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I miei occhi tra l' azzurro e smeraldo si fusero nei suoi chiari e a quelle parole indietreggiai.
"Perdonami...io..non volevo turbarti. Davvero non so cosa sia l' amore ovvero che significa provare amore per un uomo..so cos' è il Bene perchè io sono..destinata a preservarlo dal Male. E' vero io provengo da un posto dove vivono solo donne..donne speciali, e ho conosciuto il genere maschile solo qui...ma non so..mi sento strana vicino a te..sono sensazioni strane. Mi prenderai per pazza, non ti preoccupare" sorrisi e mi sentii imbarazzata. Andai a prendere la corona d' oro e la misi in testa.."Perdonami ma davvero non ti sto prendendo in giro, e anzi...non dire nulla di quello che ti ho detto..sto cercando qualcuno..qualcuno che ha rubato uno scrigno o qualcosa del genere che preserva il Bene dal Male..che stupida se non mi credi io non sappia cosa sia l' amore figuriamoci ciò che ti sto raccontando" e presi la sua mano un' altra volta.."Sono stata una delusione vero per te? Purtroppo non siamo uguali" e sentii un nodo alla gola guardando la porta per uscire. |
Quel bacio così profondo, così penetrante, assoluto, caldo, avvolgente.
Un ardito, proibito ed instancabile gioco di labbra che si aprivano, che accoglievano, che racchiudevano e di lingue bollenti, agili, vogliose, umide che si cercavano, si trovavano, si univano. Un bacio che ricominciò più volte con ardore folle, eccitazione travolgente. Aegos baciava Elyse stringendola a sé, contro il suo corpo forte, virile. E lei ne percepiva ogni tratto, ogni forma. La grande regina, fredda, superba, orgogliosa, autoritaria, ora era completamente alla mercé di quell'avventuriero divenuto cavaliere. E lei si sentiva la sua schiava, la sua donna. “Stanotte ne sarò il padrone...” disse in un sussurro lui, lasciando appena quelle labbra reali “... padrone di tutto, di te... di ogni ora che attraverserà le stelle notturne...” dominandola col suo sguardo azzurro, screziato di passione. |
Il mondo intorno a noi si fermò, e poi scomparve in punta di piedi.
Quella era la sala in cui amministravo e gestivo il mio potere, eppure ora mi sentivo in totale balia del mio cavaliere, che era arrivato dal nulla, e aveva deciso di sconvolgermi la vita come nessuno mai avrebbe potuto fare. Quel bacio diventava sempre più caldo, più infuocato, più intenso. Accendeva in me un fuoco indomabile, più forte di qualunque altra cosa al mondo, un fuoco alimentato dalla mia passione, dall'amore che sbocciava nel cuore, ma anche dal respiro corto di lui, dai suoi gemiti e dai suoi sospiri. Era sempre più meraviglioso, e io non potevo che abbandonarmi a quella passione travolgente, a quell'amore nuovo e incredibile che ci avvolgeva. Poi quelle parole, così decise e virili, con un tono che nessuno aveva mai osato con me, mi accesero ancora di più, mi eccitarono più di quanto mi aspettssi. Il suo sguardo nel mio, così azzurro eppure così appassionato. Quasi mi paralizzò, mi domò, mi ipnotizzò. Tutto mi sentivo meno che la regina tanto temuta che ero fino a pochi attimi prima. "Oh sì.." sussurrai eccitata "Lo sarai, amor mio.." baciandolo ancora. Sentivo il cuore bruciare sempre di più. Allora, senza togliere lo sguardo dal suo, quasi obbedendo a un ordine inespresso, slacciai lentamente il vestito, e lo feci scivolare dolcemente lungo la mia pelle. https://griid.files.wordpress.com/20...iable-cd1.jpeg |
Era buio, vi era silenzio ovunque e quelle deboli luci sembravano danzare sinistre in quella sorta di cupo e misterioso limbo che era ormai divenuta la brughiera.
Astral cercò di avanzare piano, ma senza riuscire ancora a comprendere la natura di quei bagliori. Erano infatti ancora distanti da lei. http://www.ilnavigatorecurioso.it/wp...ochi-fatui.jpg |
Elv annuì.
“Sei bella quando sorridi, quando sei serena e rilassata...” disse fissando Cassandra “... bene, sono lieto ti piaccia la mia idea. E' un po' tardi, ma di certo qualche locanda aperta la troveremo. Andiamo allora, ho rischieremo di restare digiuni.” Sorridendo. E lasciarono la magione. |
Ero curiosissima di scoprire cosa fossero quei bagliori. Così aumentai il passo e intanto scrutavo il paesaggio e i suoi rumori.
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Sorrisi timidamente e non repressi affatto il tenero rossore che colorò le mie gote.
Era una sensazione così bella, soprattutto per il fatto che fosse lui ad averla provocata, che volevo assaporarla fino in fondo. E poi le sue parole... Le sue parole stupende e dolci, che mi facevano sciogliere ogni volta. Ridacchiai appena, poi lo seguii ed uscimmo dalla magione. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
La seta preziosa dell'abito scivolò via, come un alito, una carezza lungo la pelle bianca della regina, scoprendo il suo meraviglioso corpo.
Allora Aegos restò a guardare quel corpo, le sue forme, le sue fattezze. Lo guardò a lungo, tutto, ovunque. Elyse vide quegli occhi, quell'azzurro voglioso, eccitato che accarezzava incessante il suo corpo nudo. “Qui...” disse con la voce che pulsava desiderio, eccitazione “... qui, nella sala del trono? Ti sentiranno tutti...” |
Incuriosita, Astral si incamminò verso le misteriose ed inquietanti luci.
Si avvicinò e quelle luci cominciarono a mostrare la loro forma. Erano fiamme, piccole, tremolanti e di un leggero blu. Sembravano come danzare tra gli arbusti. Una danza macabra. |
Il suo sguardo su di me era forse il più prezioso unguento, il balsamo più prezioso che la mia pelle avesse mai assaporato.
Era tutto così eccitante, quella luce nei suoi occhi, quel suo sguardo voglioso è appassionato, quel luogo proibito. Proibito a chiunque tranne che a noi. Un sorrisetto malizioso mi si dipinse sul viso. "Vuoi contraddire la regina a cui hai appena giurato fedeltà?" Con sorrisetto malizioso. Poi mi avvicinai a lui, ancora e ancora, fino a sfiorare il suo corpo col mio. "Non è detto..." sussurrai pianissimo, al suo orecchio, mentre le mie mani cercavano la cintura dei suoi pantaloni, per poi slacciarla piano, senza togliere gli occhi dai suoi. "Magari sentiranno te..." sussurrai, con un appassionato lampo di malizia negli occhi, mentre continuavo a spogliarlo, liberarlo da quegli abiti cerimoniali, come avevo desiderato fare fin dal primo momento in cui era entrato nella sala quella sera. |
Cassandra ed Elv lasciarono la magione, diretti verso il paese.
Era buio e la brughiera appariva particolarmente sinistra. “Posto allegro di notte questo...” disse sarcastico lui. Poco dopo lungo il sentiero videro una locanda ancora aperta. “Direi di fermarci qui...” alla ragazza “... magari in paese non ne troveremo nessuna ancora aperta.” Raggiunsero la locanda, notando subito l'insegna cigolante su cui c'era scritto il nome: “L'agnello macellato” “Folcloristico come nome...” ironico Elv, per poi aiutare Cassandra scendere a terra. http://images.movieplayer.it/images/...llow-28297.jpg |
Una volta essermi avvicinata, i miei occhi rimasero come incendiati da ciò che vedevo. Quei bagliori luminosi, erano emessi da delle piccole fiammelle blu, che parvero danzare sul terreno. Rimasi affacciata da quello spettacolo così insolito. Era forse la cosa meno spaventosa che mi era capitata quella sera. Possibile che fossi la prima ad averle viste, queste fiamme? Portai una mano al mio medaglione, il colore di quelle fiamme me lo fece ricordare. Lo strinsi forte, quasi a farmi male, ma era troppo forte l'emozione che stavo provando.
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Vedendo la brughiera così scura e cupa, ricordai le parole di quell'uomo e la promessa di Elv di non uscire col buio.
Promessa che avevamo appena infranto. Speravo solo andasse tutto bene. Vedemmo poi una locanda aperta lungo la strada per il paese. "Sì, probabilmente ci conviene approfittare" convenni con lui annuendo. Poi risi piano leggendo l'insegna, mentre lui mi aiutava a scendere giù. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Elyse si avvicinò nuda ad Aegos, facendogli sentire il suo corpo contro i suoi abiti.
Poi cominciò a slacciargli la cintura. “Forse sua altezza” disse lui guardandola negli occhi e lasciando che lo liberasse dai vestiti senza opporre resistenza “vuol fare una gara su chi sarà sentito forte fuori da questa sala?” Restando nudo e mostrando alla regina la sua virilità. |
Astral strinse il suo medaglione, mentre nei suoi occhi quelle fiammelle danzavano leggere.
Ad un tratto un suo piede urtò contro qualcosa che usciva dal terreno. |
Cassandra ed Elv entrarono nella locanda.
Era un posticino tranquillo, non troppo grande, con dipinti di caccia alle pareti consumate dall'umidità. Ovunque si vedevano scene di caccia al lupo o alla volpe, con mute di cani feroci che sbranavano le loro prede. I due si sedettero ad uno dei tavoli e subito Cassandra notò una strana figura incisa su una pietra posta accanto al camino spento. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...0953eaae61.jpg |
Ero così assorta da quella meraviglia da non essermi accorta di aver urtato qualcosa sul terreno. Abbassai allora lo sguardo per vedere cosa avevo urtato.
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"Non è male, vero?" dissi piano ad Elv, guardandomi attorno.
Sembrava un posto abbastanza tranquillo e alle pareti c'erano scene di caccia. Prendemmo posto e mentre mi sedevo, notai uno strano simbolo su una pietra e rimasi a fissarlo. "Chissà cosa vorrà significare..." dissi, indicandolo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Uno a uno i vestiti caddero a terra, a far compagnia al mio, passando dal caldo bollente dei nostri corpi al freddo e gelido pavimento marmoreo sotto di noi.
Più lo spogliavo, più restavo a guardare quel meraviglioso corpo, accarezzandone le fattezze, seguendo con la mano la linea dei muscoli asciutti e perfetti, stuzzicando quasi distrattamente quella virilità prorompente. I suoi occhi nei miei, quell'intensa e profonda eccitazione che sbocciava in noi quando eravamo soli, e che ci univa anche quando c'era gente intorno a noi. Non sapevo come spiegarlo, ma mi sembrava di averlo amato da sempre, di averlo come riconosciuto, come se ci fossimo incontrati vita dopo vita, innamorandoci ogni volta. Poi quelle parole, così eccitanti, intriganti, stuzzicanti. Fui lieta di rendermi conto, che quella sfida era perfettamente in linea con i miei piani malefici di quel momento. Anche se sapevo di non essere riuscita a trattenere le grida la notte prima, la cosa mi stuzzicava decisamente, e la voglia che già avevo di farlo impazzire, crebbe a dismisura a quelle parole. "Scommettiamo?" con aria innocente, per poi scendere piano, dolcemente, finendo in ginocchio ai suoi piedi. Lo guardai con un sorriso malizioso ed enigmatico per un lungo ed intenso istante Un sorriso e uno sguardo che dicevano molte cose, forse per un momento lui si rese conto che, per quanto lei fosse in ginocchio, aveva in mano le sorti del suo cuore. Mi godetti quell'istante inebriante ed eccitante, prima di far mia quella prorompente virilità che quasi mi sfidava con la sua possanza, accogliendolo avidamente tra le mie labbra calde. Allora non potè far altro che abbandonarsi a quel piacere intenso, che con tanta dedizione, voglia ed eccitazione gli procuravo. Quella era una meravigliosa sfida, che avevo intenzione di godermi fino in fondo, allora i movimenti della mia lingua cercavano modi sempre nuovi per farlo impazzire, per farlo gemere forte. Non mi importava che ci sentissero, mi importava solo che perdesse ogni ragione e si abbandonasse totalmente a me, sfinito dal piacere, dalla passione, dall'amore che gli donavo, ma di cui io stessa mi nutrivo avidamente. |
Astral abbassò lo sguardo, cercando di capire cosa avesse urtato.
Era una lapide di granito, molto antica e consumata, semicoperta da sterpi e rovi, su cui era dipinta una scena inquietante. La morte che danzava con figure abbigliate come i vertici della società, ossia nobili e chierici. https://cartusialover.files.wordpres...cabra-1732.jpg |
Elv guardò la pietra indicata da Cassandra.
“Che stranezza...” disse “... sembra molto antica... chissà cosa significa...” Si avvicinò il locandiere. “Benvenuti, signori...” ai due giovani “... cosa posso servirvi? E' rimasto dello sformato fatto in giornata, salumi vari, del formaggio stagionato e qualche verdura di stagione.” |
Una roccia, o... Come si chiamava? Una lapide? Avevo urtato una lapide? Era tutto così strano. Mi abbassai a guardarla. Vi erano incisi dei disegni: un uomo molto brutto, strano, diverso, danzava con uomini ben vestiti, probabilmente uomini ricchi e importanti nella società. Ora la domanda era lecita: che diavolo ci faceva una lapide con quel disegno in quel bosco desolato? Che fosse un indizio importante? Come avrei fatto a capirlo?
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"Già, chissà..." mentre ancora studiavo il simbolo.
Poi arrivò il locandiere. "Per me lo sformato" risposi sorridente, mentre già pregustavo la cena. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Elyse, sostenendo lo sguardo azzurro ed infuocato di lui, cominciò a scendere piano, con modo innocente, fino a restare inginocchio ai piedi del suo virile cavaliere.
Per un lungo istante lei lo guardò, percependo l'eccitazione folle sul volto di lui. Un istante che ad Aegos parve infinito, insopportabile. E lei comprese quello stato d'animo. Lei, col suo bellissimo volto a pochissimi centimetri dal corpo eccitato di lui. Lo sguardo del cavaliere sembrava implorarla, sembrava invocarla, mentre la sua eccitazione pareva quasi sfidare la bella sovrana. Finalmente lei generosamente raggiunse quel corpo, facendo sua la prorompente virilità che così bene l'avventuriero metteva in mostra. Allora fu un trionfo di giochi proibiti, arditi e di sospiri, di gemiti, di abbandono al piacere più folle. La regina, come una schiava devota, ai piedi del suo cavaliere teneva i fili di quel gioco, facendolo toccare le vette più alte dell'estasi sessuale, ora con dolcezza, ora con passionale ed infaticabile devozione. Era a suo agio nel condurre il suo amante all'estremo, animata ed eccitata dal godimento che lui esternava come stravolto da tutto ciò. |
Astral guardava quella lapide inquietante, quando cominciò a sentire un calpestio alle sue spalle.
Qualcuno si avvicinava lentamente. |
Rimasi fissa a guardare quella lapide quando, ad un certo punto, udì dei passi. Mi irrigidii leggermente, ma non persi la calma. Avevo ancora il pugnale in una mano e non avrei esitato a colpire.
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Tutto quello mi eccitava, terribilmente, mi sconvolgeva, appagava.
Non avrei mai smesso di condurre quel gioco proibito, quell'instancabile tortura di piacere che mi donava i suoi sospiri, gemiti, nutrendo la mia voglia e la mia eccitazione che ormai erano incontrollabili. Voglia di lui, voglia del suo sapore, dei suoi gemiti, del suo volto stravolto dal piacere, della sua eccitazione crescente, del suo cuore accelerato, del suo respiro rotto dalla passione. Ogni cosa mi inebriava, mi eccitava, mi appagava, in un gioco delle parti così intenso da risultare travolgente. E tutto quello era talmente forte, da spingermi a non smettere, a continuare quel gioco proibito, puntando al suo sfinimento, alla sua resa totale, al suo abbandono più completo. Quel gioco mi prendeva, in modo totale e assoluto. Mi sentivo sua, lo sentivo mio. E vederlo perdere il controllo in quel modo, vederlo esternare il godimento all'estremo, era talmente forte, eccitante e appagante, che non ne avrei avuto mai abbastanza. |
“Anche per me lo sformato andrà benissimo.” Disse Elv al locandiere.
“Subito, signori.” Annuì questi, per poi tornare in cucina. “Ho proprio appetito.” Sorridendo Elv a Cassandra. “Brindiamo...” riempiendo i loro bicchieri di vino “... alla tua vita, tornata vera... ed alla tua felicità, che duri sempre...” brindando. Ad un tratto entrò un uomo con un cappuccio in testa. Si sedette e con un cenno ordinò da bere. Quando il locandiere si avvicinò al suo tavolo, l'uomo col capo celato farfugliò qualcosa, indicando la misteriosa pietra incisa. |
Quei passi, allora Astral si irrigidì, cercando di restare lucida per quanto possibile.
Ad un tratto dalla boscaglia apparve qualcuno. Era un vecchio cieco, con un mantello che lo avvolgeva. “Voi...” disse “... voi, chi siete? Cosa cercate? Perchè infangate questo luogo antico?” https://surrenderyourego.files.wordp...orge.jpg?w=640 |
Sorrisi cortesemente al locandiere, che poi andò via.
Presi il bicchiere pieno e sorrisi teneramente a quel brindisi. E io brindo a te, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile... Cin cin..." sorridendo e facendo tintinnare i bicchieri, mentre poi sorseggiavo il vino profumato e corposo. Ad un certo punto entrò uno strano tizio con un cappuccio, che a quanto sembrava stava parlando col locandiere di quella strana pietra. ''Guarda, quell'uomo pare sia interessato al simbolo..." dissi pianissimo ad Elv, fingendo indifferenza per non attirare l'attenzione. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quel gioco mi se a dura prova Aegos, che si abbandonava a lunghi gemiti, tradendo il suo profondo godimento.
Elyse instancabile non smetteva quel suo eccitante svago, orgogliosa di vedere il suo uomo n balia di quel piacere estremo. E continuava, continuava compiaciuta ed eccitata. Ma fu proprio lui a fermarla, chinandosi e prendendola fra le braccia, baciandola avidamente, per poi farla sedere sul suo stesso trono, divaricandole le gambe e guardandola con uno sguardo pulsante per l'eccitazione. I suoi modi erano virili, decisi, forti, autoritari e tradivano il suo stato alterato per la forte passionalità. “Adesso tocca a me, altezza...” disse, deciso a prenderla forte. Ma in quel momento qualcuno bussò forte alla porta della sala. |
“Si, hai ragione...” disse Elv a Cassandra, fissando l'uomo incappucciato.
Questi parlottò un po' con il locandiere, per poi finire il suo vino, pagare ed andare via. “Chissà di cosa discutevano...” mormorò Elv. |
"Mah... Non saprei proprio..." osservando perplessa la pietra, dopo che l'uomo era andato via.
Poi, mi voltai verso Elv con sguardo curioso. "Come mai hai saputo solo ora di quella casa in eredità?" gli chiesi, poggiando il volto sui palmi delle mani per ascoltarlo. In fondo, lui sapeva tutto di me, ma io nulla di lui. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Un uomo anziano e cieco mi comparve alle spalle. Non lo presi per una minaccia e riposai il pugnale nella sua fodera. "Dovete perdonarmi, signore" dissi il più educata possibile. "Non avevo idea che si trattasse di un luogo... Antico..." dissi guardandomi intorno ancora un po' stordita. "Non sono venuta per infangare niente, signore. Stavo solo ammirando le sue infinite bellezze. Ad ogni modo, andrò via. Non intendo infastidirla..." dissi sorridendo con ancora il cappuccio addosso che nascondeva il mio volto e i miei capelli.
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I suoi gemiti, sospiri erano come linfa vitale per me, che continuavo a nutrirmi della sua eccitazione, cercando quel folle piacere che lo scuoteva interamente, che lo uccideva lentamente.
Era meraviglioso, e la mia eccitazione cresceva sempre di più. Poi quel gesto, quel fermarmi all'improvviso, prendermi tra le braccia, un gesto che mi apparve perfino tenero in un contesto così appassionato e bollente. Poi quel mettermi sul trono, allargandomi le gambe, lasciando così che la mia mente immaginasse, fantasticasse su quanto sarebbe accaduto. E lo fece, eccome se lo fece, alimentando così la mia eccitazione. Lo guardai, con quell'espressione così intensa, passionale, alterata dalla passione, era folle, autoritario e virile, da perdere la testa. Quelle parole, poi, quel tono, quello sguardo mi fecero perdere il controllo ancora di più. Ma poi qualcuno bussò alla porta, destandomi da tutto quello. Chi sarà? Un morto che cammina, altroché... Alzai gli occhi al cielo. "Non adesso..." tuonai "Se ci tieni alla tua vita, farai meglio a tornare domattina.." con la mia voce impostata, imperiosa, furiosa. Una voce che conoscevano a palazzo, una voce che non ammetteva repliche. Ci mancava solo di venire interrotta in quel momento di pura eccitazione. |
“L'ho ereditata da un vecchio zio...” disse Elv a Cassandra “... ero impegnato, ma poi ho trovato il modo di venire a vedere la magione... il resto è storia.” Sorridendo a Cassandra.
Arrivò il locandiere col cibo. “Perdonate...” Elv “... cos'è quella pietra incisa?” E quello lo guardò per un lungo istante. |
“E' un luogo dormiente...” disse il vecchio ad Astral “... un luogo sconsacrato, dimenticato, maledetto... passeggiare tra questi rovi può essere pericoloso...”
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Tornai a guardare quelle fiammelle tanto belle per poi tornare a guardare l'anziano signore. "Immagino sia pericoloso anche per voi, signore. Come mai siete qui?" dissi preoccupata che potesse essere una facile vittima per il mostro di quei boschi.
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Elyse urlò contro la porta, mentre Aegos era ancora vicino a lei, sempre stravolto per l'eccitazione ed impaziente di vincere la gara pattuita con la sovrana.
“Altezza...” disse una soldatessa fuori “... perdonate... perdonate... ma dovete venire subito... è giunto l'ambasciatore di Raton... minacciano di muovere guerra contro di noi...” Raton era una città opposta a Beltas. Un mondo patriarcale che da secoli aveva tentato di invadere Beltas per far sue le bellissime donne che vi abitavano. “Ma che sta succedendo?” Aegos alla sovrana. |
Annuii alla sua risposta, per poi ricambiare il suo sorriso.
Stavo per iniziare a mangiare l, dopo che il locandiere era arrivato con la nostra cena, quando Elv gli chiese della pietra e quello fece una faccia strana, tanto che osservai Elv perplessa e vagamente preoccupata, con la forchetta ferma a mezz'aria. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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