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Accettai la benedizione con un sorriso, lieta di poter fare del bene a chi viveva di stenti. "Frate, a casa mia vi è cibo in abbondanza... in caso di necessità, rivolgetevi a me... sarò ben lieta di sfamare coloro che non hanno avuto la mia stessa fortuna di nascere nobile. Per quanto riguarda quegli ignobili soldati, mi sono dovuta trattenere non poco... avrei detto loro ben altro, se solo avessi potuto..."
Presi qualche secondo di pausa, poi continuai. "Ditemi, conoscete il capo dei briganti del bosco? Sapete chi è?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Nascosi una risata a quelle parole di Anty.
"Sono d'accordo..." Annuendo "Tre ragazze sole, che non sono di queste parti.. Voi che ci credano minacciose?". Guardai Kostor. "A te le fanciulle, tesoro.." Facendogli l'occhiolino "Magari portati un compare.. Geris?" Sorridendo. Con quegli occhioni azzurri e quell'aria innocente avrebbe sicuramente fatto gola a molte ragazze. "Voi altri controllate il perimetro.. Senza dare nell'occhio mi raccomando.." Ordinai. "Andiamo bellezze?" Alle due ragazze. Guardai Kostor "Non ci conosciamo, ovviamente..". Così entrammo, occupammo un tavolo e ordinammo da bere. "Era da un po' che non restavamo sole.." Vagamente divertita. |
A quella domanda di Gaynor, Frate Roberto la fissò come chi cerca di scorgere nello sguardo altrui le vere intenzioni.
"Una nobile e rispettosa dama non dovrebbe occuparsi di simili questioni, secondo ciò che pensa la gente perbene." Disse il chierico. "Perché mi chiedete questo, milady?" |
"Beh, nessuno vi vieta di tornare nel bosco." Disse Emon a Gwen. "Almeno di tanto in tanto. A me farebbe piacere rivedervi." Sorridendo. "Magari per raccogliere qualcuna delle vostre erbe."
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"La gente perbene... evidentemente non abbiamo la stessa concezione di chi e cosa sia perbene..." lo guardai negli occhi. "Se ve lo chiedo, è solo per sapere con chi ho avuto il piacere di trattare..."
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"Si potrebbe fare... di tanto in tanto..." dissi piano, sorridendo a Emon.
Mi piaceva la sua compagnia e non potevo negare che anche a me sarebbe piaciuto rivederlo. |
Clio, Anty ed Estea entrarono nella locanda e presero posto ad uno dei tavoli.
Qualche attimo dopo anche Kostor e Geris fecero il loro ingresso, sedendosi non lontano dalle tre ragazze. La locanda non era strapiena, ma comunque la clientela non mancava. "Salute, belle ragazze..." disse il locandiere arrivando al tavolo delle tre mercenarie "... cosa vi porto? Abbiamo lo sformato come piatto del giorno e qualche tipo di focaccia aromatizzata con verdure o formaggio. Da bere naturalmente del buon vino della casa." |
Sorrisi al locandiere.
"Splendido... Per me una focaccia al formaggio... E dell'ottimo vino..." Sorridendo. Intanto, mi guardavo intorno, cercando di capire quale fosse la situazione. "Dite, conoscete bene queste zone?" Chiesi al locandiere. "Vedere, noi non siamo di queste parti... Abbiamo sentito qualcuno dire che non è sicuro attraversare il bosco, e le mie amiche qui hanno paura a proseguire..." Scuotendo il capo "Che pericolo ci sarà mai? Lupi? Briganti? E che dovrebbero rubarci?" Sbuffai "Fare il giro ci rallenterà incredibilmente!". Cinguettai, come se fosse un normale battibecco da donne. |
"Ottimo." Disse Emon a Gwen. "Il bosco è la mia dimora e sarò un degno padrone di casa." Facendole l'occhiolino. "Inoltre conosco posti unici, nel senso che solo io so come arrivarci. E lì potrete trovare erbe e fiori rarissimi. Ditemi ora... vi ho fatto venire una voglia matta di tornare nel bosco? Approfittando di una guida d'eccezione come me?"
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Mentre ascoltavo Emon, si accendevano dentro di me un'eccitazione e un'impazienza che quel momento finalmente arrivasse così forti che non sapevo spiegarlo.
"Assolutamente..." mormorai, con un sorriso ampio e vagamente trasognato, al ragazzo. |
"In effetti" disse il locandiere "attraversare il bosco per tre ragazze non è la cosa più sicura del mondo. Laggiù c'è un po' di tutto... lupi, tagliole, briganti... datemi retta, lasciate perdere... magari la strada lunga vi farà perdere più tempo, ma almeno sarà più sicura."
E tornò in cucina. Ma un attimo dopo tre soldati si avvicinarono a Clio ed alle sue due compagne. "Salute a voi, bellezze." Uno dei tre militari. "Abbiamo udito che dovete attraversare il bosco... beh, dovere di noi soldati è quello di aiutare il popolo... specie se è bello ed indifeso come voi..." gettando uno sguardo nella scollatura di Clio "... dico bene, ragazzi?" Ai suoi due compari. "Hai parlato come un predicatore in chiesa." Rispose uno dei due. E i tre risero forte. |
Annuii al locandiere.
Non ci aveva detto molto, dovevamo saperne di più. Poi si avvicinarono tre soldati, niente meno. Chissà se saranno più loquaci del loro maresciallo, diceva il mio sguardo complice ad Estea e ad Anty. Ed evidentemente non ci avevano visto al castello. Meglio così, naturalmente. "Perché non vi sedete con noi?" Con un sorriso ai tre. "E diteci, come mai il bosco non è sicuro se ci siete voi a pattugliarlo?" Con un sorriso. |
A quella reazione di Gwen, Emon si illuminò.
"Benissimo." Disse visibilmente felice. "Allora dobbiamo solo decidere quando. Io in verità ho un sacco di tempo libero, dunque sta a voi decidere, visto che il tutto dipende dal vostro lavoro qui in erboristeria." |
Non ero tranquilla, nonostante le parole di Jean ma come aveva detto, non si poteva fare nulla.
E mentre accarezzavo Chandra lui fece lo stesso allungando la sua mano a sfiorare la mia. Rimasi sorpresa e la ritrassi un secondo dopo quando avrei dovuto fare. Restai un attimo in silenzio e quindi lo guardai fingendo di ignorare quel gesto passato. << Avrei bisogno di una mano per salire. Questi cavalli sono alti di quelli a cui sono abituata >> |
A quell'invito di Clio, i tre soldati si scambiarono occhiate compiaciute.
"Certamente." Disse uno dei tre. E i militari presero posto al tavolo delle tre mercenarie. "Locandiere, vino!" Ordinò il soldato. "In effetti" rivolto poi a Clio "lo sarebbe eccome il bosco... pericoloso intendo..." guardandola, soprattutto nella bella scollatura "... ci sono lupi famelici, briganti crudeli..." sfiorandole i biondi capelli "... si, proprio un brutto posto per delle ragazze... naturalmente il tutto cambia se con voi vi sono tre valenti militari che sanno il fatto loro..." |
Lo vidi illuminarsi, felice e a quella reazione le mie gote si colorarono di un dolce e delicato rossore, mentre sorridevo.
"Vi va domani?" Non vedevo l'ora che quel momento arrivasse; non potevo andare subito, poichè il giorno prima ero mancata tutto il tempo, ma ero troppo impaziente e avevo pensato al giorno seguente. |
Nascosi un sorriso soddisfatto nel vedere che si sedevano al nostro tavolo.
Era sempre facile far abbassare la guardia agli uomini. Forse era scorretto, ma incredibilmente efficace. E quei tre erano fortunati che eravamo dalla stessa parte, nonostante tutto. "Briganti?" Spaventata "Dite una vera banda di briganti?". |
Jean annuì a Dacey.
"Prego, milady..." disse per poi aiutarla a salire in sella alla giùmenta. E nel farlo il giovane funzionario del barone cinse i fianchi della principessa e i loro volti furono vicinissimi. |
Mi ammutolii trattenendo il fiato. Mai prima d'ora ero stat tanto vicina ad un uomo, tanto più che mi guardava in un modo sconosciuto.
Rapidamente mi sedetti in sella, i piedi sistemati nelle staffe e le mani salde alle redini. << Grazie >> mormorai imbarazzata senza guardare direttamente Jean |
"Beh, domani è un po' in là rispetto a quanto vorrei" disse Emon a Gwen "ma immagino prima non sia possibile." Per poi ridere. "Vorrà dire che contero' con impazienza lo scorrere delle ore." Facendole l'occhiolino. "Come punto d'incontro possiamo scegliere il vecchio cimitero poco fuori Monsperon. Vi aspetterò là."
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"Già." Disse uno dei tre militari a Clio. "È non banditi comuni, ma molto più caltri e pericolosi dei comuni fuorilegge."
"Ma voi tre non avete nulla temere, bellezze..." un altro dei tre "... ci saremo noi a proteggervi... tre ragazze hanno bisogno di veri uomini, no?" Con sguardo lascivo. "Veri uomini..." ripete' Estea "... potete dirlo forte..." |
"Ah sì?" Con due occhioni stupiti "E cos'hanno di tanto speciale?" Incuriosita.
"Voglio dire, sono solo briganti... Oppure no? Sono di quelli che vogliono giocare a fare gli eroi?" Divertita. |
A quelle parole persi un battito e rimasi come in apnea.
Anche per me era più in là, molto più in là. Sarei andata subito, all'istante, ma non potevo lasciare l'erboristeria e mi faceva piacere che lui capisse. "Perfetto, ci vedremo allora lì domattina." Con un sorriso. |
"Di nulla, milady." Disse Jean a Dacey, restando a fissarla.
"Per la barba dei Taddei!" Arrivando Ferico, scortato dai suoi staffieri. "Vedo che la nostra berbera cavallerizza si pone con maestria in sella ad un cavallo. Naturalmente ben assecondata da voi." Fissando Jean. "Ho aiutato milady affinché non rovinasse l'abito che ha indossato per questa uscita con voi, milord." Mostrando un lieve inchino. "Non temete, messere..." ridendo il barone e facendo cenno ai suoi staffieri di preparare il cavallo "... non siete tanto sciocco da prendervi delle libertà con un nostro ostaggio. Di nuovo Jean mostrò un inchino verso il suo signore. Ferico montò in sella al suo cavallo e con Dacey cominciarono la loro cavalcata nella campagna che circondava il castello baronale. |
"Sono dei traditori." Disse il militare a Clio.
"Nobili divenuti traditori." Un altro di quei tre soldati. "Feccia che non ha voluto riconoscere l'autorità del barone. Per questo hanno deciso di nascondersi come cani nel bosco e vivendo di infamia." "Ma non avranno vita lunga." Il terzo dei tre. "Nessuno può mettere nel sacco i soldati del Maresciallo di Monsperon." |
Non sapevo che fare con Jean ma non osavo guardando, temendo che potesse prenderlo per un incoraggiamento di qualche tipo.
Tuttavia arrivato il barone mi trovai a desiderare di restare con Jean. Questa confusione in testa non mi ci voleva. Accennai un leggero saluto di capo all'uomo prima di dare un colpetto di tacco alla cavalla che parti al piccolo trotto dietro al barone. |
"A domani, allora." Disse sorridendo Emon. "A domani, Gwen." Con un leggero cenno del capo.
Ed uscì dall'erboristeria. |
"Ma è terribile!" Esclamai "Davvero terribile... E dite che vogliono prendere il potere?" Inorridita "Sarebbe uno scempio, essere governati da dei briganti... Meno male che ci siete voi...".
Le stesse cose che aveva detto il maresciallo. Tranne forse per un dettaglio. Avevano detto riconoscere l'autorità. "Perché, chi governava qui prima del barone?" Pensierosa "Ho visto il castello da lontano, sembrava molto antico...". Quello era un dettaglio che andava sicuramente scoperto. |
Rimasi talmente imbambolata, sorridendo, che non riuscii nemmeno a salutarlo, mentre lo guardavo andare.via.
Mi sentivo così felice e su di giri, che temevo di non riuscire a dormire quella notte, contando non le ore o i minuti, ma i secondi, gli istanti che mi separavano da lui, da quella mattina. Già, perchè non avrei potuto aspettare oltre il sorgere del Sole, per rivederlo. |
Dacey e Ferico, in sella ai loro cavalli, raggiunsero il cuore della campagna, fino ad un piccolo pozzo tra le cui pietre erano cresciute erbe selvatiche e sbocciati fiori di campo.
"Ah, che aria pura..." disse il barone respirando a pieni polmoni "... nulla è più suggestivo e straordinario della campagna Sygmese, non credete?" Rivolto alla principessa. "Guardatevi pure intorno e tutto ciò che il vostro sguardo può abbracciare è sotto il nostro dominio. Che siano piante, case, bestie, persino uomini. Su tutto ciò noi possediamo diritto di vita e di morte. Niente e nessuno, neanche il vento è libero dalla nostra autorità e dalla nostra legge." La fissò. Con uno sguardo che sembrava volerla spogliare. Non solo degli abiti e mettere dunque a nudo le sue esotiche e meravigliose nudità, ma anche e sopratutto di ogni pensiero e proposito che fosse contrario al potere di quell'uomo. "Volevamo avvertirvi" ancora Ferico "che abbiamo acconsentito all'invio della lettera che avete scritto alla vostra famiglia." |
Feci come disse, lasciando scorrere il mio sguardo nel paesaggio circostante.
<< É molto bello>> e stavo per aggiungere" ma non quanto casa mia", ma ebbi il buonsenso di tacere in tempo. Mi resi conto che stava parlando al plurale e non ne capii il motivo. Era forse tanto egocentrico da considerarsi doppio? Quel pensiero mi fece sorridere e per nasconderlo girai il capo fingendo di guardare ancora i terreni. << Si, ne sono lieta. Vi ringrazio. Servirà a rassicurarli e a indurli a pagare presto>> |
"Prima del barone" disse uno dei militari a Clio "questo era un feudo vescovile. L'arrivo poi dell'attuale signore di Monsperon ha schiacciato i privilegi dei chierici."
"I chierici sono traditori anche loro." Un altro di quei soldati. "Sotto sotto vogliono aprire le porte all'invasore." "Già..." annuì il terzo dei tre "... ma il barone, con l'aiuto del Maresciallo, ha scacciato via ogni nemico della legge, espropriandone le terre e privandolo di ogni titolo." |
Gwen era su di giri, con la testa piena di dolci e sognanti fantasie.
Ma mentre era ancora assorta nei suoi pensieri, qualcuno entrò nella sua erboristeria. Erano dei soldati del Maresciallo. "Salute bella ragazza." Disse uno dei militari. "Ma che bella bottega di fiori e piante." Guardandosi intorno. "Sapete " un altro di quelli agli altri soldati "che con la parola fiore si può indicare anche una parte molto ambita del corpo di una donna?" È tutti loro si abbandonarono a grosse e volgari risate. |
Ora il quadro si faceva più chiaro.
Quello era un feudo vescovile, espropriato dal barone. Quindi si comprendevano ancor di più i rapporti tesi tra i due. Rapporti che certo non sarebbero migliorati dopo l'uccisione dei due messi. Poi mi colpirono alcune parole. Invasore? Quello sì che era interessante. Chi era stato espropriato? Non il vescovo perché era ancora in zona, anche se non possedeva più quella terra. Forse qualche difensore del vescovo? "Oh, i chierici.." Scuotendo la testa contrariata "Dovrebbero stare al loro posto, ecco cosa..". Poi strabuzzai gli occhi. "Un'invasione? Chi invaderebbe mai queste terre? Oh, ma allora rischiare di andare in guerra..." Con due occhioni ingenui. "Quindi questo nemico della legge privo di titolo è diventato un brigante? Sembra la trama di un romanzo..". |
"Già..." disse Ferico a Dacey "... naturalmente ci siamo premuniti di chiarire, qualora ve ne fosse motivo, che ogni atto di tradimento nei nostri confronti e in quelli della legge che regge queste nobili terre sarà punita severamente." Fissandola con aria velatamente minacciosa. "Ma dubitiamo che tale dovuto e doveroso chiarimento possa avere delle conseguenze... voi non siete affatto stupida... ossia sciocca a tal punto da disobbedire al vostro signore..."
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Ero ancora eccitata ed emozionata, quando vidi entrare dei soldati.
Mi sembrarono i soldati del censimento e le loro parole lascive me lo confermarono. Stavo per chiedere cosa volessero qui, ma mi sembrò una domanda stupida, così rimasi in silenzio ad osservarli. |
"I btiganti" disse uno dei tre militari a Clio "sono solo traditori che non accettano l'autorità del barone. L'invasore invece è il vero nemico di queste terre."
"Si tratta" intervenne un altro dei tre "del duca Taddeo detto Cuor di Dragone che ha avanzato pretese e diritti su Sygma. Allora il barone ha espropriato la terra di tutti i cavalieri Capomazdesi che ancora possedevano feudi qui a Monsperon." |
<< Non mi pare di aver fatto mai nulla di ciò che dite. Ho sempre rispettato le vostre decisioni. So qual è la mia posizione qui. Non sono stupida>> ripresi quella sua parola che mi aveva ovviamente dato fastidio. Inoltre la sua minaccia era andata a vuoto, e il mio sguardo aveva sostenuto il suo senza alcun problema.
<< Posso chiedervelo? Perché proprio io? Perché avete fatto rapire me? Ci sono persone con famiglie molto più ricche e illustri che la mia a cui chiedere un riscatto >> |
I soldati cominciarono a girare per l'erboristeria di Gwen, toccando, spostando e facendo cadere, non certo casualmente, boccette, fiale ed altri oggetti posti sulle varie mensole.
"Davvero una bella bottega..." disse uno dei militari alla ragazza "... ma veramente la gente getta del denaro per simili sciocchezze? Con tutte le erbe ed i fiori che insozzano il bosco?" "Allora" un altro dei soldati "vuol dire che se la gente ama gettare così il proprio denaro, non avrà problemi a pagare un aumento sui tributi dovuti al barone. Cominciando proprio da questa inutile bottega." |
Tombola!
Capomazda, ecco svelato l'arcano. Forse era la paura a frenare la lingua del maresciallo. Eravamo stati in quelle terre per qualche tempo, e dovunque si celebrava il valore del duca e dei suoi cavalieri. Ora cominciavo ad avere un quadro completo. Magari erano solo simpatizzanti, semplici nemici del barone. Magari invece erano pedine nelle mani dei Capomazdesi. Oppure ignari apripista. Decisamente quella era una guerra, di quelle infime senza un vero fronte, senza un vero esercito. Ma c'eravamo noi ora, e avremmo trovato una strategia vincente. "E direi che ha fatto bene.." Esclamai annuendo "I traditori è sempre meglio sbatterli il più lontano possibile.. Dico bene?" Alle due ragazze. Il mio sguardo diceva altro, però, se avevano delle domande da fare ai soldati, era il momento di farlo, altrimenti per quanto mi riguardava mi ritenevo soddisfatta di quella chiacchierata. Ero indecisa sul rivelare o meno la nostra identità. Anche se l'incognito era la cosa migliore, prima che il maresciallo se la prendesse. |
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