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"Milady..." disse Svevos a Dacey "... voi siete la promessa sposa di quel cortigiano e di certo potrete avanzare pretese o richieste al vostro futuro marito... siete la nostra unica speranza."
"Avete dunque un piano?" Chiese Frate Roberto. "Si, voi e milady dovete trovare il modo per raggiungere il luogo in cui sono custoditi i corredi d'armi." Svevos. "Posso fidarmi solo di voi e di milady." |
Annuii calma a Svevos mentre dentro ero agitata.
Se davvero il destinatario dell'armatura era quel Guisgard... Ero impaziente di correre da Jean e raccontargli tutto. << Si, avete ragione. Il mio futuro sposo potrebbe aiutarci, vedrò di fare il possibile, non temete, capisco quanto sia importante. In fondo tutti dovrebbero poter partecipare al torneo e se quest'uomo non ha ora un'armatura e voi Svevos siete disposto a prestargliela, direi che è un'ottima combinazione allora. Stare pur certo che io vi aiuterò >> dissi con un sorriso appena accennato. |
"È stato un azzardo arrivare sin qui..." disse Adespos a Gaynor "... poteva assalirti qualche fiera selvatica, o, peggio, potevano vederti i soldati del Maresciallo." Accarezzandole i capelli. "Ma non riesco ad essere arrabbiato... sono felice di rivederti." Guardandola negli occhi. "La tua cavalla ha bisogno di riposo, ma presto potrà di nuovo correre come prima. Dimmi, hai fame?" Sorridendole.
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Monsperon era viva e fremente di gente e cavalieri ma trasalii quando seppi si doveva andare al castello baronale, ma ser Alvaro procedeva senza indugi.
Ci mettemmo in coda ad aspettare, i partecipanti erano molti, indossai il cappuccio del mantello e dissi piano al Cavaliere ..."Sapete qui sotto vi è prigioniero mio fratello Tomas? Non volevo venire qui..badate di non mettermi nei guai. Non fate riferimenti sulla rocca, direte arrivate da Fiorenza e soggiornerete in taverna...io vi aspetterò in disparte, poi andremo da Milla così le chiederete di farvi da madrina, io sono solo la serva della taverna che vi ho accompagnata semmai dovessero vedermi" e lo guardai con un cenno di intesa, allontanandomi leggermente da lui e guardando i cavalieri, trattenendo una risata per certe buffe bardature. |
“Si, ma badate di tenere il tutto segreto, milady.” Disse Frate Roberto a Dacey. “Voi dovete solo trovare il modo di poter uscire dal castello. Nessuno deve sapere di questa storia, neanche il vostro futuro sposo.”
“Perchè dite ciò, padre?” Stupita Dauna. “Dubitate dunque di tutti?” “Signora...” il frate “... tutti coloro che circondano il barone non sono diversi da lui. Nel bosco vi sono molte bestie pericolose. Alcune come il lupo ululano e ringhiano, mostrando la loro ferocia. Altre invece sono silenziose come serpi, celando il loro veleno sotto le spoglie della pacatezza. Se davvero in questo castello vi fossero uomini giusti, di certo non resterebbero al servizio del tiranno.” Guardò Dacey. “Dunque dovete celare questo segreto, milady.” |
Clio si avvicinò alle due curiose figure incappucciate.
Talmente vicino da poter udire ciò che si dicevano. “Il lupo” disse uno dei due all'altro “sa bene che attaccare il gregge raccolto è più semplice. Ma perchè raduna le pecore?” “Di certo” fece l'altro “per poter trovare quelle che ancora deve tosare.” “Non lo so...” mormorò il primo che aveva parlato “... forse cerca una pecora in particolare... una pecora che difficilmente potrà resistere al richiamo del cane pastore...” |
Il padrone fissò Gwen, per poi tagliare una fetta di formaggio.
“Detesto” disse “le ragazze che mascherano la loro indole dietro una falsa virtù. Cosa c'è? Vuoi farmi credere che sei timida? Non esistono donne virtuose. Siete tutte uguali.” Bevendo del vino. |
Mi avvicinai di soppiatto alle due figure, e immediatamente compresi di aver fatto centro.
Anche se parlavano in codice non era difficile comprendere a che cosa si stessero riferendo. Erano senza dubbio briganti, e forse avrei potuto seguirli, chissà magari avrei scoperto qualcosa. Ma da come parlavano, però sembravano non sapere chi stavano cercando. Possibile? Dunque Guisgard non era in combutta coi briganti? Nulla toglieva però che potessero diventare alleati, avendo il medesimo nemico. E io dovevo concentrarmi sui briganti, non su Guisgard, quindi comunque fosse quei due facevano al caso mio. Sempre confusa tra la folla e tenendo sotto controllo i due unicamente con la coda dell'occhio continuai ad ascoltare. |
“Perdonatemi se venire qui vi ha turbata a causa di vostro fratello.” Disse Alvaro ad Altea. “Facciamo così... io vo ad iscrivermi al torneo, mentre voi attenderete subito fuori dal castello. Quanto alla mia madrina, mi garberebbe avere voi poiché siete la mia unica amica qui e mi avete aiutato sin dal mio arrivo in codesto luogo. Ma se ciò non vi garba, allora chiederò di essere il campione della vostra amica.”
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Deglutii , mi sentivo davvero in difficoltà.
Non mi avrebbero mai permesso di uscire senza saperne il motivo, come potevo non dire nulla. Mi ritrovai ad un bivio. O rinunciare all'occasione di scoprire se quel Guisgard era nei paraggi, scoprire il suo covo e farlo catturare oppure mentire alle persone che avevo davanti, sentivo che era sbagliato ma l'idea di passare la mia vita come concubina del barone mi faceva ribrezzo e non avevo certo intenzione di ingerire il veleno per sottrarmi a quel destino. << Non temete frate. Non dirò nulla >> e con quelle parole suggellai la mia menzogna |
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