"Io credo che potrebbe uccidere ancora..." disse Elv a Gwen, mentre camminavano per un lungo corridoio "... comincio a credere che forse chiunque sia non è interessato a rubare... almeno non solo..." arrivando davanti alla stanza di Gwen.

"Anche io lo credo, sin dall'inizio. Se avesse voluto rubare lo avrebbe fatto subito. Resta da capire perché aggirarsi per il palazzo e uccidere. È crudele, è insensato e sembra di non arrivare mai ad una svolta..." dissi, con stizza.
Poi arrivammo davanti alla mia camera.
Lo guardai.
"Beh, direi di continuare la conversazione che avevamo interrotto in un luogo più appartato... A meno che tu non abbia altri impegni per stanotte..." guardandolo con un vago sorriso malizioso.

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Il giovane guardò Dacey negli occhi per un lungo istante, per poi darle la mano.
“Mio zio arriverà subito...” disse a denti stretti, con una voce bassa, dal tono quasi scocciato.
Era una voce impersonale, senza un timbro caratteristico, che Dacey non seppe paragonare a quella udita l'altro giorno, a meno che dal muro essa non fosse giunta alterata o camuffata.
Il ragazzo si accomodò la camicia, coprendosi il petto nudo e ben fatto, per poi sedersi su un barile, restando a guardare i due clienti.

"Si si , concordo, io stessa ho cercato di mantenere un basso profilo in questi giorni..." annuendo verso le nostre stanze.
Sorrisi alla sua proposta di cenare.
"Sì, effettivamente comincio ad avere parecchia fame!" annuendo.
Da quanto tempo non mangiavo?
Se non riusvivo a ricordarlo era decisamente troppo.
"Ma certo, entra.." aprendo la porta della mia stanza "Chiamo il servizio in amera, a quanto mi hanno detto qui ci sono tutti i lussi, un piacere a cui non ci si abitua mai.." sorridendo.
Così, chiamai il servizio in camera e ordinai la cena, con una buona bottiglia di spumante, dopotutto era una gionata importante, bisognava festeggiare.

Elv sorrise con malizia ed accarezzò i lunghi capelli rossi di Gwen.
"Non vedo l'ora tu apra questa porta..." disse piano indicando la camera.

Ricambiai il suo sorriso, mentre accarezzava i miei capelli.
Ridacchiai, prima di baciarlo e trascinarlo dentro, chiudendo poi la porta con noncuranza.

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"Perfetto." Disse Cristiano. "Permetti mi metta comodo?" Sbottonandosi qualche bottone della camicia ed accendendo il condizionatore. "Detesto il caldo... ci vorrebbe una doccia ad ogni ora..." a Destresya.

Un bacio, risatine maliziose e Gwen ed Elv si ritrovarono nella stanza.
Ma uno spettacolo terribile si mostrò ai loro occhi.
L'intera parete era coperta da scritte fatte col sangue:

"Faust vi farà perdere la vita a tutti!"
"L'ultimo atto dello spettacolo concluderà anche le vostre vite!"
"Tutti quelli che faranno parte del Faust moriranno!"

Le mie mani stavano per raggiungere la sua camicia, ma urlai terrorizzata quando vidi quelle scritte.
Rimasi con gli occhi sbarrati, spaventata e stretta ad Elv, rileggevo infinite volte quelle scritte terribili, fatte di quel sangue grumoso e scarlatto.
"Chi è, cosa vuole da noi?" soffiai, con la voce che stentava ad uscire.

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Elv strinse a sè Gwen per tranquillizzarla, ma lui stesso era allarmato per quelle scritte.
L'urlo di Gwen attirò subito alcuni vigilanti.
"Signorina..." uno di loro "... cosa succede?"