Mi guardò a lungo, in silenzio, io ricambiavo il suo sguardo scuro e intenso.
Tutto era divenuto silenzioso, in modo totalmente immobile.
Finché, successe ciò che era successo al mio arrivo qui.
Mi prese fra le braccia e mi baciò con trasporto, con impeto.
Fu qualcosa di più intenso e consapevole della prima volta, qualcosa che non c'era stato e che ora mi intrigava da morire.
Era come un ingrediente segreto, un pizzico di qualcosa che non riuscivo a spiegare.
Presi il suo viso fra le mani, per godere appieno di quel momento, quasi temendo che potesse scappare via, ma ero più che certa che non l'avrebbe fatto.

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Entrammo in casa e ascoltammo l'uomo parlare di sua moglie.
Anche stavolta non mi aveva calcolato.
"Parlaci tu, che io sembro non esistere!" dissi al generale "Secondo me ha a che fare col meteorite, non può essere una coincidenza!" gli dissi.

Si baciarono per un istante che sembrò non finire mai.
Gwen era stretta contro il petto di Herbert, avvolta dalle sue braccia salde, in balia delle sue mani ovunque, mentre le loro labbra parevano rincorrersi, trovarsi e confondersi le unenelle altre in un bacio sempre più ardente e sfrenato.
La lingua del bel capitano sembra fuoco puro e sul viso della ragazza intense vampate di calore accendevano il suo colorito bianco.
Poi, ad un tratto, qualcuno bussò forte alla porta rompendo quel momento così passionale.
Subito Herbert si staccò da Gwen.
"Si..." disse verso la porta, ma guardando la ragazza negli occhi "... chi è? Cosa c'è?"
"Capitano, la Laica ci ha affiancati e ha gettato i pontili lungo la nostra fiancata..." rispose da fuori uno degli uomini di Herbert "... il comandante chiede di lei."
"Si, arrivo." Annuì Herbert.
Nel frattempo, alla misteriosa fattoria, Destresya e il Generale erano con lo strano fattore.
"Credo che neanche ci ascolti più di tanto..." l'alieno alla ragazza "... forse non è nemmeno più lucido." Indicando l'uomo.
"Anche gli animali sono impazziti..." mormorò questi "... l'avevo detto a mio moglie... i cavalli del vecchio Clayton non erano un buon affare... non a quel prezzo... lei invece dava la colpa ai cavolfiori... ma i cavalli non mangiano cavolfiori... ma mia moglie diceva che il veleno era ormai nella terra... e saremmo impazziti tutti..." mettendosi le mani sul viso.
"Dov'è sua moglie?" Chiese il Generale.
L'uomo non rispose.
Ma di nuovo quella terribile risata scoppò dal piano di sopra grottesca e disperata, rispondendo alla domanda dell'alieno.

Il tempo si era letteralmente fermato, in quella cabina.
Qualsiasi cosa fosse nata, era appena scoppiata come un incendio improvviso.
Quel continuo punzecchiarsi aveva avuto come risultato quel furore inarrestabile, del bacio e delle sue mani.
Ma qualcosa, tuttavia, l'arrestò.
Un uomo, avvisò che la nave ci aveva raggiunti ed Herbert doveva andare.
A quel punto, lo raggiunsi di nuovo per baciarlo ancora una volta, a lungo, prima di separarmi con un mezzo ghigno divertito per lasciarlo andare.

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Lei lo baciò ancora, per poi lasciarlo andare con un mezzo ghigno divertito, al quale lui rispose con uno sguardo sorridente e malizioso.
Uscì dalla cabina e Gwen restò da sola.
Intorno a lei si sentivano diversi rumori e voci sovrapposte.
Dall'oblò per lei si accorse che il tempo stava cambiano velocemente.
Un forte vento cominciò a soffiare ed il mare iniziò a farsi grosso.
Dopo qualche istante qualcuno bussò alla porta della cabina.

Andò via ed io restai sola.
Le voci erano parecchio confuse e sovrapposte e fuori dall'oblò, poco dopo, si alzò uno strano vento.
Qualcosa cambiò, anche se non riuscivo a definire cosa esattamente.
Ad un tratto, bussarono alla porta ed io, seppur timorosa, andai ad aprire.

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Era uno della ciurma e subito Gwen sentì il suo sguardo lercio su di lei.
"Il capitano..." disse lui con un sorriso volgare "... dice di prepararti... cenerai lui e con il capitan Raspon... ha detto di vestirti bene, ma non appariscente..." rise "... forse è geloso di te." E tirò fuori la lingua.

Assunsi una smorfia disgustata allo sguardo della viscida feccia che avevo davanti.
Bene ma non appariscente.
Probabilmente voleva mandare avanti la storia della cameriera e non potevo apparire come una gran signora.
Certo era pesante diversi abituare ad una vita raminga lontana da casa, lontana dagli agi e dal lusso, ma al momento la ritenevo l'unica scelta possibile.
Chiusi letteralmente la porta in faccia al viscido che avevo davanti e andai a prepararmi, cercando di soddisfare la richiesta di Herbert.
A quel punto cui pronta per la cena, senza tuttavia sapere cosa aspettarmi.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...b40f8faf86.jpg

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Gwen chiuse la portain faccia al filibustiere, per poi prepararsi.
Dopo circa una mezz'ora arrivò Herbert.
La guardò con quell'abito sobrio, ma di raffinata sensualità.
"Dobbiamo continuare la nostra recita..." disse fissandola negli occhi verdi.

Dopo circa mezz'ora, Herbert tornò in cabina e rimase a guardarmi, mentre io mi inorgoglivo nel notare quella luce nel suo sguardo diretta a me.
Non potevo ancora fare a meno delle attenzioni e probabilmente sarebbe stato così per sempre, ma non mi dispiaceva affatto.
"Sta bene" dissi, con tono pacato, ricambiando il suo sguardo.
"Dunque, cosa c'è da aspettarsi da questa cena?"

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Lui si avvicinò ad una bottiglia e si versò da bere.
"Si, ci sarà qualche cambiamento..." disse bevendo "... abbiamo a che fare con gente particolare e dovremo cenare con il capitan Raspon... per evitare problemi sarai mia moglie." Guardando Gwen.

"Oh beh, spero sia una persona quasi gradevole, allora... Insomma, visto l'ambiente in cui ci si muove..." con sornione sarcasmo.
Mi sorpresi parecchio poi a ciò che disse.
"Credevo avessi accettato la teoria della cameriera. Ora si spiega il perchè dei vestiti poco appariscenti..." sorrisi divertita, volendolo punzecchiare ancora.
"Beh, la fede ce l'ho..." divertita, mostrando la mano.

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Lui lanciò un'altra occhiata all'abito di Gwen e poi alla fede che aveva al dito.
"Si, non sarebbe una buona idea spacciarti per la mia cameriera..." disse Herbert finendo il suo drink "... Raspon non ha molti scrupoli, nè rispetto... soprattutto per le donne. Saperti mia moglie dovrebbe tenerlo a distanza." Fissandola.

Mi guardò ancora a lungo e le sue parole mi piacquero poco.
"Che bel soggetto..." dissi, con sarcasmo, ma forse non tanto, in quanto sapevo che tipo di gente girava in questo ambiente, vedevo spesso persone di questo genere a Vivas e non erano certo piacevoli se ci si aveva a che fare.

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"Sì questo lo penso anche io.." mormorai, stranita, mentre mi stringevo sempre di più a lui.
Che cosa stava succedendo?
C'era qualcosa di veramente assurdo in tutto quello.
Forse era solo un vecchio pazzo e non c'entrava niente con le zucche, i pesci, il meteorite e quant'altro.
Ma poi quella risata grottesca mi fece rabbrividire.
Guardai il generale.
"Non starai pensando..." spalancando gli occhi "Oh no no..." scuotendo la testa per poi sospirare.
"E va bene, andiamo!" annuii, guardando il piano di sopra.
"Andiamo a dare un'occhiata di sopra!" con un sospiro.

"La sua nave ci scorterà fino a destinazione." Disse Herbert a Gwen. "Però non mi hai detto cosa ne pensi della nostra recita? Credi di riuscirci? Sarà l'ultima cosa che ti chiederò di fare fino a quando non te ne tornerai a casa tua. Promesso."
Nel frattempo, alla fattoria, Destresya e il Generale erano con quell'uomo.
l'alieno guardò Destresya ed annuì.
Insieme allora salirono le scale e raggiunsero il primo piano.
Attraversarono un corridoio semibuio, fino ad una porta chiusa.
C'era un silenzio opprimente ed un odore sgradevole.
Quel tanfo sembrava togliere il fiato.
Allora il generale aprì la porta.

Annuii alla sua precisazione sulla nave.
Poi, accennai un sorriso, che proruppe alla fine in un risolino.
"Ho sempre sognato di sposare un pirata..." dissi, divertita e sorniona.

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Il tanfo era orribile, insopportabile.
Mentre salivamo le scale, nel corridoio, si faceva sempre più pressante.
Ci guardammo e restammo vicini finchè il Generale non aprì la porta dietro la quale avrebbe dovuto esserci la moglie del contadino.
O lei o un cadavere in putrefazione, a giudicare dall'odore.
Così, lo seguii all'interno della stanza.

Herbert guardò Gwen e sorrise.
"Sarà meglio andare." Disse lui a lei. "Vieni..." porgendole la mano.
Intanto, alla fattoria, Destresya e il Generale erano davant alla porta aperta.
Si ritrovaron in una camera illuminata a stento dal lapadario.
Seduta di spalle, su una sedia, c'era una donna.
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"Accidenti, sembra di essere in un racconto del terrore, non pensi?" dissi al Generale, sorridendo nervosamente, per poi nascondere una leggera risata, sempre nervosa.
"Certo, tu non sai nemmeno cosa sia un racconto del terrore, dico bene?" stringendo più forte la sua mano.
"Forza, ormai siamo qui, andiamo a conoscere questa simpatica vecchietta!" avvicinandomi piano piano, lentamente.
"Buonasera signora.." sorrisi, anche se sapevo che era inutile parlarle.
Così, mi avvicinai sempre tenendo la mano del Generale.

Ricambiai il suo sorriso alla mia considerazione, poi mi porse la mano e mentre la prendevo mi chiesi cosa sarebbe successo se avessi sposato lui, invece di Stefan, qualche anno fa.
Sarebbe stato certamente molto diverso, tutto, ma tutto tutto, probabilmente non sarei stata quella che ero ora, nel bene e nel male.
Ma non era questo il momento per pensarci.

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Gwen prese la mano di Herbert e insieme lasciarono la cabina.
attraversarono un corridoio in metallo e raggiunsero quella che doveva essere la mensa degli ufficiali.
In tavola il cuoco stava già servendo il pasto.
"A breve il capitano Raspon sarà qui." Disse Herbert a Gwen.
Intanto, alla fattoria, Destresya e il Generale erano entrati in quella camera.
Era fitta di un chiaroscuro sinistro, intrisa di una puzza insopportabile e illuminata da poche candele. Probabilmente l'elettricità non era stata più pagata da giorni.
Quando Destresya rivolse quelle parole alla donna seduta, quella cominciò a canticchiare una sorta di nenia indecifrabile, come se fosse in una lingua straniera.
Il Generale fece segno a Destresya di seguirlo piano.
Si spostarono e arrivarono di lato alla sedia, vedendo che la donna era coperta da un lungo velo chiaro.
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Quella nave era peggio che stare dentro una di quelle enormi cassaforti.
Metallo ovunque.
Decisamente troppo.
Ci dirigemmo verso la mensa degli ufficiali e al nostro arrivo il cuoco stava già servendo la cena.
"Sono davvero entusiasta..." con tono sarcastico e beffardo, sapendo già che soggetto era il capitano.

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La donna aveva un che di spettrale.
Non solo la risata, la postura... ora quel velo!
Strinsi sempre di più la mano del Generale accanto a me mentre ci avvicinavamo.
Lo guardai, non sapevo cosa dire.
"Grazie dell'ospitalità signora.." balbettai, per quanto sembrasse letteralmente assurdo in quel momento.
Ma d'altronde "Com'è terrificante, signora" non mi sembrava granchè educato.
Lanciai un'occhiata al generale in cerca di aiuto.
Che cosa poteva essere successo a quei due contadini?
Poteva davvero c'entrare il meteorite?

Quel velo la copriva interamente e lei non smetteva di canticchiare in quell'idioma incomprensibile.
"Signora..." disse il Generale "... capisce ciò che diciamo?"
Lei scoppiò a ridere.
Una lunga risata grottesa ed isterica che metteva quasi i brividi.
Il Generale allora guardò Destresya.
"Non dall'alto, ma dal basso..." mormorò ad un tratto la donna, per poi ridere di nuovo.
Intanto, sulla nave pirata, Gwen e Herbert attendevano quel Raspon.
All'improvviso la porta si aprì ed entrò un uomo.
Era alto e grosso, dall'aspetto poco raccomandabile.
"Bentrovato, vecchio mio." A lui Herbert.
Ma Raspon fissava Gwen.
"Lei è mia moglie Gwen." Indicandola Herbert, per poi guardare Raspon.
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Quella melodia, così inquietante, letteralmente inquietante.
Dava i brividi.
Ma sul serio, avevo la pelle d'oca.
Guardai il generale accanto a me e mi accorsi che la sua presenza mi dava sicurezza.
Poi quelle parole, quelle parole apparentemente assurde.
"Che cosa avrà voluto dire?" sussurrai pianissimo al Genrale.
Se non fosse che la donna sembrava completamente pazza, mi sarebbe venuto da pensare che intendesse dire che il meteorite non proveniva dal cielo ma dalle profondità della terra.
Ma perchè continuavo a pensare al meteorite?
Beh forse perchè era il centro di tutti quegli strani fenomeni.

Ad un certo punto, una figura massiccia e sgradevole entrò alla mensa.
Era Raspon e già solo guardandolo non mi piaceva, figurarsi rivolgergli la parola...
Arrivò da noi, Herbert lo salutò, ma lui rimase a fissare me.
Molto bene, come inizio...
"Buonasera, capitano" lo salutai, con più educazione di quanto avrebbe meritato, visto che si vedeva che era un pessimo soggetto.

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La donna rise ancora e continuò a recitare chissà cosa in quel suo idioma indecifrabile.
"Credo sia meglio andare..." disse il Generale a Destresya.
Lasciarono la camera e scesero al pianterreno, dove trovarono il marito impiccato.
Nel frattempo, sulla nave pirata, i falsi coniugi avevano conosciuto Raspon.
"E da quando hai una moglie?" Questi a Herbert guardando però Gwen.
"Ci siamo sposati da una settimana."
"Sei sempre stato un inguaribile Don Giovanni..." Raspon "... come mai hai deciso di metterti una palla al piede?"
"Forse perchè Gwen mi ha mostrato che è unica, no?" Hebert prendendo Gen per mano davanti a lui.

Alla domanda di Raspon, anzi le domande, mi si gelò il sangue.
Temevo che non se la sarebbe bevuta...
Sorrisi poi, avvalorando le parole di Herbert, mentre mi prendeva per mano ed io mi stringevo al suo braccio con tenerezza.
Dopotutto, non ero nuova alla recita della moglie felice.
Il fatto che con Herbert fosse più semplice, era solo un dettaglio.
"Sapete com'è, capitano, ogni donna è convinta di riuscire a cambiare in meglio il proprio uomo e chissà che io non abbia ragione, col mio Herbert..." con tono civettuolo, mentre esibivo strategicamente la fede nuziale, che ora cadeva proprio a fagiolo.

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"Sì, lo credo anche io!" sospirai, e seguii il Generale al piano di sotto.
Non vedevo l'ora di andarmene da quella casa.
Come arrivammo all'inizio della scala, però, mi accorsi che c'era qualcosa che non andava.
E immediatamente cacciai un grido.
Era lì.
L'uomo era lì che penzolava.
Morto, impiccato, in mezzo alla stanza.
"Andiamo via, andiamo via, presto!" presi la mano del Generale e senza guardarmi indietro, corsi a perdifiato fino alla macchina.

Raspon rise forte.
"Siete romantici vedo..." disse divertito "... non me l'aspettavo da te!" A Herbert.
"Gwen mi ha cambiato." Questi.
"Si, ma voglio sapere di più..." sedendosi a tavola Raspon "... a letto? Com'è a letto?" Ridendo ancora, metre Herbrt spostava la sedia per far sedere Gwen. "Avanti voglio sapere com'è il sesso tra voi!" Gurdando Gwen.
Intanto, alla fattoria, davanti a quello spettacolo Destresya corse via tirandosi dietro il Generale.
Salirono in auto e partirono.
"Quel posto era un Inferno..." il Generale "... la follia a volte è inesorabile..."

Nel mentre che ci sedevamo a tavola, la domanda di Raspon mi infastidì come avevano fatto ben poche cosa, fin'ora.
Avrei voluto infilzarlo con tutte le posate che c'erano a tavola.
Guardai Herbert, poi di nuovo Raspon.
"Beh all'inizio di un matrimonio è sempre tutto più bello, resta da vedere se lo rimane anche dopo, no?" con un sorriso divertito.
"Dunque, essendo la prima settimana, non possiamo proprio lamentarci..." dissi senza problemi.
Se mi fossi scandalizzata per la sua domanda, probabilmente Raspon avrebbe insistito ancora, dunque speravo che si fermasse qui senza andare oltre.

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Iniziai a guidare, restando in silenzio per lunghi minuti, incapace di togliermi quelle scene dalla testa.
"Sì, è vero.." annuii poi "...speriamo solo che non sia contagiosa!" sospirai.
Continuai a guidare, ancora e ancora.
Volevo andare via, mettere più strada possibile tra noi e la casa.
"Andiamo al meterorite!" dissi poi.
Non avevo fatto che pensarci, tanto valeva andare a vederlo.

Raspon rise in modo volgare e Herbert, capendo come la stuazione mettesse a disagio Gwen, temendo che lei potesse tradire la loro copertura prese una bottiglia da un grosso baule e la stappò.
"Questo è un vino unico..." disse riempiendo i loro 3 bicchieri "... brindo al nostro incontro.. ed alla nostra meta... a proposito... dove siamo diretti?"
Raspon rise ancora una volta.
"All'inseguimento di una nave!" Esclamò.
Nello stesso momento l'auto di destresya e del Generale sfrecciava lungo il sentiero, sempre più lontana dalla fattoria degli orrori.
"Si, andiamo a vedere quel meteorite."
Arrivarono dopo un'ora alla caserma dei militari.
Ma qui c'era confusione.
Dopo un pò capirono il perchè: il meteorite era scomparso, forse rubato.

Herbert pensò bene di concentrare l'attenzione su un brindisi e la risposta di Raspon mi lasciò perplessa.
Inseguimento di una nave, decisamente un programma niente male, non c'era di che.
A quel punto, mi estromisi dalla conversazione, lasciando che fossero loro a parlare.

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"Una nave..." disse perplesso Herbert "... che nave? E perchè?"
"Quante domande..." mangiando Raspun, insozzandosi tutte le mani mentre puliva il pesce "... una nave... non ha bandiere, nè un nome..."
"E' uno scherzo?"
"Ti pare io sia uno che scherza?" Fissandolo Raspun. "A te sembra che io ami gli scherzi, ragazza?" Rivolto a Gwen.

"Rubato.." sussurrai, quando compresi che cosa era successo.
"Come possono rubare un meteorite!!! Voglio dire, non è certo un gioiello che lo metti in tasca!" sconvolta.
Eravamo in machina, nascosti i più possibile dal via vai di gente.
"E ora che facciamo?" guardandolo "Dobbiamo avvicinarci per trovare la chiave!" mormorai "Serve un piano!".

Anche Herbert cadeva dalle nuvole.
Anche lui era rimasto sorpreso dal programma di Raspon, il quale sembrò avere altro per la testa, più che rispondergli.
Poi, si girò verso di me.
"Perdonatemi, non sono una donna di mare, così da definirlo" risposi solo.

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"Bisogna capire" disse il Generale a Destresya "chi ha rubato il meteorite. Aspetteremo faccia buio..."
Rstarono cosìa lungo, in auto, nascosti verso uno dei mgazzini abbandonati de porto.
Il pomeriggio trascorse lento.
"So che ti annoi, ma è il solo modo..." lui a lei.
Intanto, sulla nave, Raspon rise forte al quella risposta di Gwen.
"Sono certo che Herbert ti insegnarà a navigare!" Ridendo ancora.
"Insomma, mi stai trascinando in un inseguimento di cui non so nulla." Herbert. "Perchè tanto segreto?"
"Lo scoprirai a tempo debito." Annuendo Raspon.

Sorrisi per circostanza, continuando tranquillamente a mangiare.
Però Herbert aveva ragione.
Era stato trascinato in qualcosa di cui non aveva idea e ovviamente lui, visto che soggetto era, non se ne stava preoccupando, anzi.
Non aveva nemmeno intenzione di spiegarsi, rimandando tutto a "tempo debito".
Bell'affare davvero...

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