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Fui scocciata dalla curiosità dell'omino e ancor di più quando concluse subito che fossimo giornalisti.
Era davvero tanto evidente? " Siamo in vacanza... mio fratello è appassionato di calcio e così abbiamo deciso di passare a vedere la città del grande campione Hiss" tentando di essere più convincente possibile. " Ci hanno detto che vicino a voi vive ancora il nonno ma non lo abbiamo trovato in casa " Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Hai sentito, Stewart?" Dissi al mio fido maggiordomo "Pare che l'assassino sia sia confuso tra la folla che animava il carnevale... quale miglior occasione per portarsi dietro impunemente arco e frecce? Ci saranno stati centinaia di arcieri travestiti, è facile infiltrarsi nel mucchio per poi svignarsela..."
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Quelle parole di Clio ed Icarius la guardò.
“Allora erano parole in codice, diciamo così...” disse “... in effetti così hanno un senso... Conte Justine... strano però...” pensieroso. |
“Bene.” Disse sorridendo l'anziano. “Beh, credo sua giusto presentarmi... mi chiamo Marot... vuoi qualcosa di caldo? Un tè, un caffè?” A Nyoko.
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"Nyoko" mi presentai con un sorriso caldo. "Gradirei una tazza di tè, se non vi è un disturbo" dissi portando una mano agli occhi e massaggiandoli.
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"Sì, molto strano..." pensierosa "Devo trovare il modo di capire chi possa essere e cosa c'entra con la mia missione..." sospirai, guardando Vale.
Se fossimo stati su Solaria, avrei utilizzato un processore specializzato in identità terrestri, che ci avrebbe riferito immediatamente il volto della donna. Ma ero sulla terra, come facevano i terrestri in quei casi. "Hai qualche idea su come potremmo rintracciarla?" chiesi ad Icarius, pensierosa. |
Gwen tornò nella sua camera, dove prese a passeggiare nervosamente.
Un attimo dopo però la porta si aprì di colpo, facendo entrare il misterioso padrone di quel posto. “Ascoltami...” disse lui afferrandole i polsi “... ricorda che qui sei ospite... anzi, diciamo le cose come stanno... sei qui ai miei comandi, quindi bada a come usi le parole... chiaro?” Fissandola con i suoi occhi neri diventati cupi. |
“Si, signora...” disse Stewart a Gaynor “... il Carnevale sembra capitato a proposito per quell'assassino...” annuì il maggiordomo “... ciò rende uscire in questi giorni ancor più inquietante, non crede?” Fissandola. “Lei però, se posso permettermi, è sempre decisa ad andare a quella cena, giusto?”
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Sobbalzai sentendo la porta della camera spalancarsi e lui che afferrava i miei polsi.
L'umore di quell'uomo aveva il potere di mutare improvvisamente, da un momento all'altro e ciò un po' mi intimoriva, oltre ai suoi occhi, che erano diventati cupi. "Non sono tenuta a rispettare un uomo che non mi rispetta, che mi offende, che mi ha trascinata qui senza motivo, strappandomi a ciò che avevo di più caro e che non ha nemmeno l'educazione di farsi vedere in volto o di presentarsi" mormorai piano, mentre sentivo la sua stretta serrarsi attorno ai miei polsi. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Si, Stewart... perché, dici che non dovrei? Davvero pensi che possa essere pericoloso per me?" Avendomi vista nascere, Stewart tendeva ad essere molto protettivo nei miei confronti ed io lo trattavo più come uno di famiglia che un domestico. "L'idea di un evento mondano tra divi del cinema mi alletta, sono sincera..."
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