha un'atmosfera così conturbante..." ero sincera, anche se ero più avvezza alle foreste nebbiose del nord. Se non fossero state una prigione, ne avrei avuto un'autentica nostalgia. "Pensate che finirà presto questa guerra?" sospirai con aria sconsolata. Accarezzai il mio cavallo e osservai meglio le nebbie che salivano dal terreno. |
La giovane e misteriosa Sayla attraversava lo stretto sentiero che, pian piano, divenendo strada sarebbe poi giunto fino a Capomazda.
Un asciutto vento soffiava sulla campagna e sembrava condurre con sé sinistri presagi. La ragazzina continuò a percorrere quella via, tra sterpi e rovi, fino a quando si ritrovò nel borgo. Poco dopo aveva già raggiunto la monumentale Porta dei Leoni, che dava accesso alla cittadella fortificata. Ed al suo arrivo, quasi come segno di un destino tanto fatale, quanto indecifrabile, Sayla udì i rintocchi della campana provenienti dalla Cappella della Vergine. http://images.placesonline.com/photo...arcassonne.jpg |
“Recati al castello di sir Cimarow e riferisci ciò che ti ho detto…” disse una voce “… quella donna è lì per tradire… e per ora il duca sembra impossibilitato a difendere Capomazda…”
“Si, mio signore…” rispose l’altra voce. “Sir Gouf deve fidarsi…” mormorò “… e dì loro che attendano i miei ordini… ora va!” Morrigan portò immediatamente una mano alla bocca, per soffocare un sussulto. Qualcuno dunque stava progettando la caduta dei Taddei! Qualcuno, in seno stesso a quel nobile palazzo, tramava, vendendo al nemico le debolezze del proprio signore! Era ignobile, quanto stava accadendo... era inaccettabile... così cadono i regni e si corrompono i popoli... così crollano gli imperi e si perdono le battaglie... perchè solo l'infedeltà e la viltà di alcuni uomini può battere il coraggio e a grandezza di altri! Cominciò allora a muoversi piano, con cautela, cercando di spostarsi verso la luce nel tentativo di riuscire a scorgere i volti dei due uomini, dal momento che era impossibile per lei riconoscerne la voce. Ma proprio in quel momento, mentre si sollevava piano dal suo nascondiglio, una mano si posò sulle sue spalle. Morrigan trasalì, si voltò di scatto, mentre il cuore le batteva all'impazzata. Estrasse la spada e la puntò dritta contro colui che l'aveva sorpresa. |
“Una donna? Nel bel mezzo della brughiera? Vi sarete di certo impressionata, milady!” Disse Nyclos ridendo. “Potrei capire un cavaliere, magari qualcuno dei nostri uscito in perlustrazione, ma una donna è quasi impossibile! A meno che non si tratti di qualche strega, o fattucchiera!” E si abbandonò ad una risata.
“Quanto a Capomazda…” facendosi serio “… si, presto cadrà… e finirà un’epoca, milady… i potenti Taddei, signori della guerra e predestinati a reggere queste terre, diventeranno uno dei tanti miti che echeggiano in questi luoghi…” Si voltò e restò a fissare Melisendra. “Vedo che passate molto tempo con sir Gouf…” mormorò accarezzando il suo cavallo “… ne sono quasi geloso… si, lo sarei se non conoscessi la sua totale repulsione nei confronti dei suoi simili … ma una donna bella come voi sarebbe capace di tentare anche un monaco, milady…” accennando un sorriso “… si, se Gouf non avesse passato l’intera notte a preparare piani e strategie con mio fratello ed alcuni suoi baroni, avrei pensato che… ebbene si, milady!” Esclamò compiaciuto. “Sono geloso di voi!” http://1.bp.blogspot.com/_wi00nwy7ZS...600/gis-aa.jpg |
"Ehi, bellezza, metti giù quella spada!" Disse Finiwell a Morrigan. "Questo è il ringraziamento per averti seguita con l'intento di tenerti fuori dai guai? Ma poi... cosa diavolo ci fai quaggiù?"
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La voce della strana sparizione di Talia aveva messo in allarme l’intero palazzo ducale.
A quelle parole, Icarius e il priore corsero verso le scuderie. “La cavalla manca e alcuni contadini hanno visto lady Talia galoppare via con quella attraverso la campagna!” Disse uno degli stallieri. “Com'è possibile che nessuno l’abbia fermata?” Chiese Icarius. “La granduchessa andava talvolta a cavalcare con lord Rauger…” rispose lo stalliere “… era quindi normale vederla uscire…” “Al diavolo!” Esclamò Icarius. “Siamo nel bel mezzo di una guerra e nessuno trova pericoloso che una ragazza vada a cavalcare da sola per la campagna?” “Milord…” “Cosa?” Voltandosi di scatto icarius. “Alcuni pastori l'hanno vista andare verso la brughiera…” rispose un servitore. “Il mio cavallo, presto!” Ordinò Icarius. “Verrò con voi, milord!” Disse August. “Allora saremo in tre.” Mormorò Lho. Poco dopo i tre si diressero verso la brughiera. “Secondo i pastori ha preso quel sentiero laggiù…” indicò August “… conduce nel bel mezzo della brughiera.” I tre allora attraversarono il sentiero, fino a giungere presso la Pieve. Ma qui ebbero una sorpresa. Era infatti arrivato, precedendoli, Matthias in sella al suo cavallo. “Cosa ci fai qui da sola?” Domandò a Talia. “Al palazzo è scoppiato un putiferio per questa tua misteriosa fuga… stavano ancora decidendo sul da farsi, quando ho preso un cavallo e, seguendo le indicazioni di alcuni pastori, sono giunto qui… ma cosa ti ha spinto a venire in questo posto? E’ pericoloso. C’è una guerra in atto… ora tornerai con me al palazzo ducale.” Icarius e gli altri, nascosti tra gli alberi, avevano assistito a tutta la scena. “Sia ringraziato il Cielo…” mormorò Lho “… lady Talia è sana e salva.” “Dove andate, milord?” Chiese August, vedendo Icarius che si apprestava a ritornare indietro. Ma questi non rispose nulla e galoppò veloce fino al palazzo. |
Sorrisi, mentre il vento si levava a scompigliarmi i capelli.
Non mi aspettavo che fosse tanto diretto. Inclinai il capo di lato, sorpresa. Mi tornarono alla mente le dure parole di Gouf sul conto di Nyclos. "Non siatelo, milord... ricordate che i vostri alleati stanno ancora osservandomi e valutandomi..." sorrisi sfacciatamente "potrei essere una spia!" Risi. "Inoltre lady Aitly non vede l'ora di mettere le mani sul mio collo..." scossi il capo e sorrisi osservando la nebbia venirci incontro e sbuffare via. "Perchè parlare di sir Gouf quando ci sono tanti argomenti più interessanti..." spronai il cavallo e mi avvicinai a delle vecchie rovine. Quella terra mi metteva davvero i brividi... eppure una forza oscura e famigliare sembrava accogliermi. Mi guardai intorno e mi accertai che i fantasmi avessero smesso di agitarsi dietro alle nebbie. |
ehm signore la sua spada me la data a me io e lui dovevamo fare il giro di ricognizione ma era impegnato con una damigella di nome Dafne ecco perche non si è potuto difendere la sua spada la diede a me e aspettai chinando il capo come essendo il colpa per l'accaduto
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Rimasi in silenzio per un momento... quella reticenza mi innervosiva, ma se quei due credevano che questo sarebbe bastato a scoraggiarmi, voleva dire che non mi conoscevano. Ero partita per capire che cosa stava avvenendo e perché quegli strani sogni continuavano a tormentarmi... e l’avrei scoperto, in un modo o nell’altro!
Abbassai appena gli occhi, poi li rialzai su di loro e sorrisi... Fu a quel punto che si udì un cavallo giungere al galoppo. Io subito mi affacciai sulla soglia della pieve e vidi Matthias... balzò giù dal cavallo persino prima che questi si fosse del tutto arrestato e si precipitò verso di me con un’espressione che non prometteva niente di buono... Citazione:
“Matthias, calmati!” dissi “Non è successo niente... sto bene! Volevo soltanto venire a vedere questa chiesa... non c’è ragione di allarmarsi tanto!” Lanciai un’occhiata ai due, fermi poco dietro di me, poi mi accostai un po’ al mio amico e mormorai: “Senti...mi dispiace di non avertelo detto prima! Non volevo ti preoccupassi... ma c’è una cosa che devo fare! Ti prego... dammi soltanto un altro momento! ...Per favore!” Alzai gli occhi su di lui: era arrabbiato, ma ero certa che non mi avrebbe trascinata via. Gli sorrisi un momento, conciliante. Mi voltai quindi e tornai a rivolgermi ai due contadini... esitai appena un istante, poi decisi di cambiare tattica. Feci, dunque, loro segno di precedermi dentro la chiesa e li feci accomodare su una delle vecchie panche, poi mi sedetti di fronte a loro. “Signora...” dissi alla donna, prendendo la sua mano tra le mie e puntando i miei occhi nei suoi “Vostro figlio parla con saggezza e dimostra di avere a cuore la mia persona... per questo lo ringrazio infinitamente! Ma vedete, signora... è il destino che mi ha portata qui, forse perché vuole che io scopra qualcosa. Come vedete, il mio tempo qui è terminato: sto per tornare a Capomazda e là dovrò far fronte agli eventi... ma sarà come combattere alla cieca se resterò all’oscuro di questa storia... e come potrò sperare di avere anche solo una possibilità di sopravvivenza così? Perciò vi prego, signora, vi imploro: di qualsiasi cosa si tratti... che sia una leggenda, una superstizione, una storia pur fantasiosa... vi prego, non tenetemela nascosta! Io ho bisogno di conoscerla e penso anche di averne il diritto! Aiutatemi, dunque... aiutatemi a far fronte nel migliore dei modi al mio destino, qualsiasi esso sia!” Tacqui infine, ma le mie mani non smisero di tenere quella della donne e i miei occhi non si spostarono di un millimetro dai suoi... e silenziosamente pregai di averla convinta. |
Udendo la voce di Finiwell, Morrigan non perse altro tempo. Abbassò la spada e tappò la bocca del cavaliere con la mano, impedendogli di proseguire.
Poi, a bassa voce, si avvicinò al suo orecchio. "Oh, fate silenzio, per una buona volta... o qui siamo tutti morti!" Quindi si staccò da lui e piano allentò la presa sulla sua bocca, pregando che Finiwell avesse compreso la serietà della faccenda. "E adesso cercate di rendervi utile, per una volta..." gli sussurrò "Date un'occhiata e ditemi se riuscite a riconoscere uno di quei due uomini che stanno parlando laggiù, nella galleria" |
Non lo lasciai andare via e anzi mi stesi sul letto accanto a lui e iniziai a raccontare accarezzandomi la pancia:
"Friederich era un uomo molto buono e molto bello, era alto forse più di te e quando metteva l'armatura completa e montava a cavallo era davvero enorme. Era un ottimo cavaliere, fin da giovane aveva avuto una carriera sfavillante diventando subito uno dei più fedeli servitori del duca Icarius. Si può dire che la loro abilità con la spada crebbe di pari passo allenandosi assieme ore e ore. Friederich era molto legato al Duca e ne conosceva i difetti: l'arroganza, la prepotenza; ma lo difendeva sempre e comunque. Soltanto una volta arrivarono alle mani, me lo raccontò un altro cavaliere che era presente: eravamo sposati da pochissimi giorni, Friederich mi portò a palazzo per presentarmi a Icarius e alla Duchessa. L'incontro durò pochi minuti. Seppi poi che il duca aveva voluto parlare privatamente a mio marito, gli aveva offerto una promozione e delle stanze signorili all'interno del palazzo in cambio della mia disponibilità a diventare una delle sue amanti. Friederich non me ne parlò mai e ovviamente rifiutò. Si ruppe qualcosa in lui, non volle più recarsi a palazzo e mi proibì di farlo. Servì lo stesso con dedizione il suo signore fino ad arrivare alla morte. Credo che nessuno a palazzo si sia preoccupato di piangerlo e forse è per questo che non so nemmeno com'è morto. Ricordo solo che furono i suoi soldati a riportarmi il suo corpo privo di vita e furono loro stessi ad occuparsi della sua sepoltura mentre io impazzivo di dolore" conclusi il discorso restando in silenzio diverso tempo, nemmeno Pasuan parlava. Poi continuai: "Scusami, non avrei dovuto dirti queste cose sul duca, tu sei sempre un suo servitore e forse si è comportato così perchè io stessa feci involontariamente qualcosa che lo può aver spinto a credere nella mia disponibilità a certe pratiche". |
La vecchia, con le sue mani in quelle di Talia, sorrise teneramente alla ragazza.
“E’ vero, sapete…” disse “… ho udito del vostro arrivo e di come eravate bella… noi non siamo mai giunti al palazzo… e non avrei mai nemmeno sperato di vedervi da vicino, mia signora…” chinò poi il capo ed i suoi occhi si inumidirono “… non dovete, milady… non dovete restare qui… non fatelo e non innamoratevi mai…” “Andiamo adesso…” mormorò suo figlio prendendole la mano. Aveva infatti visto avvicinarsi un cavaliere. Era August. “Milady, questo non è posto per voi…” entrando in Chiesa e segnandosi “… sua signoria è molto preoccupato… venite, vi riaccompagnerò al palazzo. “Basterò io per riaccompagnarla.” Intervenne Matthias. “Qui non siamo a Sygma” rispose August “e l’amicizia di lady Talia non vi preserverà all’infinito se non rispetterete le nostre leggi. Io proteggo la famiglia ducale da sempre e continuerò a farlo.” Si voltò poi verso Talia. “Il duca, oltre ad essere il mio signore, è anche il mio migliore amico…” aggiunse “… e la sua felicità è la mia priorità. Andiamo, milady…” “Milady…” disse la vecchia prima che suo figlio la portasse via “… che Dio vi Benedica… possa Santa Lucia proteggervi…” "Andiamo, milady..." fece August "... è ora..." http://www.wearysloth.com/Gallery/Ac...1638-25524.jpg |
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