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Quando Gwen tornò da Elv lo trovò davanti ad una birra che guardava il profilo di Uaarania City che si sbagliava contro un orizzonte fatto di grigiore ed ampie nuvole cariche d'acqua.
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"Sì, grazie, accanto alla mia, in modo che possa vegliare anche sul mio sonno!" sorrisi appena, guardando Cristiano lievemente divertita da quella farsa.Poi mi allontanai dalla segretaria e andai da Cristiano.
"Facciamo un giro, vuoi? C'è una cosa curiosa che vorrei mostrarti.. ma prima andiamo a cercare il tuo arazzo!" parlando a bassa voce, in modo che nessuno sentisse. |
Hiss ed Altea tornarono in albergo e lui posò la planimetria dell'Elyseum sulla scrivania.
"Beh, devo darci un'occhiata..." disse prendendo una matita ed un righello "... così, ad occhio e Croce, direi che tutta la parte sotterranea del castello non ha subito modifiche dal XVI secolo... il resto del maniero invece ne ha viste molte fino ai giorni nostri..." misurando la scia delle murature col righello "... quindi ogni analisi e studio deve riguardare i sotterranei della fortezza..." ad Altea. |
Lo vidi davanti al panorama grigio e carico di pioggia, a bere una birra.
Allora lo raggiunsi, sedendomi accanto a lui. Presi la sua birra e ne bevvi un sorso, rimanendo in silenzio. "Posso sapere cosa succede, per favore?" chiesi piano, con tono delicato, quasi cauto, sperando che mi rispondesse. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Cristiano annuì a Destresya ed insieme raggiunsero la galleria, dove si trovava l'affresco raffigurante l'inferno.
"Eccolo..." disse lui guardandolo "... questo affresco ha una storia incredibile... a tratti misteriosa, degna di un romanzo... o di una leggenda medioevale..." |
Lo seguii e lo accompagnai dove era custodito l'affresco che tanto lo affascinava.
Mi fermai anch'io a guardarlo, voltandomi però ad osservare i suoi occhi mentre lo guardava, non era poi così diverso dal modo in cui io osservavo il mio rubino. Sorrisi alle sue parole. "Ti va di raccontarmela?" fissandolo sorrridendo "Ora sono curiosa anch'io..". |
Ancora una volta, luci accese, telecamera pronta, la musica iniziò e io mi snaturai.
Dimenticai il mio nome e la mia origine, diventando solo Margherita. La voce sgorgava dalla mia gola, si inoltrava nello studio, scuoteva gli animi di chi ascoltava, accompagnando i movimenti del mio corpo, offerto agli occhi di sconosciuti, tutti potenziali Faust. Dovevo affascinarli, ammaliarli, far loro perdere il senno, stregarli per averli in mio potere. Così cantavo e ballavo, o meglio, così cantava e ballava Margherita davanti a quella telecamera, incentivata dall’incontro con Phoemnisk che riponeva così tante speranze in quello spettacolo. https://data.whicdn.com/images/189792932/original.gif |
La musica, travolgente, ipnotica, ammaliante, sensuale, magica, misteriosa.
Le luci giravano senza soluzione di continuità, psichedeliche e fosforescenti, vagavano sul corpo di Dacey, quasi disegnandole addosso tatuaggi di riflesso e di giochi di chiaroscuro, facendola apparire ora donna, ora tentatrice. Lei avanzava e cantava, stimolando i sensi, le fantasie ed i desideri di tutti i maschi di quella stanza, che tutti fissavano la ragazza con lussuria. E fra loro lo stesso Faust, preso dal desiderio carnale e maledetto, segno della sua dannazione, si avvicinò e prese Margherita fra le braccia, perdendosi in quegli occhi vivi come l'ambra. E la baciò con desiderio, giocando con le sue labbra e la sua lingua, assaporandone l'anima ed il corpo. Un bacio che sanciva il patto con cui cedeva il senno e l'anima in cambio di Margherita. |
"Mi hai mentito..." disse Elv a Gwen "... lui ti aveva regalato la collana..."
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"Si narra" disse lui a Destresya "che l'autore abbia realizzato l'affresco sotto dettatura di un bambino che attraverso delle mistiche visioni aveva visto il regno ultraterreno dell'Inferno..."
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