Camelot, la patria della cavalleria

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-   -   La Sinfonia dell'incantato Verziere di Chanty (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=2090)

Talia 20-06-2013 01.37.16

Scendemmo dunque dal treno, per poi vederlo ripartire a tutta velocità...
mi guardai intorno...
la stazione in cui ci trovavamo era molto piccola, con due soli binari uno accanto all’altro e una polverosa stradina che la costeggiava sul lato opposto di una semplice pensilina...
tutto intorno non si vedeva che campagna... nessuna casa, nessun villaggio e non un’anima viva c’era in giro in quella calda ora del primissimo pomeriggio...
le colline che ci circondavano, chiudendo l’orizzonte intorno a noi, erano verdi e dorate...
il vento spazzava la strada per poi giungere, in volute, ad invadere di polvere la banchina di legno sulla quale ci trovavamo...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 55275)
“Questo viaggio spero non diventi lungo e complicato...” sedendosi lui su una panchina.

Sorrisi lievemente a quelle parole per poi andare a sedermi vicino a lui...
“Oh suvvia, Guisgard... ma dove è finito il suo senso dell’avventura? E sì che, da ciò che il buon Kuon mi aveva detto, mi era parso di capire che lei non ne fosse di certo sprovvisto...”
Gli lanciai un’occhiata obliqua per un momento, vagamente indagatrice...
poi di nuovo sorrisi, divertita...
“Eh, ma forse lei preferisce un altro genere di ‘avventure’, vero? Più... come dire... poù comode, confortevoli... non meno imprevedibili, forse, ma di certo meno polverose...” accennando alla strada di fronte a noi, per poi ridere piano.

Guisgard 20-06-2013 02.36.48

Guisgard fissò Talia.
“Ah...” disse “... davvero? Beh, in effetti mi sto chiedendo, anche insistentemente, cosa ci faccio qui, in questo strano viaggio, senza una meta apparente... con una bella ragazza...” facendole l'occhiolino “... quando invece si potrebbero impiegare molto meglio il tempo e le energie...” sorrise “... del resto, a quel che si dice, mio zio giunse a Chanty per inseguire un suo amore... io invece sono già in ottima compagnia e sinceramente non credo di poter trovare di meglio a Chanty o altrove...” si guardò attorno “... e devo dire che questo scenario mi ispira non poco... non so... immagino un bel casale... magari un agriturismo in un posto appartato... perchè no, tenuto da una giovane coppia... e noi che capitiamo lì all'improvviso, con la possibilità, essendo gli unici clienti, di scegliere la camera che più preferiamo... e la sera, davanti al fuoco del camino, i due sposini ci racconteranno la loro romantica storia, magari iniziata con una vigna piantata proprio dove ora sorge il loro casale... e ascoltandoli, quasi senza accorgercene, ci ritroveremmo mano nella mano...” la fissò “... ecco, questo è un tipo di avventura che non rifiuterei affatto...” la sua mano allora scivolò sulla panchina, fino a sfiorare quella di lei.
In quel momento si udì la corriera arrivare.
Guisgard si voltò a guardarla parcheggiare.
Era un mezzo abbastanza vecchio, sporco e pieno di ammaccature e graffi.
“I biglietti li fa lei?” Chiese al conducente.
“Si, certo.”
“Dov'è diretta?” Domandò poi Guisgard.
“Dipende.”
“Da cosa?”
“Dall'ultimo passeggero che scenderà.” Rispose il conducente.
“Siamo diretti a Sygma.” Fece Guisgard. “E' diretta lì la corriera, vero?”
“Se si vuole davvero raggiungere un luogo” disse il conducente “allora prima o poi si arriverà.”
Guisgard allora prese Talia per mano e insieme salirono sulla corriera che pochi minuti dopo ripartì.

Altea 20-06-2013 14.37.27

Osservai in silenzio la scena...un aprirsi e chiudersi della finestrella del portone di entrata...pure i frati francescani erano un pò insoliti in questo posto?...Chanty!
Finchè la porta si aprì e apparve un monaco vestito con il semplice saio marrone e ci fissava con uno strano sguardo...presi coraggio e pure la parola..."I miei saluti padre, spero almeno lei ci vorrà aiutare, una signora non ci ha nemmeno fatto entrare e ci ha indicato il vostro convento per avere un posto dove dormire stanotte...veniamo da Capomazda City e la nostra auto si è bloccata e abbiamo pure camminato molto...non sapevamo nemmeno il nome di questo luogo. E avremmo anche bisogno di un telefono, gentilmente.. il mio cellulare non funziona...cosa strana vero?" dissi mentre gli mostravo lo smartphone sorridendo.

Clio 20-06-2013 14.58.17

Ricambiai lo sguardo di Masan per un momento, per poi distoglierlo subito dopo.
"La ringrazio... Anzi.. Vi ringrazio, messere.. Credo che sia ora di prendere le abitudini di questo paese, così da non dare nell'occhio..".
Sorrisi, poi, immaginando Solder in un raffinato abito di seta, considerata la bravura del sarto, magari avrebbe addolcito anche lei.
Non mi sfuggì lo sguardo della donna, allora mi sbagliavo: non solo conosceva i Taddei, ma anche Capomazda.
Tuttavia, evitai di pronunciare parola o mostrare le mie emozioni.
Guardai Solder e Masan, con sguardo distante.
"Oh, andate a fare compere senza di me... La mia presenza vi è già abbastanza d'impiccio.." Con un sorriso gelido "..e la vostra compagnia, zia.. È di gran lunga più piacevole della loro...".
Mi voltai a guardare i due archeologi ancora una volta "...ci vedremo più tardi, allora.. E organizzeremo la nostra visita alla biblioteca..".
Li salutai con un cenno del capo e seguii Madama Oriana nel grande giardino.

elisabeth 20-06-2013 15.40.22

Gem...mi fece sorridere..." Non credo che io debba avere paura di te...magari dei tuoi sigari...."....gli feci una smorfia.....e in quel momento ci condussero in una grande sala....aveva ragione Gem..sembrava una stanza di tribunale........il tempo di guardarmi intorno...e arrivo' un tizio..alto....massiccio nella sua muscolatura........l'abbigliamento era da sballo.....guardavo lui e guardavo Gem......che meraviglia poter fare un paragone......la sicurezza e la spavalderia di Gem erano dettate si ,dal suo carattere..ma anche dal fatto che nella nostra epoca o almeno nella nostra citta' non si viveva una guerra quotidiana......il Signore li' davanti a me, credo che non poteva essere certo neanche delle sue decisioni....potevano tradirlo anche loro.......e mentre facevo tutte queste mie congetture.......le fatidiche domande..chi eravamo e da dove venivamo.......perfetto.....nel medioevo le donne non potevano essere esuberanti per cui nonostante il mio abbigliamento.....veramente...da barbona e credo francamente che neanche loro mi avrebbero voluta sotto i ponti...le scarpe col tacco mozzato erano la fine del mondo.......feci un passo indietro quasi coprendomi con il corpo di Gem.......e dandogli un piccolo pizzico..per fargli capire che avrebbe dovuto parlare......dissi solo......" Siamo solo degli artisti......alle volte non sappiamo neanche da quale citta' proveniamo "......feci un timido sorriso e calai il capo....

Talia 20-06-2013 17.06.04

Lo osservai in silenzio mentre parlava, scrutandolo con uno sguardo tra il sorpreso ed il divertito...
osservai i suoi e poi quella mano che, quasi distrattamente, scese verso la mia...
non mi mossi, tuttavia, e non dissi niente, limitandomi ad osservarlo con quello sguardo che avrebbe potuto significare mille cose...
E fu proprio allora che giunse la corriera...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 55292)
In quel momento si udì la corriera arrivare.
Guisgard si voltò a guardarla parcheggiare.
Era un mezzo abbastanza vecchio, sporco e pieno di ammaccature e graffi.
“I biglietti li fa lei?” Chiese al conducente.
“Si, certo.”
“Dov'è diretta?” Domandò poi Guisgard.
“Dipende.”
“Da cosa?”
“Dall'ultimo passeggero che scenderà.” Rispose il conducente.
“Siamo diretti a Sygma.” Fece Guisgard. “E' diretta lì la corriera, vero?”
“Se si vuole davvero raggiungere un luogo” disse il conducente “allora prima o poi si arriverà.”
Guisgard allora prese Talia per mano e insieme salirono sulla corriera che pochi minuti dopo ripartì.

Salimmo, dunque...
era un mezzo piuttosto vecchio, sgangherato e cigolante, con due file di sedili ai lati di uno stretto corridoio, le pareti di un rosso vagamente scrostato ed il tetto bianco.
Pagammo la tratta al conducente e la corriera ripartì...
Mi guardai per un momento intorno, per poi lasciarmi scivolare in uno dei sedili vicini al finestrino... ero vagamente affascinata da quel mezzo che sembrava uscire da un vecchio film, così com’ero incuriosita dalle risposte misteriose e vagamente filosofeggianti dell’uomo alla guida.
“Stavo pensando...” sussurrai poco, pianissimo, all’orecchio Guisgard “Che... non so... forse potremmo fare una prova e chiedere al conducente tra quanto tempo pensa che arriveremo a Chanty... cosa ne dice?”

Guisgard 20-06-2013 20.36.01

Il francescano fissò stupito Altea.
Si grattò poi il capo.
“Io non credo di comprendervi, fratelli...” disse poi “... parlate un linguaggio diverso... forse qualche nuova forma di volgare...” li fissò “... e di certo giungete da remote contrade... se vi occorre ospitalità qui ne troverete, naturalmente... ma vi avverto che l'asilo nei luoghi sacri per i criminali non è più riconosciuto qui a Chanty... dunque se siete fuggitivi, sappiate che potrebbero venire a prendervi anche qui...” fece loro cenno di entrare.
Li condusse così in un lungo corridoio, mostrando loro due celle separate.
“Qui potrete riposare...” fece il frate “... domani mattina incontrerete il priore... fate buon riposo, fratelli...” ed andò via.
Poco dopo, dall'altra parete, Altea sentì bussare.
Era Daiz che le parlava dall'altra cella.
“Sei sveglia, bellezza?” Chiese. “Cosa pensi di questo posto? E' impressione mia o sono tutti strani?”

Guisgard 20-06-2013 20.39.37

Prima di andare col servo di Oriana, Masan si avvicinò a Clio e prese la sua mano.
“Forse dovremmo restare uniti, Clio, non dividerci...” disse piano “... non conosciamo questo luogo e questa gente... e mi sento più al sicuro se restiamo tutti insieme...”
Si avvicinò allora Solder.
“La lasci perdere.” Con disprezzo. “Magari troveremo il modo di tornare nel nostro tempo, senza ritrovarci dietro questa ragazzina viziata. E' bastato un abito e qualche gioiello per farle montare la testa. Ora andiamo a trovare quel sarto.” Ed uscirono col servo.
“Andiamo,Clio.” Disse allora Oriana.
Le due uscirono così per la città.
Fisyem era una città baciata dal Sole e dal fresco vento che cingeva le colline circostanti.
La pietra rossa con cui le case, i palazzi e le chiese erano costruiti, col vivace riverbero del meriggio, sembrava assumere tonalità particolarissime, come se i riflessi e le ombre giocassero a rincorrersi sui muri.
Ad un tratto alcuni giovinastri si avvicinarono alle due donne.
Cominciarono così a motteggiare con rime e versi licenziosi.
Con un linguaggio scurrile e volgare.
“Oh, ma lasciateci in pace!” Urlò Oriana.
Ma quelli in cerchio camminavano intorno alle due.

Guisgard 20-06-2013 20.49.10

“Interessante...” disse Guidox a quelle parole di Elisabeth “... sicché siete artisti senza patria, senza abiti decenti e senza neanche un passato.”
“In verità” fece Gem “veniamo da Capomazda.”
“Non conosco quel luogo.” Fissandolo Guidox.
“Si, credo sia molto distante da qui.” Annuì il pilota. “Visto che neanche noi conoscevamo questo regno.”
“E come ci siete giunti?”
“Per caso.”
“Artisti itineranti, dunque.”
“Si.”
“Beh, forse siete stati fortunati ad arrivare qui.”
“Davvero?”
“Si...” annuì Guidox “... gli artisti sono un'ottima arma di propaganda. Con il sarcasmo, l'ironia, la satira, possono aizzare le folle, instaurare il germe del caos e del disordine. Il popolo è per sua natura suscettibile alle bugie e alle menzogne, specie se fantastiche. E chi potrebbe convincere il popolo di cose fantastiche se non dei buffoni itineranti?”
Gem lo guardò senza dire nulla.
“Naturalmente sarete pagati.” Mormorò poi Guidox.

Guisgard 20-06-2013 20.58.04

“Beh, dico” disse Guisgard a Talia “che per prima cosa dovremmo calarci in quella parte di cui discutemmo, no?” Sorrise. “Visto che dobbiamo fingere... no, non mi piace... direi... si, giocare ad essere fidanzati, direi che possiamo darci del tu... vero?” Le fece l'occhiolino. “Comunque hai ragione... capo!” Rivolgendosi al conducente. “Fra quanto saremo a Sygma?”
“Mi spiace...” fissandolo dallo specchietto retrovisore “... è vietato parlare al conducente.” Indicando il cartello accanto a lui.
“Questa poi...” mormorò Guisgard appoggiandosi allo schienale del suo posto “... come non detto...” e fissò Talia.
Guardò poi fuori dal finestrino.
“Cosa diremo a chi ci chiederà del nostro primo incontro?” Tornando a guardarla. “Questa è la domanda che la gente fa di più quando vede una coppia. Tu cosa ne pensi? Possiamo esserci conosciuti in una chat, così da poter dire di avere il destino dalla nostra parte... oppure possiamo esserci conosciuti ad un concerto, o in teatro... o magari quando tu eri una commessa in una gioielleria ed io entrai per comprare un regalo alla mia ragazza... ma poi, vedendoti, mi sono folgorato e l'ho dato a te quel regalo...” guardò allora verso il conducente “... è possibile avere un po' di musica almeno, capo?”
Il conducente allora accese lo stereo.
E così, sulle note di quella vecchia canzone, la corriera attraversava quel paesaggio fatto di colline aspre e verdeggianti, passando poi ad altre più dolci, tappezzate di colori e tinte diverse, un po' pastello e fiabesche, mentre qualche casale qui e là cominciava a spuntare da quello scenario.
Ma appena quella canzone terminò, la corriera si fermò di colpo.


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