Lo osservai interessata, affascinata, facendo passare lo sguardo da lui al quadro diverse volte.Un brivido mi percorse a quelle parole.
"Interessante..." pensierosa.
Avevo sempre creduto a tutto ciò che non era di questo mondo, a forze oscure e benevole che govenrano i nostri giorni, dunque quella spiegazione mi sembrò decisamente interessante.
Continuai a fissare il quadro, come rapita, poi mi voltai verso Cristiano e lo guardai negli occhi.
"Allora, resterai?" con un leggero sorriso, e lo sguardo speranzoso.

"Si, stanotte attiveremo il furto..." disse Cristiano guardando Destresya.

Potevo scusarlo?
No, non potevo.
Non volevo.
Non se non riusciva a passare sopra ad una cosa simile.
E se fosse stato qualcosa di più grave?
Cosa avrebbe fatto?
Lo guardai sparire in cortile e andai via, distrutta e scavata dentro come da un artiglio impietoso, chiudendomi a chiave nel mio studio, da sola, per non far entrare nessuno.
Non sapevo dove questo ci avrebbe portati, perché io potevo fare qualsiasi cosa, e l'avrei fatta, ma non saremmo andati molto lontani se lui si fosse comportato ancora in questo modo.

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"Vi sono passaggi per entrare nella parte sotterranea, penso di no, o ci avrebbero detto...beh...dovremmo calarci dalla torre?" guardandolo sorridendo..."Presente come i film d' azione..o hai dei sensori che rilevano zone sotterranee, certo prelevando una parte del terreno vicino a questa Torre Ovest si potrebbe risalire al periodo ma ci vorrebbe un laboratorio, qualcosa...a mio parere sarebbe stato ottimo lavorare sul posto" accarezzandogli il bel viso.

Hiss prese la mano di Altea e ne baciò il palmo.
"Si, andremo al castello e visiteremo i sotterranei della torre..." disse lui "... andiamo, magari per stasera scopriremo qualcosa..." e raggiunsero di nuovo il castello.

Gwen si chiuse nel suo studio affranta, ma quando ad un tratto squillò il cellulare.

Sentii squillare il cellulare.
Non avevo voglia di parlare con nessuno, chiunque fosse, ma per scrupolo controllai il numero sul display.

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Gwen controllò il display del cellulare e vide che si trattava del numero interno del castello, ossia la stavano chiamando da uno degli studi di registrazione.

Stop.
Lo stop, la voce del regista entrarono nella mia testa bloccandomi, cancellando Margherita e riportando Dacey nello studio.
Smarrita, mi guardai intorno, sentendo il cuore battere, impazzito, confuso, così come lo ero io.
Intorno a me c’erano le ballerine, i tecnici, il regista .
Tutto normale.
Ma allora cosa avevo vissuto, cosa era accaduto quando Margherita era in scena? Dov’era Faust?
Scesi dal palco, a gran passi, quasi correndo verso la mia sedia, recuperando la vestaglia con la quale mi coprii.

“ Abbiamo finito per oggi?”

Era un numero interno, dallo studio di registrazione.
Sbuffai sonoramente e dopo parecchi squilli mi decisi a rispondere.
"Che volete?" risposi, bruscamente.

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