![]() |
Guisgard sorrise.
"Si, ma prima" disse con la sua solita espressione scanzonata "devo trovare un posto dove sistemare voi. Non posso mica pensare solo a me stesso!" Si appoggiò allora ad una grossa quercia e continuò: "Allora, vediamo, vediamo... dovrà essere un posto degno del vostro rango, ma che non vi sia nessuno che possa opprimervi come a casa vostra. E poi dovreste decidervi... si, insomma, non vorrete restare sola per tutta la vita! Vi occorre un marito... certo, che abbia il sangue blu almeno quanto il vostro... e che non vi contraddica mai! Però, dovreste ammansire un pò il vostro caratterino! Da sola la bellezza non basta a farvi trovare un degno cavaliere!" E rise facendole l'occhiolino. |
Guardai Maladesh e dissi pultroppo non me ne intendo di accenti e gli sorrisi poi dissi speriamo di arrivare in tempo in cornovaglia sperando solo che non abbia cambiato nascondiglio quel maledetto poi pensai e chiesi a Maladesh amico mio ma dobbiamo ancora tenerli questi vestiti da finti monaci aspettai una risposta mentre mi guardavo intorno.
|
"Si, questi abiti sono un'ottima copertura." Disse Maladesh a Cavaliere25. "La gente si fida dei chierici e noi abbiamo bisogno di poterci muovere senza correre rischi. E nulla è più rassicurante di un uomo di Chiesa."
"Capo..." intervenne uno dei suoi assistenti "... bisogna partire subito... la Cornovaglia dista un bel pò di giorni di cammino da qui." Così, ringraziati e salutati i monaci di quel convento per l'ospitalità ricevuta, Maladesh ed i suoi partirono da quel santo luogo. La loro meta era ora la Cornovaglia. |
Dopo aver cavalcato tutta la giornata, la compagnia di Borgogna si accampò in un luogo adatto e sicuro per trascorrervi la notte.
Furono così organizzati i turni di guardia al meglio, senza stancare troppo gli uomini e permettendo a tutti di riposare almeno un pò. "Queste terre sono sterminate e misteriose, milord..." prese a dire uno dei soldati rivolgendosi a Stefan "... non ci credevo, ma ora comincio a capire cosa volevano dire i bardi quando parlavano della Britannia..." "Già..." rispose Stefan "... è un mondo in gran parte ancora selvaggio ed inospitale... quasi come fosse incantato..." "Troveremo mai lady Talia, mio signore? Queste lande sembrano davvero dimenticate..." "Certo che la troveremo!" Rispose con fierezza Stefan. "La troveremo... anche se dovessimo spingerci agli estremi confini del mondo!" Fissò poi Hastatus che riposava accanto a lui. "Buonanotte, milord..." disse Stefan "... domani, quando riprenderemo il cammino risponderò ad ogni vostra domanda, a Dio piacendo." |
"Oh Mio Dio, Signore grazie!" e dicendo ciò mi accasciai al suolo respirando affanosamente. Mi era capitato di sfidare molti uomini in duello ma uno così forte non l'avevo mai trovato.
Presi un attimo di fiato, poi mi rialzai e recuperai la mia spada. Lentamente mi avvicinai al corpo di Cimeric e con un calcio lo girai supino in modo che al risveglio la punta della mia spada fosse puntata contro il suo collo. "Ben svegliato Cimeric!" gli dissi sorridendo "ora dovete rispettare il patto e soddisfare la mia richiesta. Voglio il vostro sacerdote di corte! Egli è un noto indovino ed ho bisgno della sua arte per risolvere il mio lavoro. Come tutti gli uomini di religione è un uomo libero, ma non può negare una vostra richiesta. Verrà poi con noi per un tratto, quando avremo trovato l'uomo che cerco ve lo rimanderò indietro sano e salvo. Ah beh certo voglio anche del cibo ed un luogo dove rinfrescarmi e rendermi nuovamente rispettabile, dopo tutto sono una donna!" e sorrisi beffarda. |
Per me non ce nessun problema a tenere questi vestiti dissi guardando Maladesh poi guardando la strada chiesi quanto tempo ci metteremo ad arrivare in Cornovaglia? mentre chiedevo guardavo buck sembrava tranquillo in mia compagnia mi ci stavo affezionando giorno dopo giorno.
|
"In vita mia..." disse Cimeric ancora vagamente intontito "... non mi ero mai ritrovato a terra con una spada puntata contro... e da una donna, per giunta!"
Scosse la testa come a volersi riprendere e poi aggiunse: "Il mio sacerdote? Volete che lo lasci partire ed abbandonare la mia casa? E per cosa poi? Per non vederlo mai più tornare? Non so nulla di voi e dell'uomo che cercate... per quanto mi riguarda potrebbe essere anche un demonio e non mi va di rischiare di perdere il mio chierico... che per me è confessore, consigliere ed amico fidato!" Fissò allora le sue ancelle ed ordinò: "Conducete questa donna nelle stanze adiacenti il verziere. Offritele tutte le cure e le comodità affinchè possa prepararsi a dovere, come si addice alla sua grazia ed alla sua bellezza. Quanto a voi..." disse poi rivolgendosi a Polgara "... quando sarete pronta vi aspetterò alla mia tavola... e discuteremo riguardo al mio sacerdote." E così, Polgara fu condotta dalle ancelle negli sgfarzosi bagni del verziere. |
Intanto, sulla via che conduceva verso la Cornovaglia, Maladesh ed i suoi affrontavano le fatiche di un viaggio che sembrava non finire mai.
"Forse tre giorni..." disse Maladesh a Cavaliere25 "... forse 4... dipende dal tempo e da cosa incontreremo per la strada... sperando che madonna Fortuna cominci finalmente a guardare un pò anche dalla nostra parte!" Ma, ad un tratto, Buck cominciò ad abbaiare forte verso un punto preciso della foresta. "Cosa diavolo gli è preso a questo cane?" Chiese Maladesh. "Cos'ha da abbaiare tanto?" Ma un momento dopo, Buck saltò giù dal carro e corse verso il cuore della foresta. |
Non lo so che gli a preso ma credo che abbia trovato qualcosa devo andargli dietro voi cosa fate venire anche voi ho rimanete qui? dissi rivolgendomi a Maladesh e saltai giu anche io dal carro e corsi nella direzione dove era andato buck e lo chiamai per vedere il posto esatto.
|
"Ragazzo, fermati!" Gridò Maladesh.
Ma Cavaliere25 si era lanciato all'inseguimento di Buck con la velocità del fulmine. "Che il diavolo si porti quel cane!" Brontolò Maladesh. "Avanti, andiamo in cerca di quel ragazzo, che la foresta è un posto poco accogliente!" E così uscirono dalla strada e si misero a seguire Cavaliere25. Il ragazzo, nel frattempo, aveva trovato il suo cane. Era fermo davanti ad una piccola grotta, formatasi grazie alle poderose radici di alcuni alberi secolari. Buck era fermo ad abbaiare verso l'interno della grotta. Ad un tratto da questa uscì un uomo anziano, con un bastone fra le mani. "Vattene via bestiaccia!" Urlò a Buck. "Vattene via o te le darò di santa ragioine!" |
<<Questo luogo non porterà nulla di buono...il vento ci vuole portare lontani da qui...aspettiamoci di guai>>.
Perry girava lo sguardo a destra e a sinistra stringendo le briglie del cavallo e avvicinandosi a William più che poteva. <<Dobbiamo stare attenti...non sono terre di pace queste...>> sussurrò. |
Una fitta nebbia copriva parte di quel castello, strinsi forte il mio bastone e scesi da cavallo......c'era nell'aria odore di vecchie rovine...ma tutto sembrava intatto.......seguii gli altri ed entrai nel castello...era freddo, ma ogni tanto sentivo sul viso dei freddi sussurri......ombre mi passavano accanto........quando ebbi la necessita' di guardare quella donna in volto.........allora avanzai tra il gruppo e la raggiunsi....mi parai davanti a lei ed ebbi un lieve sussulto...il suo volto era il mio.......il suo volto cosi' vecchio, pieno di strane rughe......era come guardarmi allo specchio avanti negli anni......." Perche' il mio volto e' il vostro......chi siete......io non riesco a capire...."....incominciai a scioterla..pensando che potesse svanire, ero diventata isterica....non riuscivo a fermarmi.......quando vidi la ragazza dai capelli biondi...e tracce di sangue segnavano il pavimento in pietra...........tutti potevano vederle...almeno cosi' speravo....e allora incomincai a sentire tra le mura di quel Castello...una voce di donna che mi chiamava.....lascia la vecchia donna e incominciai a seguire le tracce di sangue
|
Arrivai dove si era fermato buck e vidi quel vecchio con il bastone allora dissi gridando signore lei provi solo a toccare quel cane e dovrà vedersela con me guardai il vecchio fisso negli occhi mentre aspettai che arrivassero gli altri.
|
Finalmente potevo rinfrescarmi e curare il mio aspetto affaticato da giorni di cavalcate, notti nel terreno e duelli con giganti.
L'acqua fresca era davvero una manna per le mie membra stanche ed i profumi che le ancelle mi offrivano erano a dir poco di ottima qualità. Una volta ristorata mi feci accompagnare alla tavola di Cimeric, come sospettavo riccamente imbandita, e mi sedetti difronte a lui. Presi una mela e le diedi un morso, era fresca e sugosa: "Sire, parliamo d'affari non ho molto tempo da perdere. Avevate dato la vostra parola che avreste soddisfatto ogni mia richiesta, ora non si confà ad un sovrano non rispettarla. Voglio il vostro indovino, mi serve per trovare l'uomo che cerco. Poi vi prometto che ritornerà al vostro palazzo sano e salvo." E lanciai in aria la mela attendendo che Cimeric rispondesse. Avevo bisogno di quel sacerdote era questo l'unico motivo per cui avevo accettato la sfida e di rimetterci la pelle. Dovevo chiedergli la strada per arrivare a Gusigard, senza di lui avremmo continuato a vagare nel vuoto. |
“Oh, no…” risposi di getto alle sue parole, lanciandogli un’occhiataccia scherzosa solo in parte “Vi prego, no! …Anche voi volete ‘sistemarmi’, adesso? Ne parlate come se fosse un’occupazione qualsiasi! Ne parlate come ne parlano tutti gli altri!”
Sospirai e mi sedetti sull’erba, respirando l’aria fresca a pieni polmoni: “E avete tutti le stesse sciocche idee, mentre io… oh, io vorrei tanto avere la possibilità di innamorarmi. Vorrei sentire quello sfrigolio allo stomaco di cui parlano i poeti! E non mi importerebbe che fosse nobile, potrebbe essere anche un contadino, o un artigiano… ma vorrei che mi accettasse per quella che sono. Vorrei che si innamorasse di me e non dei miei titoli, delle terre di mio padre o del mio nome… Vorrei che fosse un uomo buono e onesto, ma che non temesse di contraddirmi quando necessario: non c'è niente di peggio della falsa condiscendenza… Lo vorrei sincero e...” Rimasi in silenzio per un momento persa in quel sogno, poi mi resi conto di quanto avevo parlato e mi vergognai, così circondai le ginocchia con le braccia e vi nascosi il viso. “Ecco...” dissi tristemente “vi sembrerò una stupida adesso!” |
"No... non mi sembrate stupida..." disse Guisgard sedendosi accanto a lei "... non lo siete, credetemi... anzi, non vi avevo mai vista così..."
Guisgard la fissò per qualche istante. Talia, in quel momento, era ancor più bella del solito. Una luce, intensissima, le attraversava lo sguardo. "L'amore che cantano i poeti..." aggiunse "... le famose Isole Felici dove nessuno invecchia... una volta un cantastorie da piccolo mi raccontò una leggenda... tutti i grandi amanti sono destinati a ritrovarsi su quelle isole..." Fissò allora lo sterminato orizzonte per alcuni istanti. "Che pace..." aggiunse "... vorrei che questo momento non finisse mai... vorrei essere sempre così sereno, come lo sono ora..." E si abbandonò al vento che gli soffiava tra i capelli. |
Rialzai la testa e gli lanciai un'occhiata incerta: "Così... come?" chiesi stupita.
Poi, seguendo il suo sguardo, fissai anch'io gli occhi sull'orizzonte. "Già!" mormorai dopo un momento "Lo vorrei anche io! Vorrei che svanisse tutto il resto e che il mondo si dimenticasse di me! ...di noi! Sapete, le persone hanno sempre creduto che io possedessi tutto ciò che si poteva desiderare... è strano come, chi giudica dall'esterno, tenga così di poco conto la felicità, gli affetti, i desideri, le speranze..." |
"Non so..." disse Guisgard "... oggi mi sembrate ancor più bella del solito... c'è qualcosa in voi... come se i colori di questo posto si riflettessero tutti nei vostri occhi... come se si fossero accessi all'improvviso..."
Fissò il cielo malinconico ed aggiunse: "Promettetemi una cosa... qualsiasi cosa accada, voi non lascerete che quella luce si spenga di nuovo... promettetemi che non vi farete avvilire dagli aventi... niente e nessuno deve spegnere il vostro sguardo..." Allora gli tornò alla mente il duello che l'attendeva con Iwan al tramonto. Sentì una inquietudine diffondersi in lui. Come se la sua vita gli stesse passando davanti. Una vita con tutti i suoi sogni. E lo sguardo di Talia sembrava l'ultimo miraggio di quella vita. |
Lo osservai per un momento, prima di rispondere: "Perché parlate così?" chiesi piano "Parlate come se... Come se non doveste vedere un domani! Mi spaventate, Guisgard!"
Chiusi gli occhi per un attimo, cercando di scacciare quel vago senso di panico che per qualche ragione mi stava afferrando, poi dissi: "Vi farò questa promessa se lo desiderate, ma non oggi! Ve la farò quando questa faccenda sarà finita, quando saremo tutti e due in salvo! Siete d'accordo?" |
Guisgard sorrise ed abbassò il capo.
"E sia, milady." Disse rialzando la testa ed assumendo quella sua solita espressione irriverente. "Ma questo vuol dire che non potrò più rivedere il vostro luminoso sguardo che tanto ammalia, fino alla fine di quest'avventura? Siete crudele, milady!" Rise e saltò su. Poi, aiutando Talia a rialzarsi, aggiunse: "Venite, milady... c'è un'ultima cosa che vorrei mostrarvi." Scesero lungo quel piccolo dosso e percorsero un sentiero irregolare che penetrava nella fitta boscaglia. Giunsero allora presso un'altra collina, sulla quale sorgeva una vecchia pieve dimenticata. I due si avvicinarono al vecchio edificio. "Eccoci arrivati..." disse Guisgard, per poi cominciare a bussare forte sulla vecchia porta di legno. |
Sorrisi, scuotendo la testa: non sarebbe cambiato mai...
Poi scendemmo lungo l'altro versamete della collina, fino ad arrivare ad un piccolo edificio di mattoncini marroni disposti in modo irregolare; c'era una strana quiete in quel luogo: il vento si era un poco placato e l'aria era tersa, limpida... una pace incredibile mi parve dominare quel luogo. Vidi Guisgard avvicinarsi alla porta di legno e bussare forte... "Non so se è il caso..." tentai, temendo che potessimo essere di disturbo in quel quadro. Eppure, lui pareva sicuro e continuava a bussare senza riguardo. |
Elisabeth cominciò a vagare nel castello.
Seguiva quelle tracce. Tracce che solo lei poteva vedere. Ad un tratto sentì ridere. Era la voce di una ragazza. "Il capitano..." disse quella voce "... il mio capitano... lasciatelo stare... lui non ha fatto nulla..." Il silenzio e poi, dopo alcuni istanti, di nuovo quella voce: "Elisabeth... Elisabeth..." Ed un momento dopo qualcosa afferrò il braccio di Elisabeth. "Dove state andando, milady?" Chiese Cosimus fermando la folle corse della donna. "Vi perderete in questo castello. Venite, ci stanno offrendo da mangiare." Tutto questo sotto gli occhi della misteriosa padrona di quel castello, che fissava Elisabeth con uno strano sguardo. Intanto, nel bosco, Cavaliere 25 aveva raggiunto il suo cane. "Allora richiamalo, fraticello!" Gridò il vecchio. "Altrimenti assaggerà il mio bastone!" In quel momento arrivarono Maladesh e gli altri. "Ma che diamine accade qui?" Chiese Maladesh. "Richiamate il vostro cane o saranno dolori!" Urlò il vecchio. "Richiama Buck, ragazzo!" Disse Maladesh a Cavaliere 25 |
Intanto, nel palazzo di Cimeric, Polgara aveva ribadito il premio che le spettava.
Ad un tratto, con gesto fulmineo, Cimeric afferrò la mela che la ragazza lanciava in aria. "E sia..." disse Cimeric "... un re ed un guerriero sa sempre mantenere la parola data!" Chiamò un suo servitore e diede ordine che il suo confessore li raggiungesse. Poco dopo un vecchio chierico entrò nella sala. Era di gradevole aspetto. Con i capelli corti e bianchissimi, il portamento fiero e gli occhi chiarissimi e penetranti. "Milady..." disse Cimeric indicando il chierico "... questi è il mio confessore, frate Adamoc." |
"Tranquilla, milady." Disse Guisgard, continuando a bussare forte.
All'improvviso una voce cominciò a gridare. "Per Belzebù! Andate via, cialtroni! Ho qui una bella lancia per il mio San Michele che domina dall'altare! Trattenetevi ancora e vi inflzerò come si addice a dei caproni come voi!" "Ehi, frate Pipinus!" Urlò Guisgard per farsi udire. "Non scomodate San Michele! I visitatori si accolgono con la benedizione di San Raffaele!" "Ah, potessi avere la corazza di San Giorgio, felloni maleducati!" Esclamò quella voce. "Allora si che vi farei recitare a memoria tutti i giorni dell'anno con i rispettivi santi!" "Ma allora non mi riconoscete?" Chiese Guisgard. "Sono io... Guisgard!" "Che il diavolo sprofondi negli inferi! Sei proprio tu, balordo?" "Si, frate, ma smettete con queste colorite espressioni! Non sono solo!" "E chi hai con te?" Chiese il frate. "Il demonio? Non mi meraviglierei, visto che sarebbe il tuo compagno ideale!" "Mostratevi, forza! Ed apriteci che è scortese tenerci fuori!" Un attimo dopo si comincirono a sentire diversi lucchetti che scattavano e finalmente, poco dopo, la porta si aprì. "Sei proprio tu!" Disse il frate. "Certo, chi vi aspettavate?" Rispose Guisgard. I due si abbracciarono forte. "Quanto tempo!" Aggiunse il frate. "Lasciati vedere! Ti trovo bene, spaccamontagne! E lei... chi è, codesto splendore di figliola?" Chiese poi accorgendosi di Talia. "Frate Pipinus, vi presento lady Talia." "Ah, vedo che ti sei deciso a sistenarti. Bene, bene." "No, frate, non siamo..." "Zitto e lasciami parlare con lei." Lo interruppe il frate. "Salute a voi, figliola. Come ha fatto una bella e cortese fanciulla come voi, a perdersi vicino ad un balordo come questo?" Chiese sarcastico a Talia. "Ma forse una moglie è quel che ci vuole per farlo rigare diritto!" |
“Ah, no…” risposi, leggermente imbarazzata, al frate che ci aveva aperto la porta “No, temo che vi sia un malinteso, padre… ecco io, veramente… insomma, noi non siamo… non siamo sposati!”
Sorrisi poi alle sue parole e soggiunsi, in tono sarcastico: “E poi, voi che sembrate conoscerlo bene, credete che chicchessia riuscirà mai a farlo rigare dritto?” |
Udivo solo i miei passi sulla pietra .....e il continuo di quella voce......Il capitano della guardie...chi dei due...chi....vi prego ditemelo, tutto questo mi ripetevo mentre correvo seguendo le tracce di sangue......quando qualcosa mi prese il braccio e arresto' la mia corsa.......una mano vidi sul mio braccio era sporca di sangue.....istintivamente tolsi il mio braccio da quella mano......." Cosimus.....perche' avete la mano sporca di sangue.....che sta succedendo...mi avete fatto male......"........la sua mano era ora pulita........lui era colui che si era macchiato del vile assassinio........Guisgard era innocente.........c'era la vecchia donna con lui......mi fece paura guardare quel volto...che ora appariva sorridente.........." peronatemi.....vi seguo, ma prima ho bisogno di rinfrescarmi il volto ".......Dovevo allontanarmi da quel castello......
|
Richiamai buck vieni qui su da bravo poi chiesi al vecchio scusatemi signore ma cosa ce in questo bosco? poi continuai a dirgli ecco dissi ho richiamato il mio cane ora potete mettere giu il bastone dissi mentre accarezzavo il cane.
|
Mi alzai in piedi e mi diressi verso il frate. Adamoc era noto per avere delle doti divinatorie fuori dall'umana comprensione, quindi mi avvicinai a lui e feci un veloce inchino con il capo.
"Signore, è un onore incontrarvi, sono Polgara de Menestriére e sono in servizio presso il Vescovo di Carcassone. Ho bisogno del vostro aiuto in quanto il vescovo mi ha mandato a cercare un uomo, di nome Guisgard che è stato il suo capitano della guardia, poichè pare si sia macchiato di un feroce delitto, ma io ne ho perso le tracce. Vi chiedo di usare la vostra arte per aiutarmi in nome di Sua Grazia il Vescovo e della Giustitiza!" |
"Bene, fraticello..." disse il vecchio a Cavaliere25 "... e stavolta tienilo con più attenzione questo tuo cane!"
Rimise a posto il suo bastone ed aggiunse: "E' un posto come un altro... che sia una foresta o una montagna dimenticata, ciò che conta per uno come me è restare in assoluta solitudine..." "Siete quindi un eremita?" Chiese Maladesh. "No, sono solo un uomo che aspetta il giorno in cui madonna Morte deciderà di farsi annunciare!" "Beh, allora siete stato inopportuno a scacciare il nostro cane..." disse sarcastico Maladesh "... magari madonna Morte si sarebbe fatta annunciare dalle sue zanne!" "Mi prendete in giro? Anche se indossate un saio non avrei remore a spaccarvi la testa!" "Calmatevi ora" rispose Maladesh "e ricomponetevi. Noi siamo dei monaci in viaggio verso il nostro monastero. Che Iddio vi risparmi, amico mio." "E vi benedica, buoni frati. E pregate per un vecchio soldato di sua grazia il vescovo." "Sua grazia il vescovo?" Ripetè Maladesh. "Quanto vecchio?" "Beh, quanti anni mi date?" "No, intendo dire... siete buon conoscitore di ciò che dite?" "Ho servito tra le milizie vescovili per ben 40 anni, mio buon frate!" "E ditemi... avete mai sentito parlare di un uomo chiamato Guisgard? Fu capitano della guardia di sua grazia..." "Chi siete voi?" Gridò all'improvviso il vecchio. "Lasciatemi in pace!" "Ma cosa vi prende?" Chiese Maladesh. "Andate via o vi prenderò a bastonate!" Minacciò il vecchio. "Lo giuro sulla mia miserabile vita!" |
"Cosa vi prende, milady?" Chiese Cosimus ad Elisabeth.
"Venite, mia signora..." disse la padrona del castello "... vi mostrerò la vostra stanza, dove potrete rinfrescarvi e riposare. Il viaggio è stato lungo e faticoso, immagino." E si scambiò uno strano sguardo con Cosimus. Così, Elisabeth fu condotta nella sua stanza. Scese la notte. Il vento soffiava forte ed alte nubi cominciarono ad addensarsi nel cielo. Quando all'improvviso, nel cuore della notte, una voce cominciò a chiamare Elisabeth. Proveniva dalla foresta, ma il castello era chiuso ed uscirne sembrava impossibile. |
Nel frattempo, nel palazzo di Cimeric, Polgara stava parlando ad Adamoc.
Questi ascoltò con attenzione, fissandola con i suoi profondi occhi trasparenti come le acque di un ruscello di montagna. Fece uno stranno cenno col capo. E restò per lunghi momenti in silenzio. "Il falco vola dove sa di avere il nido e sa di sfuggire ad un nemico infido. Non teme se stesso e la sua paura e la sua pena nel cuore all'infinito dura." Sentenziò all'improvviso. |
"Ma come..." disse il frate fissando Guisgard "... una così bella ragazza e tu non le chiedi la mano! Ti facevo una testa calda, ma mi accorgo che sei anche tonto!"
Poi, rivolto a Talia: "Eh, vi comprendo, dolce ragazza... ma io non ho perso la speranza con lui. E con voi come si comporta? Fa il gentiluomo o devo prenderlo a bastonate?" "Frate Pipinus..." lo interruppe Guisgard "... vorrei parlarvi..." Il frate, osservandolo, si fece serio e gli indicò l'ingresso della pieve. "Perdonateci, milady..." disse Pipunus a Talia "... solo qualche ora per confessarlo e torneremo da voi." "Ehi, non ho così tanti peccati sulla coscienza!" Intervenne Guisgard. "Zitto ed entra!" E quando furono dentro, Guisgard cominciò a parlare. "Frate... ho peccato..." "Ti ascolto, figliolo..." "Ho ferito un uomo... l'ho preso a pugni e a calci... volevo ucciderlo..." "E l'hai fatto?" "No, l'ho lasciato con un paio di costole rotte e la faccia sanguinante... ma era vivo. Ve lo giuro." "Ed ora dove si trova?" "Ecco... fu trovato morto poco dopo..." "Quindi gli hai causato la morte?" "No, vi giuro di no!" Rispose Guisgard. "L'ho solo pestato a sangue... e poi l'hanno trovato ferito a morte... è stato ucciso con una spada..." "Perchè l'hai picchiato?" "Perchè aveva fatto violenza ad una ragazza..." "E la ragazza?" "Si è uccisa il giorno dopo... ma se l'avessi saputo... se avessi compreso il male che le aveva fatto, io l'avrei ucciso davvero!" "Calmati!" Lo riprese il frate. "Ora dove sei diretto?" "Non lo so... e forse non mi importerebbe se non ci fosse lei..." "Talia?" "Si..." "E' in pericolo?" "E' in fuga... e vorrei lasciarla in un posto sicuro..." "E credi di poterla aiutare così?" "Cos'altro potrei fare?" Chiese lui. "Non potrei offrirle altro... sono un fuggiasco, ritenuto da tutti un assassino..." "Lei conosce tutta questa storia?" "No, non voglio..." "Perchè?" "Temo che non... forse non mi crederebbe..." "Come fai a dirlo?" Chiese il frate "Del resto se ora è con te è perchè si fida." "E se non mi credesse? Se pensasse di me ciò che tutti credono?" "Forse lei non è come gli altri... forse lei sa leggerti dentro..." "Sono stanco, frate..." "Non ci credo... non puoi esserlo... non il Guisgard che veniva qui da piccolo a vedere la statua di San Michele ed a sognare di diventare un cavaliere!" "Già, la statua di San Michele... posso vederla?" "Vai, e prega davanti all'altare..." "Non chiedo l'assoluzione... ma almeno potete benedirmi, frate?" "Io ti assolvo dai tuoi peccati... nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo!" E Guisgard si segnò. Poco dopo frate Pipinus raggiunse Talia. "Assaggiate questi biscotti, milady..." disse "... me li manda una pia donna del borgo... hanno la capacità di rinvigorire lo spirito, oltre che il corpo!" |
Fui lasciata sola nella mia stanza......c'era uno strano legama tra quella donna e Cosimus......mi sedetti sul letto e rimasi cosi' sino a notte inoltrata...nessuno era venuto a chiamarmi per la cena....meglio cosi'.
Mi alzai ed andai alla finestra......soffiava un vento gelido......sembrava poratre sussurri...quando quei sussurri diventarono chiari...era il mio nome...qualcuno mi chiamava ancora.......dovevo andare..mi sentivo attratta dalla foresta.......e quella voce ..era da li' che proveniva.......misi il mantello presi il bastone....ed uscii dalla mia camera......scesi le scale.....da una porta filtrava la luce.....mi avvicinai e vidi la vecchia donna di spalle che parlava con Cosimus.....non riuscii a comprendere...ma erano troppo presi dai loro discorsi e proseguii.....verso l'uscita del castello........quando....senza accorgermene....qualcuno mi afferro' dalla vita e mi trascino' in una stanza.......non c'era luce....ma la voce che ripeteva il mio nome cesso' all'istante......strigevo il mio bastone tra le mani..... |
"A casa! Guisgard è tornato a casa! Come ho fatto a non pensarci! La pecorella torna sempre all'ovile!!! Adamoc vi ringrazio! Cimeric fateci portare i cavalli e vi giuro sul mio onore che vi riporterò personalmente Adamoc alla vostra corte! Ora andiamo!"
Salii in groppa a Diamante e spronandolo al galoppo mi affrettai verso l'uscita sperando che Adamoc tenesse il passo. "Presto Mion salite in groppa si va a nord, in Cornovaglia, a casa di Guisgard!" gli urlai mentre gli andavo incontro. |
Elisabeth fu trascinata all'improvviso in quella buia stanza.
"Milady, cosa ci facevate in giro a quest'ora per il castello?" Era uno dei cavalieri di Cosimus. Un attimo dopo entrarono nella stanza lo stesso Cosimus e la padrona del castello. "Vi abbiamo dato la più accogliente fra le stanze del castello" prese a dire Cosimus "e voi invece di riposare vagate nel buio. Cosa cercavate, milady?" "Forse siete ancora agitata..." intervenne la padrona del castello "... prendete questa tisana e riposerete fino a domani..." E le offrì la coppa che aveva fra le mani. Ed appena gli occhi di Elisabeth si posarono su quella tisana, di nuovo quella voce ricominciò a farsi udire da lei. E stavolta sembrava più simile ad un lamento... Nel frattempo, in un'altra ala del castello, William e Perry non riuscivano a prendere sonno. "Questo luogo mi inquieta..." disse William "... e non ne comprendo il motivo." Restò un momento in silenzio ed aggiunse: "Basta, non resisto... voglio fare un giro e controllare ciò che accade..." |
Mi allontanai un poco dall’ingresso della chiesa mentre i due entravano per la confessione. Il cielo era particolarmente terso quel giorno e decine di nuvole bianche dalle forme bizzarre formavano strani disegni. Mi soffermai ad osservarle senza un vero perché mentre la mia mente vagava altrove… ad un tratto, involontariamente, mi accorsi di star cercando di decifrarne ogni forma e ogni pur fugace immagine, in un gioco da tempo dimenticato ma che solevo fare con Raphael quando eravamo piccoli.
Fu lì che mi trovo il frate, mi voltai e lo vidi avvicinarsi con una scatola di biscotti in mano: “Fortificano spirito e corpo?” chiesi “Allora credo proprio che ne prenderò uno!” Ne scelsi con cura uno dalla scatola e iniziai a mangiucchiarlo, mentre mille pensieri mi invadevano la mente. “Perché è così difficile essere felici?” chiesi, senza un vero motivo “Perché il mondo si oppone sempre alla serenità del singolo?” |
"Eh, la felicità..." disse il frate osservando il panorama circostante "... io credo che essa abbia molti nomi e molti volti... voi, piuttosto..." chiese poi a Talia "... cosa cercate veramente? Come immaginate la vostra felicità?"
|
Sospirai...
"Non lo so!" risposi con sincerità "Sapete, ho smesso molti anni fa di aspettarmi qualcosa dalla sorte... eppure adesso sono qui e quasi non so come ci sia giunta, ma sono felice! Sono stata più felice qui di quanto non lo sia mai stata a casa... almeno da quando il mondo mi ha portato via l'unica persona a me cara!" mi incupii appena per un istante, poi soggiunsi "Ma il mondo chiede sempre il conto per la nostra felicità... e ora temo che stia giungendo a chiedere il prezzo per la mia! E non so come sfuggirgli. Non potrò farlo in eterno e soprattutto non voglio che ci faccia le spese... beh, che ci faccia le spese qualcuno che non ne ha colpa!" |
"Capisco..." disse Pipinus "... la sorte vi ha portato via l'amato..."
In quel momento arrivò Guisgard. "Comunque allontanate da voi queste sciocche supposizioni..." aggiunse il frate "... siete giovane e bella e non potete chiudervi in voi stessa... un fiore è destinato a fiorire, non ad appassire..." "Scusatemi, se vi interrompo..." intervenne Guisgard "... mi duole dirlo, ma è ora che andiamo, milady..." "Quando tornerete a farmi visita?" Chiese il frate. "Non lo so... tra poco ho un certo appuntamento..." "Di che tipo?" Domandò il frate. "Nulla, state tranquillo." "Mmm... non me la racconti giusta..." sbottò il frate. "L'affido a voi, milady... sono sicuro che saprete farlo rigare diritto." Disse poi a Talia. Ed i due, salutati il pio uomo, presero la via del ritorno. |
Salutato il frate, ci incamminammo sulla via del ritorno. Anche se si stava facendo sera, l'aria era ancora fresca e luminosa... eppure io percepivo le tenebre avvicinarsi e questo mi terrorizzava.
"Non avete rinunciato, dunque?" dissi dopo un po', non riuscendo più a trattenermi "Volete andare davvero a quell'incontro? Perché? Perché volete duellare con Iwan?" |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 13.59.25. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli