Mi ero accoccolata a lui, a quel petto così forte e comodo, stanca ma appagata. Ad un tratto sento il mio sensorphone squillare e sbuffo.
"Spero sia importante" dico rispondendo.

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Attraverso un umido e angusto cunicolo, Nakakata ci condusse direttamente al terzo girone, dove avremmo dovuto trovare il canale dei ribelli. Ci accomiatammo da quel vecchietto che si era rivelato la nostra salvezza, con la speranza di rivederci un giorno.
Proseguimmo così da soli, entrando di fatto nel terzo girone di Redemptio.
"Ed ora, amore, cosa facciamo? Come lo troviamo quel canale?"

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D' altronde loro erano mercanti e Hiss non era certo un personaggio famoso e annuii all' uomo sospirando.
Arrivammo al villaggio e finalmente potevo rinfrescarmi, scendemmo e mi diressi verso il locale..certo non avevo vestiti con me, potevo accontentarmi solo di una buona doccia.
Mentre aprivo la porta udii le parole di due persone..parlavano forse di qualcuno che stava male e forse stava pure per morire e mi soffermai un attimo ad ascoltare...questo deserto continuava a mietere vittime.

Best ed Elise erano pronti ad attendere il nuovo arrivato.
Due luci e poi il sibilo.
Apparve allora un veloce e sgusciante aeroscafo.
E non si trattava di uno qualsiasi.
Sulla fiancata dominava il numero 29.
Era il numero del veicolo di Lord Justin.

Quel sparo.
Sordo, cupo, inquietante.
Poi più nulla, solo silenzio.
Dal suo nascondiglio di gelide rocce Kara non vide uscire nessuno.
Nessun rumore, niente di niente.
Poi dei passi.

“Dihanne...” disse una voce dall'altra parte del sensorphone “... Diahnne, sono io...” era la voce di Black.

“Dobbiamo cercare...” disse Lance a Jennifer “... cercare e sperare di avere fortuna...” prendendola per mano e cominciando a camminare “... qui fa un freddo cane e sarà meglio mettersi in movimento...”
Percorsero pochi metri e da lontano videro qualcosa.
Un aeroscafo fermo vicino a dalle rocce ghiacciate.

“Chissà di chi si tratta...” disse uno dei due uomini che parlottavano fra loro davanti al locale “... ha il viso tutto bendato...”
“Il guaio” l'altro “è che è sotto shock... quindi non parla... qualcuno crede sia un militare...”
Shushan ascoltava.

Non vidi nulla, sentii solo silenzio, assordante.
Ero tentata di uscire da qui, ma se, non volevo nemmeno pensarci, avessi incrociato quel pilota?
No, non dovevo pensarlo...
Poi, dei passi ed io attesi.

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"Hai ragione..." risposi a Lance "Se non camminiamo, corriamo il rischio di congelare..."
Dopo aver percorso qualche metro, notammo la presenza di un aeroscafo vicino a delle rocce ghiacciate.
"Guarda, amore... Andiamo cauti..."

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