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Quando la carrozza partì, mi chiusi nel concentrarmi sul paesaggio. Era meraviglioso, vedevo la città come fosse la prima volta, non essendo mai uscita da molto tempo. Anche Filax parve contento di essere libero. Uscimmo di città e ci trovammo in campagna. Che bellezza, ero incantata per tutto e persa nei pensieri, quando l'uomo mi interruppe con una domanda.
Abbassai gli occhi aassumendo un'espressione triste, stringendomi una ciocca fra le dita. "Avevo circa quattordici anni quando scappai dal mio paese natale in Giappone. Perscorsi un lungo viaggio per poi ritrovarmi qui. Vagavo per le strade e avevo finito il denaro portatomi dietro. Mi diedi così al dipinto. Dipingevo ciò che i miei sogni prevedevano e guadagnavo qualcosa. Poi incontrai lui che, vedendomi abile in questa arte, mi propose di lavorare per lui, dandomi un tetto e una "casa" ma la condizione a ciò, fu il mio isolamento dal mondo." Feci un attimo di silenzio presa da una grande tristezza. "Non so il motivo di questa sua insistente pretesa, ma accettai comunque..." |
Fu una lunga notte d'amore.
Di abbracci, baci e carezze audaci, che infiammarono le lenzuola e fecero ardere i loro corpi bramosi. Così, Gwen e Theris si amarono a lungo, fin quasi l'alba, quando caddero stremati ed appagati l'una sull'altro. La stanza. La porta si aprì ed entrò qualcuno. Una figura indefinita, che restò a guardare i due giovani mentre facevano l'amore. Theris se ne accorse ed allora aumentò l'impeto con cui il suo corpo prendeva quello di Gwen. Con un ardore quasi violento lui cominciò a possederla, tanto che quasi lei perse i sensi per il troppo piacere. Mai era stata presa così. Mai aveva toccato in modo così assoluto le vette del piacere, le gioie del sesso, il richiamo della carne. Mai Theris si era mostrato così forte nel possederla. E tra gemiti, urla e godimento, Gwen si accorse di qualcosa. Colui che la stava possedendo non era più Theris. Lui era in piedi a guardarli. Guardare un altro uomo che possedeva sua moglie. Gwen si svegliò di colpo. Ansimava ed era sudata. Era stato un sogno. Albeggiava e Theris era addormentato accanto a lei. |
Rivoltammo la cappellina come un guanto, ma la ricerca non fece emergere alcun indizio. Era ormai l'alba quando un poliziotto ci avvertì che i criminali che non erano morti si erano dati alla fuga. Oramai non c'era più nulla da fare per me in quel luogo... quella giornata era stata una lunga ed emozionante avventura, ma adesso era giunta l'ora di tornare alla mia bottega. Sperai che la nonna non fosse stata troppo in pena, dopotutto sapeva che ero in compagnia di agenti di polizia e quindi al sicuro.
"Tenente, io torno a casa..." dissi rivolta a Lion "Se avete bisogno di me sapete dove trovarmi..." Nello girarmi, lo sguardo percorse l'altare e le bellissime vetrate dell'abside, quando attraverso una di esse vidi sul tetto del Palazzo una figura misteriosa e spettrale vestita di nero, incappucciata, che un attimo dopo sparì come un fantasma. Turbata, preferì tenere per me ciò che avevo visto. Uscii dalla cappellina, diretta verso casa. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Il misterioso uomo ascoltò Nyoko e appena lei terminò di parlare la carrozza si fermò di colpo.
Allora lui aprì la porta. “Ora sei libera...” disse “... non appartieni più a nessuno, se non a te stessa... decidi cosa fare dunque... scendere ed andartene, oppure venire con me, per essere al mio servizio. Percepirai uno stipendio e sarai libera di fare ciò che vuoi quando i tuoi servigi non saranno richiesti. Decidi dunque...” |
In pochi attimi, come libera da un incantesimo, la gente cominciò a muoversi.
I presenti, compreso ormai di essere salvi, si scostarono dai muri, contro i quali erano stati ammassati, per abbracciarsi, ridere, piangere e ringraziare il Cielo. I custodi entrarono nel salone seguiti dai poliziotti, che subito aiutarono i più in difficoltà. Due dei custodi si avvicinarono a Dacey e ad Altea, aiutando il povero Ottan ferito. Il giornalista fu portato in un camerino e medicato da un dottore che era presente all'inaugurazione. “Non è una ferita grave...” disse “... vi coniglio però di andare in ospedale...” ad Ottan che nel frattempo aveva ripreso conoscenza. Ernot intanto si era avvicinato a Vivian. “State bene?” Fissandola. “Perchè non mi avete detto di essere una spadaccina di professione?” Stupito. Anche Marwel, dall'altra parte della sala, vedeva la situazione ormai rasserenata. “Venite, vi accompagno fuori...” disse il ragazzo dagli occhi scuri. |
Gaynor lasciò il Palazzo dei Gigli e tornò alla sua bottega, che vista l'ora era ancora chiusa.
La città infatti si stava destando dalla notte appena trascorsa e i primi negozi cominciavano ad aprire porte e battenti. Tuttavia molti poliziotti correvano verso la sede della Taddeus, dato il clamore suscitato dai tragici fatti appena conclusisi. |
" Certo" verso il dottore, rassicurata dalla sue parole, " vedrò di portarcelo subito. Ho la carrozza qua fuori."
Mi accorsi che Ottan si era ripreso. " Ce la fate a camminare? Appoggiatevi a me, ora andiamo in ospedale e vi sentirete meglio" |
Per fortuna dei custodi vennero in nostro aiuto, con molta discrezione aspettai notizie su quel ragazzo..il solo pensiero, comunque, di fronteggiare quella situazione in casa mi desto' da tutto questo. Chiesi un thè per rilassarmi, dopo avuto notizie del ragazzo sarei tornata a casa.."Io abito in periferia, a Palazzo delle Ginestre milady Dacey..siete la benvenuta quando vorrete". Dopo finito il the mi congedai ma prima di andarmene chiesi ad un cameriere..."Scusate, ma Milord Taddei non doveva venire in ritardo? Mi hanno detto non ama frequentare le case altrui, quando potrebbe darmi udienza?"....che uomo pretenzioso.
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Fu una notte lunga, appassionata, fatta di baci e carezze, che resero le lenzuola calde e intrise del nostro profumo, fin quando a mattinate ci addormentammo.
Quel sogno. Così strano, inquietante, che mi fece svegliare di colpo, ansimante per l'agitazione. Istintivamente mi voltai verso Theris, vedendo che dormiva ancora, accanto a me. Respirai profondamente cercando di calmarmi e scacciare le immagini e l'inquietudine di quel sogno, rifugiandomi sul suo petto fra le sue braccia. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Terminato il discorso, l'uomo mi fece una proposta. Avevo un'altra scelta da fare e sentivo di dovergli dare una risposta immediata. Sorrisi all'uomo senza provare più paura. Volevo la libertà, ma desideravo anche potermela mantenere.
"Verrò a lavorare per voi, signore..." |
Tutto era accaduto così velocemente e con così tanto terrore negli occhi di tutti che quasi Marwel smise di respirare.
Aveva il fiato corto e gli occhi lucidi e impauriti, come un giovane cervo braccato dal cacciatore. Un uomo era stato pugnalato alla spalla e due giovani donne l'avevano soccorso sporcandosi le mani di sangue. Poi il buio. All'improvviso. Strinse il braccio del giovane sconosciuto, come se volesse appendersi a qualcosa di reale in mezzo a quello che sembrava un incubo. Sentiva il battito del suo cuore pulsarle nelle orecchie tanto forte era il suono che provocava battendole nel petto. La luce di una lampada illuminò tre cadaveri appesi per il collo. Ella si voltò, si portò una mano alla bocca e in men che non si dica le sue dita si bagnarono di lacrime. Il trambusto finì solo quando tutti i delinquenti che erano presenti in quella sala finirono la loro vita sul pavimento. Il ragazzo le chiese di seguirlo fuori ed ella, ancora shoccata da ciò che aveva veduto, lo seguì barcollando. Dopo qualche passo però, sentì mancare il fiato. Appoggiò una mano all'altezza del seno e l'altra sulla fronte, poi sussurrò: "Credo di non sentirmi bene" e svenne. |
Arrivai alla bottega, la cui porta era ancora chiusa. La aprii ed entrai, salendo al piano di sopra e trovando nonna come al solito già sveglia.
"Buongiorno Betty" la salutai dandole un bacio sulla guancia "Mi spiace aver passato tutto il giorno e la notte fuori, ma non puoi credere cosa è successo..." dissi raccontandole tutto per filo e per segno. "Chissà se riusciranno a scoprire come sono realmente andate le cose..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Tutto si era placato, a mano a mano anche il battito del mio cuore tornò normale, anche se arricchito da una nuova e incredibile sensazione a cui non sapevo dare un nome.
Una volta rimesse le scarpe, mi avvicinai ad un tavolo ancora imbandito, e mi versai da bere dell'ottimo spumante. Mi si avvicinò Ernot, e decisi che era il momento di dire la verità. "Perché non lo sapevo..." Risposi, con un leggero sospiro per poi portare il bicchiere alle labbra e svuotarlo piano, assaporandone intensamente il sapore, beandomi della sensazione frizzantina che mi dava, mentre lo sentivo entrare in circolo. "O meglio, lo sospettavo..." Sospirando nuovamente "Non vi ho detto tutto riguardo alla mia ricerca, perché ecco.. Temevo di essere presa per pazza.." Voltandosi verso Ernot. "Io so a chi appartiene Damasgrada.." Portando la mano all'elsa "A me.. Di questo sono sicura, non so come spiegarlo, ma è così..." Sorridendo piano, un sorriso malinconico e misteriosa. "Il problema è che non ho idea di chi io sia..." Confessai infine "Per quanto assurdo possa sembrare, mi sono svegliata un paio di giorni fa su una spiaggia poco lontano da qui... Tutto ciò che avevo era lei... E diciamo che il modo in cui mi sono accorta che non solo era mia ma che la sapevo anche usare.. Beh, non è stato molto legale, erano due brutti ceffi che pensavano fosse il loro giorno fortunato..." Alzando le spalle "una ragazza sola, con ciò che rimane di un vestito addosso... Insomma hanno avuto una pessima idea..." Dissi solo, con noncuranza. "Vivian non è il mio nome.." ammisi infine "Ma non ho idea di quale sia.... non so più nulla.." abbassando lo sguardo. "L'unico indizio che ho è lei.." sfiorando dolcemente l'elsa della spada con la mano sinistra "E ora so per certo..." guardandomi attorno "Che non ce l'avevo per bellezza... è come se il mio corpo non avesse dimenticato, ma la mia mente sì.." versandomi nuovamente da bere. "Ora sapete tutta la verità, spero capirete perché in un primo momento non ho detto nulla.." con un sorriso di scuse. |
Albeggiava e tra le tendine della finestra filtravano i primi e rosati bagliori del nuovo giorno.
Dopo quel sogno inquietante ed assurdo, Gwen si strinse al suo Theris, che ancora dormiva sereno. I due restarono così, a lungo, fino a quando lui cominciò a svegliarsi pian piano. “Ehi, buongiorno...” disse poi stiracchiandosi ed abbracciando sua moglie. |
“Benissimo.” Disse annuendo il misterioso uomo a Nyoko, senza però tradire emozioni particolari. “Allora possiamo proseguire.”
Il cocchiere frustò i cavalli e la carrozza riprese il suo cammino. Proseguirono per un po' nella brughiera, fino a quando dal finestrino Nyoko intravide un castello che si stagliava austero nell'albeggiare. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...a262713bd6.jpg |
L'alba rosata e la vicinanza di Theris mi rincuorarono e un po' mi fecero riprendere dal sogno.
A poco a poco lui si svegliò ed io mi lasciai abbracciare. "Buongiorno..." sussurrai, accarezzando il suo viso. Volevo parlargli del sogno, ma pensavo che non sarebbe stato prudente finché eravamo ancora lì, così avrei aspettato che ce ne fossimo prima andati. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ottan annuì a Dacey e col suo aiuto e con quello di uno dei custodi raggiunse la carrozza della dama.
Poi i due partirono verso il più vicino ospedale. Qui il giornalista fu medicato e poco dopo lasciò l'ospedale con Dacey. “Vi sono debitore...” disse durante il tragitto a lei “... ma badate che continuando così mi potrei abituare alle vostre attenzioni.” Ridendo. “Comunque mi spiace che a causa mia abbiate perso l'occasione di poter discutere di lavoro col capo della Taddeus...” |
" Ma che dite... Pensate che io sia così cinica da preferire il denaro ad una vita? E poi con tutto quel trambusto non credo fosse il caso di parlare di investimenti e industria... "
Anche perché ancora non avevo capito se il padrone della Taddeus fosse arrivato alla fine. " Ci sarà un'altra occasione" con un piccolo sorriso, " ora vi riporto a casa. Dovete riposare" |
“Madama...” disse uno dei domestici ad Altea “... non so cosa dirvi... il capo doveva essere qui da un pezzo... ora perdonatemi, ma con tutto questo caos devo aiutare gli altri... laggiù c'è il signor Ernot...” indicandolo “... parlatene con lui, saprà di certo aiutarvi...”
Ernot era poco distante, a discutere con Vivian. “Dunque...” stupito “... mi state dicendo che avete perso la memoria? Che non ricordate più nulla? Neanche chi siete?” Fissando la bionda ragazza prima e la sua spada poi. In quel momento però, con fare chiassoso, entrarono l'ispettore Ozzillon, il tenente Lion e vari poliziotti. |
“Dimmi...” disse Theris stringendo Gwen e godendosi quel dolce risveglio accanto a lei “... hai riposato bene? Magari mi hai sognato...” sorridendo.
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Ottan sorrise.
Infine la carrozza di Dacey lo riportò a casa. “Grazie ancora...” disse lui scendendo dalla vettura “... e ricordate che mi siete debitrice di una notizia da prima pagina.” Ridendo. “Ah, vale sempre la mia proposta di corteggiamento.” Divertito. |
Risi appena, senza mostrare che in realtà mi ero rabbuiata ripensando al sogno, e lo baciai dolcemente.
"Quanto sei egocentrico..." sussurrai sulle sue labbra, a cui seguì una leggera risata argentina. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ma quanti uomini aveva a disposizione questo Milord? Mi incamminai verso l' uomo indicato..questo Lord Taddei stava suscitando troppo il mio interesse e .. era pericoloso. Ad un tratto a terra vidi un fiore nero e lo raccolsi stupita .. era un fiore strano e lo infilai nella scollatura. Stavo per parlare ma arrivò un uomo sbraitando con dei poliziotti..Non ne avrei ricavato nulla, e avrei dovuto scrivergli una seconda lettera che forse non avrebbe letto o forse sì..sperando non iniziassi una corrispondenza equivoca..la qual cosa era intrigante. Rimasi in disparte ad ascoltare i poliziotti.
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“Io...” disse Theris, fingendosi stupito, per poi baciare Gwen “... egocentrico? Beh, magari dopo la notte appena trascorsa merito un simile titolo, no?” Facendole l'occhiolino. “Oh, dimenticavo siamo ospiti qui... credo sia il caso di andare a fare colazione col professore...”
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Sebbene sembrasse essersi ripreso non ero tranquilla e sicura che stesse bene.
" Avete qualcuno in casa che può aiutarvi? " chiesi una volta giunti a destinazione. " Sempre alla ricerca della notizia voi... Non temete, pago sempre i debiti, qualunque essi siano ." Non poteva essere serio quando parlava di una proposta, mi dissi tra me e me. " Ci penserò non temete>> risposi quindi con fare anch'esso divertito. |
Risi maliziosamente, stringendolo a me.
"Solo per questa volta, però..." sussurrai con un malizioso sorriso sulle sue labbra. "Già, forse dovremmo andare..." dissi poi. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Annuii a Ernot.
"Già.." sospirai "Proprio così.." scuotendo la testa malinconica. "Ed è assurdo perché potrei elencarvi i migliori vini della zona, i libri che ho letto, date e nomi storici... ma non so niente di me.. né il mio nome, né la mia storia... niente di niente.." cercando di nascondere la profonda malinconia che si impossessava di me se mi fermavo a pensare portando il bicchiere alle labbra. "Un crudele scherzo del destino..." scuotendo la testa "l'unico indizio che ho è la spada.." sospirai di nuovo. Poi arrivarono i gendarmi. "Il vostro capo non è arrivato alla fine.." constatai "Immagino tocchi a voi parlare con la polizia, dunque..." sorridendo "Vi ringrazio immensamente per la vostra disponibilità e gentilezza.. spero vorrete continuare ad aiutarmi in questa ricerca.." guardai i poliziotti "Ora immagino avrete cose più importanti da fare che stare a sentire me.." sorridendo. |
“No, vivo da solo...” disse Ottan a Dacey “... volete proporvi come infermiera?” Ridendo.
Il giornalista era un uomo pacato, a modo, sveglio ma per niente superbo. “Suvvia, un sorriso lo merito? Dopotutto ho rischiato di morire.” Divertito. |
Altea si avvicinò ad Ernot, sempre in compagnia di Vivian, ma un attimo dopo arrivarono i poliziotti.
“Non temete, se dovete andare non vi tratterrò...” disse l'uomo alla spadaccina senza nome “... mi spiace il capo non sia giunto in tempo... magari se tornerete stasera riuscirete ad incontrarlo... a presto spero.” Poi si avvicinò a lui l'ispettore Ozzillon. “Sono l'ispettore capo Ozzillon...” questi “... devo farvi alcune domande...”. “Si, certo...” annuì Ernot. |
" Temo di non essere all'altezza del ruolo"
Gli uomini muoiono nelle mie mani, pensai con un sospiro. " Si, posso concedervi un sorriso ma devo anche rimproveravi. Avete rischiato tutto pur sapendo che non potevate farcela contro tutti quei maledetti ladri" |
Theris baciò ancora Gwen, per poi alzarsi, lavarsi e vestirsi.
“Appena sarai pronta raggiungeremo il professore per la colazione...” disse “... comunque non mi hai detto che impressione ti ha fatto... io credo sia un uomo eccezionale...” |
Sorrisi ad Ernot.
"Oh io non ho nessun impegno..." Divertita "Ero io che non volevo trattenere voi.." Con un gentile cenno del capo. Lo vidi andare verso i poliziotti, e infine restai sola. A quel punto mi concessi di pensare a quanto era successo quella notte. Chi erano quei tizi? Certo immaginai fossero quelli della sera precedente. Chi era l'Angelo della Morte? Mi guardai in giro, dove era pieno di cadaveri. Mi aveva visto? Si era accorto di non ballare da solo? |
“Be, dovevo proteggervi...” disse Ottan a Dacey “... dopotutto siete la mia notizia da prima pagina.” Ridendo. “Posso invitarvi ad entrare? Per fare colazione? Non mi va di mangiare da solo... su, farete la buona azione quotidiana...”
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Un altro bacio e poi entrambi ci alzammo per prepararci.
Quelle parole di Theris, ed io mi voltai, con la scusa di controllare i capelli allo specchio. "Sì... Sorprendente..." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ozzillon cominciò a fare domande a raffica al povero Ernot, mentre Vivian si era opportunamente allontanata, restando a pensare in mezzo ai cadaveri che venivano portati via ed agli ultimi invitati che lasciavano il palazzo.
Ad un tratto le si avvicinò Bafon. “Avete l'abito sporco di sangue...” disse alla ragazza “... non è un bel vedere. Sicura di non essere ferita?” |
" Proteggere me? Non eravate tenuto a farlo..."
Nessuno lo aveva mai fatto per me. " Siete fortunato che tutta questa folle serata mi ha messo appetito" scendendo anche io dalla carrozza. In realtà ero contenta dell'invito. |
La donna si allontanò e io mi avvicinai, mentre l' uomo parlava decisi di scrivere una seconda lettera dove mi presentai e dissi pure di essere la vedova del professor Antone de Guillot e necessitavo un appuntamento con lui per parlare pure dei fatti alla festa. Sorridendo presi una rosa screziata bianca e rossa e la sigillai con la lettera, mi avvicinai per consegnarla.
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Quando furono pronti, Gwen e Theris uscirono dalla stanza e raggiunsero il salotto, dove il professore li attendeva per la colazione.
“Buongiorno, ragazzi.” Disse lui sorridendo. “Vi attendevo per la colazione. Venite, queste focacce meritano di essere assaggiate...” ridendo “... spero abbiate trascorso una serena notte...” “Si, grazie, professore.” Annuì Theris. In quel momento Gwen notò che l'uomo aveva sul tavolo uno di quei libelli letti anche da Theris. |
Quando scendemmo trovammo il professore ad aspettarci.
Mentre mi sedevo, vidi che sul tavolo c'era un libello uguale a quello di Theris, ma cercai di non farci caso. Mi chiedevo quale fosse la posizione di Ordifren in tutto questo, anche se ovviamente sapevo che era a favore. Nel frattempo iniziai tranquilla a mangiare. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
L'arrivo di Bafon mi destò dai miei pensieri.
Trasalii. "Oh, il mio povero vestito.." sospirai, guardando le macchie di sangue. E io dovevo attraversare la città in quel modo? "Ditemi, avete una toeletta dove possa cercare di pulirlo? Dopotutto è ancora fresco, e il sangue se preso in tempo con l'acqua gelida va via che è una bellezza.." dissi, sorridendo. Non volevo indagare su come sapessi certe cose. Ma qualcosa mi diceva che se lo sapevo, allora doveva essere vero. "Vorrei evitare di attraversare la città così.." con sguardo implorante. Poi mi resi conto che si era sincerato che non fossi ferita. "No, io.." cercai di squadrarmi, non mi ricordavo di essere stata colpita, ma dopotutto nella foga poteva essermi sfuggito "No, non sono ferita, non temete.." sorrisi "Dev'essere schizzato del sangue dei malviventi..". Che dopotutto era la verità. |
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