Theris era già andato via ed entrai nel panico più totale.
"Theris è uscito, credo abbia delle brutte intenzioni verso il dottore, devo fermarlo. Sapete dov'è andato?" dissi io, con fretta.
Ci mancava solo che arrivassi tardi e non riuscivo ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere.

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Ma che diamine stava accadendo...presi una pistola..e continuai a cercarla "Chiamate la polizia..e altri vengano con me a cercare Petronilla..." dissi alla servitù, dovevo essere calma.

“E' molto tardi e non so se il proprietario potrà ricevervi, madama.” Disse Elfin a Dacey. “Però se volete posso mostrarvi il palazzo... prego, seguitemi...” cordialmente.

Meglio di niente, pensai, per lo meno il mio viaggio fin li non sarebbe stato a vuoto.

Annuii al segretario come a ringraziarlo per la proposta e quindi insieme ad Ottan lo seguii all'intento.

" Quanti anni ha il Palazzo?" procedendo, " e perdonate la curiosità ma... Come fare a farvi comprendere dalla servitù? Ci é parso di intuire che non capiscono questa lingua" spiegai iniziando a guardarmi sempre più intorno

“Brutte intenzioni...” disse Frediana a Gwen “... cosa intendete dire, damigella?” Fissandola.

Sbuffai infastidita.
"Se non potete, o non volete, essermi di aiuto, farò da sola" sbottai, uscendo dal palazzo in cerca di Theris

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“Bene, finalmente un atto di volontà.” Disse sorridendo Seth a Nyoko. “E sia, camminiamo!” Esclamò.
Così i due cominciarono a passeggiare per la campagna, in una sera calda e silenziosa.
I grilli cantavano tra le foglie, mentre le luci lontane della città tingevano il firmamento di un vago alone.
Raggiunsero un ponticello ed oltre il quale notarono l'insegna di una locanda.
“Ti è venuta fame?” Seth alla ragazza.

Vivian ritornò nella sua stanza, col suo bellissimo abito addosso.
Ad un tratto qualcuno bussò alla sua porta.

Sorrisi alla domanda di Seth. E annuì. In effetti mi rra venuta una leggera fame, camminando.

Tornai nella mia stanza, indecisa su cosa fare o meno.
Forse ne avrebbe avuto per tutta la sera, o magari invece no.
Alla fine, decisi di aspettare, senza cambiarmi.
Sospirai, sedendomi sulla poltroncina vicino alla finestra, lasciando lo sguardo vagare sul giardino.
Poi dopo un po' qualcuno bussò alla porta, così mi alzai e andai ad aprire.