Camelot, la patria della cavalleria

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Melisendra 28-06-2011 02.27.02

Sorrisi, continuando a camminare al suo fianco.
"Non vi stancate mai di scherzare!" guardai con curiosità una casetta in lontananza, verso la quale sembrava ci stessimo dirigendo. "Trovo improbabile che mi fermerò a Capomazda, se tutto andrà bene..." la speranza non mi avrebbe mai abbandonata. "Sono sempre stata nomade... spostarmi non mi ha mai stancata, ma forse per Uriel lo farò quando troverò il posto giusto."
Un volta prossimi alla casa, Guisgard emise un fischiettio e ci accolse un bambino, poco più grande di Uriel.
Sorrisi, nel vederlo mi assalì la nostalgia.
"Salve, piccolo..." lo salutai, sorridendo. "Abiti qui tutto solo?"
Superammo la soglia di casa e mi guardai intorno, alla fioca luce delle candele.

Guisgard 28-06-2011 02.51.19

“Si, milady.” Disse Gavron annuendo. “Vivo qui da solo. Ora vado a preparavi il bagno.”
Si allontanò per poi tornare dopo qualche minuto.
“La tinozza è pronta, milady.” Sorridendo Gavron.
“Non hai nulla per togliere la sete?” Domandò Guisgard mentre cercava nella grande credenza della stanza.
“Ho del succo di mele in cantina.” Rispose Gavron. “E forse anche di ciliegie. Ora vado a vedere.”
“Lascia perdere.” Lo fermò Guisgard. “L’acqua andrà benissimo...”
“E’ molto bella.” Disse il bambino una volta rimasto solo col cavaliere.
Guisgard annui.
“Finalmente vi siete deciso!” Sorridendo il piccolo. “Bene, bene!”
“Di cosa parli?” Domandò.
“Della bella signora.”
Guisgard lo guardò perplesso.
“Un cavaliere che si rispetti deve avere una dama.” Fece Gavron. “Voi forse eravate l’unico cavaliere ad esserne sprovvisto nel reame.”
“E cosa sarebbe una dama?” Chiese Guisgard. “Un fazzoletto? Un bottone?”
“Beh, un cavaliere senza dama è come…”
“E’ come un bambino con la lingua troppo lunga!” Lo interruppe Guisgard. “Lady Melisendra è andata a fare il bagno?”
Gavron annuì.
“Bene… è molto stanca, appena avrà finito le mostrerai dove dormire…” disse alzandosi e dirigendosi verso la porta.
“E voi non avete sonno?” Chiese.
“Beh, l’hai detto tu, no? Un vero cavaliere non dorme mai!” Rispose divertito.
Uscì dalla casa e si sdraiò sulla staccionata, restando a fissare il cielo notturno di Capomazda, tra inquietudini ed una velata malinconia.

Melisendra 28-06-2011 03.38.51

Seguii Gavron in una stanza e sistemammo la tinozza dietro un paravento.
Lo ringraziai e rimasi da sola.
L'acqua era fredda, forse non c'era legna a sufficienza per scaldare tutta quell'acqua.
"Dove siete? Ci siete? Ehm... vi dispiacerebbe..."indicai la tinozza e vidi l'acqua agitarsi, come se qualcosa ci si fosse tuffato, lanciando qualche piccolo spruzzo. "Sssh! Fate piano..." Dopo poco, mentre mi toglievo i vestiti sporchi e li lavavo in un secchio, mi accorsi del vapore che saliva dalla tinozza. "Basta, basta..." Li redarguii.
Mi immersi nell'acqua calda e mi beai di quella sensazione rilassante. Mi strofinai bene con una spugna e rimasi lì, in ammollo.
"Che cosa faremo?" domandai, mentre un paio di luci danzavano vicino a me. "Che cosa farà quando scoprirà che è in possesso di una comunissima spada?" Rabbrividii nonostante l'acqua calda.
Dopo un po' uscii dalla tinozza e mi avvolsi in un lungo telo.
Mi pettinai i capelli e rimasi seduta, con la schiena rivolta al fuoco, mentre i miei vestiti asciugavano.
Accarezzai le luci danzanti, percependo il loro nervosismo.
"Andrà tutto bene... andrà tutto bene..." sussurrai.

Guisgard 28-06-2011 03.47.49

L’angoscia.
L’angoscia dell’attesa.
Cosa stava accadendo mentre lei era lì?
A quest’ora si sarà già accorto del trucco della spada.
Cosa avrebbe fatto ora lui?
Ma perché allora questo silenzio?
Forse la stava osservando.
Come un predatore aveva già fiutato l’odore della sua preda.
Questi pensieri affliggevano Melisendra.
Pensò poi ad Uriel.
In quel momento qualcuno bussò alla porta della stanza.
“Milady, sono io…” disse Gavron restando sull’uscio, con lo sguardo rivolto a terra “… volevo solo dirvi che ho preparato una minestra calda… è pronto anche il letto se volete riposare…”

Melisendra 28-06-2011 04.01.23

"Entra pure..." gli dissi, coprendomi con un altro telo.
"Ti ringrazio per la tua ospitalità." Gli sorrisi, mentre le luci si dissolvevano. Mi augurai che non le avesse viste... non si poteva mai sapere quale reazione avrebbe potuto avere.
"Dimmi, dove sono i tuoi genitori... sei un po' troppo giovane per vivere qui tutto solo..."
I capelli erano quasi asciutti e scendevano, un po' arricciati e arruffati lungo la schiena. Mi ero avvolta nel telo come se fosse stata una toga romana e non avevo freddo. Osservai il fuoco scoppiettare.

Guisgard 28-06-2011 04.09.01

“I miei genitori? Non ho più nessuno, milady.” Disse Gavron. “Non ho mai conosciuto mio padre… mentre mia madre è morta dandomi alla luce… vivevo qui con una mia zia, ma è morta tempo fa… sorrise “… ma io sono bravo, sapete? Non ho bisogno di nulla! Ora che assaggerete la minestra che ho preparato mi direte!”
Chinò un pò il capo.
“Siete molto bella, sapete?” Arrossendo. “E voi avete un marito e dei figli?” Chiese poi ingenuamente.

Melisendra 28-06-2011 04.25.47

Gli sorrisi, mentre spazzolavo un altro po' i capelli ormai asciutti.
"Sei galante, piccolo Gavron, sono sicura che da grande sai un vero conquistatore..." gli allungai un buffetto scherzoso.
"Non ho un marito, ma ho un figlio, poco più giovane di te... è lontano, non vive con me. Non lo vedo spesso... si chiama Uriel." Sorrisi malinconica, poi mi ripresi e mi rivolsi al suo visetto curioso.
"Sarò felice di assaggiare la tua minestra, sono certa che sarà deliziosa."

Guisgard 28-06-2011 04.38.19

“Allora vado subito a mettere in tavola!” Disse Gavron correndo in cucina.
Poco dopo si cominciò a sentire il buon odore di quella minestra per tutta la piccola casa.
Guisgard, intanto, passeggiava nervosamente accanto alla staccionata.
“Tutto tace…” mormorò “… tutto sembra essersi ammutolito in questo posto… comincio a non sopportare più questo silenzio… forse gli uomini di Monteguard mi staranno dando ancora la caccia… o forse sono troppo impegnati a preparare le difese della cittadella… chissà se Morrigan è riuscita a scoprire qualcosa… forse non avrei dovuto coinvolgerla… forse non serai mai dovuto venire in questo posto… ora c’è anche la questione della spada… e poi…”
Si voltò a fissare per un momento la casa di Gavron.
“Almeno questo posto per ora è sicuro…” guardò di nuovo il cielo, come se cercasse un segno nell’infinito firmamento che sovrastava Capomazda.

Melisendra 28-06-2011 05.03.35

Presi un mestolo di minestra e mi scaldai, assaporandola.
"E' davvero ottima..." mi complimentai con Gavron.
"E' molto tardi, dovresti essere a letto..." riflettei, "Ti aiuto a riassettare e poi andiamo tutti a dormire."
Mi alzai e aiutai il piccolo Gavron a sciacquare i piatti con l'acqua di un secchio e a mettere ogni cosa al suo posto. Quando ogni cosa fu in ordine, mi indicò il letto nella camera in cui c'era ancora la tinozza, che avevamo svuotato.
Mi domandai cosa stesse facendo là fuori Guisgard. Forse stava semplicemente con naso all'insù, come ogni sognatore.

Guisgard 28-06-2011 05.10.37

“Troppa luce? Ma dove siamo giunti? Descrivimi cosa vedi…” disse Pasuan a Dafne.
I due si erano ritrovati in una sorta di grande antro scavato nella roccia.
Vi erano torce ovunque, accanto alle quali erano posti dei lunghi specchi che riflettevano e diffondevano la loro luce.
Il tutto sembrava preparato per un oscuro rituale.
All’estremità opposta al punto in cui si trovavano i due amanti, si apriva un lungo corridoi avvolto nella penombra.
E dal corridoio giungevano voci lontane e confuse.
Come in un lungo ed angosciante lamento, quelle voci si avvolgevano e si contorcevano fra loro, generando un eco spettrale e disperato.


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