Camelot, la patria della cavalleria

Camelot, la patria della cavalleria (http://www.camelot-irc.org/forum/index.php)
-   Terre lontane (http://www.camelot-irc.org/forum/forumdisplay.php?f=26)
-   -   Le Martiri di Cartignone (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1354)

cavaliere25 17-11-2010 10.53.39

Mi sono svegliato nel cuore della notte e ho notato che il mio compagno di stanza non c'era nel suo letto e allora mi sono preoccupato e lo sto cercando voi chi siete e come vi chiamate dissi girandomi verso la voce.

ladyGonzaga 17-11-2010 12.09.34

A questa sua risposta guardai il mendicante con rabbia e risposi" E questa sarebbe una risposta? Vi state prendendo gioco di noi?
Il Signore ha incrociato le nostre strade non credo per essere presi in giro da lei. Posso proseguire come dite voi lasciando i miei amici ancora qui con voi, cosi come posso tornare liberamente alla mia casa al di là del bosco, ma di certo non starò ancora qui a farvi prendere gioco di noi.
Accetto la vostra risposta e non starò qui con voi un minuto di più , scusatemi "


Mi voltai e parlando con dolcezza a Goldblum e ser Morven dissi" Non credo che il mendicante ci stia lasciando molta scelta.Lui non è qui per caso, credo che lui abbia uno scopo ben preciso e di certo non sarò io a farglielo portare a termine.
Continuai.." proseguirò il mio viaggio con le due uniche armi che conosco...la fede nel mio Signore e questo ricordo che il mio caro abate mi donò quando lo lasciai...saranno loro la mia spada e la mia forza."

Mi avvicinai al mio cavallo , salì in sella e voltamdomi ai mie amici, feci un cenno di saluto con il capo , mentre una lacrima nascosta velava i miei occhi..


" coraggio ..andiamo..." dissi al mio compagno di viaggio..." siamo solo io e te ora....


Mi allontanai da loro senza avere un idea precisa di dove potessi andare


http://digiphotostatic.libero.it/rag...114864_med.jpg

vortigern 17-11-2010 13.23.41

Al mattino presto,mi svegliai e mi accinsi a guardare fuori dalla finestra della mia stanza, Il tempo era gaio e sereno perciò gli uccelli, sotto i raggi del sole, per la stagione e per il verde novello cantano in alto i loro amori. I fiori già sbocciati con i loro splendidi colori vivaci ,ospitano le variopinte farfalle che lievemente si posano tra i loro petali per poi riprendere il volo ed impollinare inconsapevoli altri fiori, si alternava alla visita, delle api che suggevano il loro miele, che fantastica scena della vita. Mi bussarono alla porta, era il fedele amico poeta che mi esortava a mantenere fede alla promessa cioè quella di andare alla ricerca del suo padrone. Quindi prontamente dopo aver indossato la mia armatura e fissando la mia spada alla vita, sono uscito dalla stanza e con il fedele menestrello scendemmo le scale sino all’uscio della taverna scambiandoci i convenevoli. Giunti alle stalle chiesi allo stalliere di procuraci un altro cavallo. Il giovane poeta mi guardò perplesso dicendomi che non sapeva cavalcare e preferiva seguirmi a piedi, quindi dopo aver imbracato il mio cavallo c’incamminammo verso i sentieri che conducevano a Cartignone. Durante il percorso chiesi al giovane notizie su chi fosse il suo padrone così potevo avere degli indizi sulla sua rintracciabilità.

Morrigan 17-11-2010 16.11.06

Per tutto quel tempo era rimasto senza respirare.
Non riusciva a pensare a nulla.
Vide Gonzaga alzarsi, andare incontro al mendicante, esporgli la sua risposta, e al contempo esporsi al destino che lui le stava riservando.
Nel momento in cui la vide fronteggiare quell'uomo, udì il loro scambio di battute, la sicurezza nella voce di lei, l'oscurità nelle parole di lui, fu come se qualcosa l'avesse di colpo ridestato da un lungo sonno.
Guardò Samsagra e si avvide che era stata la sua spada a richiamarlo, lanciando attorno a sè un nuovo bagliore di smeraldo.
A quel segnale, Morven provò un profondo senso di scoramento.
Guardò Gonzaga, ed ebbe vergogna di se stesso, nel pensare che quella fanciulla stava assumento su di sè i rischi e le responsabilità di quella risposta così tanto importante per loro. La sua spada, la sua preziosissima, unica spada era il prezzo da pagare e da perdere, e lui era rimasto immobile senza riuscire a far nulla per difendere Samsagra, se stesso e i suoi compagni.
Guardò Gonzaga, sì, ancora una volta... ritta, fiera, senza alcun timore di affrontare quell'uomo... e guardò Samsagra, che sembrava pulsare e scalciare dentro la brilante prigione della sua lama.

"Samsagra..." mormorò di nuovo "parlami ancora... giurasti di venirmi in soccorso"

La dolce voce di Samsagra ricominciò a nuotare nella testa di Morven, cantilenando la stessa frase che aveva pronunciato poco prima...

"Mi invocherà e gli darò risposta..."

Morven si sentì quasi sopraffatto da quelle parole ossessive. Per un istante gli parve di poter perdere la testa. Le sentiva, ma non le comprendeva, e aveva quasi l'impressione che quella sirena si stessa prendendo gioco di lui e dei suoi limiti umani.

"Dannazione, Samsagra!" esclamò infine, incapace di trattenere oltre la sua ansia e la sua collera per quella situazione di stallo che non riusciva ad affrontare "Che significa?!?!"

A quell'esclamazione, Samsagra tacque di colpo, e il tempo attorno a Morven parve fermarsi, cristallizzarsi nella perfezione di un attimo di immobilità. Il silenzio attorno a lui gli riportò con calma le parole che aveva udito fino a quel momento, ma che non aveva ascoltato, così preso com'era dai suoi pensieri...

"... l'Onnipotente... il Signore infatti dice... Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo..."

"... proseguirò il mio viaggio con le due uniche armi che conosco...la fede nel mio Signore e questo ricordo che il mio caro abate mi donò..."

"... mi invocherà e gli darò risposta...
"

... ma sì, ma sì... ecco qual'è la risposta!
E non l'aveva vista subito, proprio perchè in quel momento era tutto ciò che gli era mancato.... ma gli sarebbe bastato possederne almeno un po' per riuscire a pregare, e allora, in quel momento, avrebbe avuto risposta.

Vide Gonzaga montare a cavallo, salutarli con un sorriso colmo di tristezza e dare di sprone al suo animale. Si lanciò in direzione della fanciulla, all'imboccatura di quel sentiero che il mendicante aveva indicato loro e cominciò a urlare con quanto fiato aveva in gola:

"Aspettate, milady! Aspettate! Riusciremo insieme o insieme falliremo!"

Quindi, con occhi carichi di decisione e di ansia insieme, volse lo sguardo verso il mendicante che gli stava proprio di fronte.

"E' la Fede... la risposta è la Fede! Ciò che ci fa forti e sicuri quando la possediamo, pazzi e disperati quando non l'abbiamo... può al contempo essere inizio o fine della nostra esistenza! Perfetta nella forma, e liscia e tonda, splende al contempo sulle dita di coloro che il cielo ha unito in sacro vincolo!"

Quindi, dopo aver pronunciato quelle parole con irruenza, tutte d'un fiato, tacque e rimase a fissare intensamente gli occhi brillanti di quell'uomo misterioso.

Talia 17-11-2010 16.56.27

“No!” gridai... ma prima che potessi fare anche solo un passo, la ragazza si era già trapassata il cuore con uno di quei coltelli ed era scivolata a terra. E tuttavia, mentre il sangue le sgorgava già dal petto, un istante prima che la vita la abbandonasse, mi sembrò di cogliere il suo sguardo su di me... era uno sguardo implorante, uno sguardo che mi parve chiedere perdono... e allora, lentamente, nonostante lo sgomento per quel gesto definitivo, le sue parole iniziarono a penetrare nella mia testa e a far breccia tra i miei pensieri...
Avete vinto...’ aveva detto ‘... ho fatto come volevate... siamo qui, senza più speranze di fuga...
Il sangue mi si gelò nelle vene! Era una trappola! Era stato tutto progettato... e io c’ero cascata completamente! L’avevano usata... e io non lo avevo compreso! Un’ira nera mi pervase.
E poi, proprio in quel momento, i miei occhi saettarono verso l’uscita e vidi che era rimasta incustodita... in fretta, allora, feci due passi in quella direzione, senza tuttavia voltar loro le spalle neanche per un istante. Vidi, così, che questo mio movimento aveva attratto l’attenzione di uno di quegli uomini, lo vidi girarsi verso di me e allungarsi, tentando di afferrarmi. Non ci pensai: mossi entrambe la braccia in un gesto ampio e rapido, l’arma che tenevo in mano brillò alla luce danzante dei ceri e, secca e precisa, sfregiò il petto di quell’uomo, schizzando di sangue i suoi compagni.
E io, approfittando della sorpresa e del disordine creatosi, uscii da quella stanza e iniziai a correre il più velocemente possibile.

Guisgard 17-11-2010 19.02.19

Goldblum si lanciò dietro al cavallo di Gonzaga, afferrandolo per le redini.
"Aspettate, milady!" Disse. "Sir Morven ha gridato ciò che penso anche io... noi siamo partiti insieme ed insieme termineremo questa impresa. L'errore di uno è l'errore di tutti... come la vittoria di uno è la vittoria di tutti. Se la risposta di Morven è quella giusta, allora anche voi ne trarrete beneficio... tornate con noi ad attendere il responso di quel mendicante e dividerete la nostra stessa sorte, milady..."

ladyGonzaga 17-11-2010 19.18.26

http://farm2.static.flickr.com/1345/...f8c5fb.jpg?v=0


Tirai le briglie al mio cavallo tanto da farlo scalciare nervosamente , scesi e mi avvicinai a pochi passi dal mendicante .
Il fatto che tenesse il viso basso e nascosto nel suo mantello , mi rendeva nervosa.Ero sempre stata abituata a guardare in viso le persone a cui rivolgevo la parola.
Ecco perchè non ero fiduciosa in quest'uomo, era come se avesse qualcosa da nascondere..

e poi...quel medaglione...ero sicura di averlo già visto..ma dove?
qualcosa di lui mi era familiare...ma questo pensiero non mi rendeva serena..anzi..mi metteva ansia..avevo la sensazione che fosse qualcosa di malefico.

" Avete ragione amici miei" risposi a Ser Morven, poi voltandomi al mendicante dissi" siamo qui per voi , in attesa della vostra risposta, coraggio..."

Guisgard 17-11-2010 19.20.36

Nello stesso istante, Vortigen e Iodix erano appena partiti dalla locanda per cercare il padrone del menestrello.
Questi, grazie ad un gioco che molti noi oggi definiremmo senza dubbio illecito, era riuscito a vincere un modesto ronzino ad uno sciocco bifolco del posto e grazie a questa poco onorevole, ma opportuna, cavalcatura aveva affincato il buon Vortigen nel viaggio.
"Qualcuno disse, convinto d'ingannare,
perchè giullare io non sapessi cavalcare.
Ma in realtà sappiam tutti in Cornovaglia
salire a cavallo e guidare una squadriglia!"
Recitò il giullare che poi aggiunse:
"Il mio padrone svanì un'aspra sera nel nulla,
accompagnando verso il bosco una fanciulla.
Da quella sera non ebbi, ahimè, più sue notizie
e attesi con speranza buone nuove assai propizie.
E' Guisgard il nome del mio nobile e valente padrone
e posso io dire sicuro che della cavalleria è campione!"

Guisgard 17-11-2010 19.37.16

Goldblum tornò da Morven e dal mendicante accompagnato da Gonzaga.
I tre erano uniti e determinati a superare quell'impresa.
Ad un tratto si udirono le mani del mendicante applaudire con sarcasmo.
"Eh, l'unione fa la forza..." disse sorridendo "... ma talvolta non serve... le risposte che avete dato sono entrambe errate... e quando conoscerete quella giusta comprenderete come spesso la semplicità sia il rimedio a molti mali..."
"Taglia corto" ringhiò Goldblum "e dacci il tuo responso!"
"Se la tua arguzia" replicò il mendicante "fosse pari alla tua insolenza, invece che alla tua altezza, allora saresti riuscito di certo a risolvere l'enigma, nano."
Fissò poi i tre davanti a lui e continuò:
"La risposta al questito è semplice quanto chiara... l'inizio di ogni cosa... e la fine di tutto... è la lettera O... essa infatti appare di forma perfetta ed invidiabile precisione, liscia e tonda, senza incertezze nella forma."
Rise di gusto e richiuse la sua borsa.
"Ora pagate il pegno stabilito, amici miei..." aggiunse "... la spada del cavaliere" indicando Morven "o il crocifisso che porta al collo la dama..." guardando Gonzaga "... mi spetta uno di quegli oggetti... mantenete quanto promesso ed io vi indicherò la via che state cercando. E badate che sono stato generoso, dandovi la possibilità di scegliere quale oggetto perdere... se la spada o il crocifisso."

Guisgard 17-11-2010 19.47.51

Nel frattempo, nei meandri sotterranei del bosco, Talia sembrava essere caduta in un terribile incubo.
Prima quella macabra stanza, poi l'arrivo degli uomini tatuati ed infine l'assurdo suicidio della ragazza.
Ma in un attimo di confusione, l'eroina di Cartignone era riuscita ad approffittarne ed a scappar via.
Correva nel semibuio e lungo corridoio col cuore che le batteva senza sosta per la paura.
Su tutto sembrava essere sceso un gran silenzio ed un senso di claustrofobia pareva attanagliarle l'anima.
Correva disperatamente fino a quando qualcosa apparve in fondo al corridoio.
Era una figura, superba e fiera, che la fissava immobile.
E quando Talia si avvicinò, riuscì a riconoscere quella sagoma.
Era Bumin.
http://www.arwen-undomiel.com/images...mir_cool_2.jpg

ladyGonzaga 17-11-2010 19.48.43

http://imgcash6.imageshack.us/img13/60/blueeyescq5.gif

" ridete di noi? " dissi con rabbia
" cosa vi fa ridere di più? aver vinto la scommessa o esservi preso gioco di noi?
Spiegatemi la risposta al vostro enigma, vorrei sapere come essa è l'inizio o la fine di tutto."
Portai la mia mano sul mio collo per coprire ciò che avevo di più sacro e dissi

" perchè volete questa medaglia? Essa non ha nessun valore in denaro , ma ha un immenso valore affettivo per me, dunque o voi conoscete la sua provenienza , o volete solo ferirmi...a che scopo?

Mi voltai verso i miei compagni cercando un
loro un aiuto...

" Mai!!! dissi alzando il tono della mia voce" non mi separerò mai dalla mia medaglia, a costo della mia stessa vita, se lo volete lo dovete portare via voi..ma solo quando il mio corpo avrà perso il suo calore e il mio cuore avrà cessato di battere"

Presa dalla rabbia indietregiai di qualche passo...

Guisgard 17-11-2010 20.00.25

Il mendicante fissò divertito Gonzaga.
"La lettera O, milady..." cominciò a dire "... ogni cosa, la parola ogni comincia con quella lettera... e la fine di tutto... tutto, finisce anc'essa con quella medesima lettera... la lettera O..."
Guardò i tre che gli erano davanti ed aggiunse:
"Discutete e decidete tra voi ora... a me spetta uno di quei due oggetti... la spada o il crocifisso..."

Guisgard 17-11-2010 20.05.00

Intanto, nel palazzo della dama del bosco, Cavaliere25 aveva trovato quella misteriosa donna nella stanza del corridoio.
"Chi stai cercando non è più qui..." disse la donna "... non vi è nessuno qui... siamo solo io e te..."
E mentre parlava, quella donna teneva le mani davanti al viso, come a volerlo celare alla vista di Cavaliere25.
Ad un tratto, la porta alle spalle del giovane arciere si chiuse da sola rumorosamente, impedendogli di uscire.

ladyGonzaga 17-11-2010 20.09.47

" ve lo potete scordare il mio crocifisso" dissi con rabbia.
" Voi vi state divertendo con noi, ma io no. La soluzione al vostro enigma non ha senso e lo sapete bene,non tuttte le parole iniziano e terminano con la lettera O.
Quindi mi spiace per voi ma dovete dare una spiegazione più vera e reale"


Dopo aver espresso il tutto con rabbia mi voltai verso coloro stavano là ad ascoltare, legai il cavallo al tronco di un albero la vicino mi sedetti su una pietra e terminai il discorso..

" Non avrete mai ciò che mi chiedete, mi spiace per voi "...voi pensate di essere cosi furbo tanto da prendervi gioco di noi, ma vi sbagliate"

cavaliere25 17-11-2010 20.32.21

Come sarebbe a dire che il mio compagno di stanza non è piu qui?domandai spiegatevi meglio e fatevi vedere in volto dissi provai ad aprire la porta ma nulla da fare sembrava bloccata che sta succedendo in questo castello datemi una spiegazione e anche subito dissi innervosito

Morrigan 17-11-2010 20.33.54

Morven fu molto colpito e addolorato nell'udire il tono veemente di Gonzaga.
Lo sollevava il fatto che lui e Goldblum fossero riusciti a riportare indietro la dama... dal momento che la risposta sembrava essere errata per il mendicante, il giovane cavaliere non osava pensare a quali pericoli lei sarebbe stata esposta se si fosse avventurata da sola per quel sentiero boschivo. Ma il sollievo continuava a dividersi le stanze della sua mente con la rabbia, per non essere riuscito ad indovinare, per non essere riuscito a comprendere i segni, e con il dolore che trapelava, appunto, dalle ultime parole e dai gesti della fanciulla.
Egli non conosceva Gonzaga che da poco tempo, ma vedendola difendere così ferocemente il suo medaglione, comprese quale alto valore avesse per lei, e come la ragazza avrebbe preferito morire piuttosto che separarsi da quell'oggetto.
Non restava, dunque, nient'altro da fare. Era un cavaliere, e non sarebbe mai venuto meno alla sua promessa. Era un cavaliere, e lui avrebbe dovuto pagare il fio della loro sconfitta, non lasciare che altri lo facesse per lui.
L'unica speranza che ancora albergava nel cuore di Morven erano le parole di Louis...

"... vi starete chiedendo del perchè non siate riuscito a sollevare quella spada, immagino... non è un sortilegio, ma la cosa più naturale del mondo, credo... un cane o anche un falco che perdono il proprio padrone spesso si lasciano morire anch'essi... e una spada, in fondo, non è meno fedele di un animale..."

"... Samsagra vi ha scelto... questa spada vi ha scelto, lasciandosi sollevare da voi...
"

E a quel punto Morven cominciò a pregare...

Dio, fa che sia vero... che siano vere le parole di quell'uomo onesto! Che nessuno sollevi questa spada dal punto in cui io la poggerò!

Così, con un movimento lentissimo, quasi stesse sollevando un immenso macigno, Morven sollevò la mano, sfilò Samsagra dalla cinta, e con la stessa dolorosa e stentata lentezza, la depose ai suoi piedi, tra sè e il mendicante, sull'erba alta e umida di rugiada, che faceva risplendere ancor di più l'elsa della spada.

"... E' solo un sogno... solo fantasia... solo immaginazione... se resti, ti accorgerai col tempo che potrai trovare consolazione in tante altre cose, invece di gettare i tuoi anni migliori alla ricerca di una visione... una visione che non sai nemmeno se ti viene dal Cielo o dall'Inferno..."

Quella voce accorata gli tormentò il cuore nell'istante in cui la sua mano si staccò dal Samsagra. Provò un profondo ed improvviso languore, come se, togliendo quell'arma, si fosse spogliato di colpo di tutto ciò che aveva addosso... la sua armatura, i suoi vestiti, le sue speranze, il suo passato...

... adesso vedremo, Zulora... adesso vedremo se il tuo cuore aveva ragione!
Se perderò davvero questa spada, allora il mio destino è una beffa, e quel sogno veniva davvero dal soffio del Maligno...

Talia 18-11-2010 00.44.30

Avevo corso senza voltarmi indietro il più velocemente possibile, tanto che ad un tratto iniziai ad avere il fiato corto... non mi fermai, tuttavia, e non mi voltai per il timore che mi stessero inseguendo.
Ad un tratto notai una figura in fondo al corridoio che mi fissava, immobile e altero se ne stava quel cavaliere e senza mostrare emozioni.
“Sir Bumin!” esclamai, quando fui più vicina e potei riconoscerlo alla luce debole delle torce “Sir Bumin... quegli uomini, mi stanno inseguendo! E la ragazza... la ragazza è morta!”
Parlai in fretta, d’impeto... ma qualcosa in quella scena, per qualche ragione, stonava ai miei occhi... colsi uno sguardo di Bumin vagare dal mio volto alle mie mani e alla lama che ancora stringevo e che ancora era sporca di sangue...
“Era una trappola!” continuai “Era tutta una trappola...”
E, senza che quasi me ne rendessi conto, quelle parole suonarono come un campanello d’allarme nella mia testa... e, istintivamente, arretrai appena contro la parete.

vortigern 18-11-2010 13.59.19

Sorrisi nel vedere il mio giovane amico a cavalcioni di quel buffo destriero e gli chiesi se il suo padrone provenisse dal territorio della “Dama del Lago” ove io conoscevo una storia di un cavaliere che era stato allevato appunto dalla Dama del Lago credo si chiamasse “Nimue”, la quale con lo strazio nel cuore, accondiscese alla sua voglia di partire per nuove avventure mosso da spirito da cavaliere. Infatti Ella, sin da fanciullo gli insegnò anche l’utilità delle armi (dallo scudo al giaco, dall’elmo alla lancia e alla spada) ed infine il cavallo , a cui si deve rispetto , fedele animale di prossime avventure.
Prima di partire Ella gli donò un anello magico e gli diede la sua prima occasione di avventura cioè di sfidare in battaglia il rude Iweret di Dodona per liberare Mabuz promettendogli che al suo ritorno da eroe, avrebbe conosciuto i nomi dei suoi genitori.

Aggiunsi che se il suo padrone fosse stato conterraneo di questo prode cavaliere , avrei avuto una vaga idea chi fosse, nipote forse del Duca di Cornovaglia e che fu espulso dagli ordini dei Cavalieri della Luna nascente per la sua insofferenza alla disciplina ed alla sua fama ed al suo successo di corteggiatore.

























fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Dama_del_Lago

elisabeth 18-11-2010 20.02.40

Quanto avevo dormito, avevo le membra intorpidite......feci fatica ad aprire gli occhi e a tirarmi su...era tutto cosi' piccolo, ricordavo poco degli ultimi avvenimenti........ricordavo una luce verde.....calda, erano gli occhi della nana che mi aveva rivolto qualche domanda...a cui non ero riuscita di dare alcuna risposta e poi l'arresto di.....di chi........sentivo delle voci provenire dal piano inferiore.....e presa la spada e il mantello scesi le scale.......C'era fermento accanto al camino .......nane che andavano e venivano con vassoi ricchi di ogni leccornia.....odore di pane fresco e birra appena preparata,l'odore rancido del luppolo mi arrivava al naso facndomelo storcere.....Non vidi stupore nel loro volto quando mi sentirono arrivare......il sorriso rimase impresso nel loro volto..........c'era una donna era la piu' anziana e fu a lei che mi rivolsi......." Buongiorno, ho una fame da lupo...come se non mangiassi da giorni.....potreste dirmi da quanti giorni sto dormendo ?....."

Guisgard 19-11-2010 01.54.43

Il bosco era silenzioso, quasi a comprendere la sollennità e la drammaticità del momento.
Morven posò a terra Samsagra e la lasciò davanti al mendicante.
Questi si avvicinò e con bramosia cominciò ad accarezzare la lama dell magnifica spada.
"Oh, si..." mormorò "... è proprio una magnifica spada..."
Impugnò poi l'elsa e nei suoi occhi cominciò a specchiarsi l'acciaio dai riflessi di giada di Samsagra.
Il mendicante tentò allora di sollevare la spada, ma con sua grande meraviglia quell'arma non si spostava minimamente da terra.
Ritentò un'altra volta e poi un'altra ancora, senza però che Samsagra si spostasse di un niente.
"Cos'è, magia?" Chiese a Morven il mendicante. "Ah, si... comprendo..." disse "... si tratta di una spada magica... ho sentito molte storie su spade magiche e sui poteri che le caratterizzavano... ma questo non cambierà niente... il possesso si soddisfa in diversi modi, caro il mio cavaliere..."
Rise forte ed aggiunse:
"Per possedere una cosa l'utilizzo non sempre è fondamentale... chi possiede un fiore, ad esempio, lo lascia nel terreno, tra i cespugli o le pietre. Non lo coglie, eppure quel fiore gli appartiene. E così sarà con questa spada. Sarà mia anche se non potrò utilizzarla... la lascerò qui e tutti potranno solo guardarla... compreso voi, cavaliere!" Fissando Morven.
"Un momento!" Lo interruppe una voce. "Le regole della cortesia impongono un'altra soluzione!"
A parlare era un cavaliere appena giunto.
Guidava un fiero destriero e una bella corazza gli copriva tutto il corpo.
Sulla tunica recava un fiore stilizzato.
Era un giglio.
"Chi siete voi?" Chiese il mendicante.
"Sono il Cavaliere Gigliato" rispose il nuovo arrivato "e regolerò la vostra questione."
"Con che titolo, milord?" Domandò il mendicante.
"Col potere che mi danno le armi!" Rispose il Cavaliere Gigliato. "Sono il più forte cavaliere di questi luoghi e farò valere il diritto che mi da il mio valore."
Guardò un attimo i presenti ed aggiunse:
"Riscatterò io la spada di quel cavaliere e tu, mendicante, avrai ciò che ti spetta."
Lanciò allora un sacchetto di monete d'oro al mendicante.
"Questo denaro ti ripagherà della perdita della tua spada." Disse. "E poi, un cavaliere che non riesce a sollevare la sua arma non è degno di tal titolo."
Poi, rivolgenddosi a Morven:
"Cavaliere, ho udito dell'attacamento che avete per la vostra spada e ve la lascerò... ad una condizione però... vale a dire che mi raggiungerete nella mia dimora, alla fine della vostra impresa, per battervi con me. Al vincitore andrà la spada. Cosa rispondete?"

Guisgard 19-11-2010 02.04.47

Nello stesso momento, al palazzo della dama del bosco, Cavaliere25 sembrava essere intrappolato in quella stanza.
Ed alle sue parole la donna mostrò il suo volto.
Era la padrona del palazzo.
"Mi sembrate determinato, mio giovane amico..." disse "... ma farete la fine dei vostri amici soldati... non sono partiti, anzi non si sono mai mossi da qui..."
Si abbandonò ad un innaturale grido, che assunse subito il suono di una delirante risata.
In quel momento il suo voltò cambiò, mutanto la sua bellezza in un qualcosa di mostruoso.
Ed ora quell'essere diabolico, mostratosi finalmente nella sua vera essenza, fissava minaccioso il giovane arciere.
http://www.smart.co.uk/dreams/grimapr2.jpg

Guisgard 19-11-2010 02.13.02

Intanto, sulla via che da Cartignone conduceva al bosco, Vortigen e Iodix parlavano di Guisgard.
"Vedo che conoscete bene i fatti, mi signore!
Il mio padrone fu espulso con suo gran disonore!
I motivi non son chiari neanche a me ed a suo zio,
forse per una donna, o una rissa o qualche altro vizio!"
Recitò il giullare.
"Ma ditemi, come fate a conoscere tali fatti veri?
Forse apparteneste anche a voi a quei cavalieri?"
Domandò poi.

Guisgard 19-11-2010 02.18.23

Nel frattempo, nel villaggio dei nani, Elisabeth si era finalmente destata.
"Avete dormito per un bel pò, mia signora." Rispose la nana. "Ora sedetevi che vi servirò una buona colazione che saprà rimettervi in forze!"
In quel momento entrò in casa il capo del villaggio.
"Vedo che vi siete svegliata, mia signora." Esordì sorridendo. "Sono lieto che abbiate trovato tanto comodo il giaciglio che vi abbiamo offerto. Qui sarete al sicuro dagli orrori che dominano nel bosco, credetemi."

Guisgard 19-11-2010 02.29.32

Nello stesso istante, nel ventre oscuro del bosco, Talia cercava di uscire da quell'incubo.
E mentre correva attraverso quel corridoio, una figura le apparve davanti.
Era Bumin.
Il cavaliere fissò la ragazza fino a quando questa lo raggiunse.
"State tranquilla, milady..." disse con il suo solito tono di voce che sembrava non tradire mai emozioni "... ora penserò a tutto io..."
Si avvicinò e con gesto rapidissimo tolse dalle mani della ragazza quella lama ancora insanguinata.
"Tanto questa non vi sarebbe stata di nessun aiuto..."
E spaccò quella lama lanciandola con forza verso la parete.
Un attimo dopo i due furono circondati dagli uomini tatuati.
Uno di loro ruppe un'ampolla davanti al volto di Talia e l'essenza che si liberò fecero perdere i sensi alla ragazza.
Quando Talia riprese conoscenza si ritrovò in un'umida cella, con i polsi legati alla parete di pietra.

ladyGonzaga 19-11-2010 10.19.51

" Dio sia lodato " dissi tra me " lo sapevo che il Signore non mi avrebbe abbandonato e non avrebbe mai permesso a nessun altra mano di sfiorare il mio medaglione".


http://www.spaghettifile.com/data/20...img_628217.bmp

La venuta di questo cavaliere aveva in qualche modo allegerito la tensione che si era venuta a creare in quel piccolo angolo di bosco.
Chi era costui , da dove arrivava, perchè era sul nostro cammino?
I suoi portamenti erano nobili , lo si capiva dal suo portamento e il suo modo di esporre il suo pensiero, mi ricordava quello di tanti cavalieri che sostavano all'abazia per lo studio delle antiche lingue.

Tante domande sfioravano la mia mente...domande a cui avrei voluto dare una risposta .

Una cosa era certa , anche costui mirava alla spada di Ser Morven...


Mi avvicinai a lui con la pretesa di rivolgergli qualche domanda , ma subito il mio passo si arrestò...non sarebbe stato prudente , infondo era sempre pur uno sconosciuto.

cavaliere25 19-11-2010 10.50.02

Che fine hanno fatto i miei amici voglio saperlo perchè state facendo tutto questo cosa vi abbiamo fatto di male nei vostri confronti dissi guardando quella strana creatura vi prego lasciatemi andare non vi ho fatto nessun male a voi continuai a dire fissandola negli occhi vi scongiuro risparmiatemi sono ancora giovane e pieno di vita devo ancora imparare tanto da questa vita e se me la toglierete non potro piu vedere l'alba al di fuori di qui

vortigern 19-11-2010 13.23.24

Certo mio nobile amico, come vedi porto il segno sulla mia corazza dell’Ordine della Croce il quale abbraccia tutti gli ordini cavallereschi. Dunque, avendomi dato conferma ed identificato il tuo padrone, posso affermare due ipotesi per la sua scomparsa, dissi volgendo gli occhi al fido giullare. La prima ipotesi, considerando il carattere impetuoso e focoso del nostro nobile messere, è che ammaliato dagli occhi della bella fanciulla l’ha seguita nel bosco per poi averne sue grazie. La seconda ipotesi è che il re per punire lo zio del giovane cavaliere, per la sua ribellione, usi il nostro amico come arma di ricatto tendendogli una imboscata nel bosco, quindi proseguiamo lungo questo sentiero tortuoso che conduce sulla collina per eventuali tracce. Su’.. coraggio!! Amico mio, dissi rivolgendomi al poeta, spronando il mio destriero.

Talia 20-11-2010 15.42.22

Il sole splendeva alto quel giorno e l’aria nel bosco era tiepida e profumata. Mi muovevo lentamente intorno all’arbusto, coglievo i piccoli e candidi fiori e li depositavo con cura nel paniere che portavo appeso al braccio.
“Credo che possano bastare ormai...” disse ad un tratto la melodica voce di mia madre.
Mi voltai e la vidi venire verso di me, con il suo consueto sorriso sulle labbra e un paniere simile al mio pieno di mille erbe diverse.
“Per che cosa ti occorrono?” chiesi, sbirciando la sua cesta, poi la mia.
“Oh, per molte cose...” rispose, prendendo a camminare e facendomi segno di seguirla “I fiori che hai colto tu, ad esempio, sono per la figlia della signora Prym.”
“Ah! Ho sentito dire che è molto malata...” mormorai.
“Lo è stata!” confermò la donna, senza perdere il suo sorriso “Adesso non lo è più, ma è comunque debole. Il biancospino la aiuterà a rimettersi in forze!”
Non risposi... mille pensieri mi vorticavano in testa e nessuno di essi mi rallegrava.
Mia madre non ci badò: era sempre stata tanto sensibile e rispettosa verso la natura quanto distratta riguardo ai sentimenti umani. Non che non fosse gentile e buona... semplicemente vedeva le cose da un punto di vista diverso.
“Mi piacerebbe imperare a fare quello che fai tu!” le dissi ad un tratto.
“Non è il tuo destino!” rispose.
Mi irrigidii a quelle parole... sempre la solita risposta!
“Perché?” sbottai “Perché no? Potrei imparare. So che potrei! Ma tu ritieni che non sia all’altezza, forse! Ritieni che sarebbe una perdita di tempo! Perché continui a farmi venire qui da te ogni mese, allora?”
Finalmente la donna dovette cogliere qualcosa di insolito vibrare nella mia voce perché si soffermò e si voltò a guardarmi, con aria visibilmente stupita.
“E’ questo che pensi?” domandò dopo un istante.
“Si!”
Lei mi scrutò ancora per un istante con una nuova, strana espressione negli splendidi occhi luminosi... infine scosse la testa, posò a terra il suo paniere e mi invitò a fare altrettanto, dopo di che si sedette su di un grosso sasso e sospirò.
“Talia... Talia...” iniziò a dire e la sua voce suonò stanca, come provata “Sono stata, dunque, tanto manchevole verso di te?” fece una breve pausa ma ero certa che non attendesse una risposta, piuttosto che cercasse le parole per proseguire, infatti dopo un istante riprese “Vedi, io ho provato a vivere in mezzo agli uomini ma non ci sono riuscita. Per quanto amassi tuo padre, per quanto ami te, io non sono fatta per vivere nel mondo. Lo sfioro, talvolta... lo aiuto, quando posso... ma non sono capace di viverci. La mia vita è qui: è in rapporto con la natura che la mia esistenza prende forma, è nel servirla che acquisto un senso. Tu no! Tu sei diversa, lo sei sempre stata! Mi sono accorta subito che tu avevi la mia stessa sensibilità, ma in una forma diversa perché in te ciò si lega alla caparbietà e all’amore per il genere umano che hai ereditato da tuo padre.”
“Ma questo significa che non sono niente!” dissi “Non sono come te, ma non sarò mai neanche come papà!”
“Non è vero!” mi corresse “Questo significa che sei entrambe le cose, o che potresti essere entrambe le cose se solo avrai il coraggio di perseguire quella strada!”
“Il coraggio?” chiesi “Perché parli di coraggio?”
“Perché tra tutte le creature esistenti, gli uomini sono i più pericolosi! Perseguire la verità e il desiderio di aiutarli richiede molto coraggio: il coraggio di misurarsi con le proprie paure e con le proprie debolezze, non meno che con le loro, il coraggio di affidarti a loro, il coraggio e la volontà di ascoltarli e comprenderli, il coraggio di credere, il coraggio -infine- di ammettere la possibilità di aver sbagliato!”
“E dunque è questo che devo fare?” domandai “E’ questo il mio destino?”
Lei sorrise: “Tu non ‘devi’ fare niente. Vedi, il destino non è una linea tracciata e incancellabile. Tu sei libera di scegliere ciò che vuoi essere e ciò che vuoi diventare... ma è innegabile che la tua indole ti porterà in una direzione, è innegabile che le scelte che farai avranno delle conseguenze, è innegabile che non poterai mai negare ciò che sei...”

tlick tlick tlick...
Un lento, lontano gocciolio iniziò lentamente a sopraffare la voce di mia madre, sempre più lontana nella mia memoria.
Aprii appena gli occhi, la testa ancora mi girava e faticavo a rammentare cos’era avvenuto: la ragazza morta, la mia fuga, sir Bumin... il suo gesto! Probabilmente non faticavo a rammentare, ma faticavo ad ammetterlo: non mi era mai piaciuto Bumin, eppure avevo voluto chiudere gli occhi e credergli...
Il coraggio di ammettere la possibilità di aver sbagliato’ aveva detto mia madre... adesso sapevo cosa aveva voluto dire!
Stizzosamente tentai di alzarmi, e solo allora mi resi conti di avere i polsi stretti in pesanti catene fissate al muro.
“Dannazione!” mormorai, ruotando infine gli occhi intorno per scrutare ogni angolo di quell'umida cella.

Guisgard 22-11-2010 00.22.54

Nel palazzo della dama del bosco, Cavaliere25, bloccato in quella stanza, aveva visto il vero aspetto di quella donna.
Un volto consumato da rughe e piaghe, talmento secco da non sanguinare neanche più.
I denti erano marci ed un liquido putrido colava dalle sue labbra, mentre un fetito insopportabile proveniva dal suo fiato.
Gli occhi apparivano nerissimi, con intensi bagliori di un rosso profondo che sembrava quasi vibrare ad ogni sua parola.
La sensuale voce che aveva sempre caratterizzato quella donna era diventata ora stridula e sgradevole, echeggiando come un sinistro sibilo in quella stanza.
"Vuoi vivere?" Chiese la donna, alzatandosi dal suo seggio ed avvicinandosi al giovane arciere. "Stolto, il tuo viaggio finisce qui... mi prenderò la tua vita e renderò dannata per sempre la tua anima..."
E la sua terribile risata si diffuse nella stanza, come un presagio di morte imminente.
Ma ad un tratto si udirono dei pesanti colpi contro la porta della stanza.
Colpi tanto forti da sfondarla quasi subito.
E sulla soglia della porta apparve una fiera figura di cavaliere.
http://images.movieplayer.it/2003/01...389_medium.jpg

Guisgard 22-11-2010 00.41.20

La cella era semibuia ed umida.
Le pareti ruvide e bagnate.
E quelle catene che stingevano i polsi di Talia sembravano tanto pesanti e spesse che nemmeno una folgore avrebbe potuto fonderle.
Ad un tratto si udirono dei passi.
Passi mischiati a cigolii di catene che strisciavano pesantemente a terra.
E tutto ciò era accompagnato da alcuni lamenti e pianti.
E sembravano provenire da diverse ragazze.
Forse quattro, forse cinque.
Ma poi, come d'incanto non si udì più nulla e di nuovo quel gocciolio tornò ad echeggiare nella cella ed a scandire un tempo che sembrava incantato ed etereo.
Ed alcuni attimi dopo altri passi furono uditi da Talia.
Stavolta era marcati e decisi.
Un momento dopo alcuni uomini tatuati entrarono nella cella.
Fra loro vi era un uomo che stava qualche passo più indietro, nel buio di quel luogo, che mostrava solo il suo sguardo.
Uno sguardo diabolico e carico d'odio.
Uno sguardo che sembrava non voler smettere di fissare Talia.
http://playstationlifestyle.net/wp-c...Kratos-III.jpg

cavaliere25 22-11-2010 11.11.53

Dissi si voglio viviere brutto mostro che non sei altro non ti prenderai la mia anima mentre dicevo questo la porta che era bloccata era stata abbattutta e davanti a questa c'era un cavaliere inizia a chiamarlo aiutatemi signore questa creatura vuole uccidermi ve ne prego salvatemi e ve ne sarò grato per tutta la vita dissi con un tono impaurito e aspettai una sua risposta.

Talia 22-11-2010 16.34.56

Rimasi immobile, inchiodata a terra da quelle pesanti catene che mi stringevano i polsi.
Avevo udito passi, cigolii, pianti... poi era calato di nuovo il silenzio più assoluto, come se intorno a me non fosse rimasto altro se non quel ritmico e lontano gocciolio che iniziava a darmi sui nervi, finché improvvisamente altri passi avevo udito... sempre più vicini... sempre più intensi...
Un manipolo di quegli uomini aveva, quindi, aperto le porta della mia cella ed era entrato... alzai la testa e raddrizzai la schiena quel tanto che le catene me lo consentivano. Un tumulto di sensazioni e di domande si agitava in me: paura certamente, ma anche confusione, incertezza e rabbia... e tuttavia non ero disposta a cedere loro niente, neanche il più piccolo e insignificante vantaggio. Sollevai dunque la testa e li fissai in silenzio, ostentando uno sguardo sdegnoso...
E, fissandoli, una figura in particolare mi colpì: era rimasto un poco indietro rispetto agli altri, in una zona d’ombra, dalla quale non affiorava altro della sua figura se non uno sguardo intenso e pieno d’odio piantato su di me, uno sguardo fiammeggiante e malvagio, uno sguardo che avevo la strana sensazione di conoscere già.

Guisgard 22-11-2010 19.28.27

Nello stesso momento, Vortigen e Iodix si apprestavano ad attraversare il bosco in cerca di Guisgard.
"Sembrate conoscere bene i fatti di cui parlate,
ma spero davvero, mio signore, che vi sbagliate!
Spero che il mio nobile padrone non sia stato rapito,
e che davvero in qualche brutto guaio non sia finito!"
Recitò il giullare.
Ma, ad un tratto, i due si ritrovarono davanti ad un vecchio cimitero celtico.
E nel bel mezzo di quel luogo, un vecchio stava scavando una fossa.

Guisgard 22-11-2010 20.09.40

La cella era semibuia e solo a stento illuminata da alcuni ceri che due di quegli uomini avevano in mano.
Colui che stava dietro a tutti loro e che pareva palesemente esserne il capo, restava in silenzio a fissare Talia con uno sguardo che sembrava non tradire altro che un primordiale odio.
Poi, all'improvviso, cominciò a parlare:
"Bene... il Cielo sembra averci ancora una volta inviato un segno... di nuovo nelle nostre mani è giunta una ragazza della nobile corte di Cartignone... e noi, per lei, faremo una degna eccezione... il prossimo rito di purificazione sarà tutto per te, mio bel fiore di Cartignone... le altre aspetteranno..."
La voce era palesemente forzata e camuffata, probabilmente per celarne il tono ed il timbro, tanto da risultare irriconoscibile per Talia.
"E quando la corte di Cartignone capirà che dopo la figlia del suo nobile signore" continuò "anche la sua pupilla è stata sacrificata da noi, allora tutti cominceranno a comprendere la vera potenza degli Atari!"
Il suo sguardo si fece ancor più cupo.
"I tuoi lunghi capelli chiari..." aggiunse "... saranno l'unica cosa che riavranno a corte... e siccome la Legge di Dio è Misericordiosa, cosa che la falsa Chiesa di Roma sembra aver volutamente taciuto ai suoi adepti, io sarò altrettanto misericordioso con te... alla fine del terzo giorno, quando cioè gli stenti per le torture di spegneranno tra atroci sofferenze, io ti rivelerò tutto ciò che ha patito la figlia del signore di Cartignone... e così comprenderai che lo stesso destino vi accomunerà... non trovi che io sia pietoso come Nostro Signore?"
E la sua diabolica risata echeggiò in quel luogo di dolore, di follia e di morte.

Guisgard 22-11-2010 20.31.15

Intanto, nel bosco, Morven, Gonzaga e Goldblum avevano incontrato il misterioso Cavaliere Gigliato.
Il mendicante, vedendo l'oro che il nuovo arrivato gli aveva lanciato in cambio del suo diritto su Samsagra, lo prese con avidità e cominciò a prostrarsi davanti al nuovo arrivato.
"Allora io mi congederei da voi..." mormorò.
"Fermati!" Ordinò il misterioso cavaliere. "Ho pagato per te e tu ora rivelerai a costoro l'informazione che ti è stata richiesta!"
"Certo, mio signore..." disse il mendicante "... allora, continuate a seguire il sentiero" indicò ai tre "e vi ritroverete in una vecchia chiesa sconsacrata... al suo interno troverete un passaggio che vi condurrà da ciò che state cercando... e che il Cielo vi assista!"
E inchinandosi al Cavaliere Gigliato svanì tra i cespugli.
"Bene..." concluse il Cavaliere Gigliato fissando Morven "... credo che la mia sia una degna offerta e non mi tratterrò oltre... come pattuito, alla fine di questa impresa, se sopravviverete, io vi attenderò nel mio castello, dove ci contenderemo la spada in singolar tenzone."
E senza aggiungere altro, lo sconosciuto cavaliere, sparì nella folta vegetezione del bosco.
"A questo punto" intervenne Goldblum "non perdiamo altro tempo! Seguiamo le indicazione del mendicante ed andiamo incontro al nostro destino!"

Guisgard 22-11-2010 20.40.50

Nel frattempo, nel castello della dama del bosco, qualcuno aveva fatto irruzione nella stanza dove era rinchiuso Cavaliere25.
"Lascia questo ragazzo, strega" tuonò Belven "e preparati ad affrontare un vero cavaliere!"
La strega fissò Belven con odio e si lanciò sul cavaliere sfoderando affilatissimi artigli.
Belven schivò il suo assalto e, aggirandola, le mozzò la testa con un colpo della sua sua spada.
La testa della strega, mozzata, lanciò un grido disumano per poi incenerirsi.
Un attimo dopo tutto il palazzo prese fuoco.
"Dobbiamo fuggire da qui" disse Belven a Cavaliere25 "o finiremo carbonizzati! Presto raggiungi il portone, mentre io andrò a prendere lady Arowhena."
Poco dopo i tre furono fuori dal palazzo, mentre le fiamme lo avvolgevano e lo consumavano.

cavaliere25 22-11-2010 21.19.00

Uscito da quel maledetto castello ringraziai il cavaliere e dissi meno male che siete arrivato voi a salvarmi cavaliere se no chissà a questa ora che fine avevo fatto ora sono in debito con voi sono hai vostri ordini voi chiedete e io lo farò poi continuai a dore sembrava una cosi bella e brava persona quella donna e alla fine è uscito fuori tutta la sia cattiveria ora che si fa dissi dove andiamo? domandai mentre mi riprendevo dallo spavento

ladyGonzaga 22-11-2010 22.11.45

http://www.laboratorioroma.it/Poesia...%20antica2.jpg


Ascoltai ciò che il mendicante disse ....all'improvviso qualcosa mi tornò in mente e dissi ai miei compagni" ha detto chiesa sconsacrata? Ho sentito bene?
Adesso ricordo dove vidi quel medaglione...ora qualcosa mi è chiaro"
Ero certa che quel medaglione che il mendicante portava al collo non mi era del tutto nuovo ...

Cosi presi a raccontare ai miei amici, ciò che sapevo..

" Tempo fà quando ancora stavo all'abbazia , ricordo che tra in tanti cavalieri che giungevano del padre abate, ci fù un giovane cavaliere di nobile famiglia , che aveva come desiderio quello di conoscere le antiche arti della magia, in primo luogo quelle riguardanti il ritorno alla vita dal sonno profondo della morte.
Ricordo che il padre abate gli negò questo perchè certe arti non potevano essere date in mano a chi potesse usarle in qualche modo per compiere atti malvagi.
Dietro ricompensa in denaro il cavaliere , riuscì a corrompere il guardiano che si occupava della vigilanza di queste antiche alchimie e cosi riusci a sottrarle e a darsi alla fuga.
Si diceva che al guardiano venne sottrato un medaglione che era il simbolo dei guardiani dell'aldià, un antico ordine di frati che da secoli si tramandavano questi antichi rituali.

Pare che questo cavaliere si rifugiò all'interno di una piccola chiesa e con l'aiuto di qualche suo amico , cerco di mettere in pratica tali sortilegi.

Tutti gli amici di questo cavaliere vennero trovati morti all'interno della chiesa , tutti tranne quel cavaliere di cui si perssero le tracce..cosi come si persero le tracce di quelle antiche pergamene.

Dal giorno quella chiesa fu sconsacrata per ordine del Papa e venne emanato l'ordine nei quali ai guardiani dell'aldià era vietato comunicare con chiunque, e l'ordine di trasformare il loro vivere da frati liberi a frati di clausura.

Avete capito ora ?

Quel mendicante non è altro che quel cavaliere ....e quella chiesa sconsacrata non era altro che la dimora dove morirono i suoi amici nello svolgere quelle pratiche di alchimie"


Terminai il mio racconto...guardai i miei amici sperando che avessero capito ....

Guisgard 23-11-2010 00.43.30

Goldblum fissò con stupore e meraviglia Gonzaga, appena la ragazza ebbe terminato il suo racconto.
"Dunque quel mendicante altri non era che un cavaliere!" Esclamò il nano. "E se il vostro racconto è vero, cosa che non dubito affatto, quel cavaliere non è certo uno stinco di santo!"
Restò un attimo turbato e dopo qualche istante riprese a dire:
"E come facciamo a fidarci di tale individuo! L'indicazione che ci ha dato potrebbe benissimo essere falsa, o addirittura una trappola!"
Si portò le mani sul viso e la sua espressione divenne ancora più stravolta.
"A questo punto è anche lecito chiedersi se quel misterioso Cavaliere Gigliato non sia in realtà un suo complice..."

Guisgard 23-11-2010 00.52.28

Intanto, in un altro punto del bosco, Belven, Arowhena e Cavaliere25 erano davanti al grande incendio che stava consumando il palazzo della strega.
"Già, bella domanda, ragazzo mio..." disse Belven fissando Cavaliere25 "... siamo nel bel mezzo di questo dannato bosco e come se non bastasse senza neanche dei cavalli..."
Il cavaliere allora si guardò intorno, cercando di orientarsi.
"E' inutile..." mormorò "... questo posto sembra un labirinto... dobbiamo decidere quale direzione scegliere solo basandoci sul caso... sperando di essere fortunati, perchè sinceramente sono stufo di trovare sorprese ad ogni angolo di questo bosco..."


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 01.12.43.

Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli
Creative Commons License