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"Non so... ma non va più la connesione..." disse il falsario a Destresya mentre cercava di far funzionare il pc "... è tutto bloccato..."
"Anche il mio cellulare non va..." Raspion "... ed anche la tv..." cercando cambiare frequenza sul televisore. |
Non mi reggevo in piedi, ero completamente impallidita e mi sentivo sconvolta, frastornata.
Dovevamo sul serio fare marcia indietro e rassegnarci? Lasciare che tutto fosse dominato da una macchina. "Elv... Io... Io non voglio arrivare a quello... Per nessuno di noi due..." mormorai spaventata, riferita a quanto successo un attimo prima. "Se la rassegnazione è l'unico modo per salvarsi, non vedo scelta..." guardandolo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv senza dire nulla afferrò la mano di Gwen ed andarono via.
attraversarono i lunghi corridoi devastati dell'ospedale criminale, fino a raggiungere il cortile, poi il cancello che era aperto. Ed uscirono fuori. su uno dei muri dell'ospedale c'era questa lapide: "Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente." |
Vidi nei suoi occhi che la pensava come me.
Che nemmeno lui trovava alternative. Allora, senza aggiungere altro, afferrò la mia mano e scappammo via. Via da quel luogo di sofferenza e di morte. Poi, su un muro vedemmo pochi versi, ma incisivi. "Citano anche la Divina Commedia ora?" mormorai, scuotendo la testa, poi mi avvicinai per vedere di chi fosse la lapide. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Bah, che strano!" fissando i vari apparecchi tecnologici che cominciavano a non funzionare.
Ci capivo ben poco. "Sembra assurdo che non vada nulla, che ci sia un black out in città?" chiesi, perplessa. |
"E' voluta la citazione..." disse Elv a Gwen indicando la lapide "... per mostrare che luogo sia questo'ospedale..."
Poi ad un tratto, nelle strade che già apparivano affollate e trafficate, un capanello di persone cominciò a fermarsi davanti alla vetrina di un negoio di elettronica, dove c'erano alcuni televisori. Le trasmissioni erano saltate, così come la connessione di telefonini e computer. Poi tutti gli schermi contemporaneamente cominciarono a mostrare un'immagine. Un'immagine che videro anche Destresya, Raspion ed il falsario sul piccolo televisore della bettola. "Parlo-a-tutti-i-cittadini-di-Afragolopolis." Il volto di un automa sullo schermo. "Da-oggi-la-vostra-serenità-e-felicità-saranno-mia-responsabilità." Tutti erano perplessi, stupiti, qualcuno persino divertito credendo fosse uno scherzo o una trovata pubblicitaria. "Tutto-ciò-che-sarà-ritenuto-superfluo-o-nocivo-alla-vostra-felicità-sarà-eliminato." Concluse Minsk. https://fsmedia.imgix.net/98/db/85/f...compress&w=440 |
Vedemmo una gran folla raccogliersi davanti ad una vetrina.
Ci avvicinammo e vedemmo l'automa Minsk su un grande schermo elargire le sue parole di felicità e benessere per tutti gli esseri umani. Certo, come no... "Non sai quanta rabbia mi fa esser dovuti scappare..." a denti stretti "Non avrei mollato, avrei continuato a cercare un modo per disattivare quella maledetta macchina. Perché quale mente malata potrebbe concepire una cosa simile? E soprattutto, possibile che non abbia un punto debole?" pensierosa, scuotendo appena la testa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Forse dovremmo andare dalle autorità cittadine..." disse Elv a Gwen "... magari dal sindaco... devono pur far qualcosa, la città è nel caos così!"
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"Sì, dobbiamo farlo, si rende indispensabile. Dobbiamo sbrigarci, adesso, prima che la situazione degeneri ancora!" annuii, guardandomi intorno.
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Elv annuì.
Così raggiunsero il parcheggio dell'Imperion Nolhian, ormai deserto e desolato, presero l'auto di lui e si diressero verso il commissariato di polizia. Anche qui c'era il caos. Il sindaco era nel suo ufficio, attorniato dagli assessori, da alcuni tecnici informatici, dal capo della polizia e persino dal cardinale. "Possibile" disse con rabbia il primi cittadino di Afragolpolis "che nessuno sappia risolvere questa faccenda? Un computer va in tilt e qui mi si blocca l'intera città!" |
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