Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 23-01-2014 01.38.40

Daizer fissò incuriosito Elisabeth.
“Già...” disse “... solo fortuna... e magari è solo un caso che in questo sacchetto abbiate trovato due dadi... cosa siete? Una specie di illusionista? Di quelli che nascondono una cosa in una mano, per poi farla apparire magicamente dietro l'orecchio di qualcuno?” Incrociò le braccia, senza distogliere i suoi occhi da quelli di lei. “Qualcosa mi dice che mi pentirò di questo... ma, diamine, non ho mai rifiutato una sfida!” Esclamò. “E sia!” Prendendo i dadi dalla mano di lei. “Vediamo chi vince!” Agitò i dadi, per poi lanciarli. “Cinque e cinque... dieci è un buon colpo... vediamo se sapete fare meglio...” porgendo i dadi alla maga.

Guisgard 23-01-2014 01.45.47

Eilonwy sentì le forze abbandonarla pian piano.
E questo causò lo scioglimento, quasi istantaneo, della cupola di ghiaccio.
Infatti i suoi poteri stavano risentendo del suo disperato stato.
“Aladiah...” disse Coco al Cherubino “... guarda, è svenuta!”
“Sta male...” fece Aladiah “... e starà sempre peggio se non la immergiamo in acqua!”
Riccardo invece appariva sempre più turbato e meravigliato da quei fatti straordinari.
Ma quelle voci attirarono i briganti.
“Guardate!” Gridò uno di quelli. “Sono usciti da quel loro rifugio!”
“Prendeteli!” Ordinò il loro capo.
E in un attimo i quattro furono circondati.
In quello stesso momento, però, volando lì vicino, Alanius aveva visto tutto.
E volò subito ad avvertire Parsifal.
“Presto...” posandosi su un ramo davanti al cavaliere “... i briganti stanno minacciando quattro viaggiatori... dobbiamo aiutarli!”

Eilonwy 23-01-2014 12.05.04

La vista mi si appannò e tutto divenne buio.
"Sir Riccardo......vi prego....aiutatemi...." furono le ultime parole che dissi prima di perdere conoscenza.
Probabilmente quei briganti mi avrebbero violentata ed uccisa, o viceversa, oppure mi avrebbero venduta a qualche circo....oppure con disgusto, vedendomi già mezza morta, mi avrebbero lasciata lì a marcire.
Chissà, se morendo avrei riveduto i miei genitori in Paradiso? Ma.....era improbabile ed impossibile che io andassi nel Regno di Dio, dato che avevo abbandonato il mio popolo al dominio del Demonio.

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Altea 23-01-2014 14.12.35

Entrammo nella grotta...l'aria era solenne, proprio come se quel posto fosse una chiesa...d'altronde non era il luogo che rappresentava la presenza di Dio..anche un freddo e angusto antro era la sua dimora se vi risiedeva un uomo come quell' abate, suo rappresentante.
In lontananza vi era una flebile luce ad indicare il punto da raggiungere, eravamo tutti in silenzio...tensione? riverenza...o timore?
Arrivammo vicino a un misero tavolo, mi guardavo attorno, solo un uomo forte di spirito e tenace poteva vivere in quel posto angusto e freddo.
Sopra il tavolo osservai dei tomi, appunti e oggetti vari.
Ad un tratto udii un leggero mormorio..era Gyen e avvertii dietro me nella penombra una figura.
Afferrai la candela sul tavolo per osservare meglio, mi voltai e vidi una figura vestita col saio e incappucciata..non riuscivo a distinguere il volto ma sapevo egli ci stava scrutando e forse fino dentro l'Animo.
"I miei omaggi...voi siete..l' Abate Nicola" chiesi con voce tremante ma non spaventata.

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Tara La Banshee 23-01-2014 15.02.29

Smarrita in quella taverna piena di novità e ancora intontita dal viaggio presso le Sarchie, mi guardavo intorno senza trovare riscontri.
Non riuscivo a rammentare tutto ciò che le tre donne mi avevano detto nella loro grotta e non sapevo dunque quale sarebbe stata la mia prossima mossa.
Facendo attenzione a non svelare le mie ali, mi sedetti e ordinai da bere, sperando di riuscire a schiarirmi le idee con un po' di riposo.
Proprio mentre stavo seduta con la testa tra le mani udii una voce debole farsi strada nella locanda.
Alzai lo sguardo, la voce apparteneva ad un ragazzino malvestito...parlava di un Fiore..
Balzai in piedi facendo rovesciare il mio boccale, pagai in fretta e mi feci largo fra la folla fino a quando non riuscii a fermare per un braccio il bambino.
"Tu" lo apostrofai," che cos'è questa storia che vai dicendo? Di che Fiore si tratta? Voglio vederlo!"
E per convincerlo, feci rovesciare qualche moneta tra le sue mani.

elisabeth 23-01-2014 18.16.03

Sorrisi divertita....." Sapevo che non vi sareste lasciato scappare un' occasione simile......e comunque siete voi che non avete guardato bene nel sacchetto, i dadi erano proprio lì, molto spesso..siamo distratti o vediamo solo che più ci interessa...tralasciando tutto il resto......Bravo....siete stato un portento..però ora tocca a me....".....presi i due dadi da terra....li agitai ..tra le mani e li lanciai.......non mi piegai a guardare ..aspettai che lo facesse lui....due cavalli bianchi su una faccia e due sull'altra...." Vedete ....questo si chiama destino.....".......quando...mi torno a guardare negli occhi.....misi le mani dietro le sue orecchie......e tirai fuori due monete...." Questa si chiama illusione......Daizer......il Bosco e'un luogo speciale, ci sono una moltitudine infinita di creature e devono essere rispettate......c'e' qualcuno o qualcosa però...che non sta rispettando questi patti e i giovani del Borgo..sono posseduti ......da qualcosa, o da qualcuno....che osa farsi chiamare Frate Elia.......ecco perchè verrai con noi nel bosco ed ecco perchè ne uscire fuori insieme...i dadi lo dicono...e' il tuo destino...".....raccolsi i dadi...e glieli porsi...." E' una notte magnifica questa.......sara' di buon auspicio..."....gli feci l'occhiolino..ormai sembrava un gesto convenzionale.....

Guisgard 23-01-2014 18.47.21

Clio, così, seguendo l'idea del principe Karen, si recò da messer Pelon, il sarto personale di suo padre. Pelon serviva la famiglia del capitano, come era comunemente ancora chiamato il padre della ragazza, da quasi due generazioni.
Oltre ad essere abilissimo, l'uomo godeva della totale fiducia non solo del capitano, ma anche di tutti i membri della sua famiglia.
Pelon procurò abiti adatti all'incarico di Clio.
“In verità” disse alla ragazza “sono piacevolmente sorpreso da questa vostra richiesta, capitano. Voglio dire... solitamente fornisco alla vostra persona abiti militari ufficiali per tutte le occasioni. Oggi però mi avete chiesto un vestito femminile. Posso dunque rivelarvi che ciò mi rallegra non poco. Ah, non abbiatene a male. Sono un vecchio curioso, lo ammetto. Ma cucio abiti da una vita e talvolta ho vestito dame bellissime. Un po' mi seccava non potervi mai vedere con un abito adatto alla vostra femminilità. Questo è semplice, ma delicato, elegante e sobrio. Lo indosserete con naturalezza e senza alcun imbarazzo, credetemi. I colori sono pastello per mettere in evidenza il chiarore dei vostri capelli e lo splendore dei vostri occhi. Il perlato della vostra carnagione, poi, si legherà meravigliosamente, come un velo trasparente sul tessuto raso, con il ciniglia di questo abito.” Le sorrise, consegnandole quell'abito.
Ora era pronta per giungere all'appuntamento stabilito con Karel, presso una cappellina all'angolo del Convento del Sacro Cuore.
Un luogo dove raramente i militari passavano durante il giorno.
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Guisgard 23-01-2014 19.00.27

“Grazie...” disse quasi incredulo quel ragazzino a Tara, vedendo quelle monete tintinnare nelle sue mani “... grazie, signora!” La fissò e sorrise. “Si, mio nonno sta coltivando un fiore... si tratta di un fiore speciale, unico... afferma di averlo veduto tanto tempo fa... da allora ne conserva nel cuore l'immagine... da tempo cerca di ricavarlo dal nostro giardino... e dopo tanti tentativi, finalmente quel fiore potrebbe sbocciare davvero... ci renderà ricchi e diremo addio a questa vita di sacrifici...” prese poi uno dei fiori che aveva con sé e lo posò delicatamente nella mano di Tara “... è una campanula, signora... mio nonno mi ha insegnato il linguaggio dei fiori... e questa simboleggia la gratitudine... voglio offrirvela poiché siete stata buona con me... e poi la sua bellezza mi ricorda il vostro volto ed i suoi colori...”

Guisgard 23-01-2014 19.05.50

Daizer restò sorpreso da tutto ciò.
“Un momento...” disse ad Elisabeth “... voi conoscete diversi trucchi e dico dunque che non vale la nostra partita...” ma poi, quel gioco di prestigio con le monete, le parole di lei ed i suoi occhi, lasciarono una strana malia in quelli di Daizer.
E così il contrabbandiere calò ogni proposito di protesta.
“Si, una notte magnifica...” mormorò sorridendo “... forse anche troppo... e non credo troveremo nulla di paragonabile in quel bosco... si raccontano strane cose su quel luogo... io non ci vivrei mai... non so perchè voi e quei due monaci intendiate andarci, ma fossi in voi non lo farei... già...” fissando il cielo che però in breve andò coprendosi di nubi “... non sono in voi io... e di certo non lascerei mai andare una donna come voi in un luogo simile... ma suppongo che ciò non abbia alcun valore, visto non sono neanche il vostro uomo... e sia...” aggiunse “... raggiungiamo i vostri amici monaci e prepariamoci a partire... ho promesso di condurvi là e manterrò la mia parola...” le fece ancora l'occhiolino “... del resto, se vi fidate di me, di certo non vi farà paura neanche il lupo cattivo che si nasconde del bosco...” e rise di gusto.
Poco dopo raggiunsero il casolare dove i due monaci erano ad attenderli.

Guisgard 23-01-2014 19.24.29

I briganti, accorgendosi che la cupola di ghiaccio non c'era più, subito corsero verso Eilonwy e gli altri suoi compagni, circondandoli e puntandogli contro le armi.
“Non muovetevi...” disse il capo di quei fuorilegge “... il primo che si muove finirà all'Inferno con una bella freccia in mezzo agli occhi...”
Riccardo, però, non volendosi arrendere, estrasse la sua spada e si lanciò contro quegli uomini.
Lottò con coraggio ma, essendo ancora debole e dolorante, in breve fu disarmato e ferito nuovamente.
Quei malvagi predoni, allora, lo bloccarono puntandogli una lama alla gola.
Nel frattempo, essendo spuntata l'alba, il chiarore del giorno si diffuse nella foresta, dissolvendo le sue ombre e gli spettri che vi abitavano.
E come la notte svanì all'arrivo del Sole, così anche l'oscuro incanto che affliggeva Eilonwy cedette il passo alla sua nemesi.
In un attimo, infatti, la principessa da sirena ritornò ragazza.
E vide Riccardo in balia di quei briganti.
“Il primo che farà una mossa falsa” intimò il capo di quelli alla ragazza ed ai suoi due compagni, Aladiah e Coco “vedrà la lama di quel coltello affondare nel collo di questo cavaliere come se fosse di burro caldo!”

Guisgard 23-01-2014 19.30.43

Quella figura si limitò a fissare Altea per un breve istante, per poi, quasi indifferente, raggiungere la rozza tavola e mettere da parte i fogli che su di essa stavano sparsi, come se non volesse svelare ciò che vi era scritto.
“Immagino” disse poi rivolgendosi al novizio Pich “che neanche in un luogo tanto desolato ed inospitale un povero uomo possa rifugiarsi dalle seccature del mondo.”
“Pace e bene, Abate.” Salutandolo con un sorriso il novizio. “Ho piacere nel rivedervi.”
“Allora?” Con tono burbero l'abate. “Cosa ti ha spinto a rivelare il mio eremo? Forse una Visione Celeste? Magari la Santa Vergine vista in sogno che ti spronava a giungere qui per confessarmi, credendomi in fin di vita?”
“Non la Santa Vergine, Abate...” rispose Pich “... ma una donna. La Granduchessa lady Consel, cugina dell'Arciduca.”
“Già, non proprio Maria Vergine...” mormorò il chierico, ammansendo il suo tono “... e cosa c'entri tu con la Granduchessa? Sei divenuto Cappellano di Corte? O forse confessore dei duchi?”
“Nulla di tutto questo, Abate...” scuotendo il capo Pich “... la mia dimora è e resterà il monastero di San Michele Arcangelo... almeno fino a quando così vorrà la Volontà dell'Altissimo.”
“Dunque?” Chiese l'abate.
“Lady Consel vi manda un suo messaggio, Abate” spiegò Pich “e lo fa nelle persone di questi nobili e pietosi messaggeri...” indicando Altea, Tyssen e Gyen “... e saranno loro stessi a narrarvi il tutto...” e fece cenno ad Altea di raccontare al religioso la loro missione.
L'Abate, così, si sedette sulla sua rudimentale sedia, scoprendosi finalmente da quel cappuccio e mostrando il suo volto.
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Clio 23-01-2014 19.32.17

L’abito era indubbiamente delizioso, scomodo, ma delizioso. Sicuramente nessuno mi avrebbe riconosciuto.
Avevo avvisato i miei uomini che sarei stata reperibile dopo pranzo, intanto, le guardie selezionavano attentamente i servitori, con discrezione.
In caserma le cose erano calme, non era ancora venerdì e non dovevo vedere Maria, mentre avevo avvisato Astin di comunicarmi se Nikis si fosse fatto vivo, e ovviamente di tenermi aggiornata sugli spostamenti dei mercenari. Non dovevano essere lontani ormai.
Nonostante le insistenze del sarto, tenni sotto l’abito dei pantaloni attillati, e, non potendo portare la spada, infilai un paio di pugnali nei miei stivali, il bello della gonna era che li copriva perfettamente.
Presi poi la mia spada, e coprii l’elsa con morbide cinghie di cuoio, in modo da coprire i piccoli zaffiri.
La portai con me, senza però metterla al fianco, ovviamente.
Raggiunsi così il posto stabilito, in perfetto orario.

elisabeth 23-01-2014 19.35.27

Avevo ragione....il Bosco non era un posto sicuro in quel momento, ma dovevamo affrontarlo...." Daizer, vi sembrerà strano, ciò che vi dico, ma nessuno di noi sa bene cosa accadrà all'interno del bosco ......nessuno di noi sa cosa sta andando a fare all'interno del Bosco, questa storia ha avuto un inizio e man mano sta assumendo altri aspetti....abbiamo incontrato voi alla ricerca di aiuto, pagato si intende........ognuno di noi e' legato all'altro.....che lo vogliate o no......comunque sia....la partita e' valida.....non fate il furbo....sarei capace di cose che neanche immaginate....."....passai davanti a lui per tornare dai monaci....." Dimenticavo......dicevate che non siete il mio uomo ?.....non mi sembra che vi siate mai messo in ginocchio...e abbiate chiesto la mia mano.....".........i Frati erano in attesa ed impazienti...avevano preparato....tutto quello che potevano....." Fratelli e' giunto il momento di andare a scoprire cosa ci nasconde il bosco......a voi Daizer....preparate i cavalli....a voi a condurci sulla retta via...".....presi lo scialle che avevo lasciato accanto al fuoco e me lo misi sulle spalle...stava facendo freddo

Altea 23-01-2014 19.45.12

Sorrisi appena, l' Abate Nicola non era affatto un uomo burbero e rude, anzi aveva un grande senso ironico e rimasi stupefatta a come il novizio sapeva pure tenergli testa.
Poi il giovane frate mi invitò a raccontare tutto all' abate, egli si sedette e mi fissò e allora iniziai a narrare..."Fu per caso, incontrai Gyen" e feci cenno al nano di farsi avanti "egli proviene da Capomazda e ha avuto un compito importantissimo da lady Consel...trovarvi e recapitarvi una missiva per la salvezza della sua famiglia e del Regno".
Estrassi lo scrigno dalla sacca e lo posai sopra il rudimentale tavolo.."Gyen, gentilmente, azionate lo scrigno affinchè l'abate Nicola possa sentire la missiva".

Tara La Banshee 23-01-2014 21.11.52

Presi il fiore e me lo appuntai tra i capelli con un sorriso verso il ragazzino.
Lo feci sedere alla mia tavola e gli offrii del cibo.
Così, invogliato a parlare, mi narrò della vita che faceva con il nonno e del grande desiderio, divenuto quasi ossessione, di riprodurre il fiore che aveva ammirato in gioventù.
Finalmente, con modi gentili, riuscii a convincerlo a condurmi nel giardino in cui l'amato nonno conduceva i suoi esperimenti botanici.
Uscimmo così dall'affollata locanda, e ne fui molto felice, gli odori all'interno di quella bettola iniziavano ad infastidirmi.
Il ragazzino mi prese per mano, affinché non ci perdessimo in mezzo alla gente che girovagava nella piazza del mercato e con fatica riuscimmo a farci largo fino a che non svoltammo in un vicolo più tranquillo.
Lì potemmo camminare con calma e chiacchierare.
"A proposito" gli dissi "non mi hai detto il tuo nome ragazzo..io sono Tara.."

Eilonwy 23-01-2014 22.18.04

Fui baciata dai tiepidi e dorati raggi del Sole.
Mi svegliai piena di forze, ma aprendo i miei occhi d' ebano vidi che eravamo stati circondati da quei farabutti.
Sir Riccardo, per di piu', era stato ferito di nuovo, probabilmente, per proteggermi da quei ladroni. Tuttavia, la cosa che mi terrorizzò di piu', fu di vedere sotto il collo del bel tenebroso cavaliere la lama affilata di un pugnale.
Non avrei, per nulla al mondo, lasciato che lo sgozzassero!
"Nooo!!! Ve ne prego......fermatevi!!!.....Mi volevate, Messere? Sono vostra, ma lasciate in vita i miei amici!" dissi implorando il capo dei briganti.
Stranamente, pur essendo nuda come un' albero in inverno, non mi vergognai di prendere parola davanti a otto uomini.

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Guisgard 24-01-2014 01.25.19

Il giorno era ormai giunto e il chiarore del Sole invase ogni angolo di quel luogo.
Daizer preparò i cavalli, legandoli poi al suo carro corazzato.
Poco dopo tutto era pronto per la loro partenza.
Così, Elisabeth, i due monaci ed il contrabbandiere si mossero alla volta del bosco.
La natura appariva lussureggiante ed incontaminata, con il verde degli alberi che sembrava rivestire ogni tratto di quel cammino tra piante secolari e fiori di rari colori.
Ben presto però il tempo mutò bruscamente e al Sole si sostituì un cielo coperto ed un'aria umida e pesante.
Il carro avanzava piano su un terreno divenuto di colpo fangoso ed angusto.
Dopo un po', quando ormai furono nel ventre di quella macchia verde, videro qualcosa.
Qualcuno era seduto su una piccola pietra, proprio ai margini della viuzza tracciata tra il pietrisco e la melma.
“Guardate...” disse Daizer agli altri “... c'è qualcuno seduto accanto alla strada... sembra una bambina...”
Infatti era una proprio una bambina, dal volto sporco e l'aria impaurita.

Guisgard 24-01-2014 01.34.34

Gyen annuì a quelle parole di Altea, prese lo scrigno, lo caricò e poi lo aprì davanti all'Abate Nicola.
Così anche il chierico ascoltò il messaggio inviato da lady Consel.
Dopo ciò, restò pensieroso ed in silenzio.
Poi prese a camminare nella grotta.
Passarono diversi minuti senza che l'abate dicesse nulla.
“La fortuna degli uomini” disse finalmente “è che nonostante sappiano macchiarsi di grandi e gravi colpe, alla fine la Misericordia Divina da sempre loro la possibilità di rimediare. Anche se in alcuni casi le colpe richiedono enormi sacrifici per essere espiate...”
“Cosa significa questo?” Chiese Pich.
“I Taddei” fissandolo l'abate “si portano dietro una grave colpa, che qualche demone ha imposto loro come una sorta di maledizione... e ancora oggi ne pagano le conseguenze...”
“Cosa c'entra il regno con tutto questo?” Domandò il nano.
“Quanto il principe è virtuoso” mormorò l'abate “non vi è suddito che non lo sia, recita un detto cinese... ma quando invece egli reca colpe nell'anima e nel cuore, allora anche i suoi sottoposti sono soggetti al vizio...”

Parsifal25 24-01-2014 01.37.50

Attesi il segnale di Alonius che subito si adoperò per mettere in pratica il mio piano. Mi avvisò che vi erano degli innocenti che rischiavano di esser assassinati.....non potevo permettere che ciò accadesse.

Le Oscure Forze già hanno iniziato a muovere le loro armate......i Demoni potevan esser risvegliati prima del previsto " nei miei studi antichi.....la prima regola da attuare, quando uno dei sigilli o dei messaggi implicati nelle steli dei 7 vizi, faceva la sua comparsa, era la seguente: ogni atto ostile poteva incrementare l'orda dell'Orrore......"

Raccolsi il potere celato dell'oscuro mistero dell'inganno e creai' una nube oscura che mi consentiva di amplificare il potenziale della paura e delle percezioni sensoriali.

Pian piano avanzai' verso il nemico e con voce tombale e sovrannaturale pronunciai' tali parole: "Alla fine siete giunti a dar fastidio alle orde maligne....comuni mortali. Il mio signore mi ha raccontato che qualcheduno ha usufruito fin troppo del potere che vi è stato concesso. Il contratto è stato rispettato....ora son qui per prender le vostre anime......" applicai' la logica del fattore psicologico.....è noto che quando due forze affini collimano l'un l'altro posson crear forti innesti mentali.

Alzai' la mano al cielo e creai' l'illusione di un piccolo varco dimensionale, pronunciando suddette parole in lingua arcana antica....

http://www.dragonslair.it/forum/atta...d%3D1210691057

Guisgard 24-01-2014 01.45.17

“Io invece mi chiamo Juama...” disse il ragazzino a Tara “... Tara è un bellissimo nome... una ragazza bella come voi non poteva che avere un nome così... io vi ho visto in chiesa, sapete? Si, insomma, non proprio voi... ma una statua che vi somiglia... è quella di un Angelo... ha i vostri occhi ed i vostri capelli... e poi grandi ali piumate... io credo che anche quella statua si chiami come voi...”
Alla fine giunsero in una piccola casa in mezzo alla boscaglia.
Era semplice e poco appariscente.
Alle spalle, però, aveva un bel giardino fiorito, dove splendevano fiori dai petali meravigliosi, capaci di emanare un profumo che pareva ingentilire l'aria come se fosse Primavera.
E quando giunsero davanti alla casa, un uomo uscì dalla casa.
“Nonno...” correndogli incontro Juama “... sono tornato presto oggi... guarda!” Esclamò dandogli tutte le monete che Tara aveva offerto a lui. “E' stata questa ragazza a darmele!”
“Che Dio vi benedica, milady.” Sorridendo l'uomo a Tara. “Siete una benefattrice. Vi prego, accomodatevi in casa... stavo preparando il pranzo e sarebbe bello avervi a tavola con noi.”
“Hai visto quanto è bella, nonno?” Fece il piccolo Juana.
Il nonno annuì fissando Tara con gentilezza.
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Guisgard 24-01-2014 02.19.51

Clio giunse presso la cappellina che sorgeva poco lontana dal Sacro Cuore e dopo qualche minuto vide arrivare qualcuno.
Indossava un lungo mantello blu cobalto, un basco piumato e alti stivali da caccia.
“Salute a voi, Clio...” disse Karel alla ragazza “... siete... si, siete incantevole... mi ricordate la fresca bellezza delle giovani di Provenza e del Rossiglione...” sorrise, restando però con i suoi occhi in quelli di lei “... perdonatemi, ma dopo avervi vista così non posso che ritenere un sacrilegio sapervi ancora una volta un militare...” continuò, per poi offrirle il braccio “... ma non voglio parlare di cosa accadrà dopo... siamo in incognito, no? E per una causa importante... difendere la vita del principe e dunque dello stato...” ammiccando “... andiamo dunque... saremo due giovani promessi sposi e naturalmente innamorati alla follia, in cerca di un loro nido d'amore... la nostra fantomatica villa!”
Risalirono allora a piedi la stretta via del centro ed in breve si ritrovarono alle spalle dell'abitato cittadino.
Oltrepassarono un ponte ed infine giunsero nei pressi di una piccola villa isolata.
“Qui vivono” fece Karel “due vecchi custodi del Palazzo Reale. Hanno lasciato quell'impiego essendo ormai anziani e vivono qui da soli. Sono certo che ci offriranno ospitalità nella loro villa.”
Così raggiunsero quell'abitazione.
Davanti l'ingresso vi era un vecchio intento a coltivare un piccolo orticello.
“Salute a voi, Gabin...” avanzando verso di lui Karel “... molto bella la vostra dimora... volete vendermela?”
“Impossibile, signore...” scuotendo il capo Gabin “... essa non è in vendita... ma come conoscete il mio nome?”
“Mi hanno indirizzato qui...” rispose lui “... siccome la mia fidanzata” indicando Clio “vedendo la vostra casa si è innamorata di colpo, ho chiesto informazioni su di voi... avanti, non posso non esaudire i desideri della mia futura moglie... ditemi il prezzo e sono certo che concluderemo.”
“Non si può, messere.” Irremovibile Gabin. “Non è in vendita.”
“Neanche se a chiedertela fosse il tuo signore?” Sorridendo Karel. “Quel discolo che ti faceva ammattire rompendo gli ortaggi dell'orto di palazzo?”
Gabin lo fissò meravigliato.
“Neanche mi riconosci adesso?” Ridendo il principe.
“Bontà Divina!” Esclamò il vecchio. “Siete voi, altezza! Bontà Divina!”
E i due si strinsero forte.
“E chi è questa bella ragazza?” Domandò Gabin fissando Clio.
“Come ti ho detto” prendendo la mano di lei Karel “lei è la donna che amo e che sto per sposare.”
“I miei complimenti, altezza.” Annuendo Gabin.

Guisgard 24-01-2014 02.24.35

Eilonwy allora, vedendo Riccardo in quelle condizioni e alla mercé dei briganti, si offrì a loro, purchè lasciassero libero il cavaliere ferito.
E nel vederla così, bellissima, arrendevole e disperata, nonché completamente nuda, quei fuorilegge furono presi da bramosia e lussuria.
Ma il peggiore di tutti fu il loro capo, che subito si avvicinò alla giovane per prenderla per sé.
Però, proprio in quel preciso momento, accadde qualcosa.
Una nube scura e poi l'illusione di un grosso varco, simile ad un portale che si apriva nell'ignota meraviglia di quella misteriosa visione.
Ed infine una voce, quella di Parsifal, che sembrava giungere da un lontano e terribile Ade, pronto a reclamare la vita e le anime di quei briganti.
Bastò questo e i farabutti fuggirono via, svanendo poco dopo nella boscaglia.
Eilonwy ed i suoi amici furono così salvati dall'intervento di Parsifal.

Guisgard 24-01-2014 02.34.17

I mercenari di Gufo Scarlatto attraversarono il bosco e continuarono il tragitto fino a notte fonda.
Si accamparono allora nella boscaglia, per riprendere il cammino alle prime luci dell'alba.
Durante il percorso, alcuni di quelli si divertirono a prendere in giro Guisgard.
Il loro schiavo fu fatto cadere da cavallo e trascinato per un po', legato ad una corda alla sella della sua cavalcatura.
Fu Gufo a fermarli.
“Magari” disse ai suoi “questo miserabile sa davvero impugnare un'arma. Ad Afravalone lo metteremo alla prova. Male che vada ne faremo di lui un maniscalco o uno stalliere.”
E verso Mezzogiorno, finalmente, l'armata mercenaria avvistò le torri di Afravalone.
Il loro ingresso in città fu accolto dalla meraviglia e dalla curiosità della gente.
Erano uomini armati fino ai denti, abili combattenti e abituati ad ogni tipo di guerriglia conosciuta.
Come tenerli a bada?
Questo si chiedeva la gente.
Alla fine i mercenari raggiunsero il Senato e qui furono accolti da Bool e da Gheorgis.
Così fu assegnata loro una caserma di proprietà ecclesiastica, per fungere da loro quartier generale.
Qui Gufo Scarlatto volle subito mettere alla prova il suo prigioniero.
“Affronterai Koim...” fece il mercenario “... il più abile spadaccino della compagnia. Dopo di me, naturalmente. Si combatterà fino al primo sangue.” Lanciò ai piedi dello schiavo uno spadino.
Koim allora impugnò la sua arma ed affrontò Guisgard.
I due così cominciarono la contesa.
Koim era rapidissimo e si divertiva a stuzzicare Guisgard.
“Ora gli taglierò la giubba all'altezza della spalla destra...” vantandosi davanti agli altri
E così fece.
“Ora a quella sinistra...” e fece altrettanto “... adesso sul fianco destro...” e così fu.
“Dai, fagli un bel graffio, fratello!” Gridò uno dei mercenari che assisteva.
“Certo!” Esclamò Koim, per poi lanciarsi contro Guisgard.
I due allora furono quasi al contatto fisico, poi si allontanarono rapidi l'uno dall'altro.
“Ti ho mancato per poco.” Ridendo Koim. “Ma ora non te la caverai.”
Guisgard però si fermò e lanciò lo spadino ai piedi di Gufo.
“Perchè ti fermi, cane?” Urlò Koim. “Ti dai per vinto?” Ma poi si accorse che la sua giubba era tinta di sangue.
Allora si tolse quella veste e scoprì il suo fianco tagliato dalla spada di Guisgard.
A terra infatti lo spadino era macchiato di sangue.
Il sangue di Koim.
“Eccellente...” mormorò Gufo “... meriti un bel premio...”
“Rendimi la libertà.” Disse Guisgard.
Gufo rise forte.
“Perchè ridi?” Con astio Guisgard.
“Ci sono solo tre modi per lasciare questa compagnia...” fissandolo Gufo “... trascorrere dieci anni di onorato servizio ai miei ordini... o pagare una penale di diecimila Taddei...”
“Hai detto tre modi...” mormorò Guisgard “... qual'è il terzo?”
“Morire sul campo di battaglia...” sentenziò Gufo.
E tutti i mercenari risero sonoramente, mentre lo sguardo di Guisgard era su ognuno di loro, per poi fermarsi in quello impenetrabile di Gufo.
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Eilonwy 24-01-2014 02.53.40

Per un momento pensai che per me fosse la fine e che sarei diventata la schiava dei piaceri erotici di quei criminali, ma poi vidi un cavaliere con una armatura nera, il quale aprì, quella che io ritenni, un portale per l' Oltretomba.
I sette briganti fuggirono a gambe levate.
Che l' Angelo della Morte fosse nostro alleato?
Anche se i miei genitori e San Francesco dicevano di non aver paura del Cupo Mietitore perchè era nostro fratello o sorella, da piccola fui terrorizzata da quella immagine cupa con la falce.
Adesso, però, al contrario di quando ero bimba e a differenza di tutti gli esseri mortali, quel tetro cavaliere, per quanto terrificante, non mi faceva paura.
Anzi la presenza di quell' entità portava sollievo al mio animo!
Non perchè ci aveva salvato, ma poichè mi dava proprio quella sensazione!
Coprì il mio latteo corpo con la folta chioma castano mogano scuro e mi avvicinai, con cautela ovviamente, alla fosca figura.
"I miei omaggi....Milord! Vi ringrazio di averci aiutati contro quei ladri. Mi chiamo Eilonwy....e questi sono Coco, Aladiah e Sir Riccardo. Potrei sapere di grazia, se non sono troppo scortese ed indiscreta, il vostro nome?" chiesi con gentilezza ed educazione.

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Parsifal25 24-01-2014 03.20.14

" Pensavo che l'incontro con la piccola Eilonwy era ormai cosa lontana, ma non immaginavo di ritrovarla.......avevo perso le speranze....magari il nostro incontro sarebbe andato a concreatrsi in Afravalone o al termine del gioco.......più noto e più mi accorgo che ciò che stiamo vivendo è davvero reale......."

Mi avvicinai' alla giovane damigella e le porsi un manto per coprir le sue beltà. Improvvisamente, una voce andava riecheggiando nel mio cuore:

"Sai.....quale è il tuo compito.....non puoi immischiarti con le faccende umane......sei il mio portatore....."
riconobbi la voce di Reienhearth
" Conosco bene il mio supplizio....." mi toccai' il capo ".......fin troppo.....".

Scesi dalla mia cavalcatura ed il passo che toccava il terreno vivido di quel loco......andava corrompendosi sotto i miei piedi.....la voce tuonò solenne
"Mi chiede il nome soave fanciulla......non ho un vero suono che implichi un significante allo essere una persona comune.....c'è chi mi chiama: Portatore, Oscuro presagio, Oblivion.....ma uno è quello maggiormente usato......Mietitore.....andai' avvicinandomi al cavaliere che era con lei.....lo odorai' e gli sorrisi:

"Riccardo, nobile paladino ed assassino di un suo confratello. E'un piacere incontrarla.....ho sempre voluto che accadesse.....quante volte sei sfuggito alla Belladonna, porti il suo marchio ne sento l'odore. Sai, che non bisogna andare contro il vello tessuto dalle Parche, e invece......" levai' alta la spada sul suo capo...... "come immaginavo....ti diverte fuggir dalla Sentenza

L'aria attorno andava divenendo sempre più cupa, trame illusorie, spirti vendicativi e nubi fatiscenti andavan marchiando il povero angol di vita

" Quanto dolore provo a causa del mio giuramento, non vorrei'......ma devo farlo.....cosi', mi è stato prescritto se il mio intento è quello di salvaguardar il mondo in cui vivo......"

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Clio 24-01-2014 09.35.34

Arrivò a passo svelto, per poco non mi mancò il fiato, era splendido.
Gli sorrisi, ma il mio sguardo divenne freddo e lontano quando commentò il mio aspetto.
Una fitta mi colpì. Aveva parlato in generale quella sera, dicendo che avrei incontrato un uomo che non mi volesse diversa.
Per un momento avevo sperato... Che ingenua!
Io ero quella che ero, e non sarei mai cambiata per nessuno.
"Non illudetevi, altezza.. Questa non sono io.." Dissi freddamente "Tenete.." Porgendogli la spada nel elegante fodero con tanto di cintura "ho coperto gli zaffiri col cuoio, non voglio dare nell'occhio.. Io non posso portarla, ma voi si.." Sorrisi "immaginavo sareste venuto disarmato.. Non temete, se saremo in pericolo la estrarrò io.. Non permetto a nessuno di maneggiarla.. Beh, ma potrei fare un'eccezione per voi, nel caso ci cogliessero separati.. " sorrisi.
Appena sfiorai il braccio che mi porgeva, ritrovai la serenità. Non potevo certo sperare che il principe ereditario si interessasse a me, ma almeno la mia posizione mi permetteva di stargli vicino senza malizia, ma con la confidenza che avrebbe tranquillamente accordato ad un uomo.
Ed era già tanto, infondo.
"Sono lieta che abbiate già avuto un'idea per la vostra villa, così non dovremo impazzire... Ho detto che sarei stata in caserma nel pomeriggio, attendo notizie e più che altro i mercenari dovrebbero arrivare da un momento all'altro.. E ho dato disposizione che se ne stiano buoni nei loro alloggi finché non ci avrò parlato.. Non voglio che se ne vadano in giro per la città a far danno finché non avranno capito le mie regole e cosa accade a chi non le rispetta.." Sorrisi, immaginando Nero che mi ascoltava docile "E non sarà una passeggiata.. Ma almeno ci sarà da divertirsi..".
Non sarebbe stato facile farsi rispettare dai mercenari, ma era necessario. Del resto, se c'ero riuscita con la Guardia Reale, il senato, e persino Karel, un gruppo di mercenari non doveva essere tanto difficile.

Citazione:

Davanti l'ingresso vi era un vecchio intento a coltivare un piccolo orticello.
“Salute a voi, Gabin...” avanzando verso di lui Karel “... molto bella la vostra dimora... volete vendermela?”
“Impossibile, signore...” scuotendo il capo Gabin “... essa non è in vendita... ma come conoscete il mio nome?”
“Mi hanno indirizzato qui...” rispose lui “... siccome la mia fidanzata” indicando Clio “vedendo la vostra casa si è innamorata di colpo, ho chiesto informazioni su di voi... avanti, non posso non esaudire i desideri della mia futura moglie... ditemi il prezzo e sono certo che concluderemo.”
“Non si può, messere.” Irremovibile Gabin. “Non è in vendita.”
“Neanche se a chiedertela fosse il tuo signore?” Sorridendo Karel. “Quel discolo che ti faceva ammattire rompendo gli ortaggi dell'orto di palazzo?”
Gabin lo fissò meravigliato.
“Neanche mi riconosci adesso?” Ridendo il principe.
“Bontà Divina!” Esclamò il vecchio. “Siete voi, altezza! Bontà Divina!”
E i due si strinsero forte.
“E chi è questa bella ragazza?” Domandò Gabin fissando Clio.
“Come ti ho detto” prendendo la mano di lei Karel “lei è la donna che amo e che sto per sposare.”
“I miei complimenti, altezza.” Annuendo Gabin.
Abbassai gli occhi, con un leggero sorriso. Siete in incognito, sciocca.. Non parla di te..
"Perdonate l'intrusione, Gabin.." Dissi timidamente "Questa dimora è incantevole, ho sempre sognato un posto come questo, una vita tranquilla.. Lontano da sguardi pettegoli.. Ho detto a Karel di non disturbarvi, ma ha insistito, vuole accontentarmi in tutto.." Lanciando una fugace occhiata al principe.
E in quel momento mi accorsi che non avevo mentito del tutto.
Vivere in una villa come quella, nella tranquillità e nella pace, dove condividere la quotidianità con la persona amata, trovare nel suo abbraccio la pace dopo la mia giornata piena di guerra e orrori.
Ma non era che un sogno, un sogno lontano.
Ero compito della moglie, di norma, portare la pace al marito, e io di certo non potevo portare la pace a nessuno, anzi.

Eilonwy 24-01-2014 13.32.00

Il cavaliere mi aveva coperto con il suo mantello di tenebra. Ci avviammo verso il carro dove c' erano i miei compagni.
Il Cupo Mietitore parlò normalmente con Sir Riccardo, ma la cosa che mi allarmò fu il gesto di alzare la spada, come per voler tagliargli la testa, contro di lui e le sue apocalittiche parole:

Citazione:

"Riccardo, nobile paladino ed assassino di un suo confratello. E'un piacere incontrarla.....ho sempre voluto che accadesse.....quante volte sei sfuggito alla Belladonna, porti il suo marchio ne sento l'odore. Sai, che non bisogna andare contro il vello tessuto dalle Parche, e invece......" levai' alta la spada sul suo capo...... "come immaginavo....ti diverte fuggir dalla Sentenza
Sguainai la mia Spada di Fuoco Fatuo e feci un Trovar di Spada contro l' arma dell' Oscuro Portatore.
La mia fedele spada mandava fiamme color zaffiro da ogni parte della sua lama.
"Vi prego Angelo della Morte.....vi supplico....non portate via Sir Riccardo!
Se è scappato dalla vostra Sentenza è perchè nell' ultimo duello, capitato due giorni fa, gli ho salvato la vita! Caro Mietitore, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandate" dichiarai supplichevole, ma anche con coraggio.

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(Trovar di spada: Deviare la lama dell'avversario cercando il contatto con la propria)

Altea 24-01-2014 14.58.17

L'Abate camminava nervosamente per la stanza e ascoltavo le sue parole con il novizio, istintivamente mi voltai verso Tyssen e stranamente incrociai proprio il suo sguardo.."Abate Nicola, sir Tyssen non conosce personalmente la famiglia dei Taddei ma è venuto a conoscenza di qualcosa da una persona...Tyssen, gentilmente, racconta all' abate ciò che ti disse quella ragazza e sulle raccomandazioni di suo nonno di non innamorarsi di un uomo del loro casato".
Ascoltai la voce di Tyssen mentre narrava la storia quando ad un tratto davanti a me si pose un ricordo ora ben nitido...lo stesso che apparve confuso quando mi trovavo con l'apprendista e sua madre..era una sorta di de-javou, come tornare nel Passato...

Il Cavaliere camminava di fronte a me con una torcia in mano visto il luogo buio e sacrale..
"Petra è un posto affascinante e misterioso..misterioso come Voi..mi state seguendo da Gerusalemme fino qui..e quindi di strada ne abbiamo fatta, e non avete voluto mai dirmi da dove venite e soprattutto il vostro nome...come devo chiamarVi?Vediamo..." mi fermai e lui si voltò verso me guardandomi con i suoi meravigliosi occhi.
"Cavaliere misterioso? Protettore di Altea? Cavaliere venuto dal nulla? Cavaliere di ventura?...eh scelta difficile".
"Se è per questo" con quella sua aria sicura lui "pure voi mi avete solo detto il vostro nome e non da dove provenite..dove vi troverei se decideste di sfuggirmi?Di una cosa sono sicuro..non siete greca" e iniziò a ridere beffardamente tale da temere quelle millenarie mura potessero crollare.
"Ovvero" dissi io con una punta di risentimento.
"Lasciate perdere...perchè vi seguo? Non vi è passato in testa forse.." disse avvicinandosi a me, il suo volto era vicino al mio, il mio cuore batteva forte ma cercavo di fare forza al mio Animo...la Promessa..non potevo.."che forse possa essere minimamente innamorato di Voi visto vi sto seguendo e non mi sfuggirete".
Lasciò scivolare nelle mie mani un sacchetto di velluto azzurro.."E' un vostro ennesimo regalo? A Gerusalemme mi donaste un libro azzurro e ora cosa vi è qua dentro?Volete stupirmi...non devo aprire nemmeno questo sacchetto come il libro?"
Lui sembrò nemmeno ascoltare le mie parole si avvicinò alle mie labbra e io mi scansai immediatamente, si bloccò e mi guardò risentito e senza proferire parola se ne andò via.
"Fermatevi" urlai e sentii l'eco della mia voce in quel luogo diventato sempre più solitario e semibuio.."Io non volevo..non potete capire..io non posso..ma io vi.." e mi bloccai.
D'un tratto apparve una donna bellissima dalla pelle di ebano, i lunghi capelli neri come la notte profonda e vestita turchese con un lungo velo e adornata di monili e pietre preziose...sembrava una antica sacerdotessa del luogo..."Altea vero? Ho visto...ma tu non sei legata a nessuna promessa...tu hai solo paura dell' Amore" e poi la vidi andarsene.
Tyssen mi raggiunse subito e da quella volta di Lui non seppi più nulla, solo che nelle mie vesti nella tasca vi è sempre il Rosario e quel sacchetto che non volli mai aprire.

Mi destai e ritornai nel mondo reale..anzi era proprio come se fossi ritornata dal Passato.
Tyssen aveva smesso di narrare la storia e stava parlando con Gyen, davanti a me vi era l' Abate e mi fissava impenetrabilmente tanto i suoi occhi erano diventati una fessura quasi...provai una strana sensazione, abbassai lo sguardo, ma lui no...avevo notato da quando ero arrivata egli mi scrutava ma in modo indifferente ma ora quello sguardo entrava nell'animo.
"Bene" dissi per distrarlo "avete sentito la storia di Tyssen...è di questo che parlavate prima sulla maledizione dei Taddei? Che porta questo demone...e vi è un modo per sconfiggerlo, anche se, effettivamente, mi sembra non dovrebbe essere compito nostro...abbiamo solo avuto ordine di portarvi la missiva ovvio" e stavolta lo guardai io negli occhi.

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Guisgard 24-01-2014 18.22.49

“Allora” disse Karel a Gabin “faremo così... potrà darsi che per un certo tempo io e Clio si debba stare lontani dalla vita di corte... verremo qui, come tuoi affittuari, Gabin.”
“Signore...” fece il vecchio guardiano “... la mia cosa, come la mia devozione e la mia fedeltà, è vostra... non sarete mai un ospite qui... ma sempre e solo il mio principe e come tale vi tratterò.” Con un inchino.
“Invece” sorridendo il principe “io ti pagherò proprio per la tua fedeltà alla Casa Reale, vecchio mio.” Dandogli una pacca sulla spalla. “Ora lascia che mostri la villa alla mia amata, Gabin.”
Così, il principe e Clio passeggiarono per l'orto posto dietro quella dimora.
“Gabin è sempre stato un uomo semplice...” mormorò Karel accarezzando le verdure e gli ortaggi di quel campetto “... da piccolo, per farmi mangiare frutta e verdure, ricordo che le dame di mia madre chiamavano proprio lui...” sorrise “... e con tanta pazienza, per ogni verdura che c'era a tavola lui inventava una storia... erano novelle di contadini, genuine e sempre con una morale di base... forse per questo, crescendo, ho poi cercato quelle morali nella vita reale... io credo possa esistere un mondo diverso, dove le parole non cedano mai il passo alle armi e la pace non trovi mai il modo di indietreggiare davanti alla guerra... so che in Senato non godo di fiducia ed ammirazione... un Afavalonese che rifiuta la nobile arte della guerra, dicono di me... lo so benissimo... ma sono fatto così e credo in ciò che dico...” la fissò “... come credo che sia un peccato vedere una donna come voi con indosso armi ed uniformi... avete portato la spada con voi... eppure qui non ci sono pericoli... l'unico per voi sono le mie parole, ma non vi servirà una spada per difendervi da esse... Clio, so che vostro padre vi ha voluto così... ma credo anche che meritiate di decidere da voi sul vostro futuro... quando torneremo io a corte e voi in caserma, prima di spogliarvi di questo abito, vi prego, restate qualche istante a fissarvi davanti ad uno specchio... e guardate la donna che vedo io...”
Ad un tratto i due udirono qualcuno parlare.
Era una vecchia donna che se ne stava sotto una grossa quercia.
“Eh, ecco che ritorna la pioggia...” mormorò.
E infatti una leggera pioggerellina in breve diventò più intensa.
Così anche Karel e Clio trovarono riparo sotto i robusti rami di quella quercia.
“Ma tu sei Claren...” fissando la vecchia il principe “... la moglie del buon Gabin!”
“Mi conoscete?” Guardandolo lei. “Oh, Cielo... altezza...” riconoscendolo, per poi stringergli forte la mano nelle sue.
“Quanto tempo è passato...” annuendo Karel “... cosa facevi?” Osservando le piccole pietre che la vecchia aveva con sé.
“Sono Rune...” sorridendo lei “... mi aiutano a capire meglio la vita, mio signore...”
“Rune?” Ripetè Karel. “Ma non fanno parte del folclore germanico? Anzi, che io sappia sono legate alla religiosità di quei popoli. Cosa direbbero i nostri cattolici senatori se ti vedessero ora a leggere queste pietre?”
“Altezza, gli Afravalonesi” spiegò lei “non sono forse di stirpe normanna e dunque germanica? E poi non bisogna temere o fuggire ciò che non conosciamo... il Divino e dunque Dio, è in ogni cosa, indipendentemente dal nome e dal credo che noi diamo... credete forse che siano idoli pagani, quali Odino o Thor, ad animare l'energia delle Rune? O che forse fosse davvero Apollo a far parlare la Pizia o la Sibilla di Cuma?” Scosse il capo. “Dio è in ogni luogo e si manifesta in maniera spesso inspiegabile per noi uomini... rammentate sempre... tutto ciò che esiste è frutto della Creazione di Dio ed obbedisce alle Sue Infinite Leggi...”
“Vedo che la tua saggezza non è calata col tempo...” annuendo Karel “... su, mostraci cosa vedono le tue Rune su me e su Clio...”
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Guisgard 24-01-2014 18.27.56

Riccardo si avvicinò a Parsifal, che ora appariva con le vesti di un oscuro e potente cavaliere, custode delle terrene fattezze di madonna Morte, fissandolo negli occhi.
“Io non fuggo al mio Destino” disse spostando Eilonwy che si trovava fra loro “e non temo la morte, sebbene ami la vita. Ho ucciso un mio simile, si, ma solo perchè egli lo meritava. E lo rifarei ancora. Se ora volete prendere la mia vita, sebbene sia ferito, la difenderò con onore...” ed estrasse la spada, puntandola verso Parsifal.
“Un altro duello!” Esclamò Coco.
“No, sciocca...” scuotendo il capo Aladiah “... è molto di più di un semplice duello, temo...”
In quel momento giunse anche Alanius, posandosi su di un ramo, restando poi a fissare impassibile quella scena.
“Se sei davvero chi dici di essere” disse il falco a Parsifal “rammenta che hai il dovere di reclamare ogni anima come giusto compenso al Fato. Altrimenti subirai gravi punizioni.”

Guisgard 24-01-2014 18.44.26

“Infatti...” disse annuendo l'Abate Nicola “... le maledizioni riguardano solo coloro che ne sono vittima... voi avete compiuto il vostro dovere, recapitando il messaggio... dunque non vi è altro e potete andare.”
“E cosa diremo alla Granduchessa?” Chiese Gyen.
“Potete dire di aver portato il suo messaggio all'abate.” Rispose il chierico.
“Senza ricevere alcuna risposta dunque?” Fissandolo il nano.
“Ne avete ricevute?” Guardandolo l'abate. “Vi ho forse detto qualcosa riguardo il messaggio?”
“No, nulla...” scuotendo il capo Gyen.
“Allora nulla riferite alla vostra padrona.” Con tono burbero l'abate.
“Non vi occorre nulla qui?” Domandò il novizio. “Intendo qualcosa per i vostri studi.”
“Qui” fece l'abate “ho tutto ciò che mi occorre.”
“Vedo dei libri e dei fogli scritti...” guardandosi intorno il novizio “... chi vi fornisce gli strumenti per i vostri studi in questo luogo dimenticato?”
“Conosco” spiegò l'abate “un trattamento noto solo ad alcuni monaci di San Giovanni D'Acri che rende le foglie degli alberi lisce e compatte come fossero carta. Come penne adopero le piume degli uccelli di cui mi cibo, riempiendole con la fuliggine che lascia sulle pietre il fuoco che accendo per scaldarmi e cucinare. Ed ecco per magia l'inchiostro.”
“Siete straordinario.” Entusiasta il novizio Pich.
“Allora lo erano anche i nostri antenati che nelle caverne, senza conoscenze primarie, diedero il via alla nostra civiltà.” Replicò l'abate.
Il chierico fissò poi Altea.
“Tuttavia, per essere giunta fin quassù solo per consegnarmi quel messaggio, voglio ripagarvi con un consiglio...” rivolgendosi alla bella avventuriera “... guardatevi le spalle, poiché qualcuno di cui non sospettate vi sta ingannando...” si alzò, rimettendosi sul capo il suo cappuccio ed uscì dalla grotta “... le mie orazioni mi attendono...” e svanì nella sera ormai giunta.

Eilonwy 24-01-2014 18.48.09

"Adesso basta!!! Piantatela tutti e due!!!" e così dicendo li separai con una latra di ghiaccio.
Poi ritornai a rivolgermi verso il Cupo Mietitore: "Sentite, vi siamo grati di averci salvato. Tuttavia, se volete l' anima e la vita di Sir Riccardo dovrete passare sul mio cadavere! Sono pronta a duellare contro di voi anche se sono una semplice mortale. Sono stata abbastanza chiara!!!" dissi guardandolo e puntandogli la mia spada, che era stata creata dall' Arcangelo Michele in persona, in segno di sfida.
Sentì una rabbia crescere dentro e questo provoco una forte bufera di neve.

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Guisgard 24-01-2014 18.54.38

“E' un affare tra noi due, lady Eilonwy...” disse Riccardo alla ragazza “... restatene fuori. Avete già fatto tanto per me e vi sarò sempre debitore per questo. Ora riprendete il vostro carro e raggiungete Afravalone, la vostra meta.” Il suo tono era deciso.
“Dobbiamo rimetterci in cammino, Eilonwy...” Aladiah alla ragazza “... siamo in pieno Inverno e il giorno è breve... presto sarà di nuovo buio e tu tornerai ad essere una sirena... andiamo dunque...”

Altea 24-01-2014 19.00.00

Rimasi sbigottita...quindi? Non voleva aiutare i Taddei? Ed eravamo venuti fin qui senza risolvere nulla..ma furono le ultime parole a trapassarmi come una spada, mi alzai di scatto...qualcuno mi sta ingannando? Ma chi mai...qui vi sono Gyen, appena conosciuto e...Tyssen. Tyssen? Lo osservai..non poteva essere, eppure...aveva avuto dei comportamenti strani durante il viaggio..e questo volermi ubbidire e seguire.
Il frate se ne andò a pregare.."Bene" dissi un pò frastornata dalle ultime parole "ora possiamo andare..e penso possiamo ognuno tornarcene nella propria casa" e mi incamminai verso l'uscita..."Gyen, voi riuscirete a tornare solo verso Capomazda e lady Consel? Voi frate Pich...volete un passaggio verso il monastero...e noi Tyssen...possiamo tornare nelle nostre rispettive dimore e riposarci dopo questa impresa..mi auguro i Taddei possano trovare la Pace".
Guardai tutti aspettando le loro mosse...non potevo certo girare il mondo a servizio di quei Duchi e riportare tutti a casa loro.
Ma, qualcosa mi insospettiva su Tyssen...certo avrei potuto tornare a casa sola..ora non mi fidavo più...il fatto che arrivò al mio palazzo proprio quando parlavamo dello scrigno..la prontezza ad aiutarci...eppure mi aveva giurato Amore...come poteva essere?
E alcuni fiocchi di neve avevano iniziato a cadere mentre il freddo vento del nord lambiva quel posto desolato..come lo era ora il mio Cuore.
Osservai gli uomini uno ad uno e presi coraggio.."L'incontro con l' Abate Nicola mi ha fatto pensare, mi ha come plasmata..io ho capito che..devo trovare me stessa e devo farlo..in solitudine..solo cosi potrò superare gli ostacoli e fare un cammino nel mio Animo...un pò una sorta di pellegrinaggio. Non ho paura..non temo i pericoli e se perirò per mano di essi, almeno avrò provato..." alzai gli occhi al Cielo sentendo i fiocchi sul viso..."E ora le nostre strade si dividono qui..Tyssen, vi chiedo uno dei vostri cavalli se non è utile per la vostra carrozza altrimenti posso proseguire a piedi". Li guardai ferma e decisa...irremovibile.

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elisabeth 24-01-2014 19.38.22

Il nostro viaggio incominciò...eravamo tutti in silenzio,ognuno di noi era immerso nei propri pensieri, cullati dalla dalla strada, su quel carrozzone il dondolio era quasi impossibile, e poi il ventre della Madre..il Bosco e le sue creature,piante di ogni genere.....e l'odore dell'umidità che diveniva forte pungente.......incominciavo ad avere caldo...stavo sudando l'aria era appiccicaticcia ....e la terra asciutta si era trasformata in fanghiglia........quel posto era orrendo...mi voltavo continuamente....sorvegliavo quel paesaggio che cambiava forma e colori....e con un fazzoletto mi asciugavo il collo.....e poi Daizer.....e vidi quella creatura seduta ...una fanciulla....." Non lasciare il carro Daizer non lasciare mai il carro e i Frati......fammi scendere...vediamo cosa possiamo fare per lei....".......scesi e il fango mi si appiccicò ai piedi,camminavo con fatica e l'aria era umida da morire.....mi avvicinai a lei......ebbi uno strano senso di angoscia.......c'erano ragazzi in quel bosco...era dispersa ?..veniva dal Borgo ?...." Ciao tesoro......perchè sei qui....tutta sporca e triste....?.....stai aspettando qualcuno o devi tornare a casa ?.....se vuoi..possiamo aiutarti ....."......allungai la mano..per toglierle i capelli davanti agli occhi......

Eilonwy 24-01-2014 20.34.28

Riposi la spada nella guaina di cuoio.
"Va bene, ma state attento! Che Dio vi benedica.....addio!" dissi con angoscia e dandogli un bacio sulla guancia.
Salì sul carro e partì verso Afravalone. Percorsi molta strada e alla fine dopo essere uscita da quel sventurato bosco vidi le guglie e i tetti della città.
Mi accorsi, però, di essere coperta solo dal mantello nero del Cupo Mietitore.
Così feci una breve sosta ed indossai un abito giallo-arancione. Coco mi aiutò a stringere il corsetto e mi fece velocemente un acconciatura di nome Treccia Corona a Cascata. La mia fatina era veramente unica ad inventarsi le acconciature e i loro nomi.
Riprendemmo il viaggio e dopo essere entrati nelle mura di Afravalone, arrivammo di fronte al palazzo sul lago di Lady Galatea.

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Clio 24-01-2014 20.46.10

Risi appena a quelle parole di Karel.
"Sono abile altezza, questo è vero.. È potrei affidarmi alle mie mani o ai due pugnali nascosti negli stivali.. Ma un senato consulto mi ha affidato la guardia della vostra persona, credete che voglia correre rischi?" Scossi la testa "io non potevo sapere che vi sareste rivolto ad un uomo di fiducia.. Quanto al resto, beh.." Alzai le spalle "Io sono quella che sono, e non cambierei mai la mia vita con quella di qualunque altra donna.." Sorrisi, ma senza allegria "una volta qualcuno mi ha detto che chi non fosse stato capace di apprezzare il mio valore in battaglia, avrebbe visto solo una bella donna come tante.. E che sarebbe uno spreco se lasciassi la guardia reale.." Scossi la testa, per allontanare il ricordo di quella sera.
"Probabilmente me lo sono immaginato.." Mormorai appena.
Eppure quei ricordi erano vivi e saldi nella mia mente, in quei giorni poi, continuavano a tormentarmi.
L'ammirazione di quando gli avevo salvato la vita, il modo in cui mi aveva donato la spada dicendo che era il gioiello migliore per me, le parole nel parco.
Possibile che fosse cambiato tanto in pochi mesi? O ero io che mi ero suggestionata?

"Dove sta scritto? Siete un ufficiale non un monaco!".
Scossi la testa "Non capite, altezza... Credete che un marito mi permetterebbe di continuare a combattere, quando magari sono più abile di lui?"
"Sarebbe un terribile spreco..." Guardandomi negli occhi "Ma se un uomo chiederà la vostra mano sa chi siete, non credo si aspetti che impariate a ricamare all'improvviso! ".
Risi nuovamente, scuotendo la testa "Ecco perché nessuno si sogna di farmi la corte!".
Quando alzai gli occhi su di lui, mi accorsi che era divenuto nuovamente serio. Per lunghi istanti nessuno parlò, restai incatenata a quegli occhi così intensi.
"Non sono in molti a saper riconoscere la bellezza, capitano.." Sussurrò lui "E chi non apprezzi il vostro coraggio e il vostro valore in battaglia, non riuscirà mai ad amarvi completamente... Vedrà solo una bella donna, ma voi siete molto più di questo" Sorrise "Dovreste trovare un uomo che non vi desideri diversa, e non sia in competizione con voi, anzi... Un uomo che non riuscirebbe nemmeno ad immaginarvi coperta di pizzi e merletti..".


No, io ero lì, non poteva essere un sogno ad occhi aperti.
Probabilmente era stato solo gentile, o era curioso come se fossi un esotico animale sconosciuto.
Mi sentii terribilmente sciocca ad aver pensato che lui potesse apprezzarmi per come ero.
Ci avevo sperato, avevo sperato davvero che potesse esistere un uomo capace di vedere oltre le apparenze,mi pregiudizi, e apprezzarmi senza desiderarmi diversa.
Mi sbagliavo. Anche lui mi avrebbe voluto diversa. Non era poi tanto dissimile dal giocane medico supponente che avevo incontrato, con la differenza che al principe non potevo dare ordini.
No, non era lui l'uomo che stavo aspettando, e mi chiesi se l'avrei mai incontrate.
Era così difficile capire che io amavo la mia vita, il mio ruolo, le armi, la cavalleria.. Era ben difficile farmi fare qualcosa che non volevo!
Mi sentii incredibilmente ingenua e sciocca. Come avevo potuto pensare che lui avrebbe potuto interessarsi a me? Era questa la donna che vedeva.. Una donna finta, che non sarebbe mai esitita.
L'unica vera Clio era quella con l'uniforme.
Una tristezza sconosciuta mi attraversò, era sempre un bel sogno, ma nessun uomo avrebbe mai accettato una donna come me.
E io che avevo sperato che almeno lui avrebbe capito. Evidentemente, mi ero illusa come una sciocca ragazzina.
L'incontro con la donna, interruppe la mia tristezza.
La salutai sorridendo.
Evitai di rispondere alle loro parole sulla divinazione, che consideravo pratica di tutto rispetto, ed osservai il responso delle rune, attendendo le parole della donna.

Parsifal25 25-01-2014 02.17.51

" Spavaldo e condottiero anche innanzi al suo fato, sir Riccardo....." riposi la spada: "non son qui per toglierle la vita......non mi è concesso stroncarla se non sotto esplicito contratto ed autorizzazione....volevo solo testare l'attitudine del mio nuovo compagno di viaggio......stia attento ai suoi comportamenti" sorrisi.

Guardai' la fanciulla allontanarsi e dissi: "La veemenza non le manca.....ma non andrà avanti se agisce senza saper gestire la questione.....puntar la spada contro qualcheduno che le salva e provare a minacciarlo con un'arma forgiata nel mio stesso mondo......non sarebbe durata a lungo se avesse duellato con me. Ha la spada dell'Arcangelo Michele, ma non ne conosce il vero potenziale......."

Mi volsi verso Alonius " Rammenti.....quel che mi fu detto.....non mi è concesso tranciar il filo di una vita senza una valida sentenza.....". Guardai' il cavaliere......" è probabile, che ad Afravalone.....qualcosa potrebbe accadere che ti riguarda direttamente, giovanotto.....il mio è un avvertimento.....non puoi sempre scappar dall'abbraccio della Belladonna......" spronai' il cavallo......."vogliamo raggiunger la nostra damigella.....un buon cavaliere non abbandona mai la sua fanciulla......quasi quasi un pensierino lo farei'......è già impegnata con lei Sir Riccardo? " ultima risatina e tornando serio risponde:

"Afravalone sarà la prima rocca a cadere.....se non cerchiamo di carpire il segreto e l'Apocalisse che silente si avvicina......non credo che ci sia speranza......"

Tara La Banshee 27-01-2014 22.46.30

Juama mi accompagnò quindi alla capanna dove viveva con il nonno, il quale mi accolse con molta gentilezza e ospitalità in casa.
Seduta al tavolo mentre i due padroni d casa terminavano di preparare il pranzo, mi domandavo come dirigere il discorso verso il misterioso fiore ma non ve ne fu bisogno.
Non appena iniziammo a mangiare infatti, il nonno di Juama incominciò a tessere le lodi del suo bel giardino e dei numerosi fiori che vi crescevano.
Lo lasciai parlare sufficientemente per non essere sgarbata e mostrarmi interessata poi decisi che era giunto il momento di arrivare al punto di mio interesse.
"Sa"inizia"ho incontrato suo nipote in una locanda e mi ha colpito molto per via di ciò che andava dicendo...sosteneva infatti che voi, suo nonno, foste in possesso di un fiore particolare, frutto di anni di lavoro..simile a quello che avete veduto in gioventù...ecco, questo è il motivo della mia visita oggi...ho percorso molte terre per questo...."

Guisgard 28-01-2014 00.47.17

Elisabeth si avvicinò a quella bambina, nonostante Daizer, dal carro, le gridava di fare attenzione.
La fanciulla appariva pallidissima, forse a causa del freddo, il visino sporco e gli occhi fissi nel buio.
I suoi abiti erano sudici e strappati.
E nulla rispose a quelle parole di Elisabeth.
Dal carro allora scese anche Fra' Favelius.
“Questa bambina” disse fissandola “sembra sia stata spaventata da qualcosa. Come se avesse subito un qualche trauma.”
“Come può trovarsi una bambina tutta sola nel bel mezzo del bosco?” Fece Daizer. “Io non mi fido!”
“Questo forse” mormorò Fra' Favelius “riguarda ciò che questo luogo nasconde. Ciò che noi dobbiamo scoprire...”
E in quel momento una fitta pioggia cominciò a cadere dal cielo.


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