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“Dunque” disse uno dei due all'altro “cosa facciamo?”
“Continuiamo a tenere d'occhio le pecore che corrono belanti all'ovile...” rispose l'altro “... se non riconosceremo segni particolari in nessuna di esse, torneremo allora dal mastro fattore e dovrà pensare a fare formaggi senza questo latte.” Tutto ciò udito da Clio. |
Strinsi forte un lembo della gonna sotto il tavolo per non insultarlo.
Contai fino a dieci, respirai e tentai di calmarmi. "Francamente non mi interessa se una donna nella vostra vita vi abbia fatto giungere a questa conclusione, ma ad essere sincera non capisco cos'abbia fatto io per farvelo pensare'' guardandolo, per poi riprendere a mangiare "Almeno so per certo che gli uomini non sono tutti uguali e per fortuna sanno che nemmeno tutte le donne lo sono..." mormorai, con un leggero velo di tristezza, pensando a Emon. Non gli avrei mai permesso di infangare il mio onore, anche a costo di farmi ammazzare. "Se vi interessa tanto saperlo, comunque, i miei genitori sono stati uccisi, davanti ai miei occhi e sono dovuta scappare qui. Ecco perchè non amo parlare di me" dissi, guardandolo negli occhi, mentre i miei diventavano lucidi. |
"Vi ringrazio per capirmi" sorrisi"...e va bene..visto ci tenete tanto sarò la vostra madrina..per la amicizia avete detto di dimostrarmi, e mi fa onore milord".
Fu cosi che lo lasciai entrare e io rimasi ad aspettare fuori, sedendomi nello stesso posto dove eravamo seduti la scorsa volta io e frate Roberto..proprio quando quei teatranti parlavano del misterioso cavaliere senza nome di Altafonte..già..e tutti i grandi di Capomazda. |
Nascosi un sorrisetto divertito a quelle parole dei due uomini misteriosi.
A quanto pareva tutti stavano tenendo d'occhio i partecipanti al torneo, mi immaginavo un povero cavaliere forestiero che non sapeva nulla delle sventure di quella terra. Ma da come parlavano non sembravano interessati a partecipare. Segni particolari. Già, la stessa cosa che avrei dovuto cercare io. Un segno che mi indicasse dove guardare o meglio, che mi facesse comprendere chi avevo davanti. E una mezza idea ce l'avevo, pensai con un sorriso. Piantala, hai altro da fare ora... Quella voce interiore aveva ragione, stavo pensando troppo a cose che non mi riguardavano, a persone che avrei dovuto allontanare dalla mia mente mentre dovevo concentrarmi su quei due. Perché infondo vedere la casa del mastro fattore non mi sarebbe dispiaciuto neanche un po'. Sì, dovevo assolutamente seguirli senza farmi vedere. |
Frate Roberto per un lungo istante fissò Dacey negli occhi.
“Bene, figliola...” disse poi annuendo “... anche se siamo di Fedi diverse, entrambi adoriamo il medesimo Dio ed Egli odia la menzogna. Dunque ci fideremo di voi.” “Si, io mi fido di lady Dacey.” Annuì Svevos. “Solo da lei abbiamo ricevuto pietà e comprensione in questo posto. Lei che è una Musulmana in un castello di falsi Cattolici.” “Ebbene, svelate il vostro piano, così che decideremo il da farsi.” Il frate. “Presso la città di Fertaldos” mormorò Svevos “tutti conoscono Carlon di Clantes. Consegnategli questa carta...” mostrando un documento al frate e a Dacey “... Carlon custodisce sei bardature di Seina, la peggiore delle quali sarebbe degna di una testa coronata, insieme a dieci magnifici destrieri, dove il meno vigoroso di essi lo sceglierei senza indugio se dovessi battermi per la mia testa. Carlon lascerà a voi la scelta e potrà fornirvi tutto il necessario per il torneo. E quando tale giostra sarà terminata gli restituirete il tutto. A meno che non abbiate il denaro necessario per pagarne il valore al proprietario.” “Sembra un buon piano...” commentò il religioso “... ma come detto non potrò recarmi di persona, essendo un chierico e dunque sempre seguito dagli occhi attenti dei soldati. Ci aiuterà dunque milady...” fissando Dacey. “Come?” Chiese Dauna. “Troveremo un piano...” mormorò il religioso “... magari approfittando della passione che il barone nutre per i cavalli... si potrebbe inscenare una falsa compravendita... voi siete un cavaliere normanno, dunque avvezzo a trattare con Ebrei ed Islamici, visto vivono con voi nelle terre del Sud... ebbene informerete il barone di aver bloccato la vendita di un magnifico cavallo e che essendo ora impossibilitato a montarlo ne fate dono a lui per ricambiare la sua ospitalità. Con la sola condizione però di dover vincere la restia volontà del venditore a trattare con i Battezzati, essendo egli un Musulmano.” “E ciò ci gioverà?” Domandò Svevos. “Certo.” Sicuro il frate. “Non vi sono altri Musulmani qui a Monsperon, eccetto lady Dacey. E proprio per la sua smodata passione, il barone invierà milady per concludere l'acquisto del cavallo.” “Spero abbiate ragione, buon frate.” Perplesso Svevos, per poi guardare Dacey. http://www.brianrxm.com/comimg/cnsmovie_ivanhoe_05.jpg |
Il frate aveva un grande cervello, fui sorpresa di come, ricevute le informazioni da Svevos architettò subito quel piano. Non potei che accettare naturalmente.
Per un attimo nel mio cuore balenò anche una speranza. Se davvero mi avessero lasciata uscire sola dal castello... << Credo che la vostra idea si ben pensata e che funzionerà >> dissi entusiasta |
Il primo istinto del padrone fu quello di alzarsi, urlare e magari gettare a terra piatti, posate, bicchieri e tutto il cibo che era sulla tavola.
Poi quelle ultime parole di Gwen ed i suoi occhi appena lucidi. “Non do mai così tanta importanza ad una donna” disse bevendo per mandare giù la rabbia “da permettere che ella influenzi il modo di pensare ed agire. Mi spiace per i tuoi genitori, ma dopotutto se tu sia virtuosa o meno non è affar mio. A me basta che tu sia una degna schiava. Come va il dito? Ti provoca bruciore?” |
Vidi la rabbia nascere in lui. Temevo davvero che reagisse in malo modo, invece rimase calmo, se così possiamo dire.
Poi mi chiese del dito. Mi ero premurata di fasciarlo appena arrivata e non dava più tanto fastidio. "No, non molto..." risposi "Rimango comunque dell'idea che le donne non siano tutte uguali. Dubito che molte di loro saprebbero il significato di ogni singolo fiore che adorna il vostro bel giardino" dissi calma, guardandolo. |
Altea si sedette appena fuori dal castello, dove di solito c'erano mendicanti e bardi in attesa di ricevere qualcosa.
La dama così poteva vedere il via vai di soldati che animava quel passaggio. C'erano anche cavalieri, ansiosi di veder comparire i loro nomi nella lista dei partecipanti alla giostra. “Io ancora devo conoscere” disse ad un tratto qualcuno “un cavaliere in grado di disarcionarmi.” Era uno dei tanti cavalieri presenti, che insieme ad altri uomini d'armi attendevano di iscriversi al torneo. “Ma che dico? Non ho mai veduto un cavaliere che sia riuscito a scalfire il mio scudo o a strappare una piuma del mio elmo.” Gli altri risero. “Fillipo...” fece uno di quelli che lo ascoltavano “... sarai anche nobile e bello, ma converrai che ami spararle grosse!” Divertito. “Maremma Impastata!” Esclamò Fillipo. “Allora vi darò degna dimostrazione al torneo!” Si accorse di Altea. “Madama!” La chiamò. “Di grazia, avvicinatevi!” |
Sentivo le stupidità di quei cavalieri...uno si vantava di come fosse impavido...gliele avrei tolte io le piume dall' elmo..a quel Filippo.
Poi ad un tratto, proprio quel cavaliere, per misteriosi motivi si accorse di me e mi chiamò. Sospirai...pazienza, non rispondere a tono .. e alzandomi mi avvicinai "I miei saluti, avete bisogno di qualcosa?" http://i68.tinypic.com/ff1nrs.jpg |
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