Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 08-01-2018 00.44.52

Il fumo bianco che si alzava sempre più, invadendo l'aria e portandomi in uno stato di semi incoscienza, dove avrei potuto essere un tutt'uno con l'oracolo, fondermi con lui e comprendere fino infondono il suo volere.
Mi abbandonai completamente, il leggero abito in seta scivolò a terra mentre venni sollevata in ara, in balia di quel fuoco rosso e intenso come le viscere della terra e dei vapori bianchi e candidi come le nubi in un giorno di sole.
Ogni secondo che passava perdevo coscienza di quanto stava accadendo per entrare nell'Oltre, quel mondo di spiriti e demoni da cui solo gli dei potevano entrare e uscire, un mortale che vi si fosse avventurato sarebbe morto ancor prima di poterne raggiungere il cuore.
Ma prima che la mia mente, il mio corpo e la mia anima divina fossero fusi in quella perfetta armonia con l'oracolo riuscii a porre la domanda che mi assillava, il motivo per cui ero lì, la ricerca delle risposte che le mie due accolite stavano aspettando.
"Nemici oscuri di nascondono nella galassia..." la mia mente stessa percepiva quel pensiero, senza bisogno che parlassi, perchè l'oracolo vedeva in me, sentiva in me, viveva davvero in me "Interferenze spirituali e politiche... parlami, Oracolo, del nostro destino...".
Dopo quell'ultimo momento di coscienza, mi lasciai completamente andare in suo potere.

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Guisgard 08-01-2018 01.08.04

Pian piano Gwen riaprì gli occhi.
Impiegò qualche istante a realizzare dove fosse.
Si accorse così di essere in una stanza arredata in modo esotico, con mobili intarsiati, lampade in vetro di Loons, oggetti di preziosa ceramica lunare e diverse armi, di ogni tipologia e fattura, che pendevano preziose dalle pareti in raso di Bruuma e velluto rosso di Baal.
Era stesa su un letto soffice a due piazze, con vistoso baldacchino barocco e lenzuola di finissima e bianca seta delle Yndhie.
C'era un oblò accanto al letto e fuori era ormai buio.

I leggeri abiti di Clio scivolarono a terra e lei si sentì come sollevata, portata in alto ed in balia dell'oracolo.
Allora i suoi sensi raggiunsero una stato d'estasi sempre più profondo, travolgente, intenso.
Il suo corpo reagiva a quegli stimoli, prima rilassandosi, poi eccitandosi sempre più.
Al punto da toccare vette altissime, quasi prossime a perdere ogni controllo.
Ed allora vide qualcosa.
Un immagine enigmatica ed inquietante.
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Lady Gwen 08-01-2018 01.17.06

Riaprii gli occhi, inizialmente piano, poi li spalancai, ricordandomi cos'era successo.
Ero in cabina, poi qualcuno mi era arrivato alle spalle, buio e ora ero qui.
Cioè, dovevo capire dove fosse "qui".
Era una stanza dal gusto esotico, orientale, anche nelle sere e nelle suppellettili, tutto rimandava all'Oriente.
Non mi risultava che ci fosse un posto simile, qui in città.
Bah...
Continuai a guardarmi intorno, mentre fuori era il crepuscolo e cercavo di capire dove accidenti fissi finita e come.
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Guisgard 08-01-2018 01.25.09

A poco a poco Gwen comprese.
Era a bordo di una nave.
Una nave molto ricca a quanto poteva vedere.
Una nave che di certo non poteva essere una delle tante della flotta governativa.
Mai aveva visto tanto sfarzo.
E da fuori si udivano voci, rumori e musica.

Lady Gwen 08-01-2018 01.28.08

Tutti gli indizi portavano ad una nave.
Il terrore iniziale fu quello di essere su una nave di quel maledetto governatore, ma poi capii che non era il suo stile e poi, diciamocelo, probabilmente sarei stata direttamente in prigione o sulla forca, non in una camera così lussuosa.
Sentivo provenire musica e voci da fuori, così, accertandomi di avere tutti i vestiti addosso, mi alzai dal letto per lasciare la stanza e vedere che razza di nave fosse e a chi appartenesse.

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Guisgard 08-01-2018 01.45.00

Gwen, che aveva indosso ancora i suoi abiti, si alzò dal letto per uscire dalla stanza.
La porta era stranamente aperta.
Si ritrovò così in un corridoio che conduceva ad una porta, oltre la quale presumibilmente si giungeva sul ponte della nave.

Lady Gwen 08-01-2018 01.48.01

La porta era aperta, così uscii e mi ritrovai in un corridoio.
Vidi una porta, presumibilmente per il ponte e cercai un oblò, per sbirciare oltre la porta prima di aprire.
Ancora non mi spiegavo questa cosa, ma insomma dannazione, se qualcuno voleva parlarmi poteva farlo come tutte le persone normali, non c'era bisogno di questa sceneggiata!

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Clio 08-01-2018 02.05.35

Il fuoco dell'oracolo mi avvolgeva tutta.
Non c'era parte del mio corpo che non fosse preda di quell'estasi mistica, il fuoco mi entrava dentro, mi sconvolgeva mi faceva perdere ogni controllo.
Solo così potevo entrare in contatto con lui.
Solo così le potenti piume dell'oracolo potevano avvolgermi, sollevarmi e farmi volare.
Quando inizio a sentirle attorno a me, quando percepisco la sua presenza tutto intorno, il becco sul collo, le ali che mi alzano, mi portano sempre più su, sempre più in alto.
È come un vortice, sempre più forte, sempre più potente, un crescendo infinito in quella stanza che non è una stanza ma un vortice continuo e senza fondo né soffitto, un luogo in cui il cielo e le viscere della terra si uniscono, si fondono l'un l'altro, dove ogni cosa esiste contemporaneamente.
Ogni battito d'ali mi porta più in alto, racchiusa in quell'abbraccio mi sembra di poter volare io stessa, in un crescendo disperato verso qualcosa di troppo intenso e forte da porter spiegare.
E lì, immersa in quell'estasi mistica ebbi la prima visione.
Una visione terribile, inquietante, che mi fece spalancare gli occhi per un momento. C'era un bambino che urlava, un viso inquietante, degli occhi terribili. Restai per un momento a fissare il fuoco e le immagini non c'erano più, ma erano scolpite a forza nella mia mente.
Allora chiusi di nuovo gli occhi e mi abbandonai nuovamente a quelle ali che mi tenevano, mi alzavano, mi portavano sempre più in alto, più in alto.
"Di più.." sussurrai presa dall'estasi "Mostrami di più..".

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Altea 08-01-2018 15.10.47

Mentre mangiavo la focaccia camminavo sul molo e la mia mente andò a Serenica, la sua bellezza e la sua storia...non poteva essere tutto finito. Non avrei accettato di vivere con i soldi macchiati di sangue della povera gente e forse del mio popolo, dovevo cercare una locanda e lavorarci e forse mi avrebbero dato vitto ed alloggio, non avevo paura della miseria, la Principessa di Serenica non aveva paura...eravamo un popolo colto, misterioso e coraggioso. Ma sarei rimasta la sua Principessa e futura Regina, e un giorno, sconfitta Svaroska, sarei tornata vittoriosa.

"Molti potrebbero pensarlo come un regno come le
migliori Corti, invece non era così.
Serenica era un regno sospeso tra il primordiale e pure
l'opalescenza.
Si trovava tra una radura ed era attraversato da un fiume
che portava acqua sulfurea alle terme piene di marmi policromi e
mosaici dai tasselli dorati, acqua ai rigogliosi campi e ciò
che bastava per sopravvivere.
Nel mezzo del piccolo regno o città svettava il nostro Castello,
all' apparenza era austero ma dentro era tempestato di pietre preziose,
diamanti e tutto era d' oro.
Vestivamo come l' epoca antica e la nostra Dea era Selene, la Luna
che portava prosperità anche se veniva professato pure il Cristianesimo
da una minoranza.
Serenica era armonia, sintonia, fratellanza...ma soprattutto abbondanza.
Sotto di essa, da delle caverne, si entrava nelle preziose miniere di
diamanti e oro di cui abbondavamo e altre gemme rare.

E questo era il motivo per cui Svaroska ci invase e ci depredò,
si presero oltre a questa merce preziosa pure i nostri mastri, i saggi. Serenica pullulava di letterati,
dei più bravi fabbri o mastri per forgiare le spade più forti e più preziose e molti studiosi astronomi e astrologi e dell' antichità.
Dopo una lotta sanguinosa, fui portata a Svaroska ed ignara di ciò che
era capitato alla mia famiglia e al popolo.
Mi vestirono in modo consono al posto, facendomi perdere la mia identità
mentre banchettavano con gli averi presi e ciò che Serenica fruttava e
obbligando i nostri saggi studiosi ai loro misteriosi studi."


Questo ero io....e avrei celato la mia identità vera.

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Guisgard 08-01-2018 17.10.01

Gwen sbirciò da quell'oblò.
Era sera ma sul ponte della nave c'erano molte lampade ed inoltre la luce del faro vicino investiva a cadenza regolare l'intera passerella da prua a poppa.
Gli uomini a bordo sembravano tutti di ottimo umore, cantando, ridendo e ballando.
Erano impegnati nelle varie mansioni ma parevano molto entusiasti di partire.

Altea mangiava quella focaccia dolce ed il suo pensiero ritornò all'antica Serenica.
Ai suoi fasti, alla sua civiltà evoluta ed alla sua cultura luminosa.
Ma era il passato.
Ora nella galassia di Svaroska sembrava non esserci più spazio per Serenica.
Cosa avrebbe fatto ora l'ex principessa?
Avrebbe accettato l'offerta del governatore?

Il caldo fuoco dell'oracolo avvolgeva Clio in maniera sempre più totale, assoluta.
Il suo calore la penetrava attraverso la pelle, per mezzo dei sensi, portandola ad uno stato estatico straordinario, dove non c'erano più controllo, né freni.
Si sentiva in balia di quella potenza, di quell'impeto mistico e virile insieme.
Poi lei chiese altre immagini, altri frammenti.
E di nuovo l'oracolo le mostrò qualcosa.
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