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Quando si staccò da me sgranai gli occhi come se mi fossi ridestata da un sogno.
Come se avessi passato tutto il tempo in apnea è solo ora tornassi a respirare. Si tirò su e mi strinse. Mi strinse in un abbraccio contro il suo petto. Caldo, virile, saldo. E poi mi baciò, facendomi sprofondare di nuovo in quell’abisso di passione. Così mi lasciai andare a quel bacio, stringendolo a me, bramando quella lingua che teneva fin troppo nascosta nella sua bocca. Oh ma io la volevo, la volevo tutta. Strusciavo il mio corpo nudo, caldo e voglioso, contro il suo. “Ho detto spogliati...” continuando a baciarlo “Adesso...” gemendo sulle sue labbra. |
L'uomo entro', sembrava sicuro di sé e distinto.. Oh ma si.. Io rimanevo per tornare nei sotterranei.. "Vi ringrazio per la gentilezza" annuendo all'uomo.
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Sbuffai silenziosamente, questo discorso iniziava ad infastidirmi.
Fuori pioveva, infatti ci bagnammo di nuovo nel tragitto dalla carrozza al palazzo. Dentro si parlò di una nuova cameriera, ma restava ancora Engener. "Dovremmo tornare indietro a prendere Engener dagli zingari?" dissi ad Elv. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Si baciarono ancora, con lussuria ed impeto.
“Subito, signora...” disse lui sulle labbra di Destresya. Allora si sbottonò i pantaloni, liberando la sua virilità già prepotente e pronta per deliziare la marchesa. Quasi come se avesse sentito la voce della padrona. |
“Il pranzo sarà pronto fra breve, dottore.” Disse la donna all'uomo.
“Bene.” Annuì lui. “Allora nel frattempo farò un bagno caldo.” “Andate col professore e preparate il bagno per lui.” Lei ad Altea. Intanto anche Gwen ed Elv erano arrivati in casa. Erano zuppi e la donna li guardò. “Prego, vi mostrerò le camere...” ai due “... siete sposati?” Chiese. |
La cameriera si rivolse a noi e guardai Elv.
Poi la cameriera. "Sì" risposi immediatamente, guardando poi Elv alzando appena le spalle con sguardo eloquente. Non che lo fossimo, ma era per non avere due camere separate, ero certa che a lui non sarebbe dispiaciuto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Annuii e guardai gli occhi neri dell'uomo ma non traspariva nessuna sensazione, era freddo.. Proprio come me.. "Prego signore fate strada, non conosco le sue stanze".. Pure il bagno dovevo preparare, sarebbe stato soddisfatto.
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La donna annuì a Gwen e mostrò ai due giovani una camera doppia.
“Si, pranzerà fra mezz'ora.” Disse, per poi andare via. “Che simpatica...” ironico Elv stendendosi sul letto “... beh, ho scoperto di avere una moglie.” Ridendo sarcastico. L'uomo si avviò e condusse Altea alla sua stanza. Era grande e ben arredata, con molti oggetti particolari, soprammobili e varie porcellane. “Il bagno è quello.” Lui indicando una porta chiusa. “Fate con comodo, è il vostro primo giorno e non voglio mettervi in soggezione.” Prendendo un libro e sedendosi su una poltrona per leggerlo. |
Arrivammo in camera e la donna ci avvisò per il pranzo.
Sorrisi ad Elv e lo raggiunsi sul letto, stringendomi a lui. "Beh, non saremmo stati insieme, sennò... Giusto?" alzando candidamente gli occhi per guardarlo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mi sedetti sul letto, lasciando i andare all’indietro per un momento, puntellandomi sui gomiti per poterlo guardare.
Era bellissimo, era davvero bellissimo con quello sguardo azzurro, intenso e penetrante, la pelle chiara, il corpo perfetto. Oh non vedevo l’ora di vederlo tutto. Bramavo ogni parte del suo corpo, ogni fibra del suo essere. Volevo possederlo interamente, completamente, volevo assoggettare la sua volontà alla mia, il suo corpo, il suo spirito... tutto volevo di lui, tutto. Restai in silenzio mentre si spogliava, annuendo solo quando mi parlò. Poi lo vidi, il membro già saldo ed eretto, già pronto, virile ed eccitato. “Oh ma che bravo...” con la voce calda e sensuale. Allora gli feci segno di avvicinarsi con la mano, mi sporsi verso di lui, guardandolo negli occhi e iniziai a giocare con la mano e quella prorompente virilità. La accarezzavo, la sfioravo, la toccavo, la stringevo, tutta... Più sentivo quel sesso caldo sulla mia mano, più la mia voglia cresceva, si impossessava di ogni fibra del mio essere. Iniziai a stringere più forte, muovendo la mano ritmicamente, sempre di più, sempre di più, decisa a strappargli un gemito. “Vieni qui..” sussurrai poi con voce calda, mostrandogli la lingua che non vedeva l’ora di giocare con lui. |
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