"Sì hai ragione..." pensierosa, mentre guidavo e pensavo agli assurdi intrecci di tutta quella storia.
"Forse so da dove iniziare a cercare!" gli dissi mentre parcheggiavamo la macchina.
"Vieni!" gli feci cenno di seguirmi mentre mi dirigevo verso la biblioteca.

Arrivarono alla villa.
"Si, allora cerchiamo nella biblioteca." Disse il Generale a Destresya.
Era ancora notte alta e la Luna scintillava pallida e silenziosa.
I 2 entrarono in casa e in silenzio raggiunsero la biblioteca.
Qui tra ampie mensole cariche di libri diogni genere cominciarono a cercare.
Per un'ora intera spostarono testi vecchi e nuovi, svuotando interelibrerie, ma senza trovare nulla.
"Non troveremo mai la chiave fra questi libri..." il Generale "... no, se è qui allora vi è un nascondiglio particolare, segreto..." guardandosi intorno "spostiamo le librerie, forse sulle pareti troveremo qualcosa..."
Cominciarono così a spostare le varie librerie, fino a mostrare le pareti adesso scoperte.
E Destresia notò un segno alla base di una parete, simile ad una forma rettangolare.
Intanto, nella cabina del capitano, Gwen e Herbert si erano abbandonati a quella notte di travolgente passione.
Fecero l'amore a lungo, in più modi, trovando ogni volta un godimento estremo.
Herbert fece inginocchiare Gwen contro la spalliera del letto, stringendola da dietro e tenendola per i seni, prendendola in questa posizione e facendole sentire tutta la sua virilità e il desiderio per lei.
Così, dopo lunghi sussulti, gemiti e grida dipiacere, raggiunsero insieme il piacere, folle e incontrollato, con lui che le stringeva i seni quasi a farle male, e donandole tutta la sua foga maschiolina.
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"No, non è proprio la biblioteca!" gli dissi, divertita, mentre gli facevo strada.
Così gli raccontai ogni cosa, il mio arrivo alla villa, la scoperta del passaggio segreto e tutto quello che avevo sentito al suo interno.
"Non può certo essere un caso, non credi?" guardandolo intensamente, dopo avergli spiegato tutti i dettagli.
Una volta nella stanza, azionai lo stesso meccanismo e trascinai il generale all'interno del passaggio segreto.

Ogni secondo che passava, quella foga aumentava sempre di più, in modo estremo e folle.
Nessuno di noi due avrebbe facilmente dimenticato questa notte, né ora né in tutti gli anni a venire.
La sua passione ed il suo ardore erano impareggiabili e riuscivamo a fonderci come non avrei mai pensato.
Raggiungemmo più volte il massimo di quel godimento assoluto e la complicità fra noi arrivò letteralmente alle stesse.
Ogni problema, ogni affanno, ogni ansia o angoscia, spariva, come col tocco di una spugna ed io non riuscii a pensare ad altro, se non a noi e a lui.

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Destresya ignorò la forma rettangolare ai piedi della parete e azionò il passaggio segreto, portando così il Generale in quel posto.
Era buio e lo percorsero tutto, fino ad arrivare ad una porta di ferro chiusa.
"Non la smuoveremo mai..." disse lui a lei.
Intanto, nella cabina di Herbert, lui e Gwen avevano raggiunto ancora una volta il massimo piacere.
"Ohhhh... uhh..." col respiro rotto il bel capitano "... ohhh Gwen..." lui restando ancora dietro di lei stringendola al suo petto "... uhhhh..." per quell'orgasmo sfrenato.
Allora si lasciò cadere sul letto e la tirò a sè, baciandola dolcemente ora.

Quel gioco sfrenato continuò ancora a lungo, finché i nostri gemiti si fusero in uno solo e potemmo date sfogo al godimento più alto.
Non sapevo quanto tempo fosse passato, ad essere onesta non mi importava, potevano essere ore o secoli, non era importante.
Ciò che importante, era l'espressione sul suo viso, bellissimo adesso, ancor più di prima, mentre mi tirava a sè e mi baciava dolcemente.
Ricambiai quel bacio, stringendo sempre il suo volto fra le mani e beandoni del suo profumo.
"Sei ancora più bello, ora, capitano..." sussurrai, sorridendo.

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"Tu lo sei..." disse Herbert giocando piano con le labbra su quelle di Gwen "... tu..." guardandola negli occhi verdi.
Allora la strinse a sè, contro il suo petto, dove lei poteva sentire il respiro di lui ed il suo cuore che batteva ancora forte.
"Dimmi cosa pensi..." giocando con i capelli della ragazza.

"No hai ragione..." mormorai davanti alla porta chiusa che non avevo notato la pirma volta che ero giunta lì.
"Ci serve la chiave..." sfiorando la serratura delicatamente "Deve pur essere da qualche parte!".
Mi lasciai cadere a terra, con la schiena lungo il muro e le ginocchia al petto, cercando di riflettere su ogni singolo dettaglio di quegli ultimi giorni.
Poi me ne tornò alla mente uno.
"Prima che gettassimo la spugna in biblioteca avevo visto una forma rettangolare vicino a una parete, ma lì per lì non le ho dato peso, come una stupida... magari invece era importante, e io sono una cretina. Dovremmo tornare a cotrollare?" guardandolo dal basso.
Mi sentivo davvero una stupida, ma che cavolo mi era preso?

Sorrisi con aria civettuola, mentre lui giocava sulle mie labbra ed io reclamavo un altro bacio.
Mi strinse ancora di più a sè e sentii il battito forte e rampante del suo cuore rimbombare dopo tutta quella foga.
Iniziò poi a giocare coi miei capelli.
"Non è stata male come prima notte di nozze, visto che siamo sposati solo stamattina..." mormorai, ridacchiando coi nostri visi vicini.

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Il Generale aiutò Destresya a rialzarsi einsieme tornarono nella biblioteca.
Guardarono allora la misteriosa forma rettangolare sul pavimento.
"Mi chiedo cosa significhi..." disse pensieroso lui "... è solo un caso, formatisi lì per l'umidità... o nasconde qualcosa?"
Nello stesso mento, in quella cabina, Gwen e herbert avevano sfogato quel desiderio forse accumulato da molto prima.
Lui rise.
"Si, come prima notte di nozze non è male..." divertito "... e non sarà neanche difficile divorziare, visto che tu sei già sposata." Facendole l'occhiolino.

Presi la sua mano e tornai con lui nella biblioteca, per esaminare quella macchia.
"Vieni guardiamola meglio!" mormorai, chinandomi.
E iniziai a premerla, sperando che magari, come il quadro, nascondesse qualche nascondiglio segreto.
O magari era sperare troppo!

Ridacchiai.
"Beh, saremmo fuori legge, la bigamia non è concessa..." dissi sarcasticamente.
"Ma non voglio pensare a nulla di tutto ciò, adesso..." il mio tono di voce si abbassò gradualmente, nel frattempo che io rimanevo stretta a lui e mi godevo quella vicinanza inebriante che mi piaceva da impazzire.
"Pensavo che, forse, non mi è mai capitato di provare tutto questo, fin'ora... Era qualcosa che finiva lì, con l'appagamento di un orgasmo e tutto tornava buio, freddo, angosciante, come se ciò che c'era stato prima non fosse mai successo... Come se non riuscissi a sentirmi davvero "piena", ma solo tanto vuota..." decisi di esternare quelli che erano i miei veri pensieri, in quel momento.

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Destresya provò a premere su quella forma, ma non accadde nulla.
"Sembra un segno..." disse il Generale "... lasciato da qualcosa..." pensieroso "... si..." guardandosi intorno "... un libro..."
Nel frattempo Gwen e Herbert erano sempre insieme in quella cabina.
Erano stesi l'una sull'altro.
"Perchè mi dici queste cose?" Lui continuando ad intrecciare le sue dita nei lunghi capelli rossi di lei e guardandola negli occhi.

"Un libro, giusto!!" annuii "Dobbiamo solo trovare il libro giusto tra i centinaia che ci sono qui!" risi, divertita.
Ma era vero, poteva essere il segno di un libro.
"Che libro potrebbe essere?" alzandomi e iniziando a guardare sui vari scaffali.
"Magari uno con un particolare significato..." e su quello il generale non mi poteva aiutare.
"Facciamo oosì!" proposi "Io cerco in base al significato, tu alla forma!".

"Tu volevi sapere cosa stessi pensando..." gli feci notare, mentre continuava ad intrecciare le sue dita nei miei capelli ed era sempre bello quando la gente lo faceva, sapevo che una delle cose di me che attirava maggiormente fosse proprio quella e non mi tiravo affatto indietro.
"O credevi che avessi passato tutto il tempo a pensare alla battuta della prima notte di nozze?" sarcasticamente, poi appoggiai il viso sul suo petto, accarezzandolo con le dita "Non me la ricordo, la mia prima notte di nozze..." notai, quasi pensando ad alta voce.

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Il Generale annuì a Destresya e si misero a cercare fra i libri.
Dopo un'altra ora, finalmente, il Generale trovò un libro molto vecchio, consmato e senza titolo.
Era però perfettamente adattabile alla forma sul pavimento.
Lui allora lo pose a terra, sulla forma e un attimo dopo si sentì uno scatto.
La porta di ferro nel passaggio segreto si era aperta.
Nello stesso istante, Gwen era fra le braccia di Herbert.
"Perchè" disse senza lasciare i suoi capelli rossi "lo hai sposato? Per i soldi?" Fissandola.
Un attimo dopo la baciò, stavolta con più passione.

"Hai sentito questo rumore?" gli dissi, tutta eccitata "Dev'essere la porta nel passaggio segreto che si apre, avanti, andiamo!" prendendolo per mano e portandolo di nuovo al punto di partenza, dove avremmo scoperto cosa c'era oltre quella soglia.

Questa era la domanda che costituiva il fulcro di tutto.
Ma prima che potessi rispondere, mi baciò ancora, ma con più passione e per un po' mi lasciai andare.
"Potevi farmi rispondere, almeno, prima..." ridacchiai.
"La mia famiglia aveva scelto accuratamente quella di Stefan e decise che lo avrei sposato. Io feci di tutto per oppormi, siamo pur sempre negli anni Trenta, non certo nel Medioevo. Ma non ci fu verso. Così, acconsentii. E fu la mia salute per prima a risentirne."

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"Si, la porta." Disse il Generale fissando Destresya.
I 2 allora tornarono ad attraversare il passaggio segreto, fino a raggiungere di nuovo la porta, che adesso era aperta.
Il Generale fece segno alla ragazza di seguirlo.
Oltrepassarono la porta e dopo un breve passamano giunsero in un ambiente segreto.
Era quasi tutto buio, fino a quando Destresya intravide una lampada su un tavolo.
Intanto Gwen era ancora con Herbert nella sua cabina.
"Una storia ahimè vecchia come il mondo..." mormorò lui "... eppure non credo che tu vglia fuggire, no?" Fissandola.

Lo guardai alla sua domanda retorica.
"Non lo so..." risposi "Fino a poco tempo fa, ti avrei detto che non ne avevo intenzione, ma ora, sento di non essere più sicura di nulla... Una piccola parte di me, molto strana, vorrebbe restare o comunque vorrebbe sapere se Stefan sentirebbe la mia mancanza, se vorrebbe che restassi o che andassi via... Ma dall'altra, sento questa come una boccata d'aria, la bocca d'aria di cui avevo bisogno..." risposi.

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Tornammo alla porta segreta e la attraversammo.
Qui c'era un ambiente segreto, dove entrammo immediatamente.
Era tutto buio, ad eccezione di una lampada per terra.
Subito mi avvicinai per guardarla meglio.

Herbert gardò Gwen negli occhi, senza smettere di giocare con le sue dita fra i capelli rossi di lei.
"E come mai" disse lui "questo cambiamento?"

I suoi sguardi erano sempre profondi, silenziosi, pensierosi e mi sarebbe piaciuto indagare nella sua mente.
"Non so, ho sentito che era la cosa più giusta da fare... Non mi ascolto spesso, devo essere onesta..." ridacchiando "Come lessi tempo fa, so dare buoni consigli, salvo non seguirli mai..." con sornione sarcasmo.
"Ma ne ho sentito il bisogno... Sai, nel profondo... Come qualcosa di improvviso..." conclusi.

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Lui guardò Gwen e poi sorrise, sfiorandole la spalla nuda.
"Beh, se Raspon non ci porterà all'Inferno" disse divertito "allora forse questo viaggio sarà molto piacevole." Sarcastico e facendole l'occhiolino.

Mi sorrise, sfiorandomi la spalla e ridacchiai alla sua considerazione.
"Sì, lo credo anch'io..." divertita.
"Tu, invece, cosa pensi?" chiesi infine, curiosa, guardandolo negli occhi scuri.

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Il Generale accese la lampada e illuminò quell'ambiente.
"Sembra un laboratorio..." disse guardando quel luogo "... ci sono strumenti, alambicchi, fiale e bottigline ovunque..." rivolto a Destresya.
Nel frattempo, sulla nave pirata, Gwen era fra le braccia di Herbert.
"Riguardo a cosa?" Lui fissando lei, divertito e con tono provocatorio.

"Beh la cosa non mi stupisce, questa è la casa di uno scienziato, ma perchè tenerle segrete? Significa che lavorava a qualcosa che voleva tenere nascosto, magari di illegale o comunque qualcosa di losco, vediamo se riusciamo a trovare qualche indizio..." annuii pensierosa, iniziando a cercare in giro, osservando ogni dettaglio di quella strana stanza.

Ridacchiai, rubandogli un bacio, avendo compreso la vena provocatoria nelle sue parole.
"Non so, mi hai fatto una seduta di psicoanalisi, visto che negli ultimi anni in Europa va così di moda..." sarcasticamente "Ma non dici nulla su ciò che stavo pensando tu..." continuando a guardarlo, in attesa di una risposta.
"Dico davvero."

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Il Generale annuì a Destresya e si misero a cercare in quel laboratorio.
Passò un'ora senza trovare nulla, ma poi lei, in un angolo di quel luogo, notò qualcosa.
Era una sorta di piccolo libricino.
Nello stesso momento, sulla nave pirata, Gwen era ancora con Herbert.
Lui rise piano.
"Beh, sto pensando che forse non sei poi antipatica ed insopportabile come crdevo..." facendole l'occhiolino, per poi avvicinarsi col viso al suo e la baciò.
Un bacio in cui catturrò le labbra di Gwen e le assaporò piano.

Risi spontaneamente a quelle parole su di me, poi mi baciò.
Nessuno dei due parlò più e decisi di godermi il momento in cui lui assaporava piano le mie labbra, in un modo che era tutto suo, profondo, intenso, travolgente.
Quasi avvertii una fitta al cuore, pensando che questa avrebbe potuto essere la mia vita.
Magari non su una nave pirata, ma certamente accanto ad una persona a cui importasse almeno un minimo di me.
Era così naturale stare qui, fra le sue braccia, solo noi due insieme e temevo che se fossi tornata a casa, non ne avrei sopportato il distacco.
Tendevo a prendere il massimo da ogni cosa, solo che, abitualmente, ciò si esauriva ben presto.
Ora invece non era così e mi chiedevo quanto tempo sarebbe passato prima che riuscissi a prendere il massimo da ciò che c'era con Herbert.

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"Guarda, ho trovato qualcosa!" annunciai al Generale, mentre mi chinavo a raccogliere il libricino.
Lo presi in mano e iniziai a sfogliarlo mentre mi avvicinavo a lui perchè potesse leggerlo insieme a me.

Herbert la baciò a lungo, facendole sentire le sue labbra accoglienti e la sua lingua calda.
Poi accarezzò lentamente il suo viso, guardando Gwen negli occhi.
Poi la strinse a sè.
Restarono così e verso le prime luci dell'alba si addormentarono dopo la notte sfrenata e le sue sensazioni.
Intanto, al laboratorio di Barber, Destresya aveva trovato quel libricino.
Sfogliandolo si accorse che dentro c'era una specie di mappa.
Lei riconobbe che si riferiva ad un'isola non molto distante da Vivas.

La passionalità ed il calore dei suoi baci mi avvolsero ancora, portandomi in una dimensione suadente e seducente.
Restò poi ad accarezzarmi il viso e a guardarmi negli occhi, mentre io accarezzavo la sua mano e sorridevo appena, beata fra le sue braccia.
Quest'ultime mi strinsero forte e rimanemmo lì fino ad addormentarci, mentre io dormivo come mai avevo dormito fin'ora e avrei potuto continuare in quel modo anche all'infinito.

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"Guarda, è la mappa di un'isola qui vicino, pensi che potrebbe essere improtante, che potrebbe voler dire qualcosa? Magari un nascondiglio segreto?" pensierosa.
"Potremmo noleggiare una barca e provare ad andarci domattina!" azzardai.

Quando Gwen si svegliò il nuovo giorno era già giunto.
Dall'oblò la luce del mattino, sebbene velato da nuvole, arrivava nella cabina.
La ragazza vide che Herbert era già sveglio e impegnato a consulatare alcune mappe di navigazione.
Intanto, alla villa di Barber, Destresya e il Generale avevano trovato quella mappa.
"Se era qui un motivo deve esserci." Disse lui. "Non lasciamo nulla di intentato. Troviamo una barca e raggiungiamo quest'isola. Tu puoi procurarne una?" A lei.

Mi svegliai che il pallido Sole velato era già arrivato nella cabina.
Vidi che Herbert era già sveglio, occupato con delle mappe, così mi alzai e mi rivestii.
"Buongiorno..." avvicinandomi al tavolo con un sorriso.

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"Buongiorno." Voltandosi lui e sorridendo a Gwen, facendo poi segno alla ragazza di sedersi sulle sue gambe, visto che era al tavolo per consultare quelle mappe nautiche. "Guardavo un pò la rotta imposta da Raspon... ci sta portando non si sa bene dove... sono mari poco battuti questi... qualche aereo è pure sparito nel nulla sorvolandoli..." pensieroso.

Gli sorrisi.
"Ovvio, andiamo al porto e ne noleggiamo una, diremo di voler fare una romantica gita al largo..." ridacchiai.
"Su, muoviamoci!" prendendogli la mano e conducendolo fuori, verso la machina, per poi dirigerci verso il porto.

Mi fece segno di sedermi sulle sue gambe e così feci, iniziando ad accarezzare lentamente i suoi capelli al di sopra dell'attaccatura sulla nuca e diedi un'occhiata veloce alle carte.
"Sembra un postaccio..." commentai "Ma cosa ci si aspetta da uno come Ruspon?" con aspro sarcasmo.
Si vedeva che era davvero un criminale e un individuo pessimo, dunque mettersi nelle sue mani doveva equivalere a rischio sicuro.

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Il Generale annuì a Destresya.
"Si, andiamo subito al porto, ma facendo attenzione." Disse lui. "I militari avranno trovato il cadavere e quindi saranno tutti in allarme."
Nel frattempo, sulla nave, Gwen e Herbert ragionnavano sulla misteriosa rotta scelta da Raspon.
"Mi chiedo dove diavolo ci stia portando Raspon..." perplesso il capitano, mentre Gwen gli stava sulle gambe accarezzandogli i capelli "... non voglio rischiare di perdere la mia nave ed il mio equipaggio..." poi rise "... e speraperare così tutto il tuo riscatto." Facendo l'occhiolino alla ragazza.