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Bussai velocemente alla porta e senza aspettare risposta entrai trovando Svevos e Dauna.
Li guardai facendomi coraggio e confessai tutto. << Mi dispiace, non ho potuto fare altro... Io credevo davvero che Jean fosse un brav'uomo... Ho riposto la mia fiducia sulla persona con cui devo condividere la vita ma ho fatto male. Dovete andarvene, subito. Approfittate del trambusto per la mia partenza s andatevene. Voi che potete lasciare questo castello fatelo. Io partirò come previsto dal piano ma almeno voi sarete al sicuro lontani da questo castello e dalla crudeltà del barone e della sua corte.>> Di sicuro avevo deluso quelle due persone, avevo anche deluso me stessa. La prigionia mi stava cambiando, non sapevo più di chi fidarmi, se fidarmi. Non vedevo una via d'uscita dalla mia prigione, mi sentivo arresa al destino, non avevo più la forza per lottare ma dovevo farlo , almeno per salvare la vita a due innocenti. << Ho commesso un grande errore e non sono degna di chiedervi nulla ma... Quando tornerete a casa se dovreste incontrare qualche mercante della mia terra, raccontagli di me, ditegli che sono un ostaggio presso il Barone Ferico, ditegli che sono obbligata a sposare un uomo altrimenti finirò per diventare la sgualdrina del barone. Ditegli di andare da mio padre, implorandolo di venire a salvarmi. Vi prego >> Il mio era un appello dettato dalla disperazione, dalla delusione e l' incertezza sull'avvenire. Sapevo che era un appello che probabilmente sarebbe andato a vuoto ma dovevo tentare. << Ora devo andare o potrebbero insospettirsi. Buona fortuna >> e rapida come ero entrata uscii, per raggiungere la mia stanza. Betta non c'era e fu allora che ricordai fi aver udito il Maresciallo che la chiamava. Strano. Forse non era nulla, non dovevo pensare che ogni fatto potesse essere sospetto, vivere nella paranoia mi avrebbe fatto finire nella pazzia. Non sapendo bene la durata del viaggio cercai di preparare i miei bagagli con premura, rigorosamente con abiti del mio paese, così quel mercante non avrebbe avuto problemi a trattare con me già di primo impatto. Quando terminai però mi resi conto che Betta mancava da troppo tempo, inarcai le sopracciglia pensierosa e la chiamai a gran voce. |
Come mi aspettavo, non riuscii a riprendere sonno.
Dopo il sogno che avevo fatto, quel senso di inquietudine, di angoscia e di paura non mi abbandonava. A tutto ciò si unirono degli strani lamenti, forse per effetto del vento che soffiava fuori. Si udivano lamenti, pianti, risate, voci tormentate e a volte anche grugniti, come se uomini e animali facessero parte di un unico terrificante essere, per non parlare delle macabre ombre che danzavano sulle pareti proiettate dalla luce debole della Luna. Iniziai poi ad udire come dei pianti di bambini, come se ci fossero dei bambini a piangere impauriti da quelle ombre cupe e sinistre che avvolgevano il castello. Ed io capii che cosa voleva dire Josephine riguardo le ombre della notte. |
Lanciai un'occhiataccia ad Estea, per poi alzare gli occhi al cielo.
"Ma no, scema..." vagamente divertita, per poi perdere lo sguardo lontano, verso un punto indefinito. "Lo amavo..." dissi piano, con voce lontana "Tanto tempo fa... ma lui amava un'altra ragazza, bellissima, raffinata, colta.. una vera dama.." con una smorfia. Quello che tu non sarai mai... "Non mi ha mai guardato, avremo parlato giusto un paio di volte, ero invisibile... ma io non riuscivo a liberarmene, per quanto ci provassi, e la cosa mi ha distrutto... giorno dopo giorno..questo è il vortice di cui parlo: l'amore non corrisposto ti succhia via l'anima, ti fa a pezzi il cuore in modi che nemmeno credevi fossero possibili... quando sono scappata lasciandomi dietro la mia vecchia vita, poco prima di incontrare gli altri ho giurato a me stessa che non avrei più permesso a nessuno di farmi così male, tantomeno a lui.. anche se, naturalmente non posso prendermela con lui, che non ha fatto niente di male...." sospirai "Però sì, uccidendolo spero che tutto quel passato muoia con lui... se poi ci possiamo anche guadagnare meglio ancora, no?" facendo l'occhiolino alla mia amica. Poi si tornò a parlare della missione, e mi indicò una locanda. "Sì, mi sembra un'ottima idea... almeno berremo anche qualcosa.." sorridendo. Poi ci avviammo verso la locanda. |
Citazione:
Ormai era buio, ma perchè preoccuparmi...ero sempre andata per il bosco e al buio...perchè ora doveva essere un problema. Avrei potuto andare da Alvaro, ma lui si era iscritto al torneo...semmai fossi andata nel covo dei briganti lui avrebbe avuto pericoli se ci fosse entrato..ma forse..unire loro a me e a lui ci avrebbero aiutato a capirne di più. Una luce apparve nel bosco...dovevo rischiare o tornare nella rocca? Ormai ero in gioco...estrassi la spada...e non scesi da Cruz, alzai la guardia e andai verso la luce. |
Svevos e sua madre ascoltarono ogni parola di Dacey.
Alla fine il cavaliere apparve indignato. "Che sciocco a fidarmi di voi..." disse alla principessa. "Non essere oltremodo duro con lei..." Dauna a suo figlio "... è vittima come noi della crudeltà del barone..."guardò Dacey "... grazie di averci avvertito..." e accarezzò il bel viso della ragazza egea. Poi Dacey tornò nella sua camera. Stranamente di Betta non si avevano notizie. La principessa chiamò e dopo qualche istante Betta finalmente arrivò. "Milady ha chiamato?" Con un inchino. |
"Gwen..." disse all'improvviso una voce debole e lamentosa che proveniva da fuori "... Gwen..." ancora.
A tratti sembrava la voce di un bambino che chiamava. "Gwen..." di nuovo "... Gwen..." stavolta la voce pareva essere mutata "... Gwen..." era Emon che chiamava da fuori. |
<<Dove eravate? Che voleva il Maresciallo da voi?>> chiesi alla serva quando finalmente arrivò
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Ad un tratto, una voce.
Una vera però, sopra tutte le altre, che appariva però a tratti lamentosa e debole. Poi mutò. Era la voce di Emon. "Emon!" esclamai, affacciandomi "Grazie al Cielo, sei tu? Stai bene?" |
"Attenta solo che non sia lui ad uccidere te." Disse Estea a Clio.
Le due donne entrarono poi nella locanda. Era ormai molto tardi ma nonostante ciò il locale non era vuoto. Diversi individui affollavano infatti la locanda, molti dei quali erano cavalieri e scudieri. Le due mercenarie si sedettero ad uno dei tavoli ed Estea ordinò da mangiare e da bere. "Due belle ragazze tutte sole?" Avvicinandosi al tavolo un cavaliere. "Beh, immagino vogliate compagnia, no?" Sedendosi con loro, pur senza essere stato invitato. |
Altea si avvicinò a quella luce e si accorse che proveniva da una piccola ed isolata casa nel bosco.
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