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Oh, perfetto, questa era proprio la ciliegina sulla torta.
Lo osservai qualche istante; dopotutto non mi era mai sembrato come quei tizi, nonostante avesse comunque la polizia alle costole e si fosse infilato in casa mia, ma mi sembrava tuttavia di potermi fidare. Ad un certo punto annuii, ignorando la sua provocazione. "Va bene, puoi rimanere. Sappi che lo faccio perché... Beh, perché... Perché mi sento in debito con te... Per stasera..." guardandolo un altro istante per poi uscire e chiudermi la porta alle spalle. Era tutto così assurdo, avrei potuto scriverci un libro... pensai, mentre prendevo qualcosa da mangiare per colazione dal frigo. Presi poi il composto per le frittelle ed iniziai a prepararle nella piccola padella. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...84e8f0b4bf.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"è successa una disgrazia" gli dissi affondando il viso sul suo petto. Gli raccontai tutto piangendo e tremando. Non riuscivo a riprendermi dal trauma.
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Una volta davanti a casa salutai Tardes.
" Cerca di tornare presto... Buon lavoro" quindi entrai in casa. Mi buttai nel letto, sperando di recuperare qualche ora di sonno ma sentii il cellulare. Un altro sms dopo quello che avevo ignorato a cena. Così mi misi seduta a controllare chi mi avesse scritto. |
Seguii volentieri Iasevol, verso una sala sotterranea e insonorizzata.
Mi guardavo intorno sempre più stupita, sempre più affascinata da tutto quello. C'era un pannello d'acciaio al centro, sembrava indistruttibile. Poi arrivò la splendida macchina di mio padre. Ancora non ci credevo che poteva essere vivo da qualche parte. Dovevo fare qualcosa, qualcosa che potesse rintracciarlo. Ma cosa? Possibile che nei miei circuiti non ci fosse un programma adatto alla situazione? Perché io che avevo sempre le risposte ora invece non sapevo che pensare? Cercai di non pensarci e di concentrarmi sulla macchina che protagonista faceva il suo ingresso trionfale. "In cosa consiste il test dell'acciaio?" chiesi al professore, incuriosita. |
Aspettò che qualcuno arrivasse.
Nora odiava aspettare; che fosse dovuto alla sua natura inquieta o ad altro, lo odiava. Dopo un po' fortunatamente arrivò un maggiordomo ad aprire. Uno dei soliti camerieri distinti, rigidi e abbigliati come pinguini. "Mi è stato chiesto di consegnare questo pacco qui. Vengo dal negozio di armi antiche "Hardy&Hardy Antichites" pronunciò, rispondendo e cercando di non sembrare troppo scocciata per quel compito. |
Carlotta annuì e questo mi fece prendere la decisione definitivamente, pure lei era concorde con me.
Tornammo a provare fino al tardo pomeriggio ed ero esausta e alla fine quella frase e guardai Carlotta.."Vi dò il mio numero di telefono, non dò il mio indirizzo ad estranei...mi spiace" scrissi su foglio dato da loro il telefono e poi scrissi l' indirizzo di mia madre...i miei genitori si erano separati anni fa dopo l' ennesimo tradimento di mio padre. "Ho messo pure l' indirizzo...grazie mille e speriamo di sentirci". Tornammo nel nostro piccolo spogliatoio, feci una breve doccia per togliermi sabbia e acqua salata ed indossai un tubino nero messo nella sacca e il giacchino di pelle rosso. Quando Carlotta fu pronta salimmo sulla Ferrari, io ero pensierosa e nervosa e con un veloce scatto partii e poi esclamai mentre accelleravo sul rettilineo.."Io dico...abbiamo fatto foto un giorno intero, e poi..vi faremo sapere. E' il colmo..faremo la fine delle altre due ragazze? Non è questi provini celino altro..non ti preoccupare, se non ci prendono faremo avere le nostre foto indietro, te lo prometto...ho i miei mezzi. Comunque ora..visto chi ha tempo non deve aspettare tempo..andremo in un posto in cui non sei mai stata presumo". Imboccai una strada e in breve raggiunsi l' autodromo di Capomazda City, sapevo avrebbero disputato a giorni una gara. Parcheggiai e mostrai al guardiano il mio pass e mi fece entrare, evitai il box di mio padre e mi diressi verso uno in particolare. I tecnici e i meccanici erano alle prese con una auto e riconobbi un ragazzo dai capelli rossi, un meccanico che conoscevo bene, e picchiettando alla sua spalla esclamai.."E' possibile parlare col Falco? Oh, sono una sua fan" ridendo mentre si girava..presumo tutti erano sorpresi nel vedermi dopo tanto tempo. |
Dacey controllò il cellulare, trovando due sms.
Il primo così diceva: “Buonanotte... spero di sognarti... (faccina sorridente)” Ed il secondo: “Mi sono svegliato da poco... ti ho sognata davvero... un sogno strano, enigmatico, malinconico, ma eravamo insieme... spero di potertelo raccontare...” Entrambi erano di Simon. Intanto, appena fuori città era accaduto qualcosa. Una pattuglia della polizia aveva raggiunto il luogo dell'incidente e poco dopo arrivò anche un'altra auto, da cui scese Tardes. Raggiunse così i poliziotti che stavano raccogliendo la testimonianza dell'uomo che aveva assistito ai fatti. "C'è la polizia..." disse Nakakata a Nyoko e a Ren "... sarà meglio raggiungerli..." mormorò. Intanto l'interrogatorio continuava. "Allora, cosa hai visto di preciso?" Chiese l'anziano ispettore. "Quattro volte..." fece l'uomo "... quattro volte... l'ha investito e poi gli è passato sopra quattro volte... avanti ed indietro..." "Quattro volte?" Fissandolo l'ispettore. "Avanti ed indietro..." l'uomo. "Due o quattro?" Perentorio l'ispettore. "Quattro volte, per la miseria!" Con rabbia l'uomo. "Che macchina era?" Guardandolo l'ispettore. "Straniera o una delle nostre?" "Metà e metà." "Due o cinque porte?" "Due mi pare..." "Che targa aveva?" "Non lo so..." "Segni particolari?" "Non lo so..." "Insomma cosa hai visto?" Incalzante l'ispettore. "Non lo so, non l'ho mica ucciso io!" Seccato l'uomo. "Hai detto di aver visto l'accaduto." "Allora diavolo, un ragazzo è stato massacrato!" Con rabbia l'uomo. "Già, davanti casa tua." Con tono secco l'ispettore. "C'era tutta quella polvere" scuotendo il capo l'uomo "ed io non posso dirvi tutto con certezza..." "Cosa può dirci allora con certezza?" Intervenne Tardes. "Il tetto? Era di telo? Decapottabile? Fisso? E l'auto? Era una berlina? Sportiva?" "C'era polvere e ricordo solo il tetto..." rispose l'uomo "... era basso, nero come la carrozzeria... non aveva targa e suonava il clacson come fosse un dannato diavolo dell'Inferno..." |
“Vieni...” disse Iasevol a Clio.
La condusse verso l'auto, che era stata portata sopra una rampa rotante. Si avvicinarono ed il brillante scienziato indicò l'interno della macchina. “Vedi il volante?” Indicò all'androide. “Sono inseriti sette pulsanti, ognuno dei quali aziona una caratteristica di cui è dotata l'auto... a seconda delle varie situazioni, in qualsiasi momento il pilota può ricorrere a questi attribuiti per superare qualunque difficoltà o pericolo... la prova dell'acciaio consiste nell'affrontare una situazione critiche dove un ostacolo può bloccare la strada... prova a premere il pulsante E...” http://theawesomer.com/photos/2010/1...r_mach_5_4.jpg |
Ascoltavo il professore sempre più affascinata.
La macchina era bellissima su quella pedana rotante. Mi avvicinai come mi disse di fare e osservai l'interno della macchina. Per essere un prototipo era davvero elegante e raffinata. Poi quella spiegazione sul est e sui pulsanti. Sorrisi quando mi chiese di provare, mi sentivo una bambina felice in quel momento. Così annuii seriamente e provai a premere il pulsante E. |
“Ehilà...” disse sorpreso il meccanico ad Altea “... che ci fai qui? Allora è vero che l'assassino torna sempre sul luogo del delitto, eh!” Ridendo. “Falco? Eh, caschi male... da quando ha fatto quel brutto incidente si è ritirato... o meglio, lo hanno scaricato...”
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"Oh ma che scemo" risi "Assassino...cosa vorresti dire?".
Ma il mio sorriso scomparve quando udii le sue parole, guardai Carlotta e le dissi di scusarmi ma volevo parlarne privatamente. Presi il ragazzo da parte e lo guardai negli occhi sbigottita.."Incidente? Non ne sapevo nulla..ma era forte..è grave? In che senso scaricato scusa...non dirmi lo hanno cacciato da questo mondo per un incidente" mentre le mani si stringevano per la rabbia. |
Gwen cominciò a preparare le frittelle, mentre dal bagno sentiva quel ragazzo fischiettare allegramente.
Dopo un po' uscì, con indosso dei pantaloni di pelle ed una maglietta bianca attillata. “Mmh... che profumino...” disse entrando in cucina “... immagino che tu voglia invitare anche a me a fare colazione, no?” Sorridendo. |
Lo sentivo fischiettare tranquillamente, come se nulla fosse e scuotevo la testa.
Non capivo ancora come fossi finita in una situazione simile. Arrivò poi in cucina, e non potevo negare che faceva il suo effetto, come lo facevano i suoi occhi scuri, profondi, così diversi dai miei, verdi e trasparenti. Sorrisi alla sua frase. "Mi hai parlato di ospitalità, questo non comprendeva i pasti" dissi seria, poi risi "Ho quasi finito." Non passò infatti molto che portai le frittelle in tavola, insieme al latte e il caffè. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Clio si avvicinò e schiacciò il pulsante indicatole da Iasevol.
Allora dalla parte anteriore dell'auto fuoriuscirono due lame rotanti che presero a girare velocemente. Alla macchina fu così avvicinata una lastra di acciaio molto spessa e le due lame cominciarono a tagliarlo, fino a dividerlo in due parti. “Ecco, questa era una piccola dimostrazione di cosa il dottor Anellos ha ideato...” disse lo scienziato alla bella androide. http://www.mwctoys.com/images/review_mach5_7.jpg |
La polizia arrivó finalmente. Afferrai la mano di Ren e li raggiunsi ascoltando ciò che il vicino raccontava.
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“Fu coinvolto in un brutto incidente, restando ferito ad un braccio...” disse il meccanico ad Altea “... alla fine gli fu detto che non sarebbe più potuto salire al volante di un'auto... e così gli hanno sbattuto la porta in faccia... da quel momento io non l'ho più visto...”
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Rimasi senza parole.."Ma come...almeno..una possibilità potevano dargliela. Io dovrei parlare con lui...dove posso trovarlo?Mi toccherà andare da mio padre..ok..ok...grazie sei stato di grande aiuto, è una cosa mi ha sconvolta, credimi".
Lo salutai guardando il box...era stato sostituito, rimpiazzato...come poteva sentirsi? Mi guardavo attorno...ormai, ora, quel mondo non era più mio. Dissi a Carlotta di seguirmi ed entrai nel box della scuderia di mio padre, Jacob de Bastian, e lo vidi a fare il gioioso con tutti..mi misi davanti a lui e lo guardai con disprezzo.."Non sono venuta a trovarti...ero venuta a cercare il Falco Superbolide...un avversario spiazzato vero? Sapresti dirmi che fine ha fatto..ci devo parlare..se possibile..so il suo indirizzo ma potrebbe averlo cambiato." guardandolo impassibile. |
Scossi la testa nel leggere entrambi i messaggi. Sembrava che ciò che avessi detto non gli fosse entrato nella mente e quei messaggi parevano esserne la prova.
Digitai rapida una risposta: Dovresti davvero sognare qualcosa di meglio... Qualcuno di meglio. Misi via il telefono quasi infastidita, faticavo a gestire quella situazione. Controllai l'ora e tornai a letto. |
Trattenni il fiato.
Che cosa sarebbe successo? Che cosa avrebbe innescato quel pulsante? Ero sempre più curiosa. Poi restai letteralmente allibita da quello che mi si parò davanti. Due lame fuoriuscirono dalla parte anteriore dell'auto e tagliarono l'acciaio come fosse burro. Ero strabiliata e attonita. E fiera. Fiera di mio padre, per quello che era riuscito a progettare. Ma anche malinconica perché avrebbe dovuto essere lì con noi ad osservare il suo progetto che prendeva vita. Sospirai, ripensando alle parole dei poliziotti. Poteva essere vero. Poteva esserci una possibilità che fosse ancora vivo. Non sapevo come, ma avrei fatto di tutto per scoprire cosa gli fosse successo. Sospirai di nuovo, tornando a guardare la splendida auto. "Davvero strabiliante..." dissi soltanto, con un gran sorriso. "Ed è solo un pulsante su sette, dico bene?" Alzando un sopracciglio "Chissà quante altre qualità nasconde!" Sorridendo. |
“Devo dire che erano anni che non facevo una colazione così...” disse il teppista dagli occhi neri, per poi sedersi “... diciamo che sono abituato a ben altre colazioni... un caffè il più delle volte...” fissando Gwen “... ma non mi hai detto se vivi sola oppure con qualcuno... magari sono inopportuno a stare qui...” prendendo una frittella.
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Tardes si accorse di Nyoko, Nakakata e Ren.
“Voi...” disse loro “... avete visto qualcosa di più?” Fissandoli. “Era un'auto nera...” mormorò Nakakata “... molto veloce... senza targa e dai vetri scuri...” “Cioè?” Tardes. “Che impedivano di vedere all'interno?” “Si.” Annuì il vecchio. “E voi?” Tardes a Nyoko ed a Ren. “Cosa avete visto voi?” |
Sorrisi versandomi il caffè nella tazza e aggiungendo il latte.
"Vivo sola, ma a breve dovrebbe raggiungermi mio fratello" dissi semplicemente, evitando la trafila dell'incidente e prendendo anch'io una frittella. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Tremavo.
Guardai Ren e il nonno come a chiedere il permesso di parlare. "Io ho visto... Le stesse cose che hanno visto loro, signore: un auto nera, non so dirle il modello, con vetri scuri e il clacson insistente. Ha... Praticamente schiacciato quel ragazzo come fosse un oggetto... Senza pietà..." dissi torturandomi le mani per la paura e il tremore. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Dacey rispose agli sms e poi si mise a letto.
Era mattino e dalla strada si sentiva la città ormai sveglia. Poco dopo suonò ancora il cellulare per l'arrivo di un nuovo sms. |
Sospirai nel sentire il telefono. Ancora.
Non avevo alcuna voglia di leggere e lo ignorai. Per quanto volessi riposare ancora, la luce ormai aveva preso possesso della mia stanza da letto rendendomi difficile chiudere occhio. Alla fine decisi di alzarmi, seppure contro voglia e sempre controvoglia presi il cellulare. Dopo qualche attimo di esitazione controllai chi mi stesse scrivendo. |
Il padre si voltò verso Altea, senza tradire particolari emozioni.
“Chi non muore si rivede...” disse “... cosa vuoi che ne sappia? E' un fallito, mentre a me interessano solo i vincenti... tu piuttosto... che fine hai fatto? Sono mesi che non dai più tue notizie...” la fissò “... per quanto io ne sappia potresti anche essere diventata una prostituta...” con tono secco. |
"Cos' è il giorno dei proverbi oggi" ma a quella parola sbottai.."Un fallito...non osare più usare un aggettivo del genere...almeno per rispetto per tuo figlio..lo hai dimenticato? Prostituta...no, non sono del genere delle donnette che frequentavi, la mamma mi ha dato una degna educazione..studio e sono a casa da zia..faccio la vita di sempre..contento? Dai...dimmi dove posso trovarlo, papà, devo parlare con lui" sospirai guardando i tecnici e meccanici.."Qualcuno di voi sa dove posso trovarlo?E' sempre qui?".
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Iasevol sorrise a Clio.
“Si, sette segreti...” disse “... ognuno in grado di superare ostacolo o permettere di uscire indenni da ogni sorta di pericolo...” fissando la ragazza “... e credo che sia giusto coinvolgere anche te in questo grande progetto... voglio installare nella tua intelligenza alcune nozioni che ti permetteranno di metabolizzare ed elaborare dati relativi all'auto... così che tu possa occuparti dei test e dell'addestramento dei potenziali piloti in grado di salire su questa macchina...” |
“Capisco...” disse il teppista a Gwen “... e dove si trova? Ti lascia andare in giro di notte in locali di dubbio gusto? Non sa che le strade sono pericolose?” Mangiando una frittella. “Soprattutto per ragazze molto carine, dai capelli rossi e gli occhi verdi...” fissandola.
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“Capisco...” disse Tardes a quelle parole di Nyoko “... bene, vi ringraziamo...” a tre testimoni “... cosa ne pensi?” Al vecchio ispettore.
“Credo abbiamo a che fare con un pazzo...” disse questi “... un ragazzo è stato ucciso in questo tratto di strada... sul nostro distretto... e questo non mi va... vi voglio tutti sulla strada... montate posti di blocco e segnalate ad ogni stazione quell'auto nera...” |
Alzai lo sguardo su di lui.
I suoi complimenti non caddero certo a vuoto. Tornai poi con lo sguardo sul piatto. "Tornavo dall'ospedale. Ha avuto un incidente" risposi, riferendomi all'episodio alla stazione di servizio. "Comunque" alzando di nuovo lo sguardo su di lui "Per quanto mi riguarda, non obbedisco certo a mio fratello, dato che sono anche più grande, e mi ritengo indipendente abbastanza" fissandolo, curiosa della sua risposta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Sette segreti...
La cosa era sempre più interessante. Ascoltavo Iasevol rapita, poi a quelle parole mi illuminai. "Davvero?" raggiante "Sarei felice di poter far parte di questo progetto..." sorridendo. "Sarebbe davvero importante per me portare avanti il lavoro di mio padre anche se per quel poco che posso fare io..". Ero davvero entusiasta di quella notizia. Poter partecipare a quel progetto, trovare la persona degna di pilotare quell'auto. "Mio padre sarebbe stato scrupolosissimo nello scegliere il pilota degno della sua creazione.." sorridendo "È davvero un onore poter contribuire!" sospirai "Un po' come se ci fosse una parte di lui a continuare il progetto..." malinconica "Dopotutto anche io, come quella macchina, sono una sua creatura.. una dimostrazione di cosa il suo genio è capace..." con un sorriso triste. Quella tristezza mi divorava. Ma il vantaggio di essere un androide non era l'essere esente dal provare emozioni? |
Dacey prese il cellulare e lesse l'sms:
“Immagino anche tu stia sognando cose belle... non so perchè, ma ti immaginavo sola e magari malinconica... sono lieto di essermi sbagliato... ti auguro una serena giornata...” Era di Simon. |
Nessuno rispose ad Altea.
“Qui non interessa a nessuno dove sia quel fallito...” cerca in qualche fogna, in galera o magari all'obitorio... tipi come lui, prima o poi, è là che finiscono...” |
" Sola si ma non malinconica. La solitudine non è sempre negativa . Buona giornata a te."
Decisi quindi di iniziare a lavorare sulla traduzione e alzai la testa dai fogli solo poco prima di pranzo. |
“Oh, non dubito tu lo sia...” disse sorridendo il teppista a Gwen “... lo si vede da un miglio di distanza...” asciugandosi con un tovagliolo “... da piccolo amavo fare questo gioco e spesso ci prendevo...” prendendo ad un tratto la mano della ragazza “... vediamo un po' se non ho perso il mio intuito...” guardando il palmo della mano di lei “... allora...” divertito “... la linea della Luna è molto marcata, segno che hai un carattere deciso... quella di Venere... ah... vedo che non hai un ragazzo...” facendole l'occhiolino.
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"Ti odio..lo sai papà? Sei cinico..oh, grazie delle indicazioni..le fogne non fanno per lui..la galera? Magari...l' obitorio sarà l' ultimo posto dove andrò a vedere".
Guardai Carlotta che se ne stava in silenzio e me ne andai camminando velocemente ed entrando nella Ferrari sportiva.."E' così...è egoista...ma seguirò i suoi consigli ma preferisco portarti a casa". Ci dirigemmo verso Villa delle Ginestre e lasciai lì Carlotta...erano faccende troppo delicate e io mi logoravo dentro..ha detto galera...papà a volte è sibillino...spero non sia morto invece, ma lui non farebbe un gesto del genere..ma nemmeno finire in galera..dubbi ed incertezze..ma forse potevo sapere qualcosa dell' incidente...ora avevo un altro motivo per odiare quel mondo ma non lui. Sfrecciai veloce verso le prigioni e mi presentai ad una guardia.."Piacere...sono Altea de Bastian..sono venuta a vedere se avete notizie su un pilota di Formula Uno...famoso..il Falco Superbolide" speravo non mi annunciasse la sua morte. |
Iasevol sorrise a Clio e poi insieme andarono nel suo laboratorio.
“Dietro quella tendina potrai spogliarti ed indossare un camice...” disse lo scienziato, mentre preparava alcuni sieri e soluzioni “... appena pronta stenditi su quel lettino... cominceremo subito con i test...” |
Lo guardai perplessa quando prese la mia mano, per poi osservarlo ed ascoltarlo.
Scossi la testa con un mezzo sorriso alle sue parole. "E sentiamo" poggiando il mento sulla mano e avvicinandomi "Cos'altro ti fa vedere il tuo intuito leggendo la mia mano?" con un sorriso di sfida, ma incuriosito. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Dacey si mise al lavoro con quelle traduzioni.
Dopo un sentì un'auto arrivare davanti a casa. Era Tardes. Entrò in casa e si avvicinò al frigo, per poi prendere qualcosa di fresco. “Ciao...” disse avvicinandosi a sua moglie, baciandola “... hai riposato?” Lasciandosi cadere sul divano. “Io invece ho avuto una pessima mattinata...” bevendo “... una di quelle che più detesto...” |
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