Bafon annuì ad Altea.
Allora fece chiamare il capo della vigilanza privata che si occupava della sicurezza del palazzo.
Pochi minuti dopo Luc, il leader dei vigilanti, si presentò da Altea.
Era questi un uomo dall'aspetto pratico e gradevole presenza, aitante, dallo sguardo penetrante e dall'aria sicura.
"Buongiorno, signora." Salutandola e fissandola.
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"Beh, facciamo un patto..." disse dipingendo divertito Elv a Gwen "... ognuno dirà ciò che sta pensando... ci stai?"

Alzai gli occhi in su, in uno sbuffo divertito.
"Va bene..." acconsentii "Però lascio l'onore di iniziare al padrone di casa" con un risolino curioso.

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"Ma non dovrebbe essere la modella" disse Elv ridendo "a rivelare i suoi più segreti ed intimi pensieri all'artista?" Fissandola mentre preparava altri colori.

"Attenzione, grande artista" divertita "Hai detto che ognuno di noi doveva farlo, dunque adesso inizi tu" con tono fintamente altezzoso.
"Oppure, i pensieri del talentuoso Lebel sono così intimi e profondi da non poter essere rivelati?" stuzzicandolo.

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Lui la guardò con i suoi occhi neri che si illuminarono come il sorriso che le mostrò.
"Eh, sei furba..." disse a Gwen "... ma mi sembra giusto... beh, stavo pensando che sei molto diversa da come solitamente appari nella galleria... così seria, quasi austera... ora invece sei qui... meravigliosamente nuda... in posa con naturalezza..." indicando con lo sguardo il corpo di lei "... senza falsi moralismi o ipocrisie varie..." lasciando la tela ed avvicinandosi a lei "... ecco, ora sai a cosa pensavo..." chinandosi davanti a lei che stava sul lettino, all'altezza dei suoi seni e delle sue gambe.

Quasi trattenni il fiato in apnea alla luce nel suo sorriso e nei suoi occhi accesi.
Ridacchiai al suo commento, poi rimasi ad ascoltare la risposta alla mia domanda.
Mi piacquero le sue parole.
Lo seguii con lo sguardo, mentre si avvicinava a me.
Allora rotolai su un fianco e poggiai la testa sulla mano, il gomito che affondava nel materasso.
Sorrisi pensierosa.
"Anche io penso che tu appaia molto diverso, qui..." iniziai, osservandolo attentamente "Come se questa fosse una tua dimensione più personale, privata, intimistica, quasi si trattasse di una porzione solo tua..." risposi, poi sorrisi.
"Ora siamo pari" dissi poi, pizzicandogli appena il naso con fare divertito.

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Era nuda davanti a lui, con naturalezza e senza imbarazzo, voltata su un fianco e con la testa sulla mano.
Elv fece una smorfia divertita quando Gwen gli pizzicò il naso.
“Mi piaci come modella...” disse mentre le spostava una ciocca di capelli che era scesa a coprire parte del suo seno “... e mi piace dipingerti, oltre che guardarti..." fissandola.
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Sorrisi divertita alla sua smorfia, poi lui spostò una ciocca di capelli, sfiorando appena la mia pelle, quasi per sbaglio.
"Beh, siamo qui proprio per questo, no?" mormorai, con uno sguardo più attento, enigmatico, quasi dolce.
Ciò che avevo notato, era che fin da subito qualcosa si era stabilito fra noi.
Non sapevo se fosse ciò di cui aveva parlato lui prima, ma mai avevo provato una cosa simile.
Quel bisogno di guardarsi, di toccarsi, di avvicinarsi l'uno all'altra.
"Anche a me piace guardarti..." dissi piano, guardando i suoi occhi neri "Ahimè non posso dire la stessa cosa per la pittura..." sorridendo divertita.

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"Ma a me" disse Elv con gli occhi in quelli di Gwen "piace anche toccarti..." cominciando a sfiorare piano il fianco di lei, scivolando poi con le dita fino alla sua gamba.