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“Non so chi sia il responsabile di questo...” disse Mamyon a Clio “... ma so che va fermato... bisogna tornare al Palazzo Reale ed avvertire le autorità di tutti questi accadimenti... qualcuno si nasconde nella selva ed è chiaro che non vuole essere scoperto... e tutti in questa città sembrano terribilmente spaventati da questa storia...”
“E se continueranno a non credere a queste storia al palazzo?” Chiese Densesu. “Racconteremo di questa donna.” Rispose Mamyon. “E se non sarà sufficiente, allora andremo nella selva a raccogliere prove.” “Da soli forse sarà un suicidio.” Fissandolo lo scudiero. “Magari riuniremo dei volontari.” “Ma qui sono tutti spaventati da quella selva!” “Ci sarà qualcuno con un po' di coraggio in questa città!” Esclamò Mamyon. “Magari i quattro cavalieri che hanno vinto con me il torneo...” fissò poi Clio “... volete venire con me al Palazzo Reale, milady?” |
I due uomini osservarono quel misterioso libro mostrato loro da Elisabeth.
“Credo sia orientale...” disse l'uomo dagli occhi neri “... tu cosa ne pensi?” “E' scritto in sanscrito...” fece Orez “... si... questi sono versi tratti dai Veda...” “La copertina?” Chiese l'uomo dagli occhi neri. “E' trattata con una soluzione particolare...” rispose Orez “... forse quella che si utilizza per imbalsamare...” “Mi recherò alla biblioteca pubblica...” fissandolo l'uomo dagli occhi neri “... magari cercherò notizie sull'autore... deve essere questo, vero?” Indicando un nome sul frontespizio. “Forse...” leggendo Orez “... o forse è solo un amanuense... Agmah Battra... così si chiamava...” L'altro allora uscì. “Speriamo che ci porti presto notizie.” Disse Orez ad Elisabeth e ad Elina. “Nel frattempo, inganneremo il tempo con un po' di curiosità...” sorrise “... sapete, amiche mie, che il Sanscrito, insieme al Latino e al Greco sono considerate le lingue delle grandi civiltà? Ovviamente la megalomania dei Capomazdesi li spinge ad affermare che tra quegli idiomi un posto spetti anche al Capomazdese Arcaico, ossia la parlata diffusa in quelle terre.” |
Ombre...
Una lunga processione... Oscure gallerie sotterranee, simili a catacombe dimenticate... La poca luce come unica via tra le tenebre... Poi una lenta e ritmica litania echeggiava tra i cunicoli... Poi un vasto atrio, simile ad una sterminata sala... I canti... I riti... E un gigantesco occhio... Poi una figura... “Nella selva c'è il cuore della confraternita...” disse “... e tu, Vergine Gigliata, devi proteggerlo!” La nebbia... Le torri e le mura di Sant'Agata di Gothia... “Siete solo una ragazzina viziata...” fissandola Guisgard “... viziata che non sa ciò che dice...” Gli altri cavalieri stavano in silenzio. “Avete visto il suo cavallo?” Faceva la gente in strada. “E' di ferro!” “L'Arciduca è alle porta di Sygma!” Gridò qualcuno. “Quando sarà entrato ascolterà messa nella cattedrale della Vergine Novella!” Talia si svegliò di colpo. C'era qualcuno accanto al letto. “Ben svegliata, altezza...” fece Marijeta “... avete ordini per me?” |
A quelle parole io e Vivian osservammo il maniero...ma ancor di più ero meravigliata dal pallore della faccia di Guisgard, lo scrutai, sembrava mostrasse impercettibilmente un emozione di paura, qualcosa che lo turbasse..."A cosa dobbiamo fare attenzione?" il cuore iniziò a battere leggermente forte per l'inquietudine che iniziava a salirmi e afferrai il suo braccio come per pregarlo di portarmi via da questo posto..."Lo so, in questo maniero succedono cose strane, stranissime e le ho vissute sulla mia pelle...e i servi e le serve sembrano sorvegliarci in ogni nostra mossa ovunque...questo maniero è una prigione, ci sto solo per dormire e mangiare" sospirai e pensai alla visione di lady Anastasiya, ella però mi aveva dato un margine di speranza asserendo che dovevo lottare per il bene della mia famiglia e allora cercare quel Fiore avrebbe scacciato la maledizione...ma come? E in un attimo chiusi gli occhi...mi tornarono in mente le verdi brughiere, io e Eleonor e Vivian che correvamo felici e i nostri genitori che ci aspettavano...come mi mancavano tutti, scacciai quasi una lacrima.
La nebbia iniziava a farsi fitta e stava diventando buio..lasciai la presa dal braccio del cavaliere, sperando egli non avesse notato quel turbamento.."Qui siamo troppo vicini...è pericoloso" sussurrai "una serva mi ha riferito che domani è giorno di mercato in piazza di Sant'Agata di Gothia, e vorrei recarmi con Vivian, quando siete libero? Potremmo trovarci e parlare cosa vi sconvolge di questo maniero in un posto più tranquillo...e lontano da occhi indiscreti, infatti vedo un viavai di servitori dell'Arconte". Lo saluti con un sorriso, avrei voluto invitarlo dentro al maniero...ma temevo che i servitori avrebbero riferito tutto all' Arconte, si doveva stare attenti a come agire in quel castello. Consumammo il nostro pasto in fretta e poi andammo nella nostra stanza, istintivamente alzai il cuscino e il libro era ancora posto li, ma ero troppo stanca e turbata, mi rinfrescai, indossai una fresca camicia di seta, nonostante il freddo provavo uno strano calore forse dovuta alla inquietudine, sentivo gli occhi puntati su me di Vivian..."Io non dormirò bene, stanotte, Vivian, mi sento irrequieta e poi dobbiamo sempre parlare piano, questi muri sembrano avere occhi e orecchie e se hai notato tra tutti gli ospiti solo noi ci rimaniamo..sembra" mi stesi sul letto e soffiai sulla candela...la stanza era solo rischiarata dal pallore della luna che rifletteva un che di etereo nella stanza con la nebbia. Chiudevo gli occhi ma non riuscivo a dormire....ma poi il sonno arrivò. |
Ozg, appena Parsifal terminò di parlare, fissò Loi.
Questo appariva pensieroso. “Beh...” disse Ozg “... male che vada non se ne farà nulla.” “Cosa intendi?” Chiese Loi. “Se non si riuscirà a mettere insieme un adeguato di numero di cavalieri” rispose Ozg “allora ci faremo da parte. Non abbiamo nulla da perdere mi pare.” “Tu fai sempre tutto facile...” “Dopotutto” replicò Ozg “siamo in cerca di madonna Avventura, no? E in più possiamo anche guadagnare un buon gruzzolo. Per me è un'occasione d'oro.” “E sia.” Disse Loi. “Vediamo cosa ce ne verrà.” “Ottimo!” Esclamò Ozg. “Avete trovato i vostri primi compagni, cavaliere!” Rivolgendosi poi a Parsifal. “Avanti, raggiungiamo la città che vi ha indicato il prete!” I tre cavalieri, così, si misero in cammino verso Sant'Agata di Gothia. Quando però la sera scese intorno a loro, notarono lungo la strada una luce in lontananza. “Magari sarà una locanda.” Fece Ozg. “Così vi trascorreremo la notte.” “O forse” intervenne Loi “solo una casa. E in questo caso difficilmente ci daranno ospitalità.” “Chissà, saranno buoni Cristiani.” “O magari ariani” mormorò Loi “e del tutto avversi a dei cavalieri Cattolici.” “Potrebbero essere tre belle ragazze” sorridendo Ozg “e dunque aver bisogno di protezione.” “O tre megere che hanno bisogno di tre polli per i loro rituali magici.” “Sei pesante, Loi!” Sbuffando Ozg. “Sei l'essere meno entusiasta del mondo!” Poco dopo raggiunsero quella luce. Era una piccola abitazione sperduta nel bel mezzo della foresta. |
"..Naturalmente, Milord.. Farò tutto ciò che è necessario... Farei qualunque cosa per Lucius, e poi, infondo, non è soltanto mio questo dolore ora.." Presi la mano del cavaliere e lo guardai negli occhi "...io.. Ecco beh.. Non sono un cavaliere, ma voglio venire con voi, se tornate nella selva a cercare indizi.. Davvero, saprò badare a me stessa.. Vi libero da qualsiasi responsabilità sentiate nei miei confronti, non voglio certo esservi d'impiccio..".
Mi avvicinai ancora un poco al cavaliere "...sarà difficile farmi stare in disparte... Non sono fatta per stare buona in un angolo...". Sospirai "...spero almeno che qualcuno al palazzo reale vorrà ascoltarci.. Ma intendete andare ad un ora così tarda? Forse... Forse sarebbe meglio aspettare domattina, non preoccupatevi per me posso tornare al castello per stanotte... Ma se preferite andare subito non ho obiezioni..." Abbassai lo sguardo "...ho riposato abbastanza.." Dissi a bassa voce. L'idea di dovermi addormentare nuovamente era un'ansia insopportabile, come ogni notte, del resto. |
Guisgard sorrise e per un attimo quell'inquietudine svanì dal suo volto.
“Non preoccupatevi...” disse ad Altea “... la mia era solo una raccomandazione generica. Andate a riposarvi. E non fate brutti pensieri. Ci ritroveremo al mercato, se Dio vorrà.” Mostrò un lieve inchino alle due per congedarsi da loro. E quando Altea e Vivian entrarono nel castello, lui si allontanò. Così, rientrate nelle loro stanze, le due ragazze si abbandonarono. Si svegliarono poco dopo l'alba, quando il chiasso e la vivacità del mercato avevano già riempito le stradine della città. Lasciato il maniero, Guisgard cominciò a vagare tra le stradine della città, in preda a cupi pensieri. Imboccò poi una viuzza secondaria ma vivacemente illuminata dalle lanterne, tutte rosse, di una grande e caratteristica abitazione. “Ma quello è Guisgard!” All'improvviso una voce da una finestra di quella casa. “Si, è proprio lui!” Allora un gruppetto di ragazze cominciò a chiamare il cavaliere. “Salute a voi, amiche mie.” Facendo un vistoso inchino lui. “Cosa fate tutto solo per le strade, sir?” “Quel che fanno tutti gli innamorati.” Sorridendo lui. “Cerco la Luna.” “Siete dunque innamorato?” Stupita una di quelle. “Voi? Da non credersi!” “Ho detto che cerco la Luna” replicò lui “non un'amante.” “Qui ne troverete diverse!” Maliziosa una ragazza. E tutte le altre risero. “Ahimè...” sospirò Guisgard “... non è giorno di paga e temo non potrei permettermi al momento la vostra compagnia...” “Ma sapete bene” disse una di quelle “che madame Sephyn vi farà con piacere credito!” E di nuovo risero maliziose. “Su, sir...” fece una delle ragazze “... avevate detto di volerci raccontare cosa fece Giasone sull'isola di Lemno! Rammentate? Siamo curiose!” “Beh, se è in nome della cultura, non posso tirarmi indietro...” E di nuovo le ragazze si abbandonarono a maliziose risate. |
Mamyon fissò Clio.
“Dunque...” disse incerto “... sarà difficile tenervi in disparte dite... quasi quasi comincio a preferire la dama docile ed indifesa...” sorrise “... e fatemi capire... sapete tirare di spada? Usare coltelli? Balestra? O almeno la fionda?” Scosse il capo. “Eh, milady... avete due occhi meravigliosi. Non vi serva altra arma, credetemi.” Le fece l'occhiolino. “E comunque... perchè ora volete togliermi il piacere di prendermi cura di voi? Di proteggervi e all'occorrenza salvarvi?” Sorrise ancora. “Manca poco all'alba e forse avete ragione voi... ora ci riposeremo e poi in mattinata andremo al palazzo.” Si voltò verso il locandiere. “Milady riprende possesso della stanza.” “Si, milord...” Mamyon così accompagnò Clio nella sua stanza. “Ora riposate...” sussurrò alla ragazza “... io starò giù... non mi allontanerò... e domattina verrò io stesso a svegliarvi... ditemi... albicocca, fragola, mirtilli o ciliege?” Sorrise. “Come le preferite le focacce a colazione? O forse no... magari vi farò una sorpresa...” E così quella notte passò rapida. |
Abbassai lo sguardo, arrossendo un poco.
"..No.. io.. beh, no.. non so usare le armi, è naturale.." alzai gli occhi a cercare quelli del cavaliere. Nonostante sapessi bene che quella era la situazione normale e logica, ammetterlo mi faceva sentire terribilmente impotente. Come avrei voluto avere gli strumenti per salvare Lucius, senza dover dipendere dagli altri. Non di meno, avrei comunque fatto tutto ciò che era in mio potere per riuscire a trovarlo. E, se possibile, anche di più. "..Ma posso imparare.. potete insegnarmi se serve.." continuai. "…Imparo in fretta, davvero.." sorrisi, poi, alle parole del cavaliere "..No, non voglio togliervi il piacere di proteggermi.. ci mancherebbe.. non voglio essere un peso, semplicemente..". Anuii alla decisione di restare nella locanda fino alla mattina e lo seguii docilmente fin sulla porta della mia stanza. Citazione:
Mi avvicinai e gli sfiorai il viso con la mano "...Buonanotte, Mamyon.. e, grazie.. per tutto..". Sorrisi ancora e mi ritirai nella piccola stanza. Era evidente che nessuno vi era entrato da quando l'avevo lasciata e quella sensazione mi diede, stranamente, sicurezza. Mi sdraiai sul letto, senza spogliarmi, infondo, pensai, dovevo riposarmi solo poche ore. Dovrai lavarti, prepararti e cambiarti domani… non puoi presentarti al palazzo reale in questo stato.. La saggia voce della parte più razionale che mi era rimasta aveva pienamente ragione. L'indomani avrei chiesto a Mamyon di scortarmi al palazzo dove erano rimasti tutti i miei abiti. Ero immersa in questi pensieri pratici ed organizzativi quando sentii la stanchezza pesare sulle palpebre e calmare il respiro. No… Non posso addormentarmi ancora.. Cercai di resistere, sfilai da sotto la veste il ciondolo in cui era custodito un papavero e lo strinsi tra le mani. Devi riposare.. devi essere in forza.. devi farlo per Lucius.. Annuii alle mie stesse parole non espresse. Tenendo stretto il ciondolo in una mano me lo portai al petto. "...Morfeo.. ti prego.." tremai a quella preghiera. Avevo imparato ad accettare il mio destino, sapevo che i sogni hanno sempre un senso e che che nulla accade per caso. Erano mesi che non invocavo la protezione del signore dei sogni sul mio sonno. Ma quella notte avevo davvero bisogno di riposare. "..Che i miei sogni non siano portatori di morte.. che possano condurmi in pace verso il mattino..". Così dicendo mi abbandonai alla stanchezza. Pensai a Mamyon, al suo sorriso e alle parole rassicuranti che mi rivolgeva. Fu così che mi addormentai. Camminavo in una radura ampia e rigogliosa. La primavera doveva essere da poco sbocciata perchè qua e là si potevano scorgere fiori colorati e vivaci. Il sole illuminava ogni cosa con luce chiara e scaldava la mia pelle donandole un tepore rassicurante. Nessuna inquietudine turbava il mio cuore e camminavo in una direzione precisa. "..Oh.. guarda chi si vede.. sei arrivata, finalmente.. Lasciami indovinare.. sei scappata dalle lezioni di danza?". Alzai lo sguardo per vedere chi aveva parlato, anche se riconoscevo benissimo la voce. Lui era lì, sorridente, al limite della radura. "..Lucius!" urlai correndogli incontro. Solo in quel momento mi resi conto di aver addosso l'abito ormai logoro che avevo messo per andare nella selva. Lo strinsi forte e lui mi abbracciò ridendo. "..Santo cielo.. non ti devo lasciare tutta sola per un giorno intero..". "..Oh Lucius.. non sai quanto mi sei mancato.." sussurrai. "..Si.. si.. tutta tattica per corrompermi, non mi inganni signorinella.." con un sorriso. "..Ma, che diavolo stai dicendo?" risposi. "..Allora, devi liberare la mente, giusto? E' per questo che sei venuta fin quaggiù no?" "..Io.. non lo so.." Lucius rise. "..Cos'è, l'hai forse dimenticato?..Tieni.." disse porgendomi la balestra che aveva in mano "..fammi vedere che sai fare.." Facendomi l'occhiolino. Dapprima rimasi perplessa per un momento. Poi, ricordai. Guardai il bersaglio con cui Lucius si stava esercitando, calcolai la distanza, impugnai la balestra come mi aveva insegnato il mio amico senza nemmeno rendermene conto e scoccai una freccia. "..Beh, non male per una damigella.." disse una voce alle mie spalle, ridendo "..Ma non sarai mai brava quanto me.." con una smorfia divertita. Si avvicinò e mi guardò negli occhi, di colpo la sua espressione cambiò, il suo viso divenne logoro e sporco come i suoi vestiti. L'inquietudine mi raggiunse e repressi a stento le lacrime. "..Lucius.." mormorai. Lui mi si avvicinò e mi strinse a sè guardandomi negli occhi. "...Salvami..". Una luce abbagliante avvolse ogni cosa, che dapprima si sbiadì e poi scomparve. La luce del sole aveva ormai fatto capolino tra le imposte della piccola finestra. "..non c'era certo bisogno che me lo dicessi tu.." dissi piano, pensando al volto scavato di Lucius. "..ti troverò, amico mio..". Poi, ripensando al sogno, scoppiai a ridere. "..la balestra, infondo, la so usare.." dissi ridendo tra me e me. Oh, certo.. l'hai usata anni fa.. contro un bersaglio fisso, solo come diversivo.. non è la stessa cosa.. "Beh, è già qualcosa.." risposi a me stessa "..infondo una spada non saprei nemmeno come si tiene in mano.. Ma dubito che il bel cavaliere mi permetterà di combattere… sono una damigella da proteggere e salvare, per la miseria..". Restai immersa in quei pensieri per qualche tempo, cercando di distrarre la mia mente dalla scomparsa di Lucius, ma non mancai di ringraziare il signore dei sogni per aver vegliato sul mio sonno. |
I raggi di uno splendente sole mi svegliarono dolcemente, indossai una vestaglia, e mi affacciai al balcone e aprii la finestra.
L'alba era spuntata da poco e il cielo era ancora screziato di rosa, uscii sul piccolo terrazzo per respirare l'aria fresca del mattino e dalla piazza si udivano già rumori e schiamazzi. Svegliai Vivian "Presto, alzati, dobbiamo recarci al mercato, che ne dici di fare colazione in qualche locanda tipica della cittadina?". Ci preparammo in fretta, attraversammo la piazza cittadina e fummo invase da una moltitudine di colori e profumi, l'atmosfera era allegra finalmente ed entrammo in una piccola taverna. Ci servirono assieme ad un the fumante alcune focaccine dolci e dei dolci tipici del luogo e Vivian mi guardava maliziosa..."Si certo" risposi, per me Vivian era come una sorella, cresciute fin da piccole assieme "riconosco quello sguardo, ti conosco ma ti sbagli. Certo..è bello, affascinante, misterioso..ma ancora non l'ho capito bene del tutto. Se hai notato, non ama molto parlare di sè, non sappiamo nulla di lui. E, attualmente, non sono interessata a trovare un amore, con tutta sincerità, dopo che Lui se ne è andato così.." calò per un attimo un silenzio da parte mia che scacciai presto, doveva essere una giornata serena. Uscimmo dalla taverna e ci dirigemmo verso il palazzo e...non era possibile!!Di guardia vi era lo stesso cavaliere, ma non riposava mai? Io e Vivian ridemmo divertite, ma vi era anche un viavai di servi e paggi portando vivande e vario materiale dal mercato e per fortuna intravidi il paggio dell'altro giorno...non intendevo rientrare a palazzo e nemmeno ripresentarmi al cavaliere di guardia. Così mi avvicinai a lui..."Salve, messere, vi ricordate di me vero? Gentilmente potreste controllare se sir Guisgard è a palazzo e se è libero da impegni, riferirgli che lady Altea e lady Vivian lo stanno aspettando per quell'appuntamento. O in caso contrario di dirci l'ora e il luogo dove incontrarci. Vi aspettiamo qui per una celere risposta, non preoccupatevi non entriamo a palazzo, anche perchè siamo di fretta". |
Avevo la mano dolorante ma nessuno se ne prese cura...infondo avevo imparato che chi fa da se fa per tre, comunque i due uomini stavano discutendo su l'essere o non essere di quel libro...Sanscrito.....ne avevo sentito parlare ma non lo avevo mai visto su nessun testo, Elina mi sembrava stranamente silenziosa e questo non era da lei, quindi decisi di fare qualche domanda....." Spero che il vostro amico riesca a trovare qualcosa che ci aiuti a capire come funziona questo libro...prima che io venga risucchiata dalle sue pagine....mi sono chiesta se c'e' un mondo aldila' di quelle pagine.....potrei immergere la mia mano in un po' di acqua fresca ?.....grazie ...adesso va molto meglio, dunque dicevo....questo Arcontemeccanico chi sarebbe di preciso ?...sapete io l'ho visto una volta sola e non credo di aver capito bene chi sia e come funzioni questo vostro paese.....a i Capomazdesi...li ho sentiti nominare ma non pensavo potessero avere delle radici linguistiche con il Sanscrito.....e' tutto cosi' strano qui......ditemi Orez...chi e' Sawas ?......"
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"Di certo.....cari amici di ventura.....non rimarrete delusi. Gloria e Onore ci saranno....."
Tirai' un sospiro di sollievo e proseguimmo il cammino. Ozg, era di buona compagnia ma Loi.....era sin troppo serio.....pensai' tra me: "......chissà.....forse era un famoso comandante di cavalieri....."; mentre ci dirigevamo verso la città di Sant'Agata......la nostra attenzione si soffermò su di una piccola luce che proveniva da un viottolo vicino. Probabilmente, era una casa di frontiera.....non so se sarebbe stato prudente soffermarsi ma Ozg e Loi sembravano certi di ciò che facevano...... "Speriamo che non mi cacci nei guai......" |
Il paggio riconobbe subito Altea e Vivian.
“Certo, milady.” Disse arrossendo ad Altea. Corse così all'interno del cortile e chiese informazione ad uno dei soldato di guardia. Questi indirizzò il paggio verso il Ludus Magnus, il palazzo, ossia, dove alloggiava la Guardia del Corpo della principessa. Poco dopo il paggio tornò dalle due ragazze. “Sono spiacente...” fece “... ma pare che sir Guisgard non sia tornato... probabilmente è ancora in città... se volete, al suo ritorno, gli farò avere un vostro messaggio.” |
Il paggio tornò poco dopo e ci diede la notizia che Guisgard non aveva passato la notte nel Palazzo...io e Vivian ci guardammo stupite.."Non saprei, messere, riferitegli che siamo passate, al mercato vi è troppa gente e sarà difficile trovarsi e poi..non sappiamo nemmeno se oggi ha impegni a Palazzo. Comunque avvertitelo che fino ora di pranzo saremmo in giro per il mercato e poi, probabilmente, pranzeremo in quella locanda tipica dove abbiamo avuto colazione" gliela indicai poichè era vicino a Palazzo.
Ci allontanammo ed esposi le mie perplessità a Vivian ... "Ma dove può essere andato? Inizio a preoccuparmi, e se gli fosse successo qualcosa? Sarebbe un gesto maldestro per una guardia della principessa non dormire a Palazzo e non vegliare su di lei...presumo". Iniziammo ad osservare alcune bancarelle, con stoffe..certo dovevamo partire e ovviamente senza bagagli visto non era un viaggio di piacere..ma era tanto non mi compravo un vestito, osservavo l'azzurro con leggere screziature violacee della stoffa. |
“L'Arconte Meccanico” disse Orez ad Elisabeth, dopo aver dato alla donna un recipiente di rame colmo d'acqua fresca “è il signore di Sant'Agata di Gothia. Ha conquistato questa città sottraendola ai domini dell'Arciduca di Capomazda. Ora è lui che la governa come vassallo del re di Sygma.” Fissò le due donne. “Dovete giungere da molto lontano se non conoscete l'Arconte.” Mormorò. “Poco male. Del resto la storia è ciclica e dunque ripetitiva. Basta farci l'abitudine. Quanto ai Capomazdesi... ovviamente non hanno nulla a che fare con il Sanscrito. Ma sono dei megalomani e questo li spinge a ritenere il loro idioma non inferiore a nessun'altra lingua conosciuta. Per quanto riguarda questa città, vi dirò... essa funziona come tutti gli altri regni... infatti ogni governo infondo è una tirannide. L'unica cosa che lo differenzia dagli altri è il numero di coloro che detengono il potere... e così può esserci uno solo che comanda, pochi o molti. A seconda, cioè, se chiamiamo un governo monarchia, repubblica aristocratica o popolare.” Assunse un'espressione pensierosa.
“Però” fece Elina “non ci avete detto chi è Sawas.” “Potrei essere io Sawas.” Guardandole Orez. “O forse potrebbe neanche esistere. Magari è un modo puerile per attirare clienti, o una semplice sigla che racchiude un dato significato, o forse soltanto un nome scelto a caso e ancora in cerca di qualcuno intenzionato a farlo suo.” Elina lo fissò turbata. “Eh, vi comprendo, amica mia...” ridendo Orez “... ma infondo cosa cambia sapere di Sawas? Siete qui per il vostro libro o per scoprire la sua identità?” |
Così, Parsifal, Ozg e Loi raggiunsero la casa da dove proveniva quella luce.
Ozg bussò e seguirono alcuni attimi di silenzio. Poi d'un tratto si udì un cane abbaiare. Poco dopo qualcuno aprì la porta. Era una vecchia immobile sulla soglia. “Salute a voi, signora.” Disse Ozg. “Siamo tre cavalieri erranti e cercavamo un posto per passare la notte.” La vecchia restava in silenzio. “E visto che nei paraggi non sembra esserci nessuna locanda” continuò Ozg “volevamo chiedere ospitalità qui. Naturalmente se ciò non vi reca disturbo.” “Chi è, Sissy?” Una voce dall'interno. “Tre cavalieri...” rispose la vecchia sulla porta. “E cosa cercando?” “Un posto in cui passare la notte.” “Falli entrare...” La vecchia allora fece cenno ai tre di entrare. E nella casa i tre cavalieri videro altre due vecchie, oltre a quella che aveva aperto loro la porta. |
“Questa stoffa” disse Vivian ad Altea “ti donerebbe molto. Si, la vedo proprio bene indosso a te.”
“Per voi” avvicinandosi il venditore “posso abbassare molto il prezzo di questa stoffa.” Mostrando la stoffa alle due ragazze. “Facciamo conque Taddei.” “Vi sta imbrogliando.” Arrivando qualcuno alle loro spalle. “Non vale questo prezzo.” Fece Fornò. “Ah, ma le signore sono accompagnate da un cavaliere!” Esclamò il venditore. “Allora posso fare un ulteriore sconto! Per voi solo quattro Taddei!” “Voi eravate al castello con noi, vero?” Chiese Vivian a Fornò. “Ah, ma per le amiche speciali di un cavaliere c'è un prezzo speciale!” Rilanciò il venditore. “Per voi solo tre Taddei!” “Si...” annuì Fornò “... alloggio al castello come voi... anche se ancora attendo di sapere di quel viaggio che mi aspetta...” |
Il Sole filtrò dalle finestre ed illuminò la stanza di Clio.
La ragazza, svegliatasi da poco, riassaporava pian piano i colori e i profumi del mattino. E cercava di tenere lontani gli inquieti pensieri che riguardavano la sorte di Lucius. Perchè quel sogno appena fatto sembrava celare misteriosi significati e segni. Poi, poco dopo, sentì dei passi provenire da fuori. Qualcuno bussò e poi entrò. “Buongiorno, milady.” Disse Mamyon. “Riposato bene?” Si avvicinò allora al letto e posò sulle lenzuola un vassoio di legno. “Allora... abbiamo latte caldo con miele... focacce con marmellate varie... biscotti al grano, ai cereali e con noci... e succhi di frutta...” sorrise “... tutta roba appena sfornata e fresca...” poi le mostrò un fiore in un bicchiere “... e questo l'ho colto per voi nel giardino del locandiere... è un geranio e pare che nel linguaggio dei fiori simboleggi armonia e letizia... ora mangiate che voglio vedervi in forma! E dopo ci recheremo al Palazzo Reale.” |
Udii una voce dietro a noi e riconobbi quel ragazzo che viaggiò con noi fino a Santa Agata di Gothia ed era, pure, ospite del maniero dell' Arconte. "Salve..maestà" con un leggero inchino, ricordandomi era re di qualche regno a me sconosciuto e che fu poco gentile con noi, per poi rivolgermi al venditore "Non siamo accompagnate, invece, messere. Egli è solo..un conoscente. Vi pagherò cinque Taddei ad un patto, ho visto avete dei cartamodelli e se prendete pure le misure e porterete la stoffa alla sartoria qui di fronte ve li darò!Andrò a recapitare il vestito nel tardi pomeriggio..potrei partire da un momento all'altro a quanto si dice". Indicai all' uomo il modello scelto e dopo le trattative si avvicinò a me una misteriosa dama con un lungo mantello, sotto una veste bianca ed un velo che ricopriva tutto il volto...fu un attimo e mi estraniai dal mondo esterno.
"Ottima scelta quella stoffa e la veste vi donerà col vostro bianco incarnato" pronunciò ella. "Chi siete?" domandai sbigottita, ma aveva un chè di familiare, attorno a me vedevo solo ombre. "Si, sono lady Anastasiya, sai che sono qui per proteggerti e ne hai bisogno in questo posto. Volevo prima di tutto consegnarti qualcosa che ti sottrassi lo scorso giorno" e aprendo la sua mano vidi la collana, ma al posto del rubino vi era una acquamarina brillante e trasparente tra l'azzurro chiaro e il verde color del mare ed ella riprese..."Questa è da parte mia..e di Eleonor" sussultai a quel nome "perchè tu sia sempre limpida e cristallina come questa pietra, abbia il coraggio e ti porterà fortuna...fino alla tua meta. Ricorda che devi dimenticarlo, prima lo hai quasi nominato, e devi sconfiggere la maledizione del casato, ne va della tua futura felicità." Mi guardavo attorno, ma ero in una atmosfera surreale, ella mi allacciò la collana al collo raccomandandomi di non toglierla mai per poi bisbisgliarmi qualcosa all'orecchio.."Cercavi un cavaliere se non sbaglio, ora ti dirò dove si trova...". Tutto d'un tratto rividi nitidamente le persone, sentivo il chiacchiericcio, le urla e le risa delle persone e mi ripresi, toccai il collo e vidi quella collana in bella mostra..deglutii..ma cosa stava succedendo? Cercai di far finta di nulla e mi avvicinai a Vivian che parlava con Farnò.."Pure noi, sir Farnò, dovremmo presto partire" aggiunsi "ma ancora ignoriamo come voi il luogo, le modalità e cosa esattamente cercare, scusate ma ora siamo di fretta, ma vorrei parlare con voi di questo fatto, magari ci rincontriamo dopo al mercato o al maniero, in giardino...dove non vi sono..orecchie indiscrete". Afferrai Vivian per un braccio e sicura, imboccai una stradina laterale anche se non conoscevo quei posti, e ci trovammo di fronte a un posto caratteristico.."Si, Vivian...è proprio quello che pensi...un luogo di perdizione diciamo?Coraggio, dovrò entrare pure qui, e so che sei stupita ma, per favore, non è momento per fare domande". Chiedendomi come mai ella volle dirigermi dove si trovava il cavaliere ma ero proprio curiosa se ciò era vero. Suonai un campanellino e davanti a me vidi una anziana vestita in modo stravagante, entrammo ed esclamai "Salute a voi milady e gentili dame.." con un colpo di tosse ironico "certo non siamo clienti e nemmeno cerchiamo lavoro!!Potrebbe, gentilmente, riferire a sir Guisgard che lady Altea e lady Vivian lo stanno aspettando, come da appuntamento?" guardai Vivian maliziosamente e ci sedemmo su una poltroncina di velluto rosso in silenzio ad aspettare mentre attorno a noi vi era un viavai di uomini e donne dalle sonore risate. |
Il mio viso si illuminò alla vista di Mamyon.
"..Buongiorno..." Dissi con un gran sorriso, ringraziando di aver dormito vestita. "..ma che meraviglia... Credo sia la colazione più appetitosa di tutta la mia vita..." Continuai, facendo l'occhiolino al cavaliere. Mi sedetti sul letto e mi lasciai cullare dal dolce profumo che si spandeva tutt'intorno. Assaggiai il latte, le focacce squisite e uno strano senso di pace si impossessò di me. "...voi non mangiate nulla, Milord?" Dissi sgranando gli occhi. "...non crederete che possa finire queste leccornie da sola? Suvvia.. Fatemi compagnia...". E così dicendo continuai a mangiare. "...ma, non posso presentarmi in questo stato al palazzo reale, guardate come è ridotto il mio vestito..." Con una smorfia. "...accompagnate mi al maniero dove alloggiavo, ho lì i miei bagagli... Potrò cambiarmi rinfrescarmi in fretta ed essere pronta in un baleno... Non vorrete che vi faccia fare brutte figure... Sono la vostra madrina, infondo.." Con un gran sorriso. |
Aprii gli occhi di colpo.
La stanza era immersa nella penombra, la luce filtrava appena dagli spessi tendaggi e tutto appariva vago e incerto... rabbrividii... l’Arciduca... l’Arciduca stava per entrare in città... le mie mani, istintivamente, strinsero la coperta. Fu solo un attimo, tuttavia... una sensazione fugace, lasciata da quel sogno. Poi udii la voce di Marijeta proprio accanto al letto... Citazione:
Passò qualche minuto così, poi mi alzai. “Bene...” risposi, ma in un tono forse un po’ troppo sbrigativo “Apri le tende, per favore, Marijeta. Questa oscurità mi disturba, stamattina. E fa’ preparare un bagno caldo, ti prego... immediatamente. Ho bisogno di rilassarmi!” Lentamente mi accostai al tavolo e presi un pezzetto della focaccia che la donna aveva portato... era calda e buona... ne mangiucchiai un po’, ma la mia mente era ancora immersa in quel sogno. Mi riscossi e mi costrinsi ad accantonarlo... “E poi... poi manda qualcuno a chiamare sir Guisgard!” dissi “Ho detto al capitano Caryl che gli avrei parlato... tanto vale farlo subito! Manda una guardia nei suoi alloggi... voglio vederlo tra un’ora nella Sala delle Udienze. Da solo!” Osservai Marijeta inchinarsi appena ed uscire... io mangiai qualche altra cosa... distrattamente... poi mi alzai e mi recai nella stanza adiacente dove la fedele servitrice mi aveva fatto preparare il bagno. Ordinai alle donne di uscire e poco dopo mi immersi nell’acqua calda e fumante... e, lentamente, il vapore si portò via tutta quella tensione e quelle oscure sensazioni... lasciandomi, tuttavia, come una sorta di vago presentimento... |
Marijeta annuì a quelle parole di Talia ed uscì.
La principessa restò così da sola immersa in quei vapori profumati e variopinti, intrisi di essenze dal gusto esotico e ammaliante. Eppure quel sogno e quell'inquietudine continuavano a turbare Talia. Poco dopo la fedele servitrice ritornò. “Altezza...” disse “... il capitano ha mandato a cercare sir Guisgard negli alloggi dei cavalieri, ma non c'è lì... ci sono gli altri quattro ma non lui... forse sarà uscito in città... e questo ha indispettito il capitano, visto che non era stata concessa la libera uscita ai cavalieri... ora il capitano attende altre vostre disposizioni al riguardo...” |
Mamyon annuì a quelle parole di Clio.
Così i due fecero colazione insieme e poi il cavaliere accompagnò la ragazza al maniero. Attese allora nel cortile mentre lei corse a prepararsi nella sua stanza. Ma quando vi giunse, Clio sentì qualcosa. Dei rumori indefiniti. La stanza era avvolta nella penombra e tutto apparivo incerto. “Il vostro amico...” all'improvviso una voce alle sue spalle “... attende la Primavera... forse perchè in quella stagione sbocciano i fiori... ma Quello che potrà salvarlo non attende certo il calendario degli uomini per fiorire...” Era una figura immersa nel chiaroscuro, avvolta da una lunga tunica nera e col capo coperto da un cappuccio. |
Altea, grazie a quella misteriosa visione, era riuscita a sapere dove Guisgard si trovasse in quel momento.
Così, insieme a Vivian si diressero alla casa di piacere. E quando furono dentro, una donna si avvicinò alle due. “Sono spiacente” disse guardandole con sufficienza “ma noi tuteliamo la riservatezza dei nostri clienti. E molti di loro, quando vengono qui, tendono a dimenticare i propri nomi e quelli degli altri. Magari per chiudere fuori di qui preoccupazioni, pensieri e mogli troppo pressanti.” Alcune ragazze che erano lì vicino risero maliziose. “E voi, da quanto vedo, non siete certo clienti di questo posto.” Continuò la donna. “Per questo vi chiedo e vi prego di lasciare questa casa, altrimenti sarò costretta a farvi mettere alla porta in modo spiacevole e sicuramente poco cortese.” Intimò poi ad Altea e a Vivian. Gli stretti cunicoli serpeggiavano nel ventre di quella collina, con la sola debole luce di qualche lucerna a tracciare un'incerta via nell'oscurità. In lontananza si udiva un vago mormorio. Guisgard proseguiva, tenendo la mano accanto all'elsa della sua spada. Ad un tratto vide un cubicolo illuminato. Estrasse la spada e s'incammino verso di esso. Il mormorio nel frattempo era diventato una sorta di litania ripetuta meccanicamente. Guisgard allora si accostò all'entrata e poi guardò dentro. Era vuoto e sulla parete opposta era scolpito un occhio nella pietra. Restò a fissare quel bassorilievo e all'improvviso tutto mutò attorno a lui. La litania si ripeteva all'infinito. Poi voci e canti sempre più vicini. E l'occhio lo fissava incessantemente. La luce delle lucerne che proiettava lunghe e cupe ombre sulle pareti. Poi ancora quell'occhio. Le voci e i canti ormai vicinissimi. Le ombre che si animavano. Le lucerne che danzavano. E l'occhio. Si stavano avvicinando. Guisgard poteva sentirli. Cercò allora la sua spada ma non la trovò. Si sentiva oppresso e braccato. Si voltò per sfuggire a quell'occhio. E la vide. Talia era lì, davanti a lui, con in mano la sua spada. Lo fissava con occhi gelidi e la sua espressione era altera, indifferente. Era vestita con lo stesso abito bianco visto l'altra notte. Altro accadde in quel sogno, ma il cavaliere si svegliò poco dopo. Era steso nel letto e accanto a lui riposavano due ragazze. Le guardò per un po', poi si alzò e si lavò più volte il viso in un cratere di ceramica. E restò a fissare il suo volto inquieto nello specchio posto lì accanto. |
Guardai quella donna e le ragazze vicino con aria di sfida..."E cosi vorreste mettermi alla porta? A me non interessa chi vi sia in questo luogo e per quale motivo, sto solo cercando sir Guisgard....che non è nè mio fidanzato nè mio marito e vi rammento che ancora deve nascere chi metterà fuori dalla porta Altea Trevor" sentii ridere Vivian....ella già sapeva, come sempre la mia contromossa.
Di scatto corsi su per le scale dove si trovavano le stanze e ridendo chiamai a voce alta..."Sir Guisgard, dove siete? Sono Altea, ma come, vi siete dimenticato del nostro appuntamento?" E mi soffermai nel bel mezzo del corridoio e vidi Vivian raggiungermi correndo e avvicinarsi divertita. "Ora vedremo...chi l'avrà vinta....puoi immaginare se io mi faccio mettere addosso le mani da signore di...tale rango... anzi di nessun rango, che maleducazione!!" e chiamai di nuovo Guisgard. |
Mi ero immersa completamente, avevo chiuso gli occhi ed avevo appoggiato la testa sul bordo smaltato... assaporando quel breve, fugace momento di completa pace...
E poi sentii la porta aprirsi e la voce di Marijeta... “Non mi interessa se non c’è...” mormorai allora, in risposta, senza tuttavia aprire gli occhi né muovermi affatto “Che mandino qualcuno a cercarlo... o che mettano due guardie a presidiare l’ingresso al palazzo ed i suoi alloggi... non mi interessa assolutamente niente di dove sia, né di come poterlo trovare! Voglio che tra un’ora sia in quella sala... e questo è tutto!” Tacqui... “Ora vai, Marijeta...” soggiunsi “Lasciami sola, per favore... credo di aver diritto a qualche altro momento di tranquillità!” |
Salii le scale di corsa e giunsi nella mia stanza.
D'un tratto, quella voce, il sangue mi si gelò nelle vene. "...chi siete?" Dissi, con la voce più calma che potevo emettere "...cosa volete da me? Cosa volete da lui? Che gli avete fatto?" Istintivamente mi avvicinai alla finestra, Mamyon era nel cortile e mi avrebbe sentita urlare. "...cosa significa tutto questo? Un fiore? " sbarrai gli occhi. "...parlate di Quel fiore, vero? Quello che fiorisce dove sbocciano i desideri? Io...non so nemmeno dove si trova... Come posso.." La voce mi morì in gola. Ero appoggiata alla finestra e lasciai cadere il mio braccialetto, affidandolo al vento e sperando che Mamyon capisse che c'era qualcosa che non andava e salisse da me. "...ditemi cosa devo fare per salvarlo..." Dissi calma e decisa. |
Altea continuava a chiamare Guisgard, gettando lo scompiglio nella casa.
Ad un tratto apparvero due energumeni e bloccarono le due ragazze. “Ora vi accompagneremo all'uscita.” Disse uno di quelli ad Altea e a Vivian. Le presero allora di peso e le portarono verso la porta, mentre i clienti e le ragazze della casa ridevano per quella scena. “Cosa accade?” All'improvviso Guisgard. “Queste due pazze” fece la padrona, madame Sephyn “sono entrate per poi cominciare a gridare, disturbando i clienti.” “Ehm...” sorridendo Guisgard “... vedete, madame... costoro sono mia cugina e la sua amica... sono ragazze ingenue e di buona famiglia e probabilmente neanche hanno compreso dove si trovino ora...” le ragazze attorno risero maliziose “... vi chiedo dunque, anzi vi prego, di dimenticare questa loro goffa uscita... vi prometto che saranno tenute sottochiave da chi di dovere.” “Solitamente” replicò madame Sephyn “sono intollerante verso simili dimostrazioni di cattivo gusto e scortesia... ma per stavolta lascerò correre...” “Vi sono debitore, madame...” mostrando un lieve inchino Guisgard. Poi, con Altea e Vivian, lasciò quel luogo. “Ma cosa vi è saltato in mente?” Le riprese. “Volevate farvi malmenare? O magari beccarvi una denuncia? Ora sarà meglio che torniate al vostro castello, prima di ficcarvi in altri guai!” Ad un tratto un ragazzino si avvicinò a lui. “Come vi chiamate, messere?” “Costantino il Grande.” Scherzando il cavaliere. “Se siete sir Guisgard del Lagno” fece il ragazzino “sappiate che i soldati vi cercano. Vi attendono al Palazzo Reale.” Guisgard sorrise al piccolo e gli accarezzò la testa. “Spero che abbiate imparato la lezione voi due.” Voltandosi verso Altea e Vivian. E poi si allontanò. |
Camminavamo in dignitoso silenzio, ascoltando la paternale di Guisgard...sembrava mio fratello maggiore in quel momento non un cugino e nemmeno un amico, alzando gli occhi al Cielo.
Quando un ragazzino ci raggiunse e il cavaliere fu costretto a andarsene....io iniziai a camminare veloce e Vivian mi seguiva e superando il cavaliere e osservandolo da capo a piedi...."Certo Vivan...è una vergogna che quei due uomini abbiano messo le mani addosso a due ragazze con la forza, un Vero Cavaliere si sarebbe battuto, ma ha preferito noto accondiscendere a...delle donnine di facile costume." risi guardando sempre Guisgard.."Comunque non siete Voi, a dirci dove andare sir Guisgard, eravamo già al mercato e continueremo a girarci fin quando vogliamo, siete voi che non siete libero". Detto ciò lo superai e ci addentrammo tra la folla e ci soffermammo a prendere delle essenze profumate alla lavanda, vi erano di tutti i tipi....in mazzetti essiccati e in boccette di profumo. |
“Si...” disse quella figura a Clio “... si, il Fiore... e forse è l'unica possibilità per salvare il vostro amico...” il suo volto era celato dal cappuccio “... si e solo quel Fiore può liberarlo da dove si trova ora... molti affermano di essere stanchi della vita, di voler morire... alcuni addirittura invocano l'Inferno... eppure nessuno ne conosce le indicibili sofferenze... ma posso assicurarvi che il vostro amico comincia ad avere idea di come può essere la sofferenza senza fine... senza il Fiore non fatevi più vedere nella selva, o ritroverete il vostro amico in tanti pezzi... e badate che nessuno venga a sapere di questo nostro incontro...”
Ad un tratto la porta si aprì di colpo, la luce penetrò e la penombra si dissolse. “Clio...” fece Mamyon “... va tutto bene? Ho visto cadere il vostro braccialetto dalla finestra e mi sono preoccupato...” La luce aveva invaso la stanza, annullando il buio e dissolvendo le ombre. E la figura misteriosa non c'era più. |
Altea e Vivian si recarono così al mercato.
Ma mentre passeggiavano fra banchi e mercanzie varie, uno dei venditori cercò di vendere delle spezie ad Altea. “Sono ottime, milady.” Disse. “E posso vendervele a buon prezzo. Guardate, ci sono per tutti i gusti e vi regalerò anche un ricettario per tisane. Accettate?” Ma proprio in quel momento, Altea sentì uno strano presentimento. Si voltò d'istinto e non vide più Vivian. C'era confusione, con gente che passeggiava, contrattava, vendeva e comprava. Ma Vivian sembrava come sparita nel nulla, inghiottita da quella ressa. |
Talia era ancora immersa in quell'acqua tiepida e profumata, in balia di pensieri ed inquietudini.
Un grande specchio accanto alla vasca rifletteva, tra i vetri appannati e i riflessi dell'acqua tinta dalle essenze, la sua bellissima immagine. Talvolta restava a fissare quella sua immagine riflessa, col volto bagnato, i capelli tenuti su da un piccolo fermaglio di madreperla e gli occhi resi lucidi dal vapore. E stava così, in quella vasca, quando Marijeta si presentò nuovamente al suo cospetto. “Altezza...” disse “... il capitano vi informa che sir Guisgard è di nuovo al palazzo. Quando vorrete sarà condotto da voi.” E mostrò un lieve inchino. |
Annussai come il profumo del bergamotto si sposava deliziosamente con quello della fragola, per una tisana perfetta, ma mi voltai di scattò, le mie mani lasciarono cadere le spezie a terra..."Messere mi scusi" dissi agitata non vedendo più Vivian.."ve le pago, ecco a voi i soldi, ma avete visto la ragazza che mi accompagnava dove è andata?" ma il venditore non sembrava darmi retta, preso dai tanti clienti.
Iniziai a camminare per il mercato, ritornai per le strade percorse prima ma di lei non vi era traccia. Mi fermai un attimo presso il bordo della fontana, rinfrescondomi il volto con dell'acqua, forse era tornata al castello non trovandomi? Corsi veloce al maniero e entrai in camera, era vuota..come sospettavo e non vi era neppure in sala da pranzo e nel giardino quando vidi la vecchia servitrice e mi avvicinai a lei..."Vi chiedo una cortesia, gentilmente, se dovesse tornare la mia amica Vivian, ditele che la aspetto all'entrata del Palazzo Reale". Mi incamminai di nuovo verso la piazza, una lacrima rigò il mio volto..non era possibile fosse sparita cosi, per un attimo temetti di perderla..come avevo perso Eleonor e sarei rimasta sola in quel posto. Non vi era via di uscita....il mercato ormai si era quasi svuotato, visto era quasi ora di pranzo e la gente era a pranzare, ma di Vivian non vi era traccia. Mi sedetti in una panchina di marmo vicino al Palazzo Reale, purtroppo...avevo bisogno nuovamente di Lui, solo Guisgard poteva aiutarmi a trovarla, se non fosse arrivata prima o l' avessi trovata prima. Così rimasi lì ad aspettare che Guisgard uscisse per chiedergli aiuto. D'un tratto si avvicinò una vecchietta, non potevo crederci...ma pure in questo posto si trovavano? Per un attimo un momento di serenità, erano le donne anziane che venivano dall' Est solitamente dalle nostre parti per il periodo pasquale e con le loro ceste piene di primule e crocus, ovvero i primi fiori di primavera, chiedevano in cambio solo pochi soldi, e ormai era diventata una tradizione. Presi un mazzetto di primule gialle, un sorriso apparve sul mio viso, e pagai la vecchietta. Ma subito dopo ritornai cupa...sarei rimasta fino la notte li, ad aspettare Vivian o Guisgard che mi avrebbe aiutata...forse...sempre non avesse appuntamento in certi luoghi. |
Il cuore prese a battermi forte.
Gli occhi sbarrati, il fiato corto, avrei voluto urlare, avrei voluto piangere, imprecare, sbattere i pugni contro il muro. Ma restai come paralizzata mentre quello strano uomo parlava. Il Fiore, il Fiore diventava ogni giorno più importante. Il pensiero di quelle parole mi fece rabbrividire. Oh, Lucius.. Ce la farò.. Te lo prometto... Un brivido freddo mi attraversò la schiena. Non potevo dare il Fiore a quelle persone, ammesso che lo trovassi, l'avevo promesso all'arconte. L'avevo giurato con la vita. Solo allora sentii il peso di quel giuramento su di me. Ma in qualche modo avrei sfidato la sorte per liberarlo. Non l'avrei condannato ad una fine orribile. La porta si spalancò mentre ero ancora scossa. La vista di Mamyon mi rassicurò per un momento. "..Oh, Mamyon..." Dissi correndogli incontro "...ero certa che avresti capito..". Senza pensarci due volte mi buttai tra le sue braccia, e, per un momento, mi sentii al sicuro. Restai ferma con la testa poggiata sulla spalla di Mamyon per qualche tempo, sentendo il tremore che mi attraversava il corpo calmarsi pian piano. Poi mi reso conto che aspettava una spiegazione. "...io.." Iniziai a balbettare "...ho avuto così paura.. Mi sembrava che ci fosse qualcuno nella stanza...". A questo punto, mi fidavo del cavaliere, ma non volevo rischiare di mettere a repentaglio la vita di Lucius per lui. Per quanto ne sapevo, poi, la strana figura che mi aveva tanto spaventato poteva essere dietro l'angolo ad origliare. "...mi è sembrato di sentire dei passi.. No, no, lo ho sentiti... E mi sono sentita morire, ero sola.. Temevo che se avessi urlato avrei attirato troppo l'attenzione e.. Oh, grazie al cielo sei qui..." Continuai stringendomi più forte a lui. "...grazie.." Sussurrai. Accennai a un sorriso guardandolo negli occhi "...ora che sei qui, però, mi sento terribilmente stupida...". Cercai di ritrovare un po' di contegno e un accenno di sorriso "...Beh, puoi aspettare qui mentre mi vesto..." Indicando il piccolo salottino che divideva le due camere "...Prometto che per farmi perdonare metterò l'abito più bello che ho, solo per voi...". Già, pensai, e poi andremo dalla principessa. A quel punto mi chiesi se fosse davvero una buona idea. Mentre mi lavavo e vestivo, non facevo che pensarci. E se anche mandare qualcuno nella selva mettesse la vita di Lucius in pericolo? Ero disposta davvero a correre questo rischio? Uscii dalla mia stanza dopo poco tempo, il mio aspetto, tuttavia, era radicalmente cambiato. L'abito verde e bianco che avevo indossato per l'occasione era uno dei miei preferiti. Il colore era lo stesso delle foglie di edera d'estate e i motivi bianchi con fili d'argento che lo ornavano davano un tocco più leggiadro ed etereo. Guardai Mamyon con un'espressione che speravo somigliasse ad un sorriso. "...Sono pronta Milord..." Gli dissi avvicinandomi. "...Tuttavia, c'è una cosa che vorrei dirvi, prima di andare..." Lasciai volutamente in sospeso la frase. "...tra non molto, non so di preciso tra quando, dovrò partire.. Non conosco la mia destinazione ma so che devo cercare un Fiore.." Presi un respiro profondo "...ti prego non fare domande su questo perché non ho alcuna risposta. Tutto quello che so è che potrei partire da un momento all'altro..." Abbassai lo sguardo, per un momento. "...avevo deciso di aspettare Lucius ma ora ho cambiato idea..." Lo guardai con uno sguardo che supplicava fiducia senza condizioni "...appena mi verrà indicato il posto da cui partire, non attenderò un minuto...". Gli accarezzai dolcemente la guancia "...vi chiederei di venire con me, ma so bene che non potete lasciare il palazzo... Oh, non sapete quanto desidererei avervi accanto... Non dovervi lasciare ancor prima di avervi conosciuto davvero..." Gli occhi mi si inumidirono all'idea di lasciarlo. "....ma io devo trovare quel Fiore..." Proruppi decisa e ferma. "...è la mia unica speranza..." Sussurrai piano, con l'intenzione di non farmi sentire ma la speranza che lui sentisse senza interrogarmi. |
Capitolo VI: Frate Nicola
“E su suggerimento di Marsilio, che aveva preso a benvolermi, decisero di pormi accanto un dotto francescano, frate Guglielmo di Baskerville, il quale stava per iniziare una missione che lo avrebbe portato a toccare città famose e abbazie antichissime.” (Umberto Eco, Il nome della rosa) Mamyon ascoltò Clio e poi restò a fissarla, come se cercasse di comprendere qualcosa che sembrava sfuggirgli. “Partire...” disse “... partire per dove? Cercare un fiore? Che storia è mai questa? E poi... partire da sola?” Il cavaliere prese le mani di lei nelle sue. “Clio... mi avete dato del tu più di una volta poco fa... non vi fidate più di me ora? Pensate che potrei lasciarvi partire da sola? E per dove poi? Voglio sapere tutto... tutto di questa storia... voglio capire perchè una ragazza da sola deve intraprendere un viaggio alla ricerca di un fiore...” strinse le mani di lei “... ti fidi di me, Clio?” Guardandola negli occhi. “Ti fidi davvero? Se si, allora non tenermi allo scuro di niente... dimmi... cosa significa questa storia?” E restò con i suoi occhi in quelli di lei. http://yuq.me/u/1619334/vygLBjDd2h.png Intanto, al Palazzo Reale, una figura procedeva lungo corridoi ed antri, avvolta in un lugubre silenzio rotto solo dal rumore dei suoi passi che echeggiavano tra le murature di quell'ambiente. Il Maestro George risalì alcune salinate, fino a raggiungere l'ultima sala di un'alta torre circolare. E qui, al suo interno, trovò tre donne ad attenderlo attorno ad un organo. “Isolde...” disse fissando una delle tre “... allora? Quali notizie hai da rivelare al tuo maestro?” “Come vi dissi” rispose la donna “l'oracolo mi ha inviato una visione...” “E hai saputo interpretarla?” “E' molto vaga, maestro...” “E voi due?” Fissando il Maestro le altre due. “Siete riuscite a leggere nei suoi arcani? Tu, Rukea?” “Maestro...” mormorò Rukea “... abbiamo visto un luogo misterioso, attraversato da enigmatiche immagini...” “E tu, Yster?” “Crediamo” rispose Yster “che quel luogo possa essere collegato con il Fiore...” “Mi sembra evidente.” Fece il Maestro. “Purtroppo” disse Isolde “non conosciamo quel posto.” “Da come è apparso” mormorò Rukea “non sembra simile a nessun altro luogo di questo regno.” “Si, crediamo sia una terra oltre questi confini.” Ancora Isolde. “Insomma” contrariato il Maestro “mi state dicendo che non siete in grado di interpretare quella visione?” Le tre non risposero nulla. “Sciocche...” con disprezzo George “... avrei dovuto lasciarvi nelle strade in cui vi ho trovato... luride cagne... ma tutto dipende da questo ora... il ritorno degli Illufestati ed il loro trionfo... dovrò occuparmi io di tutto... ora andate via... sarò io a chiamarvi... andate!” Le donne, in silenzio, si scambiarono rapidi sguardi, per poi chiudere gli occhi e mutarsi in tre statue di pietra. Il Maestro allora si sedette davanti ad un grosso organo e cominciò a suonare un'inquietante melodia. Un suono innaturale che fuoriuscendo dalla torre si diffuse sul palazzo prima e poi su tutta Sant'Agata di Gothia, propagando sull'intera città un lamento fatto di dolore, sconforto e disperazione. Un lamento che si confuse col sibilo del vento, lasciando ovunque una cupa e sinistra atmosfera di morte. |
Altea su quella panca era in balia della disperazione e della paura.
Vivian era svanita nel nulla, come se la città stessa l'avesse inghiottita. La ragazza così aveva deciso di attendere. Attendere il ritorno della sua amica o magari l'aiuto fornitogli da Guisgard. Ma ora era sola. “Solitamente” disse qualcuno all'improvviso “non baratto mai le cose che posseggo con niente altro, ma si da il caso che oggi devo sperimentare uno dei miei ultimi gingilli...” apparve così davanti ad Altea qualcuno “... posso presentarmi, milady? Sono Sansigo...” sorrise “... e sono qui per rendervi un gran servigio.” Era un giovane alto e di robusta corporatura. “Sono un inventore e posso assicurarvi che le mie invenzioni sono infallibili.” Aprì allora la grossa borsa che aveva con sé e mostrò un piccolo scrigno ad Altea. “Vedete questo? Non è un semplice soprammobile... oh, no... si tratta di molto di più...” aprì lo scrigno e mostrò alla donna il contenuto “... questa è una bussola... ma non una bussola come tante... vedete? Essa non indica il Nord... no, essa indica ciò che cerca chi la utilizza... vi faccio un esempio... voi siete in cerca di una Santa Reliquia? Benissimo! Munitevi di questa bussola ed essa vi indicherà il luogo esatto in cui si trova la Reliquia! E naturalmente può indicare qualsiasi altro oggetto o luogo che decidete di cercare.” |
Il tocco delle mani di Mamyon e le sue parole mi scaldarono il cuore di un calore calmo e profondo.
"...Mi fido di te Mamyon..." Sussurrai dopo aver passato qualche istante immersa nei suoi occhi, dimenticando definitivamente l'etichetta che mi sembrava fosse una divisione tra noi. "..non ho detto che non vuoi venire da me, ho detto che non puoi..." Scossi la testa "...hai giurato fedeltà alla principessa l'hai dimenticato? Devi essere sempre a sua disposizione.. Vorrei non fosse così... Vorrei averti con me...". Abbassai lo sguardo e lasciai le mani di Mamyon. "..Ma, hai ragione, hai diritto di sapere... Siediti pure su quel divano..". E, così dicendo, me ne andai nella mia camera, tornando pochi istanti dopo con un mano il mio prezioso manoscritto. Mi sedetti accanto a Mamyon e iniziai a sfogliarlo delicatamente. "...questo è il mio tesoro, vale più di qualsiasi gemma... Parla di un cavaliere, Leonard.. Ricordate? Vi parlai di lui, prima del torneo.. avete detto una frase identica... Racconta di come la sua amata, Sybil, venga rapita... Della ricerca, senza alcun punto di riferimento.. Fino ad un sogno premonitore.." Sorrisi, accarezzando la pergamena "..pensa che lei non sa nulla dell'amore del cavaliere, si conoscono appena... Ma lui rischia tutto per lei..". Guardai Mamyon, conscia di avergli confuso le idee ancor di più. "...beh, ti chiederai cosa c'entra.. È presto detto... Il manoscritto si interrompe, poco dopo il sogno premonitore.. E, nonostante tutte le mie ricerche non ne ho trovato un altro che contenga la fine... Sembra sia unico.. Ma, questo sarebbe un pura curiosità intellettuale se non fosse..." Arrossii e abbassai lo sguardo. Potevo davvero fidarmi di lui a tal punto da raccontargli i miei segreti più oscuri? Respirai piano, non avevo scelta, dovevo fidarmi di lui fino in fondo. "..se non fosse che io sono tormentata da questa storia... Nel vero senso della parola... Ogni notte, da quando il manoscritto è entrato in mio possesso, faccio un sogno.. No, un incubo.. Sono incatenata, ogni volta in una maniera diversa e in un posto diverso, ma ugualmente spettrale, Leonard arriva, non so come faccio a sapere che è lui ma lo so.. Lui mi chiama col nome della sua amata, e io non riesco a parlare per dirgli che non sono lei, in quel momento viene ucciso sotto i miei occhi, in maniere crudeli e atroci.. Lo sento esalare l'ultimo respiro invocando il mio nome, cioè il nome di lei, ogni notte.. E soffro come soffrirebbe lei, ogni volta.." Scossi la testa guardando lontano "...ogni notte da allora... Non può essere una coincidenza, io dovevo sapere, dovevo conoscerne il significato...". Sospirai, la parte più difficile l'avevo detta. Mi chiesi cosa avrebbe pensato di me, mi avrebbe presa per pazza, per indemoniata o peggio? Ripresi il mio racconto più spedita, parlai dell'arrivo a Camelot dell'aereonave, del biglietto col mio nome, del mio desiderio di partire, di come avevo coinvolto Lucius, del giuramento, dell'arrivo al maniero e, infine, dell'incontro con l'arconte in cui mi aveva parlato del fiore e del patto che avevo fatto con lui. Nel ripercorrere i ricordi, mi tornò alla mente ciò che avevamo visto quando ci eravamo avventurati nel cunicolo dietro la Chimera, ma non ne feci parola, pensando che, infondo anche i muri avevano orecchie in quel posto. Ma mi ripromisi di parlargliene più tardi, sempre che dopo il mio racconto non scappasse a gambe levate. "..e ora so che quel Fiore è l'unica speranza per salvare Lucius... Non so cos'abbia di speciale, né per quale motivo debba cercarlo una ragazza straniera... Ma ora non ho più scelta.. Temo che la sparizione di Lucius sia collegata con questa faccenda..." Gli presi la mano "..è tutto quello che so... Mi indicherà un messaggero quando dovrò partire e dove mi dovrò recare...". Cercai di sorridere "...ti ho raccontato tutti i miei segreti, non è una cosa che sono solita fare... Non dire mai più che non mi fido di te.." Abbassai lo sguardo, con una stretta al cuore "...capisci ora perché so che non potrai venire con me.. Non so quanto starò via, né dove andrò... Tu hai i tuoi doveri.." Sorrisi, sarcastica "...sono l'unica figlia di un marchese ricco e potente... Me ne intendo di doveri da assolvere..." Con una smorfia "...era proprio per avere un briciolo di libertà, prima di perderla definitivamente, che ho voluto partire a tutti i costi..." Sussurrai con voce bassa e carica di tristezza. |
All'improvviso apparve quel giovane e mi mostrò quella strana bussola, scrutavo lui e l'oggetto con diffidenza...era vero o un modo per prendermi i soldi?
Afferrai la bussola e pensai a Vivian e il magnete cambiò direzione..strabuzzai gli occhi per la sorpresa. "Maniero dell' Arconte Meccanico" pensai e il magnete si spostò proprio verso il maniero. "Ma che aggeggio è mai questo? Allora se cosi fosse si potrebbero trovare tutti i tesori nascosti" affermai sbigottita..."Sacro Graal..dove si trova?" dissi in modo ironico e stupita il magnete si spostò di nuovo. Scrollai la testa sbuffando "D'accordo, ho già altre cianfrusaglie, una in più non sarà un danno, sperando funzioni, vi darò i soldi ma potete tenervi lo scrigno, è un pò ingombrante" pagai il ragazzo, riguardai la bussola e quando rialzai lo sguardo egli era sparito. La riposi nel borsellino e vidi la moneta donata da Guisgard...già, pensai...e beffa del destino mi sono divisa da Vivian e calde lacrime scivolarano sul volto, forse più per il fatto di trovarmi sola in quel posto e senza aiuto. Toccai involontariamente la collana, e ebbi un sussulto, mi asciugai le lacrime, non era momento quello di piangere ma certo non dovevo nemmeno agire d'impeto come sempre, sarebbe stato troppo pericoloso girare per la città sola. Così mi recai alla taverna dove il mattino consumammo la colazione e chiesi carta e calamaio...e iniziai a scrivere un messaggio a Guisgard pensando che non mi era mai capitato di avere un contatto così messaggistico con una persona, leggermente sorridendo. "Sir Guisgard, vi chiedo scusa per l'incursione di stamattina e vi scrivo perchè è avvenuto un fatto spiacevole. Eravamo al mercato e improvvisamente non ho più visto la mia cara amica Vivian, l'ho cercata ovunque, in tante strade e luoghi vicini e pure al castello dell' Arconte ma sembra quasi risucchiata dalla città. Vi chiedo, gentilmente, di aiutarmi a cercarla appena sarete libero, non mi fido a vagare sola per la città ma non sono molto ottimista. Mi troverete fuori del Palazzo seduta su una panchina. Lady Altea". La sigillai bene con la ceralacca, avevo pure il timbro del mio casato, onde evitare girasse in mano aperta ad occhi indiscreti e uscendo vidi un giovane paggio che stava entrando al Palazzo Reale e mi avvicinai a lui..."Messere, cortesemente, potrebbe recapitare questa missiva a sir Guisgard del Lagno, cavaliere della Principessa, anche subito se è libero oppure appena si libera, so che aveva udienza con la Principessa...Mi raccomando è questione delicata." Così mi risedetti su quella panchina controllando le persone che passavano, aspettando arrivasse Vivian, guardandomi in giro ma di lei non vi era ombra. Ormai pure i mercanti se ne stavano andando e la piazza era quasi semideserta. |
Sospirai appena a quelle parole...
“Molto bene...” mormorai, ma quasi di malavoglia all’idea di abbandonare quell’acqua tiepida. Così, lentamente, mi alzai e presi l’ampio telo che la buona donna mi porgeva. “Dì al capitano che lo faccia accompagnare nella mia sala delle udienze. Adesso!” dissi “Non gli farà male aspettare un po’... i saggi dicono che l’attesa sia utile agli spiriti indomiti... pare tempri lo spirito!” Così dicendo tornai nella mia stanza ed impiegai tutto il tempo necessario a prepararmi... scelsi con cura un abito e lasciai che una delle servitrici mandatemi dall’Arconte mi aiutasse ad indossarlo, poi un’altra mi pettinò come era solita fare quasi ogni mattina... infine, senza alcuna fretta, raggiunsi quella sala. Due guardie ne presidiavano l’ingresso, segno quello che il cavaliere era già arrivato e che stava aspettando me, pensai... uno dei due soldati mi aprì la porta, non appena vi giunsi di fronte, per poi ad un mio piccolo gesto ritirarsi e richiudersi la porta alle spalle... La stanza era luminosa quella mattina... la luce del sole, schermata dalle leggere tende cremisi, si infrangeva in un morbido chiarore. |
Mamyon ascoltò con attenzione il racconto di Clio.
E mentre la ragazza parlava, lui fissava quel manoscritto. “Si, sono sogni molto strani...” disse poi “... inquietanti... ma magari sono solo il frutto di ciò che questo libro rappresenta per te... forse ne sei così colpita, così ossessionata che ti stai immedesimando nella trama che racconta... non so, ma mi sembra la risposta più logica a tutto questo...” la fissò “... ma è tutta la storia del viaggio che invece mi inquieta di più... questo non è un sogno... e tu davvero vuoi partire per un luogo ignoto, in cerca di qualcosa che neanche conosci? Ed è assurdo anche che un uomo come l'Arconte chieda ad una ragazza di cercare un fiore... un fiore... cosa può avere di speciale un fiore?” Prese di nuovo le sue mani. “Ora sai cosa farò? Chiederò udienza all'Arconte. Si, voglio capire cosa significa tutto questo. Perchè un uomo potente come lui ha chiesto ad una giovane straniera di impegnarsi in una cosa tanto assurda.” Poi mostrò sorpresa. “Cosa significavano quelle tue ultime parole? Perchè dovresti perdere la libertà?” |
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