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I tre prigionieri furono infine costretti ad inginocchiarsi davanti alla bellissima regina di Beltas.
Erano sorpresi, meravigliati, turbati per ciò che vedevano. Ovunque vi erano donne di grande sensualità, ma più di tutte sembrava esserlo quella sovrana. “Pensavamo” disse ad un tratto quello dagli occhi azzurri ad Elyse “che queste cose succedessero un tempo, magari nel Medioevo... non immaginavo che nel XIX secolo uomini liberi rischiassero le catene per entrare in una città straniera...” con un tono per nulla intimorito, quasi di sfida. “Zitto, cane!” Colpendolo con rabbia una delle soldatesse. |
Il giovane dottore condusse Astral al primo piano della sua abitazione, dove le mostrò una piccola stanzetta arredata senza grandi slanci, ma comunque accogliente e tranquilla.
“Ecco, questa sarà la vostra stanza...” disse “... e credo sia bene presentarci, no? Sono il dottor Chrienz...” dandole la mano e sorridendo. |
Elv sorrise, o almeno abbozzò un ghigno.
“E sia, hai ragione...” disse a Cassandra “... ma capirai che questo... questo nostro conversare non è proprio la cosa più naturale del mondo, no? Voglio dire... tu sei... beh, sei come la protagonista di un romanzo fantastico, dai tratti gotici, mutata in uno spettro da un incantesimo... ecco... questo volevo dire... lasciami almeno il tempo di rendermi conto che forse non sono del tutto ammattito...” |
La carrozza attraversava la cupa brughiera lungo una stradina irregolare e segnata dai solchi secolari dei carri agricoli.
“Siamo diretti al paese, il centro di questa contrada detta delle Cinque Vie...” disse Kimsy ad Eeila “... siete una visitatrice di riguardo e sono certo che il barone sarà lieto ed onorato di accogliervi nei suoi domini... i signori che viaggiano con me sono Don Lauro e messer Broghi.” Presentando gli altri due. Sulla brughiera soffiava un vago e lento vento che poteva forse ingannare, come la visione che aveva creduto di avere la bella sacerdotessa. Infatti nella brughiera ora non c'erano miti di eroi, ma qualcosa di oscuro e spaventoso. |
Presi un respiro profondo, cercando di calmarmi.
"Scusami. Ma sei il primo fin'ora che mi abbia trasmesso un po' la speranza di lasciare finalmente questo posto" mormorai, con tono incolore è distante. Ero stata precipitosa e irruenta, ma non potevo farci nulla. "Il più delle volte, arrivavano volgari sciacalli con l'unico intento di trafugare qualcosa da questo posto, non esattamente il massimo..." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Mi mostrò la stanza a me destinata ed io, mentre mi ci conduceva, mi esercitavo a memorizzare ogni cosa che mi si presentava allo sguardo. La stanza era carina, sicuramente migliore di una gabbia. "Grazie..." dissi appena la vidi. Poi si presentò. Mi tese di nuovo la mano, come se da me volesse qualcosa. La guardai un attimo stranita e poi dissi il mio nome "sono Astral." dissi guardando i suoi occhi. "Perché... Mi porgi la mano?" dissi curiosa. Non l'avevo visto fare mai a Babaluci e non avevo idea di cosa significasse.
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"E' un onore fare la vostra conoscenza" e mi trovai impacciata, a Serenica non vi erano ospiti o altro.
"Il barone...non conosco i titoli nobiliari..da noi vi siamo solo noi regnanti" sorridendo vagamente e guardando l' altro uomo.."Messer Broghi, voi di cosa vi occupate?" per spezzare quella inquietudine strana che, improvvisamente, si era impossessata di me..come se qualcosa di tremendo fosse successo. |
Elv annuì.
“Si, ma io qui sono il padrone, dunque è improbabile che porterò qualcosa come fossi uno sciacallo...” disse sorridendo a Cassandra “... però sono curioso... in che modi credi che io possa aiutarti? Non so nulla riguardo la magia ed incantesimi vari... anzi, manco pensavo esistesse fino a poco fa...” |
Li guardavo, o meglio... lo guardavo.
Quell'uomo era persino più bello di quel disegno nascosto in un libro. Eppure ora i miei occhi avevano mantenuto la stessa espressione fredda e austera che avevo sempre. Eppure le sensazioni che provavo erano diverse, intriganti e piacevoli. Ma ciò non toglieva il fatto che non mi aveva risposto. Schioccai le dita, e nel silenzio della sala, quel suono perentorio produsse ancora più silenzio. Allora guardai ancora una volta quello con gli occhi azzurri, con sguardo intenso, e perentorio. "Chi siete voi.." ripetei, con voce più minacciosa "E che cosa ci fate nel mio regno?". |
Chrienz sorrise ad Astral.
“Perchè le persone civili si salutano così...” disse “... dandosi la mano, per poi stringerla...” mostrandole come avveniva una stretta di mano “... è un modo cortese e distinto che usano fare gentiluomini e gentildonne... è un modo paritario di porsi con gli altri... indica rispetto... da dare e da ricevere.” |
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