Il garage era sempre più vicino, ma d'un tratto la situazione precipitò.
Si sentì il contatore dare di matto, e ogni cosa intorno a noi smise di funzionare, il che, per una casa piena di domotica, era la fine.
E come se non bastasse l'allarme continuava e continuava il suo assordante cicaleccio.
Finchè poi si fermò, lasciandoci in un silenzio inquietante spezzato dal pianto di Garion.
"Oh, vieni qui piccolo.. vieni qui.." lo strinsi forte a me, nascondendomi dietro un enorme armadio.
"Non piangere tesoro, c'è zia qui..." accarezzandolo dolcemente "Troveremo il modo di uscire, vedrai..." dandogli un bacino sul visino dolce rigato dalle lacrime.

Non aveva tutti i torti, in fondo era pur sempre qualcosa di estraneo e sconosciuto.
Annuii ai due, avevo sonno e fame e non aspettavo altro.
"Allora, mangiamo qualcosa e poi riposiamo?" ad Elv, prendendo la sua mano.

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"Vengo dalla città più dotta e bella che ci sia, culla della cultura di questo paese e patria della cucina più appetitosa." Disse Ivaz mentre preparava un drink anche per Altea "... no, non ho famiglia... diciamo non ho mai trovato il fiore giusto da cogliere..." sorridendo e porgendo il bicchiere ad Altea "... attenta é forte... bevi ad agio o finirai sbronza in men che non si dica." Facendole l'occhiolino.

Garion si strinse forte contro Destresya, restando abbracciata a lei.
"Ho tanta paura, zia..." disse impaurito e tremante fra le braccia di lei.
Ma ad un tratto quel silenzio cupo fu interrotto da un rumore sordo proveniente dal giardinetto.

L'uomo indicò un frigorifero ed Ozzl prese dei salumi sottovuoto, mentre Lion aprì alcune scatolette di tonno ammassate in una grossa busta di plastica.
Elv trovò un vecchio divano che però si dimostrò molto più comodo di come appariva.
Qui si sistemò con Gwen e consumarono quel pasto di fortuna.

"Magari, quando questa assurda e allucinante situazione sarà terminata, mi mostrerai la città da dove provieni, sembra davvero interessante e piena di cose buone da mangiare" prendendo il bicchiere e assaporando quella bevanda.
All' inizio sembrò amara ma poi lentamente assaporai l' aroma.."Sbronza...mi sembra è un vostro modo di dire per ubriaca" sorridendo.
Ma nel frattempo guardavo la mia sfera...possibile che quegli inetti del Consiglio Planetario non avevano trovato nulla di nulla e sbuffai..."Vediamo le foto" notando avevo perfettamente tenuto la bevanda senza ubriacarmi e mi avvicinai a lui, con un gesto leggero ed impalpabile sfiorai quella camicia che si era sbottonato e gli sorrisi maliziosa...lo concedevo a pochi quello sguardo a dire il vero...a volte a dei bei principi in viaggio ma poi finivano per tediarmi.

Prendemmo dei salumi e del tonno dal frigorifero e insieme ad Elv mi sistemai sul divano, molto più comodo di quanto sembrasse, a mangiare.
Non era il massimo, ma contando che era praticamente notte ed io non mangiavo dall'ora della colazione, andava più che bene.
"Certo che sono proprio strani quegli affari... Hai visto quello cosa è diventato, dopo che è morto?" commentai, con tono retorico, mentre mangiavo.

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Quella carezza sul petto di lui, così ben fatto, racchiuso da quella camicia sbottonata.
E poi lo sguardo malizioso di lei, che subito catturò gli occhi azzurti e caldi di lui.
"Si..." disse Ivaz ad Altea, per poi prendere il cellulare e mostrarle le foto dove si vedevano strane forme nel cielo, simili ad enormi dischi volanti, ma fissando le labbra rosse e morbide di lei, così vicine e calde, come mature fragole di Maggio.

"A me sembra tutto assurdo..." disse Elv a Gwen mentre stavano mangiando "... come un lungo incubo... se mi soffermo a pensare mi pare davvero di sognare..." con lo sguardo nel vuoto.
Ozzl e Lion invece mangiavano in silenzio.
L'uomo era ancora di sotto a cercare di sistemare il fluido gelatinoso di nuovo nel sacco a pelo.

Notavo il suo sguardo sulle mie labbra e me ne compiacevo eccome ma come una Regina non dovevo sicuramente cedere per prima, la mia mano però continuò ad accarezzare quel petto perfetto, scolpito perfettamente e che dava un senso di serenità ma pure turbava l' animo.."Sono le stesse immagini abbiamo visto prima dal vivo" a voce bassa.."Strano si siano impresse nella atmosfera, sulle nuvole, magari allargando con lo zoom possiamo vedere se si nota qualcosa di più.

Accennai un sorriso.
Era solo la punta dell'iceberg, non aveva minimamente idea di cosa lo circondava, a partire dagli alieni finendo ai miei poteri.
"Ci sono talmente tante cose, che ti farebbero credere di star sognando..." mormorai con tono enigmatico.

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Lo tenni stretto a me.
Oh era così adorabile, così innocente che dovevo reprimere costantemente i pensieri che si affollavano nella mia mente, così perversi ed oscuri che non erano nemmeno esprimibili ad alta voce.
"Andrà tutto bene, piccolo..." gli sussurrai dolcemente mentre gli accarezzzavo i capelli scuri.
"Proviamo ad usare la porta sul retro, ma bisogna fare piano e in silenzio, ce la fai, piccolo?" alzandogli il faccino per guardarlo negli occhi.

Quelle carezza di Altea, le dita affusolate sul petto asciutto e duro di Ivaz, rendevano difficile al giornalista concentrarsi "... si, ma è solo un cellulare e non so quanta definizione possiamo avere..." zoommando le foto che però apparivano non troppo nitide "... forse dovremmo portarle da qualcuno capace osservarle allo scanner...." tornando a guardare le labbra e gli occhi verdi della statuaria regina di Serenica.

"Ottima idea, mi piace la tua loquacità..noto che oltre ad essere un bell' uomo sei molto intelligente e magari vincerai la tua scommessa" e rimasi ad osservare i suoi occhi azzurri e meravigliosi e i capelli bruni.."Il tuo sguardo..esprime un desiderio represso..perché reprimere i propri desideri quando si può avere ciò che si desidera" con sorriso malizioso.

Elv guardò Gwen negli occhi, alquanto sorpreso.
"Gwen..." disse fissandola "... che intendi dire?"
Ma proprio in quel momento, dal basso, si sentì l'uomo gridare.

Colsi la sorpresa nel suo sguardo.
Stavolta gli alieni non c'entravano proprio e prima o poi avrei dovuto parlargliene.
Stavo per rispondere, dopo un respiro profondo, ma sentimmo l'uomo gridare da sotto e ci guardammo preoccupati, correndo in cantina un attimo dopo per capire cosa fosse successo.

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"Va bene, zia..." disse Garion alzando il faccino verso Destresya "... tienimi con te, non avrò paura..."
Così si alzarono e si avviarono verso il giardinetto.
Ma qui zia e nipote videro qualcosa, proprio accanto al contatore che per la troppa tensione era saltato.
Nella penombra squarciarta dalle scintille elettriche era apparsa una figura.
Sembrava antropomorfa e stava chinsta a terra tra le scariche elettriche ed un chiaroscuro apocalittico.
https://images.vice.com/vice/images/...1435626428.jpg

"Si..." disse Ivaz con gli occhi fissi in quelli di Altea "... mi stai provocando, vero?" Vicinissimo a lei.
Allora le cose i fianchi e portò le sue labbra su quelle della bella regina, in un modo dolce eppure passionale, baciandola così con trasporto.
Un bacio che strinse l'una contro l'altro, nel chiaroscuro della stanza, mentre dai vetri il mondo appariva lontano, come la scena di un film catastrofico.
"Dimmi ciò che pensi..." lui staccando appena le labbra da quelle di Altea "... voglio sapere ogni tuo pensiero..."

Quel grido, tutti e quattro allora fossero in cantina, dove trovarono l'uomo che gridava e saltellava come se lo avesse morso una tarantola.
Sudava ed aveva gli occhi fuori dalle orbite.
"Calmati..." disse Ozzl.
"Che succede?" Lion.
"Smetti di gridare che non caousmo nulla di ciò che dici!" Elv che aveva Gwen accanto.
"Sono finito, sono condannato!" Urlò l'uomo.

"Ma che bravo il mio piccolino!" con un sorriso enigmatico mentre fissavo quegli occhietti azzurri, e gli stampavo un bel bacino sulla guancia.
Era lì stretto a me, a sentire il mio corpo caldo e morbido che lo accoglieva.
Così, gli presi la mano e lo condussi, da bravo, verso il giardinetto da cui provenivano tutti quei rumori strani.
Dove ci aspettava una scena a dir poco inquietante.
Un essere, che non avrei saputo come altro definire, se ne stava lì, chino, in mezzo a scariche elettriche che sembravano uscite da un film di fantascienza.
A quella scena mi pietrificai completamente, non riuscendo a staccare gli occhi da quella figura.

Quando scendemmo, vedemmo l'uomo che sembrava come impazzito.
Saltava ed urlava e non riuscivamo a capire cosa avesse!
"Ma perché dice così? Che è successo? E dov'è il sacco con quella sostanza?" chiesi agitata.
Era incredibile come anche qui corressimo dei rischi, pur non essendo lì fuori alla mercé del caos.

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Garion, in balia della paura ma anche di uno strano compiacimento nel trovarsi in quella situazione con la bella zia, si fece coraggio ed andò con Destresya verso il giardinetto.
Cominciavano a piacergli le attenzioni che la sua aveva per lui, il suo essere protettiva ed affettuosa.
Ma anche come lo abbracciava e lo stringeva, facendogli sentire le forme del suo corpo giunonico e generoso.
Strani pensieri cominciarono ad affollare la mente e la fantasia di Garion.
Ma tutto ciò fu bruscamente spazzato via da ciò che videro nel giardinetto davanti al garage.
La figura si alzò in piedi e si mostrò finalmente a Destresya ed a suo nipote.
Aveva aspetto perfettamente umano, con lineamenti puliti e ben fatti, capelli bruni ed occhi chiari e magnetici che sembravano brillare nella penombra.
Ed era completamente nudo.

Fu davvero improvviso, mi cinse i fianchi e il suo volto si avvicinò lentamente al mio, osservando le sue labbra appoggiarsi sulle mie che calde si aprirono accogliendo quel bacio, intenso e profondo e molto dolce al tempo stesso.
Assaporai il profumo di lui, delle sue labbra, in quel momento apocalittico nulla più esisteva tranne noi.
Sospirai e gli sorrisi.."Cosa penso? A tante cose...ora a noi due, siamo diversi eppure questo bacio mi ha dato una sensazione intensa" appoggiando la testa al suo petto "A volte pure una donna forte e al comando ha bisogno di sicurezze, e mi chiedo se vale la pena lasciarsi andare se poi dovrò tornare nel mio Regno" socchiudendo gli occhi.

Restai lì immobile col mio piccino vicino.
Non riuscivo a pensare a niente, mi sembrava tutto così assurdo che mi chiedevo se non stessi sognando.
Ma le sensazioni erano così vive che era impossibile non comprendere quanto fossi sveglia, sentivo la paura inondarmi, ma anche una strana curiosità.
Ero lì immobile a fissare quello strano essere che ora, alla luce di quei lampi, mi apparve non come un extraterreste stile E.T. ma come una specie di uomo, dagli occhi chiari e dal corpo possente, che potevo ammirare interamente dato che se ne stava nudo davanti a me.
E non c'erano dubbi che fosse un uomo, almeno da quel punto di vista.
"Che diavolo è?" sussurrai fissandolo intensamente.
Ero come ipnotizzata da quella figura.
"Non sembra un alieno.." commentai.
Stringendo forte il piccolo a me mi avvicinai di un passo, osservandolo meglio.

Quel bacio, dolce ed intenso, caldo e rassicurante aveva unito per un attimo che parve infinito Altea ad Ivaz.
Poi il volto di lei di posò sul petto forte di lui, rendendone non solo i muscoli, ma anche il cuore di quel giornalista che ora batteva forte.
"Qualcuno ha scritto" disse piano Ivaz "che l'Amore si fa beffe delle distanze e del Tempo... ed io non voglio pensare accadrà dopo al mondo ed a tutti noi... voglio pensare solo a questo momento... solo a noi..." e la baciò di nuovo.

Sentivo il suo cuore pulsare forte, solo per me...chissà se quel cuore pulsava solo per me in quel modo, forte e palpitante.
Ascoltai le sue parole e guardai i suoi occhi azzurri profondamente "Noi esistiamo ed esisteremo per sempre sospesi in un filo invisibile, è vero. Ci porterà a pensarci, a sognarci e desiderarci al di là di ogni spazio e tempo, al di là dei mari, dei monti e molto altro ancora...forse io e te siamo legati per l' eternità, destinati a rincorrerci e poi trovarci in un bacio conosciuto da sempre ma delle emozioni sempre nuove" e mi incatenai nuovamente alle sue labbra stringendo i suoi capelli, a voler diventare una unica persona con lui come già lo eravamo, sotto forme diverse e sotto nomi diversi.

L'uomo continuava a gridare, a sbraitare ed a maledire gli alieni davanti a Gwen e agli altri.
“Cerca di calmarti, altrimenti non possiamo aiutarti.” Disse Elv.
“Non capite?” Urlò l'uomo.
“Fino a quando griderai come un ossesso” fece Ozzl “nessuno capirà nulla!”
“Quel maledetto...” l'uomo “... mi ha infettato! Il suo fluido è entrato in contatto con la mia pelle, i miei tessuti! Sono finito, sono spacciato!” Come fosse impazzito.

Era un giovane uomo bianco, dai capelli mossi e bruni, gli occhi ora più riconoscibili in quell'azzurro limpido schiarito dalla Luna che cominciava ad affacciarsi sognante nel giardinetto.
“Sono...” disse lui fissando Destresya e Garion “... sono sul pianeta Terra, vero?”
Garion si strinse spaventato a sua zia.

Le loro labbra si unirono, premendo le une sulle altre, fino a schiudersi, ad unirsi ed a confondersi, assaporandosi reciprocamente in un caldo bacio ammaliante, iponitico.
Altea affondava le sue dita nei capelli lunghi di Icaz, mentre lui la stringeva a se, contro il suo petto asciutto e robusto, conta da quelle braccia decise e protettive.
“Sei una poetessa” disse lui baciandola “o solo la dea dell'amore?”

Lo fissavo, rapita e imbambolata da quella visione.
Quel corpo perfetto, gli occhi di un azzurro così intenso e limpido, mi provocavano uno strano effetto, come ipnotico.
Poi alle sue parole spalancai la bocca e lo sguardo, incapace di dire alcunchè.
Mai uno si aspetterebbe di sentirsi rivolgere una domanda simile.
Forse avrei dovuto avere paura, ma il suo aspetto e la sua voce mi rassicuravano.
"Sì.." dissi, dolcemente, avvicinandomi di un passo "Sei sulla terra ma... chi sei tu?" fissandolo tutto, senza pudore alcuno.

Lui continuava ad urlare, e urlare, e agitarsi, senza farci capire nulla!
Alla fine, vuotò il sacco.
Era infetto.
Guardai Elv terrorizzata.
E ora?
"Temo sarà un problema per tutti noi..." gli dissi piano, con tono grave.
"Non credo ci siano molte possibilità per lui..."

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Era nudo, completamente, davanti a Destresya ed a Garion.
Lei si avvicinò, con il nipotino che impaurito ed incredulo stava attaccato alla zia.
“Sono Sogea, principe del pianeta Nerk, della nebulosa del Cigno.” Disse lui. “Dunque...” guardandoli, soprattutto lei “... siete voi i terrestri...”

“Si, la ragazza ha ragione...” disse sudato ed agitato l'uomo indicando Gwen “... mi ha infettato... alla radio hanno detto che i loro fluidi rendono gli uomini degli automi che obbediscono agli alieni... quando nel mio sangue sarà giunto quel fluido io potrei uccidervi tutti!”
“Come diavolo fai a sapere queste cose?” Ozzl.
“La radio lo ha detto, razza di idiota!” Urlò l'uomo.
“Ma se radio e tv sono saltate in tutta la cittadina!” Lion.

Annuii gravemente.
Non avrei voluto pensarlo, ma si trattava di una sofferenza per lui e un pericolo per noi.
E mi dispiaceva perché ci aveva accolti per salvarci, quando fuori tutti volevano solo assalirci.
"Ha ragione. Anche io l'ho sentito alla radio, l'ho sentito questa mattina, prima di lasciare la scuola" confermai.

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Che mi prenda un colpo!
Questa sì che era bella, mi sembrava di essere stata catapultata in un film di fantascienza.
Beh, se quelli erano gli alieni, l'invasione della terra non mi sembrava poi così male!
lo fissai tutto, intensamente.
"Io sono Destresya, e lui è il mio nipotino Garion!" stringendo a me il piccolo.
"Cosa.. cosa ti porta sulla terra, principe Sogea?" chiesi, sempre più incuriosita da quell'essere così affascinante e magnetico.

“Si, lo hanno detto in più trasmissioni...” disse l'uomo annuendo a Gwen.
“Noi non siamo assassini e non ti uccideremo.” Elv.
“Allora sarò io ad uccidere voi!” Urlò l'uomo.
“Che facciamo, capo?” Lion ad Ozzl.
“Non lo so, stramaledizione!” Ozzl confuso e spaventato.

“Siete stati invasi da un popolo molto violento...” disse il principe alieno a Destresya “... si tratta dei feroci Dykk... giunti per cancellare ogni traccia di vita sulla Terra ed appropriarsi di tutte le risorse del pianeta.” Restando nudo davanti a loro come fosse la cosa più naturale del mondo.

Non sapevamo che fare, Elv non voleva ucciderlo, ma non potevamo continuare così.
Mi avvicinai a lui.
"Si tratta di mettere fine alla sua sofferenza, non è certo contento di trovarsi in quello stato..." gli dissi piano.
"Non si parla di uccidere..."

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"Invece si." Disse Elv a Gwen. "Si tratta proprio di ucciderlo, di un omicidio."
"Andiamo via e lasciamolo qui." Fece Ozzl. "Non saremo responsabili della sua vita così."

Sospirai scuotendo il capo.
Che brutta situazione.
Nessuno aveva torto, ma non voleva dire che tutti avessero ragione.
Anche a me turbava in pensiero di mettere fine alla vita di qualcuno, ma pensare che vivendo soffrisse era anche peggio.
Ascoltai Ozzl e pensai.
"Sì... Forse è la scelta più giusta..." convenni alla fine, con immenso dispiacere.

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