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Sospirai appena e diedi ordine ad una domestica di portare del the con dei biscotti sedendomi poi al tavolino della veranda vicino l'ingresso.
"Sono riuscita a far avere lo spettacolo a quelle persone, devo andare fino in fondo." |
La testa mi sanguinava e avevo tutte le ossa ammaccate. Mi guardavo intorno cercando di capire dove fossi, ma ero troppo intontita. Mi feci forza e mi rimisi in piedi, nonostante la paura di restare uccisa sotto i bombardamenti, ma anche un solo passo mi recava dolore.
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Clio simulò quella situazione ed attese.
Sentì così dei passi tra la vegetazione. Erano dei cavalli. Due. Un attimo dopo intravide tra i cespugli due uomini a cavallo, abbigliati come signorotti locali ma dai modi grezzi. “Lo troveremo...” disse uno dei due all'altro. “E dopo?” Chiese il secondo. “Metteremo fine alla nostra faida.” Annuì il primo. Tutto ciò mentre Icarius giaceva senza conoscenza e Clio gli stava sopra. |
Rimasi di sasso, immobile, impreparata a quel gesto che più che fisico, vissi come uno schiaffo morale.
Una doccia gelata che uccise il mio sorriso nel giro di un istante. Non era mia intenzione farlo arrabbiare, non lo era mai stato. Cercavo solo di affermare me stessa in qualche modo e in questo caso avevo miseramente fallito. << Zio Charlie..>> entrai nel retro ignorando il dolore alla guancia, ignorando il fermento di rabbia che avevo dentro, decisi di ignorarlo perché avevo compreso la motivazione che aveva portato mio zio a quel gesto. << Ti voglio bene, scusami tanto >> lo abbracciai forte. Lui l'uomo che mi aveva cresciuta, più di un padre, di un amico, di un fratello. L'unico uomo che sapevo mi sarebbe sempre stato accanto e che mi avrebbe protetta. << Se... Se tu vuoi che >> faticai a continuare con un nodo in gola,<< se pensi che per me sia meglio allora smetterò di andare alla Marchesa delle Rose>> sospirai , quella rinuncia sebbene ancora ipotetica, mi faceva già soffrire. << Sai che farei tutto per te, come tu lo hai fatto per me >> |
L'imbarcazione scivolava lenta sulle acque, cercando di non attirare l'attenzione delle fregate all'imbocco del porto.
A bordo tutti erano preoccupati ed impauriti. Altea si guardava attorno in balia di vari pensieri. “Diteci...” disse uno dei passeggeri all'uomo che governava la barca “... dove siamo diretti?” “Non voglio essere seccato.” Sbottò l'uomo. |
“Beh, se hai ottenuto il consenso per lo spettacolo” disse Costanza sedendosi accanto a Gwen “non vedo perchè tu ora debba ancora prodigarti in modo così esasperato. Cos'altro devi fare? Ora spetta a quegli artisti preparare il tutto. Il tuo compito è finito, no?”
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Bene, e ora?
Cosa dovevo rispondere? " In realtà oggi lord Rovolin voleva parlare col titolare dello spettacolo e volevo esserci anch'io, visto che ho fatto da intermediario fin'ora." Conciso, logico e inoppugnabile. Non poteva dire nulla. O almeno, lo speravo. |
A quella risposta lanciai una occhiataccia all' uomo..."È inutile parlare con lui...Non ne ricaveremo nulla". Speravo solo fosse uno stupido uomo e non un imbroglione..e se fosse stato un mercante di schiavi? Non volevo nemmeno pensarci e presi dal bustino la spilla rimanendo in silenzio, la sfioravo come una carezza...in questi momenti si pensava ai propri errori commessi nella vita.
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“Non ti ho mai vietato nulla” disse lo zio di Dacey con tono cupo “e non comincerò adesso. Ora scusami, ho del lavoro da fare...” e portò fuori alcune casse di legno per l'inventario.
Quello schiaffo aveva fatto male anche a lui. |
Costanza a quelle parole di Gwen mostrò una smorfia di perplessità, per poi annuire.
“Speriamo solo che lo spettacolo vada in scena presto” disse “e che questa storia finisca il prima possibile.” |
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