Hiss annuì e fece salire Altea sulle sue spalle, così che lei ritornasse, attraverso il foro, nella fossa biologica della torre.
Qui però lei non vide nessuno.
Chi dunque aveva ucciso il custode e perchè?

Andammo al bar, ordinammo la nostra cena e iniziammo a mangiare.
Lo guardai e accarezzai il suo viso, la pelle morbida, la barba appena pungente.
Sì, eravamo di nuovo noi.
Di nuovo insieme.
"No, mai più, l'ho promesso" gli dissi, guardando i suoi occhi scuri e vellutati.

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Non vi era nessuno e furtivamente presi i due picconi e mi calai giù.. "Non c'era nessuno.. Impossibile.. E se fosse scappato poi dal passaggio segreto dalla torre come detto?" porgendo ad Hiss il piccone.

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Cristiano annuì a Destresya e spostò le prime 7 pietre.
un attimo dopo la parete si aprì, come una porta scorrevole.
"Bingo." Disse lui facendo l'occhiolino a lei.

Altea calò i due picconi, poi Hiss le fece segno di scedere che lui l'avrebbe aiutata.
Raggiunsero la grata e con i picconi la fecero saltare.
Sotto c'era una sorta di cunicolo.

Elv annuì a Gwen e le strinse la mano.
La sera era ormai giunta e non mancava molto all'ora in cui tutti saranno andati a dormire nel castello.
Poi avrebbero potuto raggiungere la galleria per la loro caccia al presunto fantasma.

Trattenni il fiato mentre lui spostava le pietre.
Era sicuramente la cosa più elettrizzante che avessi mai fatto, e non potevo certo annoverare molte giornate noiose nella mia vita da star.
Ma quello era molto di più.
Era qualcosa di antico e affascinante, che mi scuoteva nel profondo.
Poi, qualcosa si mosse, e la parete si aprì, come una porta scorrevole.
Fissai Cristiano con due occhioni esaltati.
"Beh, siamo arrivati fin qui..." con la voce di una bambina che vuole fare una marachella "Andiamo?" azzardai, indicando con un cenno del capo la parete ormai aperta.

Con forza riuscimmo ad aprire la grata.. "Ora dobbiamo stare attenti amore.. Siamo armati di piccone" e gli porsi la pistola "Scendiamo. Io faccio luce e stiamo vicino" pronta a scendere.

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Sorrisi quando strinse la mia mano.
Un enorme peso si era sollevato dal mio petto.
Un peso greve, fastidioso, che ora era svanito, spazzato via dal suo sorriso e dai suoi occhi neri.
Arrivò la sera e avrebbe avremmo potuto attuare il nostro piano.
"Non manca molto, ormai..." dissi piano, quasi in un pensiero ad alta voce.

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Hiss ed Altea tornarono sulla grata e cominciarono a colpirla con ipicconi.
Cedette e lui la spostò.
Allora si calarono in quello che sembrava un cunicolo.
Alla fine di esso vi era un'altra galleria.
La percorsero e fu un bel tratto.
Dopo circa una mezz'ora arrivarono davanti ad una porta di ferro chiusa dall'esterno.
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