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<< Lo spero. Vi ringrazio, per tutto e buonanotte>> sorrisi all'uomo mentre usciva lasciando posto alla serva.
<< É stata una cena come un'altra allietata da un simpatico teatro. Parlava di uomini valorosi ma da ciò che ho appeso alcuni di questi sono nemici di queste terre. Tuttavia per me è stato un bello spettacolo. Peccato solo per il povero frate>> aggiunsi mentre mi liberavo dei gioielli, << il barone lo ha scacciato davvero in malo modo quando questi chiedeva solo la grazia per un uomo. Alla fine sono intercessa per lui e per fortuna il prigioniero non verrà giustiziato. >> E nel dirlo sorrisi. Una volta in veste da notte presi il libro ma esitai. Jean mi aveva detto di dimenticare tutta quella storia. |
Clio raggiunse i suoi compagni e poco dopo a tutti loro fu servito un degno pasto.
Quando terminarono di mangiare poi, i mercenari ricevettero una visita inaspettata. "Signori, ho saputo che avete avuto un incontro ravvicinato con i fuorilegge della Freccia Gigliata..." disse il Maresciallo Fagas. |
Betta aiutò Dacey a prepararsi per riposare.
Era ormai mattino, ma la principessa non aveva potuto chiudere occhio a causa di quella cena. Fatto ciò, la serva uscì, lasciando Dacey sola con le sue letture. |
Un buon pasto e una discreta quantità di vino era proprio quello che ci voleva.
All'improvviso però arrivò il maresciallo. "Già.." Annuii alle sue parole, versandomi del vino "Hanno incendiato un intero pianoro.." Dissi soltanto. "Chi appoggia quegli uomini?" Chiesi, alzando lo sguardo sul maresciallo. "Non hanno provato a derubarci, nonostante ostentassimo di trasportare tributi.. Quelli non sono semplici briganti.. C'è dell'altro, non so se l'avete taciuto per qualche motivo o se lo ignoriate voi stesso, ma c'è qualcosa sotto, fidatevi di me che ne ho viste... Qualcuno usa i briganti per creare disordine in queste terre, screditare l'autorità locale, probabilmente.. Nemici immagino che ne avrete, come tutti del resto..." Scossi la testa "Qui non si tratta di denaro, ma di politica..". |
Gaynor, a causa di quei militari poco distanti, senza farsi scorgere riprese la sua cavalla e rifece la strada a ritroso, per ritornare al suo palazzo, non riuscendo così a vedere che poco dopo anche i militari andarono via, ritornando a Monsperon.
E la dama Flegeese fece ritorno al suo palazzo. Qui trovò i servi impegnati a rimettere a posto il disordine del cortile e del giardino. |
Non mi ero allontanata molto dalla casa, che qualcuno mi raggiunse.
Era Emon. "Certo, con piacere" annuii sorridendo "Sì, vivo a Monsperon da quasi tre anni. Oh, che maleducata, non mi sono presentata. Mi chiamo Gwen" porgendogli gentilmente la mano. http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...XDEq2fW6n02miw |
Fagas ascoltò con attenzione ogni parola di Clio con tono sostenuto ed una strana inquietudine nello sguardo.
"Non faccio fatica a credere a queste vostre supposizioni..." disse infine con un velo di rabbia sul volto "... anzi, la cosa è tutt'altro che improbabile... e forse posso immaginare anche di chi possa esserci dietro quei cani... i chierici..." con disprezzo. |
"Ed io Emon." Disse il giovane a Gwen. "Davvero vivete a Monsperon? Allora vi invidio. Il bosco è tutt'altro che un posto tranquillo ultimamente. Ma forse io non potrei vivere in nessun altro luogo. Amo la libertà e ho un'innata antipatia per le regole imposte dal Maresciallo e dai suoi scagnozzi." Rise. "Ma ditemi... voi cosa credete ci sia dietro la storia del presunto lupo?"
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Mi coricai ma prima di cercare il sonno cedetti alla tentazione e sfogliai il libro.
Probabilmente non avrei trovato nulla e mi stavo solo facendo molti castelli per aria. Però. Tentar non muoceva |
Avevo colto nel segno, ma la cosa non mi stupiva.
Nei nostri viaggi avevamo visitato i posti più diversi, ma spesso le strategie belliche erano sempre le stesse. Ma la risposta mi stupì. "I chierici, voi dite?" Pensierosa "Non è che mi sembrassero timorati di Dio quei briganti, nè.." Nascondendo una risata divertita. "Si immagino che tra voi e i chierici non corra buon sangue, dunque non è un'ipotesi da scartare, certo non se ne vanno in giro ad ammazzare la gente di solito, ma nulla vieta che abbiano assoldato qualcuno per farlo, o peggio.. L'abbiano convinto.. Non sottovalutiamo il potere della persuasione.. Anche se, devo dire che pensavo più a un barone rivale, qualcuno che creda di avere diritti su queste terre, oppure brame... Non so, qualche disputa ereditaria, o cose così.. Per evitare una guerra aperta si usano i briganti, così il responsabile non si espone mai in prima persona e può dirsi estranei ai fatti, ma scompensa la situazione interna e crea terreno fertile per mettere in atto il suo piano.. Non sarebbe nè il primo nè l'ultimo..." Sospirai. "Se posso permettermi di darvi un consiglio, maresciallo, fossi in voi inizierei a cambiare ottica, qui non si tratta di banale criminalità, ma di vera e propria guerriglia... Serve una strategia ben studiata e articolata per batterli, dobbiamo essere più furbi di loro..". |
"Siamo in due, allora" dissi, ridendo e ripensando a ciò che avevo detto ai militari, durante il censimento.
Poi mi feci un po'. più seria quando si parlò del lupo e gli raccontai di quando aveva ucciso quei due uomini davanti a me. "Insomma non vi sembra strano? Un lupo che attacca soloanimali ed eccezionalmente uccide due uomini che volevano farmi del male? È come se... pensasse" |
Lasciai Monsperon con l' animo angosciato ma frate Roberto aveva ragione..si doveva confidare nel Signore. Mi ripromisi di rivedere il frate, d' altronde era l' unica persona di cui mi fidavo e poteva aiutarmi, e sapeva di me e di Tomas.
Attraversai il verde bosco, salutai l' anziana Odina la quale mi guardava preoccupata, presupponevo si sapesse di Tomas nei dintorni ma io le sorrisi. Presi la via verso il cuore del bosco e mi trovai nella mia umile rocca, ma almeno un posto dove vivere lo avevo. Legai bene Cruz nel solito cespuglio per nasconderlo e tenni sempre il cappuccio a coprire il volto, mi avviai verso le scale quando qualcosa attirò la mia attenzione. Indietreggiai leggermente e notai sotto la quercia secolare un uomo che stava dormendo..un cavaliere e il suo cavallo legato all' albero. Incrociai le braccia..certo il bosco di Clantes stava diventando ultimamente molto popolato. Estrassi la spada...fosse stato a servizio del barone...impossibile...dormire e mettersi in pericolo dei briganti o delle bestie feroci e presupponevo fosse stato qui tutta la notte. Forse era un forestiero..e non sapeva era pericoloso stare qui di notte ed era stanco. Dovevo scoprire anche perchè stava di fronte alla mia rocca, mi avvicinai lentamente e rischiarai la voce dando un tono imperioso ma non calando il cappuccio e con la spada toccai la sua spalla.."Milord..svegliatevi..cosa fate voi nel cuore della foresta e davanti a una casa abitata, e per fortuna vi siete attenuto a dormire fuori"..infatti perchè non era andato a dormire nella rocca..avrà visto il disordine e avrà avuto paura..ma non dovevo abbassare la guardia. |
Una volta tornata a casa, vi trovai tutti impegnati nel sistemare lo scempio di quella notte. "Ensa, purtroppo sul mio cammino ho trovato dei militari... ho avuto paura e sono tornata indietro, per cui non ho combinato un bel nulla... Adesso ho bisogno di mangiare qualcosa, ma prima preparami un bagno caldo, Dio solo sa quanto ne abbia bisogno..."
E così fu. L'acqua calda sulla pelle si rivelò un toccasana, togliendomi di dosso la rabbia e la stanchezza accumulate il giorno prima. Una volta asciutta e rivestita, scesi nel salone per la colazione, composta da un bicchiere di latte caldo addolcito col miele e del pane fragrante con una buonissima composta di fragole. Poco dopo uscii nuovamente di casa, diretta alla Pieve. Avevo del denaro con me, destinato alle opere caritatevoli di Frate Roberto, e stavolta sarei stata ben attenta nel darglielo. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Dacey, rimasta sola, riprese a sfogliare il libro con gli annali di Sygma.
E la pagina che trovò così diceva: "Con quest'atto il Barone Ferico del Tasso, signore di Monsperon, espropria le terre oltre il fiume Helsa, conosciute come Signoria di Altafonte, annettendole al demanio baronale. Sono dunque revocati tutti i diritti, i privilegi e le concessioni del suo passato proprietario. E con essi anche il titolo di Principe di Altafonte, del quale nessuno potrà più fregiarsi." |
Passai il dito su quelle parole fermandomi su quel " Principe di Altafonte". Era proprio il nome del burattino, quello di cui aveva parlato anche il maresciallo.
Peccato non fosse elencato il motivo di quell'esproprio. Mi sarebbe proprio piaciuto saperne di più ma neanche Jean voleva parlarne. |
"Beh, io ho sempre pensato che gli animali non conoscessero la malvagità come l'uomo, visto che noi uccidiamo anche se non abbiamo fame" disse Emon dopo aver udito il racconto di Gwen "ma in effetti la cosa mi sembra alquanto strana... forse sbranando quei due uomini la bestia si è poi saziata... non riesco a pensare ad un'altra possibile risposta..."
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"Non vi sono baroni rivali." Disse tagliando corto il Maresciallo. "È neanche signorotti ribelli. La legge è l'autorità dominano e regnano sovrane qui a Monsperon. E sempre sarà così fino a quando ci sarò io. Dunque evitate di perdervi in questi futili ragionamenti. Voi ed i vostri mercenari siete pagati per difendere queste terre. Trovate allora il modo di eliminare quei briganti. " A Clio.
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Mi limitai ad annuire a quelle parole del maresciallo.
Era ovviamente impossibile che Monsperon non avesse nemici. Se gli piaceva crederlo, affari suoi. "Naturalmente" dissi soltanto, riempiendo nuovamente il bicchiere. |
Altea tentò di svegliare quel cavaliere, ma il suo sonno era più pesante del previsto e respingendo con un gesto la spada della dama, si voltò all'altro lato per continuare a dormire tranquillo.
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Ascoltai le parole di Emon.
"Forse avete ragione..." mormoraii solamente. Ovviamente, era logico che pensasse questo, dal momento che non avevo parlato dei retroscena del castello, il padrone e tutto il resto, non era da biasimare. Ma non volevo parlare con nessuno di questa cosa fino in fondo. |
Lasciato il suo palazzo, Gaynor si diresse verso la Pieve di Frate Roberto.
Trovò il buon chierico impegnato nel raccogliere alcune verdure nell'orticello che curava dietro la chiesetta. |
Rimasi stupita...dormiva pesantemente...si era girato come nulla fosse.
Ma sarà possibile...mi avvicinai a lui e iniziai a strattonarlo.."Milord..se la mia spada vi è sembrata una mosca sulla spalla..forse questo vi sveglierà o sarò costretta a gettarvi un secchio d' acqua gelata della fontana del nostro fiume Helsa". |
Capitolo II: Ritorno a casa
“Volentieri l'avrebbero nelle case ospitato, ma temendo del re l'ira nessuno osava.” (Il cantare del Cid) Il carretto cigolante arrivò in un ampio pianoro erboso, dove un cipresso si ergeva solenne ed austero sul terreno in lieve pendio, mostrandosi quasi ai viaggiatori col suo profilo stagliato lungo i tratti di tenere colline verdeggianti. Quel luogo avvolto quasi da un mistico silenzio era ammantato d'erba e di fiori che trovavano vigore nella limpida aria del posto, ingentilita e profumata da un secco vento di terra. Querce, aceri, ulivi e cipressi oscillavano al freddo sibilare del vento, come le piume dell'elmo di un antico guerriero, nel cui soffio pareva aver rinchiuso la sua voce di un tempo. Era un luogo isolato e muto, intriso di una remota melanconia e di un'antica nobiltà. Non sorgevano abitazioni, né capanne nei dintorni, se non una cappella la cui cupola ricordava le fattezze e la bellezza di quella più grande e celeberrima della cattedrale Mariana di Sygma. Questa scena di idillio campestre apparve agli occhi di quei viaggiatori che sul carretto avanzavano tra i pendii dei ridenti poggi. Un uomo anziano e scarno conduceva l'umile vettura, mentre dietro, su mucchi di paglia e fieno se ne stavano un uomo corpulento e rozzo ed individuo il cui abbiglio lo identificava come un pellegrino. Indossava infatti una mantella di ruvido panno nero che gli avvolgeva il corpo e con ampie falde che gli coprivano le braccia. Alti e consumati stivali da viaggio ed un ampio cappuccio scuro sul capo completavano il suo abbigliamento. Se ne stava docile tra la paglia ed il fieno, suonando l'ocarina che aveva con sé, unica forse concessione al suo status di penitente errante. “Pagherai questo passaggio, buon pellegrino, se saprai dirci i nomi di quei cavalieri che così valorosamente tennero alto il nome della Santa Chiesa qui a Sygma.” Disse l'uomo corpulento. “Sarò ben lieto di farlo” smettendo di suonare il pellegrino “poichè non porto denaro con me e non potrei pagarvi in alcun modo, in quanto il mio giuramento mi vieta di possedere beni materiali.” “Bene.” Annuì l'uomo. “Di certo conoscerai tali notizie per il tuo viaggiare.” “Il primo” rivelò il pellegrino “per onore e per valore, per fama e per rango fu l'intrepido Taddeo Cuor di Dragone, duca di Capomazda.” “Gli perdono” osservò colui che conduceva il carretto “la discendenza solo per il suo Amore verso Sygma.” “Ser Belvone di Capus fu il secondo” il pellegrino “e Joel Settimio suo scudiero merita una menzione.” “Almeno non era del Sud quest'ultimo.” Ridendo il cocchiere. “E poi?” Domandò con insistenza l'uomo corpulento. “Vi era qualche altro degno cavaliere che si battè per la Chiesa in queste contrade?” “Poi” rispose il pellegrino dopo qualche attimo di silenzio, in cui sembrò sforzarsi per ricordare “... poi vi era un giovane cavaliere di minor fama e rango credo, accolto in quell'eroica compagnia non tanto per contribuire all'impresa, quanto per aggiungersi al numero, ma il suo nome non è rimasto nella mia memoria.” Un attimo dopo il pellegrino balzò in piedi. “Eccoci...” a colui che conduceva il carretto “... sono giunto...” apprestandosi a scendere. “Qui?” Stupito l'uomo corpulento. “Ma qui siamo nella zona di Altafonte e non vi è nulla.” “Non vi sono le terre di un nobile Capomazdese?” Fissandolo il pellegrino. “Non più...” scuotendo il capo l'uomo che conduceva “... le sue terre sono state inglobate nel demanio baronale...” “E i servi che vi lavoravano?” Ancora il pellegrino. Nessuno però dei due uomini rispose. Il pellegrino saltò allora giù dal carro, ringraziò per quel passaggio e svanì nella boscaglia. Da qui risalì un dolce pendio, fino a raggiungere un fertile e tenero terreno, all'estremità del quale vi erano i resti di una casa distrutta dal fuoco. Qui arrivò il pellegrino, restando interdetto ed indignato. Corse fra quelle mute macerie, cercando e chiamando. Ma nessuno rispose, se non il vento. Allora il pellegrino si inginocchiò e pianse amaramente. Pregò e poi pianse di nuovo. E vi restò fino al tramonto, quanto il canto di un uccello lo destò. Si rialzò, facendosi tre volte il Segno della Croce, per poi levare gli occhi azzurri verso il Cielo. Giurò solennemente e allora l'uccello scese dolcemente sul braccio che il pellegrino gli offriva. “Amica mia...” accarezzando la bella gabbianella blu “... solo per te sento che il mio è un ritorno...” Si incamminò lungo un sentiero, dove incontrò un villano che tornava dal suo podere. Da questi comprò la sua mula e in sella all'umile cavalcatura svanì negli ultimi bagliori del giorno morente, portando con se la gabbianella blu. https://fictionmachine.files.wordpre...adyhawke01.jpg |
Dacey continuava la sua lettura di quel libro, soffermandosi su quel misterioso nome e cercando di immaginare il motivo dell'infamia che su di esso era caduta.
Fuori ormai il Sole aveva lasciato l'orizzonte, dissolvendo le ultime foschie che leggere si alzavano come un velo dalle incantate colline. La notte era trascorsa insonne, a causa della lunga cena voluta dal barone e queste ore mattutine rappresentavano il solo momento di riposo per l'esotica principessa. Poco dopo qualcuno bussò. "Vi ho portato del latte caldo e qualche focaccia al miele." Disse Betta, per poi entrare. "Ancora alle prese con questi libri? Dovete trovarli davvero interessanti." Osservò. |
Fui sorpresa dall'arrivo di Betta. La lettura mi aveva assorbita completamente, perdendo la cognizione del tempo.
<< Ecco io... Trovo interessante la storia di queste terre si...>> tagliai corto e prendendo una focaccina. << Mi piace conoscere il più possibile del luogo in cui sono. Tutto qui>> |
"Mi aspetto dunque" disse Fagan a Clio "che troviate presto il modo di liberare il bosco da quei briganti. Altrimenti ci penseremo io ed i miei uomini."
"Con licenza, signore..." intervenne Dimos "... cosa vi ha impedito fino ad oggi di eliminare quei fuorilegge?" Fagan lo squadro' come chi è pronto a fulminante un altro con lo sguardo. "Perché la cattura di miserabili briganti" rispose il Maresciallo "è l'ultimo dei pensieri per chi come me deve imporre il rispetto per la legge. Ma se voi mercenari non vi sentite in grado di portare a termine questo incarico, allora lo affidero' a qualcuna delle mie reclute." |
Dopo un po' Gwen ed Emon giùnsero a Monsperon.
Era una soleggiata mattina di Gennaio, con un'aria fredda ed una certa vivacità per le strade della cittadina. "Dunque gestite un 'erboristeria in città..." disse il giovane alla ragazza "... ma davvero è possibile guadagnarsi da vivere vendendo erbe e fiori? Mi chiedo chi possa comprarne abbastanza per farvi avere un degno guadagno." |
"Capisco..." disse Betta a Dacey, riempiendo poi una tazza con del latte "... io invece credo che ogni terra non sia troppo diversa dalle altre e di conseguenza tutte hanno più o meno la medesima storia. E comunque mi annoierei a dover leggere un libro di storia." Ridendo. "Messer Jean mi ha incaricato di aiutarvi a preparare, poichè il barone vuole uscire a cavalcare con voi stamani."
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Dopo un po' arrivammo a Monsperon.
Era una mattina soleggiata, tiepida e le strade erano già molto animate. Risi piano alle parole di Emon. "Scusate" dissi, tornando un po' più seria "Perdonatemi, non volevo essere indelicata. Non vendo erbe e e fiori, cioè non soltanto, vendo anche preparati fatti da me, sia medici che non e vi assicuro che va abbastanza bene" facendogli l'occhiolino "E a dirla tutta, ha un valore affettivo, per me..." |
"Perché" disse incuriosito Emon a Gwen "dite che ha un valore affettivo per voi quell'erboristeria?"
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Sorrisi appena e mi rabbuiaia subito.
<< Ah...il barone, ma certo>> perché mi ero illusa che avrei avuto un momento da sola. Una vocina bisbigliò nella mia testa" non da sola ma solo con Messer Jean" La scacciai preparandomi, indossando qualcosa di comodo per poter cavalcare senza intoppi . Una volta pronta andai alla porta per incontrare Jean |
"Era il sogno dei miei genitori aprirne una. È un modo per sentirli vicini, oltre che per fare il lavoro che amo" sorridendo.
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Appena Dacey fu pronta, Betta la condusse da Jean.
L'uomo accennò un vago sorriso e mostrò un leggero inchino col capo in segno di saluto. I due poi uscirono nel cortile, dove gli stallieri avevano portato fuori dalle scuderie il cavallo preferito del barone e la giùmenta scelta da Dacey. "Sua signoria" disse Jean alla principessa egea "a breve arriverà." |
"Oh, capisco..." disse Emon a Gwen "... forse ho fatto una domanda sciocca ed inopportuna..." sorridendo imbarazzato "... venite, vi accompagnero' alla vostra erboristeria."
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"Non vi preoccupate, non potevate saperlo" dissi tranquilla, imboccando la strada per l'erboristeria, che non era molto distante dall'ingresso della cittadina.
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Dapprima annuii a Fagan, poi lo guardai distante a quelle parole.
"Certo che troveremo un modo, l'abbiamo sempre fatto..." Alzando appena il bicchiere. "Quello che intendeva Dimos era se avete qualche informazione in più da darci su di loro... Che possa esserci utile nell'elaborazione del piano.. Dopotutto siamo forestieri..". |
Gwen ed Emon giunsero all'erboristeria.
"Eccoci..." disse il giovane "... devo dire che è un posto carino... beh, ora meglio che vada, visto devo fare alcune spese... è stato un piacere conoscervi, Gwen... spero di rivedervi... a presto." È andò via. |
"Posso dirvi" disse Fagan con tono cupo a Clio "che si tratta di ribelli, di rinnegati. Di traditori che si sono rifiutati di giurare fedeltà al barone e di rispettare la legge che protegge il popolo, rendendo gli uomini tali e diversi dalle bestie."
"Questo non era difficile da comprendere, signore..." fece Elas "... dopotutto se i vostri uomini gli davano la caccia, non si poteva che trattare di fuorilegge o ribelli. Però noi abbiamo notato che sono eccellenti combattenti, che usano tattiche e metodi di guerriglia che solo veri soldati possono conoscere." "Sono uomini che fino a poco tempo fa" rivelò il Maresciallo "occupavano i ranghi della nobiltà e che solo in seguito hanno deciso di rinnegare il loro rango e tradire l'autorità." |
Arrivammo finalmente alla mia amata erboristeria.
"A presto... " sorridendo e guardando Emon andare via. Entrai poi e iniziai a sistemare un po' il negozio, dal momento che ero mancata un giorno intero. http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...zGW2CldsXTajtg |
Gwen aprì la sua erboristeria e cominciò a sistemare il suo negozio.
Entrarono poco due clienti per acquistare alcuni prodotti. Poi, circa un'oretta dopo, arrivò un terzo cliente. Un volto che la giovane ben conosceva. Era la nana. |
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