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Dapprima mi illuminai a quelle parole.
Mi trovava bella? Perché per la prima volta non solo mi importava, ma mi sembrava anche di vitale importanza essere bella ai suoi occhi? "Grazie.." arrossii, lasciando che lo sguardo vagasse per un momento nei suoi bellissimi occhi azzurri "Sono un androide da combattimento, il mio aspetto è stato pensato per far abbassare le difese dei nemici, che non mi considereranno una minaccia.." spiegai. Ma mi morsi la lingua immediatamente dopo aver pronunciato quelle parole. Perché dovevo dirgli quelle cose? Ma a quelle ultime parole mi rabbuiai. "È una maledizione in realtà.." dissi piano, guardando la strada "Passare da bellissima ragazza a macchina nel giro di un attimo.." con amarezza. "Vedere il tuo sguardo cambiare radicalmente... e sapere che il modo in cui mi guardavi prima di sapere.." sospirai "Non era per me.." tristemente. "E che ora che sai chi sono, non mi guarderai mai più in quel modo.." amaramente. Poi sospirai e mi sforzai di sorridere. Mi ero lasciata andare, e forse avrei fatto meglio a tacere, ma le parole avevano risalito da sole il corso dei miei pensieri fino ad affiorare sulle mie labbra. |
“Che...” disse Guisgard “... che intendi dire? Ti importa essere bella? Essere guardata come... come si guarda una donna? Pensavo che un androide non provasse vanità...” fissando Clio “... voglio dire...” guardandola “... lasciamo stare, sarebbe troppo imbarazzante...” scuotendo il capo.
Il centro era apparso in fondo alla strada. |
Ren arrivò e scese dall'auto, vedendo nello stesso momento Nyoko uscire da casa.
E restò a guardarla per un lungo momento senza dire nulla. “Sei...” disse infine “... sei bellissima, Nyoko... sembri davvero una principessa...” sorridendole. Anche lui indossava il suo abito da cavaliere, con giubba di velluto e pantaloni di pelle neri. Poi alti stivali di cuoio ed un corto mantello scarlatto. |
Quelle parole mi stupirono.
Forse non riuscivo nemmeno io a capire che cosa mi importasse o meno. Però sì, per me era importante essere bella ai suoi occhi. Questo era un dato che dovevo accettare, il difficile era capirne il motivo. "Di solito no.." dissi, sulla difensiva, per poi bloccarmi, incapace di terminare la frase. Ma con te sì.. Potevo dire quelle cose? Aveva detto che sarebbe stato imbarazzante, quindi non avrei dovuto parlarne? Perché i codici di comportamento umano erano così difficili da interiorizzare, con tutte le loro infinite varianti? Intanto eravamo sempre più vicini, e io restai in silenzio, finchè la macchina non di avvicinò ancora di più. Eppure continuavano a ronzarmi in testa le sue parole. "Essere guardata come mi guardavi prima di sapere chi fossi?" dissi, tutto d'un tratto "Era bello.." ammisi, in un sussurro "Era la sensazione più bella che avessi mai provato.." continuando a guardare la strada, mentre i miei occhi si incupivano poco a poco. "Ma sono solo una macchina, no?" con amarezza, stringendo di riflesso le mani sul volante "Non merito certo quello sguardo.." con infinita tristezza. Sospirai, continuando a guardare la strada. "A volte vorrei non aver detto niente..." ammisi infine, mentre eravamo quasi al centro. |
Guisgard guardò stupito Clio.
“Aspetta...” disse “... aspetta un attimo... mi stai dicendo che... che vorresti ti guardassi come se... come se, insomma, come se tu fossi una ragazza comune?” Perplesso. “Sicura di stare bene? Forse sei un po' confusa... magari un guasto...” Intanto arrivarono al centro. |
Quelle parole mi ferirono, riuscendo ad arrivare nel profondo.
Un profondo che nemmeno credevo di possedere. Strinsi ancora di più le mani sul volante dalla rabbia. Perché non ero stata semplicemente zitta? Gli umani non cominciano in quel modo i propri pensieri, perchè io dovevo farlo? Non risposi, ero troppo furibonda per rispondere. Arrivammo al centro e mostrai le mie credenziali in modo da poter passare. Solo una volta fermata l'auto mi voltai verso Guisgard accanto a me. Mi voltai e cercai i suoi occhi, riversandovi dentro i miei con tutte le emozioni che si portavano dietro, quelle calde e appassionate del giorno precedente, quelle timide di poco prima, e poi la rabbia e la delusione di vedere come fosse cambiato. "Un guasto?" sussurrai, con infinita tristezza. "Certo-capo.." imitando di nuovo la voce metallica, ma stavolta senza ridere, né sorridere "Andrò-a-farmi-controllare.." con lo stesso tono. Perché era così difficile da credere? Come potevo io mentire? Mentire era una cosa da uomini. Restai lì, con gli occhi nei suoi per un lunghissimo istante, come se gli occhi avessero il potere di trasmettere tutte le emozioni. "Magari lo fosse.." dissi infine, tristemente, prima di chinare lo sguardo. "Iasevol ci starà aspettando..." pianissimo. |
Guisgard sostenne lo sguardo di Clio, cercando di comprendere, di capire.
“Aspetta...” disse lui “... aspetta un attimo... cos'hai? Sei così... strana... è folle... assurdo... persino inquietante... eppure un robot non dovrebbe essere... essere così... come sei tu ora... chi sei davvero?” |
Uscì di casa e lo vidi. La sua reazione appena mi vide mi lasciò felice e lanciai un sorriso. Scesi gli scalini di casa con il vestito fra le mani e mi avvicinai a lui. Lo guardai attentamente rimanendo anche io affascinata da lui. "Anche tu" dissi seria per poi sorridergli dolcemente. "Andiamo?" chiesi poi.
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"Infatti è strano" dissi, confermando i suoi dubbi.
A quelle parole mi alzai. Allora gli raccontai tutto quello che era successo. "Credimi, lo so bene, ma... Lui è migliore di ciò che sembra. Sembra strano, ma lui ha dei valori, nonostante tutto e mi fido di lui al mille per cento, anche se magari stenti a crederci..." dissi, per poi stringermi a lui e mettere le gambe sulle sue "Non ho scelto io di innamorarmi di lui... Comunque, scusami se stamattina ho dato a lui la precedenza, ma purtroppo non avrebbe saputo a chi altro chiedere, avrei dovuto lasciarlo solo e la cosa non mi andava..." sospirando, mentre Louis intrecciava le piccole zampine ai miei capelli. Poi sorrisi. "In realtà gli devo molto..." dissi, per poi raccontargli ciò che era successo alla stazione di servizio. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...1a64e37952.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il mio cuore batteva all'impazzata, l'adrenalina e la paura eran a mille .
Tutti avevamo compreso che la macchina non si sarebbe arresa, eravamo il suo bersaglio. Il panico si stava diffondendo quando l'auto caricò verso di noi. Non avevamo da nasconderci, eravamo troppo vulnerabile . Sembrava la fine. E invece la macchina nera si arrestò sulla soglia, una volta e poi anche la seconda. Come se ci fosse qualcosa che la bloccasse. Eravamo salvi. Dopo un respiro di sollievo presi il telefono. Tardes avrebbe fatto meglio a rispondere, se fosse stato abbastanza veloce forse avrebbe persino raggiunto l'auto e chissà magari prenderla una volta per tutte. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
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