Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 20-02-2013 02.48.07

L'Arconte Meccanico condusse così Talia in una grande sala.
Era un ambiente molto vasto, illuminato da diverse candele e riscaldato da un grande camino acceso.
In fondo alla stanza vi era una figura.
Era vestita con lunghi abiti scuri e appariva dall'aspetto austero e dalla postura greve.
“Maestro...” disse l'Arconte, mentre i servi richiudevano le porte.
La figura si voltò e mostrò il suo volto.
Aveva un cappello piumato che incorniciava, con una barba ben curata e brizzolata, un viso lungo ed impenetrabile, dai lineamenti essenziali.
I suoi occhi erano attenti, vigili, come se nulla potesse sfuggire a quello sguardo, neanche i più insignificanti dettagli.
Uno strano grigio li tingeva, rendendoli mutevoli, sfuggenti ed enigmatici.
La sua espressione, tuttavia, appariva rasserenante, attraversata da una curiosa quiete.
“Quanto è passato, milady...” sorridendo all'improvviso e togliendosi il cappello “... rimpiango di non avere la capacità di leggere i volti e comprendere il loro sviluppo. Se avessi avuto questo dono, di certo avrei immaginato la bellezza a cui era destinata quella bambina che di tanto in tanto si dilettava ad ascoltarmi nei giardini del palazzo di suo padre. A proposito, altezza, vostra madre predilige ancora i gerani? E vostro padre pratica ancora la caccia per allietare i suoi giorni? Eh, già... manco da tanto tempo da Sygma... mi mancano le sue dolci colline, i casali dispersi fra cipressi e girasoli. Mi manca il suo buon vino e mi manca la bellezza che quei luoghi sanno emanare. Ma avvicinatevi, vi prego...” facendo un cenno a Talia “... forse così mi riconoscerete...” accennò una risata “... rammentate come vi piaceva chiamarmi? Vi divertiva il fatto che avessi due nomi di battesimo... rammentate quale era il vostro preferito? Giorgio o Pietro?” Sorrise nuovamente. “O forse il brutto episodio di stamani vi ha scosso al punto da rendermi un estraneo ai vostri occhi?”
“Sua altezza sta bene.” Fece l'Arconte. “Non è accaduto nulla alla sua persona, per fortuna.”
“Si ed è questo che conta.” Annuendo l'uomo che l'Arconte chiamava maestro. “Nessuno può far del male alla nostra principessa.”
“Nessuno più oserà avvicinarsi a lei, non temete.” Disse l'Arconte con tono fermo. “Nessuno.”
"Naturalmente." Disse il Maestro, tornando poi a fissare Talia.
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Clio 20-02-2013 09.24.19

Seguii lo sguardo di Lucius fuori dalla finestra, scovando così il re Fornò che passeggiava nel giardino.
"..dici?" Dissi a Lucius, ripensando alle sue parole "...beh, che devo dirti, gli ricorderò qualcuno che detesta particolarmente... Di certo non mi ha guardato di più perché è rimasto folgorato dalla mia bellezza..." Risi, poi, sgranando gli occhi in un'espressione divertita.
Feci un cenno con la mano destra, come a sottolineare che quelle cose non avevano importanza "...mah, probabilmente è soltanto uno di quei nobili che è stato abituato a trattare tutti gli altri dall'alto in basso perché sono esseri inferiori.." Alzai le spalle "...mi chiedo cosa ci faccia qui...".
Non avevo mai staccato gli occhi da quella figura che camminava avanti e indietro, solitaria, chiedendomi quali pensieri attraversassero la sua mente.
Mi allontanai dalla finestra dopo un po' e mi rivolsi nuovamente a Lucius.
"...hai sentito quella servitrice? Possiamo visitare questo castello.. Anche se non capisco perché dobbiamo restarcene qui... Cos'è hanno paura che scappiamo? Boh..".
Guardai negli occhi il mio amico "..ti va di andare a fare un giro ad esplorare il maniero? Magari conoscendolo meglio questo posto ti sembrerà meno strano..." Con un sorriso.

Altea 20-02-2013 15.44.42

Mangiavo i pasticcini silenziosamente e sentivo lo sguardo di Vivian addosso, ella mi conosceva e sapeva che quando ero silenziosa stavo pensando e riflettendo...infatti stavo valutanto tutta la situazione in cui ci trovavamo..."un Arconte che fece arrivare una delegazione e dei paggi a Camelot, conoscendo la vita mia e di quelle dame che erano arrivate fino a qui...e quale era il motivo? Non aveva certo bisogno del nostro supporto, d'altronde...avevano appena tolto una città importante ai Capomazdesi."
Mi alzai e osservai il giardino cercando di scoprire cosa vi fosse oltre quelle cinte alte e invalicabili ma era cosa impossibile.."prigionieri quasi in una gabbia d'oro, avevamo dovuto giurare fedeltà ma noi eravamo sudditi di Camelot ma certo non potevamo donare tutta la nostra vita a questo uomo."
Iniziava a essermi antipatico e sorrisi leggermente..già doveva essere un vizio di famiglia a quanto pare.
"Vivian....si, speriamo possiamo uscire da qua subito, ma mi raccomando, quando saremmo ricevuti dall' Arconte Meccanico, fingiamo la più assoluta naturalezza...e ora direi di farci un giretto per il palazzo, andiamo in giardino..sento il bisogno di aria fresca".
Uscimmo dalla stanza e aprimmo una porta laterale e ci trovammo fuori, l'aria era leggermente frizzante e iniziammo a camminare tra maestosi alberi, statue classiche e fiori dalle dolci essenze.

Talia 20-02-2013 16.51.58

Entrammo nella sala... la luce sparsa dalle poche candele e dal camino acceso era tenue e aranciata, e disegnava sulle pareti curiose e danzanti figure.
Socchiusi gli occhi, in quella penombra, per riuscire a distinguere l’alta ed esile figura avvolta in quel mantello nero che, in piedi dall’altra parte della sala, ancora ci voltava le spalle.
L’Arconte lo chiamò in quel momento e l’uomo, quasi sorpreso nei suoi pensieri, si voltò a guardarci...
Riconobbi la voce prima ancora di riuscire a distinguere completamente, alla luce del camino, i suoi lineamenti...
quella voce che conoscevo così bene, seppure non la udissi più da molti anni...
quella voce che aveva diretto e incoraggiato i miei studi fin dalla più tenera età.
“Maestro George...” mormorai, vagamente sorpresa...
la mia mano scivolò allora da sopra il braccio dell’Arconte, dov’era appoggiata, ed io feci qualche passo verso il mio antico maestro...
“Maestro!” esclamai, quando gli giunsi di fronte “E’ una vera sorpresa per me trovarvi qui... non ho vostre notizie da molto tempo... da quando lasciaste Sygma... vi credevo in giro per il mondo, vi credevo intento nei vostri studi... ed invece vi trovo qui, in mezzo ad una guerra! Ma ditemi, cosa vi ha portato fino a Sant’Agata di Gothia?”

elisabeth 20-02-2013 20.09.19

La mia terra una terra d' infedeli.....non tanto quanto quella che calpestava Re Forno' a quanto pare.....gli ultimi dettagli della governante e poi dritta in camera...Elina...parlava e si agitava e io andai alla finestra.....Il Re ...era a passeggio nel giardino, un po' d'aria gli avrebbe fatto bene....." Elina, non vale piu' la pena star li' a chiedersi se e' giusto o non e' giusto essere in questo posto...ormai ci siamo.......stavo pensando al nuovo compagno di viaggio....conoscete la sua terra ?...io non ne ho mai sentito parlare.....si e' molto stizzito alla mia Burlandia...e io mi sno presa dell'infedele....e gia'.....i fedeli sono i Cristiani...tutto il resto e'....da passare in'osservato.....comunque mi importa poco, io ho te e questo mi basta...quello che pensano gli altri....e' acqua che mi scivola addosso...venite ..andiamo a fare due passi, siamo state molto in carrozza, e da qui non si sa quando ne usciremo....."....l'abbracciai forte da quando Robert se ne era andato...non avevo che lei......scendemmo cosi' una scala in pietra lavica...e andammo fuori nel giardino...presi Elina sottobraccio e percorremmo una stradina di ghiaia bianca..il rumore dell'acqua...ci porto' ad una fontana...l'acqua era fresca e sembrava profumasse....quando mi accorsi che il forte profumo non proveniva dall'acqua ma dai fiori che le stavano accanto...erano stupendi impossibile da poter descrivere....io non ne avevo mai visti.....ritornai con la mente a casa...al palazzo di famiglia...........grandi giardini e ogni giardino aveva una grande vasca di acqua sette vasche in tutto.....era tutto piastrellato...un grande mosaico..con i toni del blu e dell'azzurro.......sorrisi..ricordandomi mentre correvo senza sentire mio padre....che urlando il mio nome....mi chiedeva di rientrare......mi fermavo esausta...con la treccia disfatta e le guance rosse...i suoi occhi erano severi....sino a quando i suoi occhi si illuminavano....e rideva con me ......prendendomi tra le braccia......." Mi manca casa Elina......ma qui c'e' sepolto il mio amore e non posso tornare ...."....

Guisgard 21-02-2013 01.45.48

Lucius annuì a quelle parole di Clio e i due giovani uscirono per fare un giro nel maniero.
La struttura appariva monumentale, in uno stile gotico essenziale ed austero.
L'umidità della sera aveva reso sbiadito il cielo e sulle antiche murature del castello la pietra sembrava come sudare.
“Che posto cupo...” disse Lucius “... io non ci vivrei neanche da fantasma qui...”
E mentre attraversavano un lungo atrio colonnato, dopo il quale si apriva il giardino, Lucius notò qualcosa.
Era una porta di ferro sulla quale era scolpita una stra figura.
“Sembra una capra...” mormorò Lucius “ una capra con un serpente attorno al collo... almeno così pare... deve essere molto vecchia... ah, qui è inciso qualcosa... una scritta nel ferro...”
E lesse ad alta voce:

“Bellerefonte la sfidò,
ma non avendo natura mortale,
essa si aggira ancora oggi in notti come queste,
Fatte di cupi silenzi, antiche paure e dimenticate disperazioni.”

Restò poi turbato.
“Cosa vorranno mai significare queste parole?” Fissando Clio.

Guisgard 21-02-2013 01.56.07

Altea e Vivian scesero nel giardino del castello.
L'aria umida e incerta della sera aveva reso come incantato quel posto, che sembrava attraversato da un'irreale immobilità.
Le statue che ornavano i suoi viali apparivano con i volti inquieti, sofferenti, quasi lambiti da una primordiale rassegnazione.
E attorno alle due regnava un irreale silenzio.
“Questo posto” disse Vivian “non sembra affatto fiabesco... anzi, tutt'altro...”
All'improvviso si udì nell'aria un cupo lamento che in un attimo mutò prima in una grottesca risata, poi in un pianto straziante.
“Cosa è stato?” Impaurita Vivian. “Hai sentito, Altea? L'hai sentito anche tu? Era orribile!”

Altea 21-02-2013 02.04.57

Deglutii e sbiancai...si lo avevo sentito...era quasi animalesco quel pianto, ma ancor di più quella risata sadica che lo precedette.
"Vivian" dissi cercando di smorzare l'atmosfera "fa..piuttosto umido in questo giardino, forse è meglio tornare in casa".
Rientrammo correndo in dimora e vidi davanti a me una serva..."Scusate...vorrei sapere da voi se per caso in questo posto si celi un mistero..se vi sia qualche leggenda, ho appena udito un cupo lamento" le chiesi sottovoce e sentii la mia pelle rabbrividire mentre una porta si apriva dal giardino sbattendo da una ventata improvvisa.

Guisgard 21-02-2013 02.08.18

Elisabeth ed Elina scesero in giardino.
Camminarono per un po', per poi fermarsi a sedere su una panchina di pietra scolpita.
“La casa di un uomo” disse Elina “è ovunque egli si senta al sicuro ed amato...” si guardò intorno “... ma dubito che questo posto possa essere dimora di qualcuno... forse solo di spettri...” prese la mano di Elisabeth e le sorrise “... lui vive in te, nel tuo cuore e nel tuo animo. E' sempre con te, non dimenticarlo...”
Il giardino era molto vasto.
Il lato in cui si erano addentrate le due donne era quello Ovest, ben distinto da quello Est adornato di statue.
Ad un tratto le due udirono qualcosa.
Uno strano e curioso rumore metallico.
Poi un calpestio fra i cespugli e più nulla.
“Sarà qualche animaletto.” Mormorò Elina.
Ma un attimo dopo, dai cespugli apparve una figura.
Era una donna.
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Guisgard 21-02-2013 02.28.18

La serva sorrise ad Altea.
“No, milady.” Disse. “Non vi sono misteri qui. Né miti, né leggende. E' una vecchia fortezza costruita come difesa per la sponda opposta del fiume.”
“Ma noi abbiamo sentito...” fece Vivian.
La serva la fissò.
“Abbiamo sentito quel lamento, poi mutato in risata e infine in un terrificante grido...” continuò la ragazza “... l'abbiamo udito nel giardino... era terribile...”
“Forse vi siete lasciate suggestionare dall'atmosfera del castello.” Osservandole la servitrice. “Può capitare. Ma vi assicuro che non ci sono leggende simili qui.”


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