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“Il paradiso non esiste” disse il vecchio ad Altea “ed è solo un'invenzione della Chiesa per tenere in suo potere i bigotti come voi. Quanto al vostro Dio Onnipotente è anch'Egli una menzogna degli ecclesiastici. Se così non fosse, perchè a Roma vi è tanta ricchezza mentre molti fedeli muoiono di fame ogni giorno? Perchè Colui che adorano come Figlio di Dio è nato e morto povero, mentre invece i vescovi ingrassano nelle loro tonache purpuree? No, credetemi... la vostra amica non vedrà mai nessun Paradiso, ma solo uno degli infiniti inferni di cui dispongo per punire i miei nemici...” tossì e poi sputò a terra “... se rivolete rivedere la vostra amica, avete solo una possibilità... portarmi il Fiore!”
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Tutti fissarono Elisabeth.
“Perdonate...” disse Orez “... si, lo ammetto, sono un uomo pratico... ma mi chiedo? Cosa ci guadagneremo noi? Intendo, aiutandovi cosa ci porterà in cambio?” “Come siete venale, dottore!” Esclamò Enusia. “Non tutto si può stimare col denaro!” “Beh, io non sono un idealista...” replicò Orez. “Fatemi capire, milady...” rivolgendosi Sawas ad Elisabeth “... voi volete trovare l'autore di questo libro? E con lui quella sua setta? Per farne cosa poi? Non pensate sia pericoloso? Enusia ci ha ben spiegato che questo tipo, ammesso che esista davvero e che sia ancora vivo, è tutt'altro che un benefattore. Anzi, è forse la cosa più vicina a quello che i Giapponesi definiscono lo Shogun del Diavolo...” “Ossia il Vassallo del Male!” Precisò Orez. “Latinizzato.” |
Infatti alzai proprio gli occhi al Cielo per poi asserire fermamente..."Punti di vista milord...anche a Santa Agata di Gothia vi è un Palazzo sfarzoso e la Principessa spende probabilmente una quantità di soldi in vestiti sontuosi e altro....e i poveri muoiono di fame, quindi non vi è neppure lì giustizia" con un sorriso ironico..."Certo, d'altronde quel Fiore lo dovevo cercare per l' Arconte Meccanico, ma voi...non siete a suo servizio? Datemi le direttive giuste e partirò alla ricerca del Fiore, ero già pronta per partire, e sinceramente poco importa chi lo riceverà, lo faccio anche per miei due importanti motivi..." pensando a Vivian e lady Anastasiya e toccai il ciondolo.
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Fissai l'uomo con due occhi sgranati.
"..una spia? Io? Dei Capomazdesi, poi! Questa è bella... Vi sbagliate di grosso... Questa non è la mia guerra, non mi importa un accidenti di Capomazda o Sigma.. Ma ho giurato fedeltà all'arconte e a questo mi attengo... Non sono una sguattera, Sono la madrina di Sir Mamyon, guardia del corpo della principessa.. e quella servitrice ha origliato una conversazione che doveva essere privata, avevo il sospetto che andasse a riferire quello che aveva sentito, e volevo capire bene a chi.." Il mio sguardo si fece perentorio "...sono giunta qui ospite dell'Arconte con un amico, ma questo è stato rapito nella selva... Cerco solo di scoprirne il motivo e quel che posso fare per liberarlo... Ve l'ho già detto, ma lo ripeto... Questa non è la mia guerra.. Sono pronta a tutto per lui.." Feci un cenno con la mano "...se non vi fidate delle mie parole, fate chiamare il mio campione, lui vi confermerà ciò che ho detto e garantirà sulla mia lealtà a questa corte..". |
" Io credo ...che nessuno avra' nulla...Orez volete i soldi ?..li avrete se e' per il vile denaro che lottate.....ma voi Sawas....voi..chiedete a me se e' pericolosa la persona che dovremmo cercare...ma avete mai guardato l' Arcontemeccanico ?......Voi vivete senza piu' conoscere la vostra liberta'.....andiamo Signori....vi chiedo di aiutarmi a cercare un fiore, cosa c'e' di piu' bello di un fiore..nulla..........se poi sulla strada spuntasse anche un tizzio legato ad una setta, sara' solo un piacevole diversivo........".....rimasi in silenzio a guardare i loro volti, tranne Elina....lei non aveva fatto una libera scelta, a lei gli era stato ordinato di prendersi cura della mia vita...e io che stavo facendo ?.....quello che stava facendo un qualsiasi tiranno..."....perdonatemi la foga, l'Amore...credo accechi tutti e piu' di tutto acceca la vendetta......prendero' il mio libro e cerchero' di trovare questo fiore.....per quanto riguarda te Elina.....vi voglio un infinita' di bene e proprio per questo che desidero che voi siate libera di fare la vostra scelta..."....andai verso il tavolo dove era appoggiato il libro e lo presi tra le mani..sembrava vivo....
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Il vecchio rise in modo grottesco e gracchiante a quelle parole di Altea.
“Quel Fiore...” disse divenendo poi improvvisamente malinconico “... quel Fiore... è forse l'unica possibilità per poter tornare ciò che ero un tempo... oh, milady... è triste essere il primo e ritrovarsi poi a servire gli ultimi...” scosse il capo “... si... portatemi quel Fiore ed ogni vostro desiderio sarà esaudito... compresa ovviamente la liberazione della vostra amica...” alzò gli occhi e la fissò “... purtroppo io non posso lasciare questo luogo... altrimenti non chiederei ad altri di cercarlo... ecco perchè ho bisogno di voi... siete in gamba e piena di forza, di vita...” rise amaramente “... sono certo che riuscirete... tuttavia non posso dirvi altro... tutti ignorano dove sia sbocciato il Fiore... la vostra sarà dunque una ricerca cieca... a meno che...” la malinconia parve abbandonarlo di colpo “... a meno che non troviate l'unico uomo che forse conosce il luogo in cui è fiorito... è un frate... ma nessuno qui sa dove sia finito...” |
Quell'uomo dagli occhi freddi ed impenetrabili ascoltò con attenzione ogni parola di Clio.
Prese allora un piccolo vaso, che una delle figure accanto a lui gli passò e sollevò il coperchio che lo sigillava. Ne uscì del fumo inodore ed incolore che in breve riempì tutta la stanza... Clio aprì gli occhi e si ritrovò in un luogo completamente diverso. Era una sala di gusto gotico, illuminata da poche candele che proiettavano impaurite ombre sulle pareti. I dipinti sui muri erano enigmatici, sinistri, deliranti. E su tutto dominava un cupo silenzio. Ma solo dopo qualche istante la ragazza si accorse di diversi sarcofagi posti a poca distanza da lei. Erano lavorati con maestria ed adornati con misteriose immagini tratte nella pietra. Sembravano rappresentate scene di dannati ossessionati, disperati, torturati e in balia di orrendi ed informi demoni. Ad un tratto, quasi senza emettere alcun rumore, quei sarcofagi si aprirono e mostrarono a Clio il proprio contenuto. E la ragazza restò profondamente turbata. Infatti ogni sarcofago conteneva una persona. Erano perlopiù ragazze. Gli altri erano ragazzi. E tutti sembravano addormentati. E fra quei ragazzi, Clio vide anche Lucius. All'improvviso però avvertì qualcosa. Come un debolissimo suono. Un attimo dopo, attraversando le pareti come un fantasma, un'inquietante figura giunse nella stanza. “Lo so...” disse con una voce quasi irreale “... ti stai chiedendo dove sei... vero, Clio?” Avanzò verso di lei. “Sei nel nulla...” http://www.gamerepublic.it/wp-conten...ialos2_002.jpg |
Sir Guisgard si allontanò ed io rimasi ad osservare quel cielo inquieto sopra la città...
Pochi istanti dopo, tuttavia, appena prima di uscire, parlò di nuovo... Citazione:
e solo quando, un istante dopo, si voltò ed uscì, io mi lasciai sfuggire un leggero sorriso... “I miei omaggi, milord...” mormorai tra me, mentre una strana e vaga sensazione mi pervadeva tutta. Tornai a guardare oltre la finestra, ma quel sorriso non mi abbandonò... e per qualche istante rimasi così, persa in quella sensazione. Poi, di colpo, un rumore mi destò... un rumore leggero, un fruscio... ma non avrebbe dovuto esserci, quel rumore in quella stanza... mi voltai di scatto e vidi quella figura... scivolava verso di me, rapida e silenziosa... arretrai di mezzo passo... “Chi siete?” dissi, con la voce di nuovo dura... nessuna risposta... era sempre più vicino... “Fermati, traditore!” intimai “In ginocchio!” Ma la figura non si fermò... Citazione:
ebbi paura. E mi sfuggì un grido. |
Rabbrividii.
Le scene di terrore dipinte su quei sarcofagi non erano nulla a confronto del loro contenuto. Quei ragazzi, quelle ragazze, guardai i loro volti e la mia apprensione crebbe sempre più. Dove mi trovavo? Come ero arrivata lì? Ma non ebbi il tempo di pensare troppo perché tra quei sarcofagi scorsi il viso del mio amico. Mi chinai sul sarcofago e sussurrai il suo nome in preda ad un angoscia troppo grande. Non sentii nemmeno arrivare la figura silenziosa e sinistra alle mie spalle. Staccai gli occhi da Lucius per un momento e lo guardai. "...Nel nulla?" Chiesi titubante "..e perché mi trovo qui?". Tuttavia non era quella la domanda che più mi stava a cuore "...questi ragazzi, perché sono qui? Sono... Addormentati? Sembrano presa di un sonno irreale.." Il cuore iniziò a battere sempre più forte "...si sveglieranno, non è vero?". Solo in quell'istante mi resi conto che lo sconosciuto mi aveva chiamato per nome. "...perdonate.." Dissi piano "...mi conoscete?". |
Sawas si avvicinò al tavolo e raggiunse il libro prima di Elisabeth.
“Enusia...” disse “... quante possibilità ci sono che la nostra amica trovi da sola quel Fiore?” “Non ne ho idea...” rispose la donna “... però so che molto probabilmente incontrerà anche il nostro famigerato eretico...” “E cosa potrebbe accaderle?” Domandò Orez. “Nove su dieci” fece Enusia “finirà come le vittime della sua setta.” “Vittime?” Ripetè Sawas. “Si...” annuì lei “... ho scordato di dirvi che quella setta rapiva ragazzi e soprattutto ragazze.” “Per farne cosa?” Chiese Orez. “Chissà...” mormorò lei “... forse per inculcare in loro il folle credo della setta, o forse per fare sacrifici umani. Qualcuno afferma che le vittime servivano a soddisfare la perversione degli adepti della setta... e sempre secondo queste ipotesi, gli affiliati non facevano distinzioni tra i fanciulli e le fanciulle...” “Salute!” Esclamò Orez. “Mi chiedo... perchè mai i nemici della Chiesa alla fin fine sono sempre peggiori di quanto poi non dipingano gli stessi chierici?” “La vita è come un'opera teatrale, amico mio...” disse Enusia “... può essere una tragedia, o una commedia... e ognuno ha il suo copione.” “Già e il ruolo di cattivi, puntualmente, capita sempre ai mangiapreti.” Mormorò Sawas. “Vuoi davvero metterti in una storia simile?” Avvicinandosi Elina ad Elisabeth. “Vuoi davvero correre il rischio di restare invischiata in quell'orrore? Non hai sentito cosa si dice su quei fanatici?” |
Quella misteriosa figura, con il volto avvolto da una cupa penombra, fissava Clio in modo inquietante.
Solo gli occhi emergevano dall'incerto ed indefinito chiaroscuro. Ed erano occhi arsi da una strana luce. Una luce fatta d'odio. Era infatti odio, primordiale ed assoluto, quello che animava quello sguardo. “Quei ragazzi” disse “sono in realtà svegli... solo che tu non puoi vederli, né sentirli... perchè sei tu, Clio, ad essere addormentata... la tua vita è un profondo sonno... un sonno dai tratti simili a quelli di un incubo... l'incubo dell'apatia, dell'oblio... e ciò che credi di sognare altro non sono che ricordi... io so tutto di te... conosco i tuoi desideri... conosco il cavaliere che sogni... e conosco la sua amata che vede in te... vuoi dunque svegliarti da questo sonno? Vuoi rivedere il tuo amico Lucius? Allora baratterai tutto questo con il Fiore... portami il Fiore ed io ti desterò da ogni torpore... ho bisogno del tuo aiuto, Clio... ho bisogno dei tuoi occhi che risplendono come zaffiri... portami il Fiore ed io ti darò tutto ciò che desideri... lo capisci, Clio? Ti sto offrendo la felicità assoluta...” |
Quel grido.
Quel grido di Talia tradì la sua paura, il suo orrore. La principessa era stata raggiunta sin nel cuore del suo potere da un nemico invisibile ed inclemente. Ed ora Talia poteva quasi guardare in faccia la morte. Quella lama emanava sinistri bagliori e sembrava assetata del suo sangue. L'assassino appariva muto e silenzioso, ma determinato a compiere la sua missione di morte. Strinse ancor di più il polso di Talia, quasi a voler togliere ogni forza alla ragazza. Sollevò allora il pugnale e lo puntò al cuore della principessa, per poi affondare con tutta la forza verso il suo petto. E quando quel fatale colpo partì, Talia vide solo un bagliore verdastro, luminoso e fulmineo. Poi un ringhio, come quello di un cane. Del sangue allora schizzò sul volto della principessa. Un attimo dopo non avvertì più quella morsa al polso e la misteriosa figura arretrò di qualche passò. Talia si ritrovò così a terra e vide accanto a lei la mano insanguinata del suo assalitore che stringeva ancora il pugnale. Poi qualcuno si lanciò verso l'assassino. Brandiva la sua spada contro di lui, mentre il misterioso sicario indietreggiava sotto quegli attacchi. Raggiunse allora una finestra, avvolse il polso mozzato nel mantello e poi, improvvisamente, saltò giù, nel vuoto. “Maledetto...” guardando giù Guisgard “... mi è sfuggito...” si voltò allora subito verso Talia e corse da lei. “Come state, altezza?” Chinandosi accanto a lei. “Vi ha ferito quel dannato?” Si accertò allora che la ragazza stesse bene. “Grazie al Cielo...” sussurrò poi “... non è riuscito a farvi del male...” |
Solo qualche giorno prima quelle parole mi avrebbero terrorizzato, sorpreso e perfino inquietato.
Ma quel giorno non fu così: avevo appena raccontato a Mamyon dei miei sogni e, per quanto ne sapevo, qualcuno poteva aver origliato. Alzai le spalle "...é vero, sapete molte cose... E avete un ostaggio prezioso.." Aggiunsi guardando Lucius "...tuttavia come posso portarvi un Fiore che non so dove cercare?" Respirai piano "..inoltre, ho promesso il Fiore all'Arconte, ho giurato con la mia vita... Come posso esimermi da un tale giuramento? Certo, voi avete tutta la mia attenzione, la vita del mio amico vale qualunque felicità... Ma l'arconte ha la mia lealtà, un giuramento è un giuramento... Io non sono una persona che prende le cose alla leggera...". Lo guardai con sguardo freddo e distante "Sinceramente, non mi importa a chi vada il Fiore, quello che voglio è che Lucius torni sano e salvo da me, se è il Fiore che serve, state certo che lo troverò... Tuttavia...se volete che parta per portare il Fiore a voi, dovrete dirmi di più.. Ero pronta a partire un qualsiasi momento ma non mi è stato ancora rivelato il luogo verso cui dovrò dirigermi. Vorrei portare il mio campione con me, ma immagino non mi sarà possibile... Anche se intraprendere un viaggio da sola, non credo possa condurmi al successo, mah.. Non ho scelta...". Guardai Lucius steso in quel sarcofago e mi si strinse il cuore. "...Inoltre, mi era stato assicurato che nessuno avrebbe diviso me e il mio amico, ma egli mi è stato portato via, ed ora è qui... dunque, ditemi... Come posso fidarmi di voi?". |
Rimasi un attimo stupita nell' udire quella quasi confessione del misterioso uomo.
Sembrava quel Fiore potesse donare o realizzare un desiderio, rimediare a qualcosa di indefinito...ecco dove stava forse la sua "preziosità". E dunque, perchè l' Arconte lo richiedeva? "Bene!" esclamai "voi dite di essere l' Ultimo dei Primi..comunque essere il Primo non si dimostra certo minacciando ed usando la forza per ottenere qualcosa, come state facendo voi con me. D'altronde pure io sono alla ricerca di quel Fiore, ne va del mio futuro..per una scelta passata non mia che così mi impedisce di essere felice..e conoscere il vero Amore" sospirai a quel pensiero...pensando a quel racconto che mi raccontò la anziana servitrice e poi i sogni appena avuti...il libro..il libro della Gioia dei Taddei. Ad un tratto quella leggera luce delle candele fu sostituito da un forte bagliore, ero quasi estraniata...quella sensazione già vissuta molte altre volte ultimamente e tutto fu ombre e la vidi entrare nella stanza col suo velo e la bianca veste. Camminava di fronte al letto e si fermò fissandomi, parlava sicura con quel timbro di voce che sapeva infondere tranquillità.. "Altea...sei protetta" indicandomi la collana. "Ora devi solo sapere di più su questo frate e se è proprio Lui...ascolta le mie parole..Egli sembra legato a un Cavaliere da voi conosciuto..che attendete". Vidi lady Anastasiya annuire col capo e sparì nel nulla. Rividi il volto e la figura deforme dell' uomo e trasalii bisbigliando.."Guisgard?!" scossi il capo, come poteva quel Cavaliere avere a che fare con un uomo di Chiesa e poi non avrebbe avuto senso recarsi proprio al Torneo per diventare un Cavaliere della Regina, visto che a Sygma era bandito ogni riferimento alla religione. Certo...aveva giurato fedeltà al regno, ma lo avevo fatto pure io eppure la mia Anima non poteva cambiare e credevo in Dio...mille pensieri mi tartassavano la mente..forse dovevo solo..chiedere..ma come? "Dovrei però stabilire dei patti se devo rendervi servigio, e non so ancora a chi visto non vi siete presentato e non so nemmeno dove mi trovi...parlatemi, ordunque di questo frate, cosicchè io possa cercarlo sempre che riesca a trovarlo. Infatti...vi chiedo, solo, prima di partire, di riportarmi a Santa Agata di Gothia e ne ho un buon motivo". |
Lo scintillio della lama...
quella mano che stringeva il mio polso con tanta forza da farmi male... poi quel ringhio... il sangue... una figura che mi sfrecciava accanto e si parava di fronte a me... mi ritrovai a terra ed ero tanto spaventata che i miei occhi, pur guardando, non riuscivano a vedere... e tremavo... tremavo tanto che i bracciali d’oro che avevo al polso tintinnavano ininterrottamente... chiusi gli occhi e mi sforzai di recuperare il controllo, inspirando profondamente, ma fu un tentativo vano... e poi, all’improvviso, quella voce... Citazione:
lo fissavo con gli occhi spalancati, incapace di parlare... ma, guardando nei suoi occhi, mi sentii impercettibilmente meglio, vagamente più tranquilla... e ad un tratto, istintivamente, allungai una mano la posai sul suo braccio, quasi a volermi accertare di essere ancora viva, di essere ancora lì e che lui fosse lì... “Quell’uomo...” mormorai allora “Quell’uomo ha cercato di... di...” Rabbrividii e, convulsamente, serrai la mano, stringendo la stoffa della sua giacca. Mi occorsero molti minuti per ritrovare almeno una sottile parvenza di controllo. Lasciai scivolare entrambe le mani a terra, allora, e vi feci forza per alzarmi... ma le mie gambe tremavano ancora forte e mi fu impossibile... “Sir... vi prego!” dissi allora a Guisgard, tendendogli la mano perché mi aiutasse. |
Non feci in tempo a mettre le mani sul libro Sawas era stato piu' veloce...ma non lo fece per cattiveria lo fece...perche' io udissi cio' che stava accadendo......Elina fu puntuale com l'ultima goccia che fa traboccare il vaso.......mi sentivo al centro di domande e risposte......" Ho paura Elina...ho paura, paura come quando lasciai la mia terra, come quando mio padre mi caccio' via...vedendo la pena nel suo cuore e le lacrime negli occhi di mia madre..........ma felice..felice per un amore che mi stava donando vita.....e poi ?...e poi cosa succede, non lo so...anni passati a piangere il mio uomo morto per mano di chi non so......e ora ho la possibilita' di vedere il suo assassino......moriro' per questo ?......che sia Elina che la morte avvenga....mi uniro' a lui ede e' questo che sogno da molte notti....."......" siete liberi..liberi di fare una scelta....la mia ha un senso ...la vostra non lo ha...posso comprendere.."....mi voltai cosi' verso la porta ed uscii fuori...era sera ormai e l'aria era fredda...la primavere era arrivata..ma il freddo non aveva ancora lasciato il nostro mondo...
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Guisgard prese la mano di Talia e la strinse.
La strinse forte nella sua, come a voler rassicurare la sua principessa. Ma la stringeva anche perchè quella ragazza, fino ad allora fredda e sprezzante, ora appariva impaurita ed indifesa. In una parola: donna. Nei suoi occhi, da sempre indifferenti e lontani, ora pulsava qualcosa di diverso. E sebbene sconosciuto, riusciva quasi a dissolvere quel velo impenetrabile che aveva avvolto la sovrana fino a quel momento. E in quegli occhi, per un istante, Guisgard rivide la ragazza vestita di bianco che entrò nella sua stanza quella notte. Talia aveva cercato, inutilmente di alzarsi. Era visibilmente scossa. Lui allora la prese in braccio e la portò su un divanetto poco distante, adagiandola poi tra i cuscini piumati. E mentre le sue mani scivolavano via dal vestito della ragazza, i loro occhi si incrociarono, annullandosi gli uni negli altri e le loro labbra quasi arrivarono a sfiorarsi. “E' passato, altezza...” disse lui “... è passato... ora siete al sicuro... nessuno può più farvi del male... nessuno...” http://blogs.lesinrocks.com/series/f...me-660x495.jpg |
Quella misteriosa figura cominciò ad accarezzare quei corpi addormentati nei sarcofagi.
“Io sono il signore di questa città...” disse poi a Clio “... tutti qui sono sottoposti al mio volere... ed è a me che dovete lealtà...” soffiò sul viso di una di quelle fanciulle e quella subito aprì agli occhi. Ma erano occhi assenti, vuoti. “Chi è il tuo padrone?” Chiese la figura alla fanciulla. “Voi, signore...” rispose quella e poi tornò a dormire. “A me è del tutto indifferente se costoro vivano oppure no...” tornando a rivolgersi a Clio la figura “... conta solo il Fiore... e se avrò ciò che voglio, allora ti renderò il tuo amico...” si avvicinò ancora alla ragazza, senza però farsi illuminare mai dal chiarore delle candele “... neanche io conosco dove può trovarsi il Fiore... la tua sarà dunque una ricerca senza indizi... tuttavia, forse, qualcuno potrebbe aiutarti... un uomo... un frate... folle e visionario... eppure l'unico a sapere forse del Fiore...” |
Ad un tratto Elisabeth udì la porta alle sue spalle.
“Volevi forse” disse Elina “liberarti di me? Benedetta figliola!” Esclamò. “Non so se sei più pazza tu o più folle io! Comunque... non credo ci sia molto da scegliere... dopotutto siamo giunte qui per uno scopo, no? E sarebbe sciocco rinunciarci ora.” Ma qualcun altro uscì fuori dalla casa. “Allora...” rivolgendosi Sawas ad Elisabeth “... il mio onorario è di un Taddeo al giorno più spese. Ovviamente in questo è compresa anche la consulenza del dottor Orez. Naturalmente, le perizia di Enusia sono un conto diverso. Però, credo che lei sia fondamentale per questa storia. Tuttavia proverò a farvi fare un buon prezzo. Magari anche scendere ad un conveniente. Se si, allora Sawas il grande è da subito al suo servizio, milady.” E mostrò un degno inchino. |
I suoi occhi erano improvvisamente diversi...
non c’era più un solo filo di arroganza, in essi, né quella sorta di vaga insofferenza che altre volte vi avevo scorto... erano incredibilmente limpidi, invece... gentili. Era molto vicino adesso, tanto che quasi potevamo sfiorarci... avrei dovuto allontanarmi, lo sapevo... però non lo feci. Citazione:
“I... i miei appartamenti...” mormorai “...sono proprio qui dietro. Nessuno vi ha accesso tranne la mia anziana servitrice. Nessuno! E se... se quell’uomo fosse penetrato lì, nessuno sarebbe giunto in mio aiuto... ed io ora sarei...” Mi interruppi di colpo e chiusi gli occhi per un momento. Un brivido mi percorse tutta la schiena... ero spaventata. Non credevo di essere mai stata altrettanto spaventata in tutta la mia vita. Ed i miei occhi, tremanti, erano in quelli di Guisgard... Vi rimasero a lungo... poi, improvvisamente, li abbassai. “Io...” iniziai a dire “Io credo di voler assolutamente uscire da questa stanza, ora!” Inspirai e, caparbiamente, mi costrinsi ad alzarmi in piedi... i miei occhi, allora, corsero sul pavimento, verso ciò che ancora era abbandonato lì... vi rimasero solo per un istante rapidissimo, tuttavia... “Prendete quel pugnale, sir Guisgard, per favore... tenetelo voi!” Attesi che tornasse e poi, lentamente, appoggiai la mano sul suo braccio... “Oltre quella porta...” dissi allora, accennando alla portina laterale “C’è un corridoio, ed al termine di esso una porta che dà sulle mie stanze... Sareste così cortese da accompagnarmi fin là? Ve ne prego!” |
Rabbrividii e abbassai lo sguardo.
Mi chiesi chi fosse quell'uomo e che rapporto avesse con l'arconte e la corte. Infondo, non mi importava. Trassi un profondo respiro "...ditemi solo dove posso trovare questo visionario..." Dissi annuendo "...o almeno il suo nome, in modo che io possa cercarlo... Partirò immediatamente... Avrete ciò che desiderate, Milord..." Con un leggero inchino. |
Quel vecchio rise ancora grottescamente.
“A me dovete fedeltà.” Disse ad Altea. “Io sono il signore di questa città e presto dell'intero regno. E da questo regno assoggetterò poi tutte le menti dei più grandi uomini del mondo. E tutto questo grazie al Fiore.” Rise ed i suoi occhi divennero fiammeggianti. Come se qualcosa li avesse destati. Qualcosa simile all'odio. “Quel frate non si trova qui...” continuò “... forse è fuggito lontano, o forse addirittura morto... egli probabilmente era l'unico a sapere del Fiore... il suo nome è Nicola... non mi importa se lo troverete o meno... a me importa solo del Fiore... portatemi il Fiore e riavrete la vostra amica... altrimenti la spedirò nell'Inferno delle prostitute blasfeme... dopo essermi divertito a lungo, naturalmente...” Il suo volto allora si deformò e dalla bocca e dagli occhi uscirono fasci di luce ardente che investirono Altea. Un attimo dopo lei perse conoscenza. Si svegliò nella sua stanza, nel castello dell'Arconte Meccanico. Era sola. Dalle finestre filtrava la luce del giorno. Ma il ricordo del volto di quel vecchio era ancora vivo in Altea. http://static.blogo.it/cineblog/bram...ray3-1024.jpeg |
"Regno?? quale città...ma dove sono...non sono a Sygma" urlai ma un vortice mi prese e sentivo solo le risate di quell'uomo, risucchiata da una forza magica.
Mi alzai e mi trovai nel mio letto nel maniero dell' Arconte....cosa era successo? No, non avevo sognato....la faccia di quell' uomo, il Fiore...Frate Nicola. "Calmati Altea..ma se non so nemmeno dove si trova? E se mi controllasse?" pensai. Mi alzai di scatto...dovevo partire, subito.....andare via prima che l' Arconte me lo chiedesse pure lui. Mi lavai, mi misi un vestito pulito, elegante e fresco, presi alcuni oggetti di famiglia e alcuni che potevano servirmi per questo viaggio...poi aprii il borsellino per controllare se vi era il denaro e vidi la bussola...sorrisi..."Chissà se mi servirà davvero, peccato quel ragazzo disse non trova le persone o andrei alla ricerca di Frate Nicola" pensai e improvvisamente spiccò una moneta, la presi in mano...e ricordai quella frase..."Così non ci perderemo mai". La misi in una busta chiusa e scrissi un biglietto..."Ci siamo persi sir Guisgard, vi auguro di compiere il vostro compito di cavaliere della Principessa degnamente...io devo partire sola...e alla ricerca di un Fiore e di...un certo Frate Nicola, purtroppo dovrei parlarvi a voce ma sembra sia impossibile, e se non lo troverò uccideranno Vivian. Buona fortuna, lady Altea.", allegai quel biglietto alla moneta nella busta. Ero pronta, avevo la sacca, una spada nascosta sotto la gonna e ben affilata, un pugnale nella sacca....e prima di partire mi recai presso al Palazzo Reale e intravidi il solito paggio gentile, quello che arrossiva sempre ma di cui ci si poteva fidare...e gli raccomandai di dare urgentemente quella busta a Guisgard. Diedi una ultima occhiata allo splendore di Santa Agata di Gothia e con il dolore nel cuore e le lacrime negli occhi presi una strada sconosciuta e partii..."Oh, una strada vale l'altra no?" esclamai. |
“Frate Nicola...” disse la figura a Clio “... questo è il suo nome... è fuggito da questa città e ora sembra scomparso nel nulla... forse è morto... o forse no... ma lui probabilmente è l'unico a sapere del Fiore... a me non interessa come riuscirai a trovarlo... non mi riguarda se ricorrerai a quel frate oppure no... a me interessa solo del Fiore... tutti ignorano dove sia sbocciato... e forse solo quel frate conosce la verità... o forse no... a me non interessa... tu sei una ragazza intelligente che vuol molto bene al suo amico... e so che per lui troverai il Fiore che ti ho chiesto... il modo con cui ci riuscirai non è affar mio...” rise e poi si avvicinò a Clio.
L'avvolse nel suo mantello e la ragazza perse i sensi. “Clio... Clio mi senti? Clio... Clio, come stai?” Clio aprì gli occhi. “Clio...” sorridendo Mamyon “... va tutto bene? Ti hanno trovata svenuta nei corridoio del palazzo... perchè sei andata là?” Clio ora si trovava su un lettino nel Ludus Magnus. |
Ma quando fu prossima alle porte di Sant'Agata di Gothia, Altea sentì qualcuno che la chiamava.
“Perdonate...” avvicinandosi a lei un giullare “... perdonate, milady... vi ho riconosciuta... voi eravate al nostro spettacolo giorni fa... vedete, io sono un membro della compagnia del famoso Chevalier de Lys e il mio padrone vuole dare a tutti i suoi spettatori la possibilità di poter assistere allo spettacolo interrotto... stiamo organizzando una nuova rappresentazione per tutti voi. Ovviamente il biglietto è già pagato. Per questo vorrei invitarvi a seguirmi...” |
Guisgard annuì a quelle parole di Talia.
“Si, altezza...” disse “... però siete provata, spaventata, scossa...” la prese allora di nuovo in braccio e la portò verso le sue stanze “... vi porterò io là...” sussurrò. Attraversarono così il corridoio, mentre dalle finestre la sera, col suo incantato e misterioso fascino, aveva fatto la sua comparsa. Il lungo abito di Talia scendeva fino a toccare terra e i suoi capelli ricoprivano come pendagli le braccia e il il petto di Guisgard. Il cavaliere avvertiva un forte impulso che lo spingeva a guardarla, a cercare i suoi occhi, il suo volto. Eppure non lo fece. Si domandava cosa pensasse quella ragazza. Come fosse davvero, al di là della corona e degli abiti principeschi. Giusero così davanti alle porte che davano agli alloggi privati della principessa. “Volete che chiami le vostre servitrici, altezza?” Fissandola il cavaliere. |
Aprii gli occhi lentamente e mi trovai accanto quelli di Mamyon.
Tentai di alzarmi debolmente dalla brandina, cerando di trovare la forza di parlare. "..No.." Dissi seria "...non sono affatto svenuta... Non da sola, almeno..." Scossi la testa e mi rialzai a sedere appoggiandomi al braccio di Mamyon. "...quella servitrice.. Non te ne sei accorto? Ha origliato la nostra conversazione ed è andata a riferito a qualcuno..." Cercai di rammentare il nome, ma in quel momento mi sfuggì "...volevo seguirla, volevo vedere chi spiava i miei passi, i nostri ormai...". Mi alzai e presi in disparte il cavaliere, parlando piano "...ascolta, devi credermi, non sono svenuta e non sono impazzita... Devo partire alla ricerca di quel Fiore, non posso più aspettare... Ne va della vita di Lucius.. Se vuoi aiutarmi ne sarò felice ma partirò comunque, anche da sola...". |
Lo spettacolo del Chevalier de Lys....un nodo alla gola, Vivian ne sarebbe stata entusiasta, non potevo lasciare cosi la città senza vederlo...lo dovevo a lei...e poi, si, quando l'avrei rivista...le avrei narrato di come finì lo spettacolo e sorrisi appena.
Seguii il giullare e mi trovai di fronte al palco, vi erano poche persone e si stava finendo di preparare il palcoscenico e mi sedetti, sopra un piccolo tronco di un albero, vicino a una aiuola...stavolta neppure io volli farmi notare soprattutto agli occhi dell' Arconte Meccanico o di qualche servitore di passaggio e celai il mio volto alzando il cappuccio del mantello. Mentre aspettavo guardai quella aiuola e stupita vidi tante margherite, ad occhio nudo, sembravano tutte uguali, eppure ognuna di loro si distingueva per qualche piccolo particolare, istintivamente ne presi una e iniziai a sfogliarla..." M'ama..non m'ama". Improvvisamente sentii una voce e vidi una bianca mano quasi eterea sopra la mia... "Sei sicura di voler continuare, e se non ti amasse?" "So che non mi ama lady Anastasiya" riconobbi la voce suadente e pacata e la veste bianca. "E tu...?E allora non continuare con questo gioco da innamorati" Scossi il capo...."Fin dal primo sguardo mia cara signora, ma lui mi ha ignorata, e comunque non per questo mi getterei in un pozzo...anzi, lo farei solo se sapessi che lui si getterebbe per salvarmi". Sentii la sua mano asciugarmi le calde lacrime celate dal mantello. Udii delle voci, mi ripresi...era strano come quelle visioni erano più forti. E aspettai, trepidante, che lo spettacolo iniziasse...come in quel giorno di festa con Vivian. |
Altea, seduta in quel piccolo campo, attendeva che lo spettacolo cominciasse.
Infatti tutti i membri della compagnia erano impegnati a sistemare il palco e alcuni pannelli colorati da usare come sfondo. “Plauto amava il gusto, le trovate geniali e le morali di spirito.” Disse qualcuno alle sue spalle. “Terenzio invece era malinconico, sognante e con una vaga, crepuscolare raffinatezza narrativa. Più adatta ad un poeta, che non ad un drammaturgo. Cosa ne pensate?” Era un uomo abbigliato come Pantalone e gesticolava molto nel parlare. Con lui vi era un'altra persona, avvolta in un lungo mantello e con una maschera dorata sul volto. Altea riconobbe subito quest'ultimo. Era il misterioso e celebre Chevalier de Lys. “Ritengo che i geni non vadano mai confrontati o paragonati fra loro.” Rispose questi a Pantalone. I due passeggiavano e conversavano a pochi passi da Altea, forse in attesa che tutto fosse pronto per lo spettacolo. |
Mamyon apparve turbato da quelle parole di Clio.
“Clio...” disse “... ora cerca di star tranquilla... ti hanno trovata priva di sensi in uno dei corridoi del palazzo. Mi hanno chiamato ed io ti ho portata qui. Quella servitrice ti ha insospettito? Sinceramente credo che tu ti sia lasciata impressionare. Stai vivendo un momento molto difficile a causa della scomparsa del tuo amico. E comunque, se davvero quella servitrice ti appariva strana, perché non ne hai parlo prima con me? Ti avrei accompagnato io. Non mi va che tu vada in giro da sola a caccia di sospetti e fantasmi. E poi questa storia del Fiore... vuoi davvero partire da sola? E per dove? Dove si trova questa fantomatico Tesoro? Se è davvero così prezioso, non credi che sarà comunque complicato trovarlo?” Prese allora le mani della ragazza nelle sue. “Ascoltami... io ho fiducia in te e sono disposto ad aiutarti in tutto e per tutto... ma tu ne hai in me? Ti fidi anche tu di come mi fido io? Allora devi confidarmi ogni cosa... come intendi organizzare e portare avanti questa tua caccia al Tesoro? Cosa sai di questo Fiore? Che tipo di Fiore è? Dove si trova? A chi appartiene in questo momento? E' tutto così misterioso, non vedi?” |
Quelle parole di Guisgard mi stupirono...
“Sir... io non penso che sia il caso...” iniziai a dire, ma lo dissi così piano che il cavaliere probabilmente neanche e udì... Lo osservai stupita mentre si chinava su di me e, delicatamente, mi prendeva di nuovo in braccio... sapevo che non era appropriato, ma non dissi niente... neanche opposi la minima resistenza... gli girai le braccia intorno al collo, invece. Forse non volevo ammetterlo, ma una parte di me si sentiva oltremodo sicura insieme a quel cavaliere... una parte di me non voleva ammettere che lui aveva sempre avuto ragione, fin dall’inizio, e che, se non fosse stato per lui, non ci sarebbe mai stato un futuro. Il cavaliere varcò la porticina laterale ed attraversò quel corridoio... io, distrattamente, appoggiai la testa sulla sua spalle, mentre camminava, e sospirai leggermente... Citazione:
“Io...” mormorai “No! No, non sarà necessario... anche perché non ho servitrici qui... beh, ne ho solo una...” Esitai... “Potete mettermi a terra, adesso!” sussurrai. Sentii le sue braccia allentarsi appena e, lentamente, scivolai con i piedi a terra... mi tenni al suo braccio ancora per un istante, finché non fui certa di star bene, poi afferrai la maniglia della porta e la spinsi... “Marjieta!” chiamai. |
Ad un tratto Talia sentì il suo polso stretto da una mano.
Ma quella mano fu delicata, quasi una carezza. “Altezza...” disse Guisgard, mentre la sua mano ancora teneva il polso di lei “... volete davvero che vada via? Volete restare da sola stanotte?” I suoi occhi erano in quelli di lei. “Voglio dire... forse dovrei restare qui... qui... fuori dalle vostre stanze... magari sorvegliando il corridoio...” la sua mano aveva lasciato il polso di lei, ma le dita continuavano a sfiorare la pelle di Talia “... potrei restare qui fino all'alba... tanto non riuscirei comunque a dormire... non dopo avervi...” e i suoi occhi scivolarono su di lei, sul suo corpo “... avervi visto così... scossa, spaventata...” la sua voce divenne bassa, quasi un sussurro “... volete cosi, altezza? Ditemi... vi prego, ordinatemi ciò che desiderate io faccia...” |
Mi stupirono quelle parole... mi stupì quella mano che, delicatamente, mi teneva il polso... mi stupì quello sguardo...
lo fissai per lunghi minuti, in balia di mille e più sensazioni... infine sorrisi appena... “Non voglio che ve ne andiate...” mormorai “Al contrario... mi sentirei infinitamente più tranquilla e più sicura se vi sapessi qui... forse riuscirei a chiudere gli occhi almeno un momento, se sapessi che voi siete qui, che siete vicino... e che, se gridassi, mi udireste...” Esitai... “Domattina...” dissi poi “Domattina vorrei convocare l’Arconte, il capitano e gli altri cavalieri... e vorrei raccontare loro cos’è accaduto oggi con quel sicario... ma... beh, la verità è che l’idea mi spaventa... mi spaventa molto... e sarei davvero felice se voi foste qui e mi accompagnaste fin là... e se mi aiutaste, poi, con... beh, con il racconto di questa storia...” Lo dissi semplicemente... onestamente... rare volte ero stata altrettanto sincera e diretta prima di quel momento. Gli sorrisi. Poi mi voltai per entrare, ma all’ultimo ci ripensai e tornai a guardarlo... “Grazie...” mormorai, mentre i miei occhi cercavano i suoi “Grazie... per esserci stato!” La mia mano si sollevò, allora, e sfiorò appena la sua... “Buonanotte, Guisgard!” sussurrai dolcemente. |
Seminascosta da una fitta foresta sul versante nord-ovest e protetta da un grosso lago alimentato dal torrente che arriva dalle alte montagne sul confine si trova, proprio nel centro della grossa pianura, la grossa fortezza che io chiamo casa.
La Fortezza, chiusa in un poligono di dodici lati irregolari di muratura e pietre, contiene al suo interno il mio villaggio ed é stata ideata in modo da permettere ai suoi abitanti di sopravvivere per mesi in caso di attacchi esterni. Le case, in pietra e legno, hanno due o tre piani e sono raggruppate in distretti. Ad ogni distretto vive un clan. I clan, dodici, hanno un capo clan, di solito un membro anziano o un valoroso guerriero, che li rappresenta nell'assemblea che si tiene al centro della Piazza Grande. A capo dell'Assemblea viene posto uno di questi capi che ha dunque il comando complessivo della Fortezza. Questo capo però non regna come sovrano assoluto ma deve passare sempre attraverso l'Assemblea. Il capo appartiene sempre, da che se ne ha memoria, al clan del distretto del Corvo. Il mio distretto. Io sono Cheyenne del clan del Corvo e mio padre é il capo clan della Fortezza. Come tutti i giovani del mio popolo, maschi e femmine,sono stata educata all'arte della guerra in tutte le tecniche e forme da noi conosciute: lotta libera o con bastone, uso di coltelli, pugnali e spade, combattimenti a piedi o a cavallo.. Per ogni giovane ci sono due passaggi fondamentali per accedere alla vita adulta. Il primo, a circa dodici anni, é il Consacramento: a gruppi di quattro si vive per due settimane nella foresta con nient'altro che un coltello e le proprie capacità. Durante questo periodo di vicinanza alla natura inoltre, si viene avvicinati da una divinità in modo inconsapevole e , al ritorno al villaggio, il Sacro Sapiente ci svela il nostro protettore e i modi per venerarlo. Il secondo passaggio avviene a circa tre anni dopo il primo. Questa volta si é da soli e bisogna dimostrare il proprio valore nella guerra sfidando prima i proprio compagni e poi i guerrieri veri e propri. Superati questi riti si é adulti e si riceve un cavallo, una spada e un arco. Si inizia quindi a imparare un mestiere manuale e si inizi a partecipare alle scorribande e alle razzie. Io, come mio padre prima di me sono un armaiolo. Al di fuori della Fortezza il mio popolo possiede campi coltivati più estesi di quelli all'interno del villaggio, e campi per il pascolo degli animali. Proseguendo oltre il lago lungo il corso del fine si arriva al regno confinante al nostro. Il loro re era da tempo deciso a impadronirsi dei nostri territorio, dei nostri cavalli e di renderci schiavi, per mandarci a combattere per le sue sciocche mire espansionistiche verso ogni dove. Purtroppo circa un anno fa il mio popolo era stato colpito da una misteriosa epidemia che ci aveva decimati, portandosi via mia madre e mio fratello. Così indeboliti non avevamo le piene forze per affrontare una guerra e per questo questa sera ci fu un'Assemblea straordinaria alla quale contrariamente alle regole( non ero infatti un capo clan) fui ammessa. Ascoltai incuriosità le parole introduttive di apertura e ancora di più la storia di un magico Fiore che poteva salvarci. . |
Guisgard prese la mano di Talia e la sfiorò appena con le labbra in segno di saluto.
“Resterò qui, altezza...” disse “... e qui mi troverete al vostro risveglio... veglierò io sul vostro sonno e sui vostri sogni... domani vi accompagnerò io dall'Arconte e racconteremo l'accaduto... ma state tranquilla, non correrete più alcun rischio... domani... domani vi porterò in un luogo sicuro... ma ora riposate... ne parleremo domattina, se Dio vorrà... buonanotte, mia signora...” Guisgard restò così nel corridoio, passeggiando inquieto e gettando, di tanto in tanto, uno sguardo oltre le finestre, forse in cerca di quella misteriosa figura che aveva aggredito la principessa. Trascorse così la notte, fino a quando l'alba tinse col suo pallore rosato l'orizzonte prima e il cielo poi. Guisgard era immobile proprio a fissare l'aurora che screziava la città. “Cosa ci fate qui, voi?” Ad un tratto una voce. Il cavaliere si voltò. “Qui non è permesso stare senza il consenso della principessa!” Fissandolo Marijeta. “Sono uno dei suoi cavalieri...” disse Guisgard “... naturale dunque che debba vigilare su sua altezza.” “Non mi pare qualcuno vi abbia ordinato di restare qui.” Contrariata la servitrice. “Dunque vi sarà chiesto di motivare la vostra presenza, cavaliere.” “Quello vi sembra un buon motivo?” Replicò Guisgard, indicando a Marijeta la mano insanguinata del sicario che ancora stringeva il pugnale dell'attentato. E a quella vista la servitrice lanciò un urlo per lo spavento. |
Finalmente mi sentii stranamente al sicuro....Elina era la parte di me che piu' mi sarebbe mancata...e gli altri si tutti glia altri tra dolcetti scherzetti e verita' celate con calma......avevano accolto la mia muata preghiera....." Sawas i soldi non sono un problema.....tutto cio' che vorrete ognuno di voi sara' l'aiuto alla mia anima ferita, che Allah sia lodato...oggi e' un grande giorno egli mi ha ascoltato...."...lacrime di gioia bagnarono il mio volto...per la prima volta era gioia quella che sentivo, e anche se mi furono chiesti dei soldi per tutto questo....sentivo che in loro avrei trovato persone di degna fiducia....un'ombra mi passo' per la mente.....mio padre......diceva che credevoa tutti e che trovarmi pre le strade con i poveri e bisognosi non facave bene al rango che portavo......quanto non mi comprendeva....un giorno sarei stata vittoriosa solo perche' l'aiuto di questa gente era stato fondamentale per il mio desiderio..."....Vi sono grata....ed ora cerchiamo di fare un piano ..perche' la via ci si dimostri facile......so...che non sara' cosi'... Sawas....ditemi vi prego "....
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Quella platea di strada si stava affollando e sembrava lo spettacolo era prossimo ad iniziare, e udii degli uomini parlare di scrittura e poesia e voltandomi vidi a mia sorpresa il Chevalier de Lys...forse parlavano della rappresentazione.
Mi tolsi il cappuccio e mi avvicinai lentamente a lui e l'attore..."Perdonate l'indiscrezione, voi siete forse il famoso Chevalier de Lys? Volevo ringraziarvi per questa opportunità che ci avete dato, io...e soprattutto la mia amica Vivian" e cercai di scacciare un nodo in gola "eravamo molto dispiaciute per l'accaduto, e non capisco ancora perchè quel cavaliere...ora cavaliere della principessa ebbe quella reazione, sono veramente ansiosa di vedere lo spettacolo" sorrisi lievemente. |
"Credi che non lo sappia?" sbottai, esasperata a quelle parole di Mamyon.
Cercai di ritrovare la calma, il cavaliere era il mio unico alleato e voleva aiutarmi non potevo mandare tutto all'aria perchè ero insofferente. "...Se ti fidi di me.." dissi piano "... non mettere in dubbio le mie parole.. non lo sopporto.. non ne ho parlato con te perchè eri impegnato a parlare coi cavalieri e non volevo destare sospetti.. e comunque non credo affatto di essermi sbagliata su di lei, perchè ormai non ha più molta importanza..". Presi le mani del cavaliere tra le mie "..Comunque sì, sono decisa a partire, anche da sola, per cercare quel Fiore.. Lucius vale ogni sacrificio, l'ho sempre considerato mio fratello.. ma mi sembrava di essere già stata chiara su questo punto..". Sospirai "..non so nulla circa la sua ubicazione nè conosco il perchè di tanto interesse, anche se comincio a capire che sia qualcosa di molto potente, come un'arma o una strana pozione.. o, forse.. tutt'e due le cose.." lanciai uno sguardo al cavaliere "...lo so, lo so.. sembra assurdo.. ma le cose stanno così... mentre ero svenuta mi è stato dato un unico indizio.. non mi chiedere da chi perchè non ne ho la minima idea.. ma ti assicuro che non ho mai provato tanta inquietudine in vita mia..". Rabbrividii al pensiero della persona nel nulla "..Dunque.. se vuoi aiutarmi.. questo è tutto quello che so.. C'è un frate, Frate Nicola... egli è l'unico che sa dove si trovi il fore, forse.. ma io non ho idea di dove si trovi lui.. quindi io partirei da lì.. ma se hai alternative da propormi, ti ascolto..". Mi voltai verso la porta "...ma sappi che intendo partire immediatamente, con o senza di te... spetta a te decidere..". |
L'Assemblea fu condotta dai vecchi saggi e tutti ascoltarono con attenzione le loro parole.
Il vicino regno di Brulandia, governato dalla bellicosa stirpe dei Fornaidi, aveva deciso di muovere guerra contro il villaggio. “Ascoltate...” disse Menaros, il più vecchio tra i saggi anziani “...benchè l'arte della guerra non ci è sconosciuta, ben altro valore riscuote essa tra i Brulanesi. Essi sono istruiti a tale disciplina sin da piccoli e fanno della conoscenza delle armi il vero simbolo che differenzia gli uomini fra loro. Ecco perchè affrontarli sul campo di battaglia è sconsigliabile.” “Non possiamo temerli in questo modo!” Protestò uno dei presenti. “Si, è vero, sono pur sempre uomini come noi!” Intervenne un altro. “E dovranno dimostrarlo sul campo di essere migliori di noi!” “Giusto!” “Aspettate...” cercando di calmarli Menaros “... non si tratta solo di attitudine... loro sono anche meglio equipaggiati di noi. Le loro tecniche sono molto simili a quelle utilizzate nei vari ducati, in modo particolare a Capomazda. La loro cavalleria è capace di cambiare le sorti di una battaglia in qualsiasi momento. E noi non abbiamo nulla di simile.” “Allora dobbiamo arrenderci?” “Non ho detto questo.” Rispose Menaros. “Ma dobbiamo evitare azioni insensate. Senza dimenticare che l'epidemia ha decimato il nostro esercito. Per questo noi anziani siamo ricorsi all'Oracolo.” “Ebbene?” “L'Oracolo sconsiglia di combattere.” Fece Menaros. “A Brulandia pare sia in atto una guerra di successione e dunque ciò può essere un vantaggio per noi. Vantaggio che ci permetterà di guadagnare tempo prezioso.” “Per fare cosa?” “Per seguire ciò che ci ha illustrato l'Oracolo...” fissando tutti loro Menaros “... ossia trovare il perduto Fiore Azzurro...” Quelle parole stupirono l'intera Assemblea. Anche la giovane Cheyenne che era presente. |
Elisabeth e gli altri rientrarono in casa.
Qui Sawas raccolse alcune cose, come pergamene, tomi enciclopedici, raccolte di glosse, testi religiosi e tutta una serie di strumenti perlopiù sconosciuti alle due donne. “Noi qui cominceremo a preparare l'occorrente per la nostra ricerca.” Disse ad Elisabeth. “Voi invece ritornerete a casa vostra, dove vi riposerete. Gli ultimi avvenimenti vi hanno un po' scossa.” Le si avvicinò e schioccando le dita apparve magicamente un fazzoletto nella sua mano. “Tenete, asciugatevi le lacrime.” Dandole il fazzoletto. “Ci ritroveremo qui nel tardo pomeriggio, per decidere della partenza e degli ultimi particolari. Vi auguro una serena notte.” “Non temete...” avvicinandosi a lei anche Enusia “... siete nelle mani dell'uomo migliore del mondo. Nessuno mistero può sfuggire a Sawas. Ora andate... ci ritroveremo domani, a Dio piacendo... buonanotte.” |
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