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Risi a quelle parole.
"Sì, ho visto qualcosa alla televisione..." annuii "In effetti è buffo, se ci pensi... semplicemente non ne ho mai visto uno, mio padre non mi ha mai fatto usare il suo.. il computer il processore digitale, le strumentazioni del centro.. ma nessuno mi ha mai mostrato un cellulare... dopotutto che me ne sarei fatta?" alzando le spalle "Non sono mai uscita di casa prima di arrivare al centro.." sospirai. "Ma vedrai che riuscirò a capire in fretta come funziona.." con un certo orgoglio. "Davvero sei poco tecnologico?" stupita "E come fai con tutta quella strumentazione che si utilizza nelle macchine da corsa?" pensierosa. "Allora siamo una squadra perfetta, tu pensi all'istinto, l'esperienza e l'innata capacità di sentire la macchina, e io ci metto la parte tecnologica.." sorridendo "Non sembra poi così male, anzi.." voltandomi verso di lui con un luminoso sorriso. |
Lo guardai indignata e lo colpii con un cuscino.
"Chiamami ancora cameriera e ti faccio dormire sul terrazzo stanotte!" lo minacciai. Alla sua domanda scivolai accanto a lui sul divano, con la testa sulle sue gambe. Sorrisi. "Io... Non so... Stiamo insieme da poco, ma... Io non riesco a fare a meno di lui... È come una droga, ne ho bisogno sempre, continuamente. Mi ha conquistata, stregata, come nessuno aveva mai fatto prima.." dissi, con una nuova luce negli occhi e le mie mani che stringevano i lembi della mia maglietta, fremendo al pensiero di non poterlo stringere "Credo di sì...". risposi, con un sorriso. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Si, idea non male...” disse Guisgard a Clio “... purchè la vostra auto bianca non sia più complicata di un cellulare, visto tu non sai usarlo.” Ridendo, mentre attraversavano una Capomazda City ormai avvolta nel tramonto. “Però ti avverto che sarò io il capo squadra, ok? Tu ti atterrai alle mie indicazioni. Dopotutto l'istinto e la passione sono forze che devono essere libere da ogni gerarchia e costrizione.” Facendole l'occhiolino.
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“Allora sono felice per te, sorellina.” Disse Richard, accarezzando i capelli di Gwen. “Però ho sentito che parava di dover ritrovare la moto... gli è stata rubata?”
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Risi a quelle parole.
"So usare tecnologie molto più complesse, che ti credi?" divertita. Poi quelle parole sulla gerarchia, e mi voltai verso di lui un istante sorridendo. In realtà non avevo mai neanche lontanamente pensato di essere io il capo. Non era nella mia natura, e non ne avevo alcuna intenzione. "Sì, capo.." dissi, imitando la voce metallica del semplice robot di casa "I robot obbediscono sempre!" per poi voltarmi verso di lui e scoppiare a ridere. Non sapevo bene perchè ma ero sempre sorridente quando eravamo insieme. Era normale? Comunque fosse era una bella sensazione. |
Sorrisi teneramente al mio fratellino.
"Sì... Ieri sera è venuto qui e questa mattina non c'era più... Per questo non sono potuta venire da te, oggi. Ero con lui. Abbiamo scoperto che dopo essergli stara rubata, uno scagnozzo della Società Cibernetica Ateon l'ha presa e non capiamo il motivo... Torneremo là, domani, per vedere se riusciamo a capirci di più e ritrovarla." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Beh, avere un robot così carino ai miei ordini non è affatto male.” Disse divertito Guisgard a Clio. “Però se poi ridi mi sento un po' scemo...” sorridendo “... Clio...” ripetè “... come questo nome? E' una sigla? Un codice? Oppure no, magari un nome scelto a caso?”
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“Strana storia...” disse Richad a Gwen “... perchè uno di un'azienda così importante si mette a rubare moto? Che sia in cassa integrazione?” Ridendo. “Attenta comunque a non metterti nei guai... da come veste il tuo Elv non credo faccia il boy scout... anzi, tutt'altro...”
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"Ridevo perchè volevo imitare un robot ed apparire divertente.." spiegai, anche se appena ebbi pronunciato quelle parole, mi resi conto di quanto sembrassero stupide.
Forse certe cose non andavano spiegate. "Non metterei mai in discussione la tua autorità, capo.." sorridendo e basta. Il mio nome. "No, non è una sigla.." spiegai "Il mio vero nome è F205, che è un codice identificativo della procedura che ha portato alla mia creazione..." spiegai. "Ma mio padre mi ha davvero trattata come una figlia, così mi ha detto che per mimetizzarmi tra gli umani mi serviva un nome vero.. allora visto che diceva che ero la sua Musa, e che avrei cambiato il corso della storia con la mia sola esistenza..." alzai le spalle "Ecco che Clio era il nome più adatto, essendo Clio la musa della storia.." sorridendo. Eppure il flash avuto in ascensore mi tornò alla mente in quel momento. Avevo cercato in tutti i modi di non pensarci. Mio padre mi chiamava per nome e parlava di cose per me mai accadute, cose che non capivo, che non avevano il minimo senso per me. Era vero quello che avevo detto? O stavo ripetendo una bugia detta da mio padre, e c'era dell'altro? Prima o poi avrei dovuto scoprilo. |
“Capisco...” disse Guisgard a Clio “... si, tutto è logico... e poi” fissandola “tuo padre ti ha fatto così bella che davvero ricordi una di quelle statue greche... ragazze e donne come te è davvero difficile vederle... magari al cinema...” sorridendo “... insomma, potresti ingannare chiunque... io infatti ci ero cascato in pieno... e non sono così sprovveduto in fatto di donne...” facendole l'occhiolino.
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