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Mi avvicinai a lui, in quella penombra vaga e sognante, quasi facessi fatica a stargli lontana, anche per un istante.
Lo sfiorai piano, mentre lo osservavo preparare quel letto con così tanta cura. Anche in quel momento mi appariva bellissimo. Poi quelle parole, che non compresi appieno. Tuttavia ubbidii docilmente, salendo su quel letto morbido, intriso del suo profumo. Era tutto così strano, non sapevo nemmeno come dovevo sedermi, il cuore accelerava a quella strana sensazione di eccitante ignoto che mi aspettava. Prima però che potessi sedermi, lui mi si avvicinò, massaggiandomi le spalle. Portai la testa all'indietro, guardandolo negli occhi al contrario. Era ancora bellissimo, lo sarebbe stato da qualunque angolazione possibile. Poi mi voltai verso di lui e lo cinsi con le braccia sui suoi fianchi. Il letto era sicuramente importane: mi aveva portato lì, mi aveva detto di sedermi. Ero sempre più eccitata e curiosa da quel gioco sconosciuto. Così, quasi senza accorgermene, tenendolo per un momento con una presa di lotta, mi lasciai andare e lo portai con me, affondando su quel letto soffice. Ora i nostri corpi nudi erano così vicini, e potevo sentire il suo cuore battere contro il mio. Allora lo baciai di nuovo, mentre le mie mani percorrevano appassionate tutto il suo corpo. |
Gaynor si dimostrava non solo bella, ma anche determinata.
“Ha un bel caratterino...” disse sbuffando Gozz “... ma anche il resto non è niente male...” guardandola “... insomma non vuole aiutare la legge, eh? Beh, visto non c'è verso credo sia meglio andare... peccato, poteva entrare liberamente sul set grazie a noi...” |
Non accadde niente.
O almeno credevo. Non vidi nulla, ma sentii un forte odore. Poi, svenni. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quel messaggio durò poco.
Un attimo dopo Clio cinse con le braccia i fianchi di Icarius ed i due si ritrovarono stesi su quel letto, l'uno contro l'altra. Si baciavano e si toccavano reciprocamente. E più si baciavano, più le loro mani percorrevano quei corpi nudi in tutte le loro forme. Era un gioco sempre più forte, più profondo, più eccitante. Icarius baciava la bella musa e con le mani stringeva i suoi seni. Poi una delle sue mani prese a scendere, in una lunga e sensuale carezza, fino a raggiungere le sue gambe. E tra le cosce di lei, quelle dita la toccarono dove la ragazza era più calda, più sensibile, più indifesa. Una meravigliosa carezza che in un attimo fece impazzire la regina, che sconvolta da tanto piacere non riusciva a fare altro che gemere. Gemere forte. |
Gwen pian piano aprì gli occhi.
Ci mise qualche istante per realizzare dove fosse. Si trattava di una bella camera da letto, arredata non con con sfarzo, ma con gusto e stile. Una grande finestra illuminava l'ambiente, con una tendina rossa abbassata affinchè il Sole non fosse troppo forte. Un attimo dopo si accorse di essere nuda sotto le coperte ed una elegante vestaglia di seta era piegata su una sedia accanto a lei. Si accorse allora di un dipinto sulla parete. Raffigurava una scena mitologica: il ratto di Proserpina. http://1.bp.blogspot.com/-sqWQW-F7xl...proserpina.jpg |
Quei baci, infuocati, passionali, voraci.
Quelle carezze, così vogliose, avide, appassionate. I nostri respiri che si fondevano l'un l'altro mentre i corpi si sfioravano, ancora e ancora in un nuovo gioco senza fine, che aveva ripreso a sconvolgermi. Se il mio corpo credeva di aver avuto un attimo di tregua, si sbagliava di grosso. Quel fuoco era lì, pronto a divorarmi, reso ancora più inteso e potente da quell'attesa che si protraeva ancora e sembrava volesse non finire mai. Ma quella tortura era comunque meravigliosa. Amavo ogni istante di quell'attesa, ogni momento racchiuso in quella strana bolla in cui ci eravamo rintanati. Amavo quello sguardo appassionato che mi divorava e faceva sentire viva e bellissima. Amavo quella creatura meravigliosa che mi aveva sconvolto la vita. Amavo quelle carezze.. quelle carezze che mi sconvolgevano che... Che... Che.. D'un tratto anche formulare una frase nella mia testa divenne impossibile. Un fuoco nuovo, intenso, caldo, mi attraversò. Un fuoco fatto di un piacere che non conoscevo. Un piacere capace di ottenebrare ogni pensiero, catalizzare ogni sensazione, custodire ogni fremito. Spalancai gli occhi, incredula, trovando i suoi vicinissimi ai mei, e mi aggrappai forse fin troppo forte al suo collo, quasi fossi incapace di reggermi, anche se ero sdraiata. Allora piano, ancora sconvolta da tutto quello, mentre i miei occhi piano cambiavano espressione, mi abbandonai. Mi abbandonai completamente, lasciando che la testa cadesse all'indietro, lasciando che il quel piacere attraversasse tutto il mio corpo, incapace di trattenere i gemiti che tutto quello mi provocava. Erano gemiti forti, intensi, incontrollati. Avevo completamente perso il controllo del mio corpo, ed era la cosa più bella che avessi mai provato prima. |
Clio era come folle.
Folle di desiderio, di piacere, di godimento. Folle per quell'estasi senza fine, che la riempiva e la svuotava, stravolgendola. La mano di Icarius non si fermava e lei doveva tenersi ferma alle lenzuola, con le gambe piegate contro il petto di lui, che la guardava mentre godeva. E più lei gemeva, più lui non si fermava. Fino a quando, vinto dalla bellezza di quegli occhi chiari, di quella pelle bianca e quelle labbra rosse di passione, si chinò e raggiunse i suoi seni turgidi. E cominciò a baciarli, a succhiarli, ad assaporarli, senza però smettere di giocare fra le gambe di lei con quelle dita che muoveva e faceva vibrare come nessun altro. |
Non capivo più niente, non riuscivo a pensare, a respirare.
Tutto era concentrato in quel piacere così intenso, che a stento riuscivo a sopportare. Quando i miei occhi incrociavano i suoi, ogni cosa mi sembrava più intensa, più eccitante. Stavo bruciando, letteralmente bruciando, in quella meravigliosa tortura delle sue mani abili e implacabili. Poi si chinò su di me, intrappolando di nuovo i miei seni con le sue labbra, giocandoci, assaporandoli, baciandoli, senza smettere di farmi fremere con le sue mani. Allora davvero non capii più niente. La testa cadde all'indietro, incapace di reggere, mentre tutto il mio corpo era in sua balia, e lui ci giocava, lo baciava, adorava e faceva vibrare come nessuno mai aveva fatto, e nessuno mai avrebbe più fatto. Lui era l'unico padrone di quel corpo ormai, e io non desideravo altro che essere sua, completamente, totalmente, finché la mia esistenza non diventasse un tutt'uno con la sua. |
Alla fine non ci fu più controllo, più resistenza, più nulla.
Le labbra di Icarius lasciarono quei seni e raggiunsero la bocca di Clio. Si baciarono, a lungo, persi sulle loro lingue ardenti, infuocate. E finalmente la prese. Il giovane pittore fece sua la bellissima regina. Allora tutto quel piacere, quella febbrile attesa, quella meravigliosa tortura, tutto ciò che era stato trovò sollievo, sfogo, godimento. La forte regina spaziale, l'eroina di mille anni luce, la musa delle distanze siderali, abituata a cavalcare il cosmo, a lottare contro forze galattiche, a domare ribellioni e proclamare giustizia su sistemi planetari e ammassi di galassie sconosciute, era ora in balia di quell'uomo, di quel comune terrestre, di quell'essere umano. Fra le sue braccia, contro il suo petto, Clio era persa. Persa nell'ardore, nella forza e nella passione di quel giovane e semisconosciuto pittore. Sotto la foga del suo corpo, tra i cigolio folle del letto, non poteva non godere, non gemere, non impazzire. Stava scoprendo l'Amore ed il sesso, la felicità, il piacere e la vita stessa. I loro corpi nudi erano sudati, tesi, caldi ed insaziabili. Era una danza primordiale, una lotta corpo a corpo ed istintiva. Mai poteva credere, prima di quel momento, che un uomo avesse tanta forza, tanto slancio. Per poterla domare, dominare, renderla preda, sottomessa, quasi intimorita, ma soprattutto donna. E si amarono. Si amarono per ore, in una stanza ormai ardente della loro passione. http://www.stile.it/wp-content/uploa...8900_SMALL.jpg |
Quando mi lasciò, per un istante, un breve istante credetti di poter ricominciare a pensare.
Mentre il suo viso si avvicinava al mio, mi chiesi se la fine non fosse vicina. Perché dove ancora potevo spingermi? Dove poteva ancora condurci quel gioco così intenso e appassionato? Ma quello non era che l'inizio, in realtà. Lo capii, lo percepii quando le sue labbra raggiunsero le mie, una volta ancora. Ormai quei baci erano parte integrante del mio essere. Ma poi tutto cambiò, il suo sguardo, il tocco delle sue mani. Allora capii, capii che sarei stata sua, irrimediabilmente, e il cuore accelerò, se possibile, ancora di più. Ogni cosa che avevo provato quel giorno, ogni emozione, ogni sensazione, sembravano focalizzate a quel momento, a quello sguardo di lui che si avvicinava sempre di più. Come se l'attesa fosse sublimata da quell'intenso momento di piacere. Tutto questo pregustavo nei suoi occhi. Ed infine mi fece sua, con impeto, passione incontrollata, e infinito Amore. Restai sorpresa dal dolore prima, e sconvolta, conquistata e sedotta dal piacere poi. Quel piacere così intenso, travolgente, reso ancor più forte dall'unione dei nostri cuori a quella danza primordiale e impetuosa. Quel piacere che sembrava arrivare a far gemere persino la mia anima. Quel piacere che cancellava ogni altra cosa, ogni fenomeno nell'universo. Niente, niente era paragonabile a quel momento, a quel gioco eccitante e appagante, a quel contatto di corpi che si rincorrevano, prendevano, trovavano, amavano. Niente. O almeno così credetti finché non fu così intenso, travolgente, caldo da apparire insopportabile.. una felicità troppo grande, un piacere troppo intenso. Finchè quel fuoco non si rivelò in realtà esplosivo, che detonò in me, sfinendomi e soddisfandomi completamente, mentre il mondo intorno a me spariva. Allora strinsi forte la mano di Icarius e mi abbandonai a quel mare di fuoco, incapace di trattenere le grida che, liberatorie, seguivano quell'esplosione di piacere. |
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