Mi sentivo punta sul vivo?
Beh di certo cercava di provocarmi.
"I poliziotti non fanno scommesse, non lo sai?" dissi con divertito sarcasmo, perchè di certo non si trattava di una scommessa illegale come quelle smantellavamo ogni giorno, ma proprio perchè non lo era mi divertivo a punzecchiarlo a mia volta.
"Ma siccome cerchi di colpirmi nell'orgoglio e nel mio amor proprio, voglio accontentarti" aggiunsi poi, come se stessi parlando con quei bambini che vanno accontentati nei giochi "Accetto."

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Elv guardò Gwen e rise piano.
"Bene." Disse lui. "Allora, se la cena ti conquisterà, io guadagnerò un diciamo appuntamento galante nei giardini nella villa." Facendole l'occhiolino.

Beh, non poteva essere così male, no?
"Ormai ho accettato, no?" con un sopracciglio inarcato, non potendo più tirarmi indietro.
Magari sarebbe stato interessante, chi poteva saperlo?

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"Già e un agente di polizia non può tirarsi indietro dopo aver dato la sua parola." Disse divertito Elv a Gwen. "Beh, ora smetti di distrarmi con i tuoi occhi verdi e quei capelli rossi. Ho una cena da preparare per conquistarti." facendole l'occhiolino.

"Già, pare proprio di no..." con una smorfia sorniona.
Poi, alzai scossi la testa con un sorriso divertito.
"Va bene, allora ti lascio all'opera..." con aria candida e sorniona, prima di andare via e sedermi nel salotto in cui ci aveva accolti questo pomeriggio, in attesa della cena che aveva preso una piega decisamente inaspettata.

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Gwen lasciò la cucina e andò nel salotto, attendendo che la cena fosse pronta.
Ma ad un tratto sentì dei rumori giungere dal pavimento.
Come se in un ambiente posto sotto la stanza ci fosse qualcuno ed anche parecchio impegnato con qualche lavoro.

Ero lì tranquilla seduta sul divano, quando sentii dei rumori.
Mi fermai all'istante e mi misi in ascolto, con più attenzione, guardandomi attorno.
I rumori venivano dal pavimento, come se sotto qualcuno stesse lavorando e sul momento pensai potesse essere il fratello di Elv impegnato nelle cantine, dopotutto non ci sarebbe stato nulla di strano.

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Gwen restò ad ascoltare e quei rumori si prolungarono per diversi minuti.
Ad un tratto nel salotto arrivò Gan.
"Eccoti, Gwen." Disse sorridendole.
Ma udita la voce del poliziotto chiunque stesse lavorando di sotto cessò immediatamente con quei rumori.

Quei rumori continuarono a lungo, tanto che fui tentata di seguirli per scoprire cosa fosse, ma quando arrivò Gan tutto tacque.
Beh, meglio così, non avevo gran voglia di alzarmi dal divano...
Gli sorrisi e gli feci spazio accanto a me.
"Ti senti meglio dopo la boccata d'aria? Immagino sia stata una giornata difficile per tutti..."

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"Si, una pessima giornata..." disse Gan a Gwen "... fortuna sia finita, anche se i suoi incubi mi perseguiteranno stanotte..." scuotendo il capo "... e tu invece? Cosa hai fatto? Se hai una formula magica per nonpensare ti prego allora di insegnarmela."

Feci una smorfia dispiaciuta per il suo stato d'animo.
Era una situazione orribile, nessuno avrebbe dovuto farci incontri, nessuno, né noi né le vittime o tantomeno le loro famiglie, ma purtroppo qualcuno decideva diversamente...
Ridacchiai alla sua richiesta.
"Beh, sono passata a controllare l'operato del nostro ospite in cucina, ma non credo che a te farebbe lo stesso effetto..." con aria sorniona.

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"Aspetta un momento..." disse Gan "... stai cercando di dirmi che non avremo neanche una cena decente? Beh, io invece spero che in cucina il nostro ospite abbia la stessa dimestiche come quandoè davanti ad una bella ragazza." Ridendo e guardando Gwen.

Scoppiai a ridere dopo quelle parole.
"Non ho detto questo, accidenti..." ancora ridendo, mentre scuotevo la testa.
"Sembra che sappia il fatto suo, quindi voglio fidarmi..." divertita.
Col piccolo dettaglio che si sarebbe impegnato il doppio, visto il nostro ipotetico appuntamento in giardino.

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"Ah, ok..." disse ridendo Gan a Gwen "... avevo capito il contrario..." divertito.
Quando fu ora di cena il maggiordomo li informò e tutti presero posto nel salone per mangiare.
Elv appariva molto sicuro di se ed orgoglioso di ciò che aveva preparato.
E in effetti le varie pietanze che sfilarono in tavola all'apparenza erano molto invitanti.
Calamarata come primo, nasello al forno aromatizzato con menta e accompagnato da una crema di fagiolini e maionese fresca, zuppa di cozze e per chiudere una torta ricotta e pera che però con ogni probabilità proveniva da qualche pasticceria.

Ridacchiai ancora, mentre mi godevo quei minuti di tranquillità.
Dopo in po', il maggiordomo ci chiamò a tavola e dovevo ammettere di essere doppiamente curiosa.
Elv appariva molto sicuro di sè e in effetti, quando cominciammo a mangiare, capii perchè.
Era tutto oggettivamente buonissimo.
"C'è da ammettere che pure in campagna ve la cavate bene col pesce..." commentai, guardandolo con un sorriso enigmatico.

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"Il segreto è un ibrido." Disse soddisfatto Elv a Gwen. "Un buon fornitore per il pesce e la mia sensibilità culinaria." Divertito. "Quindi posso dedurre che tuttii miei ospiti hanno gradito?" Fissandola.

Ridacchiai silenziosamente, divertita dalla precisazione.
Poi sorrisi alla sua domanda.
"Direi di sì" confermando quella risposta che, in virtù del nostro "accordo", volendolo chiamare così, era indispensabile.
Ed ero certa che ci avesse provato parecchia soddisfazione nel chiedermelo, visto il tipo e visto che, alla fine, aveva avuto ragione, facendomi davvero apprezzare ciò che aveva preparato.

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La cena proseguì e finì con quella torta.
Poi il maggiordomo sparecchi, mentre tutti loro stapparono una bottiglia di vino in un salottino laterale.
Verso Mezzanotte Gan salutò tutti e andò a letto, lasciando soli Gwen e Elv.
"Pare che abbia vinto la scommessa..." disse lui divertito.

La cena finì, arrivando al buonissimo dessert, degna conclusione per la serata, mentre il maggiordomo sparecchiava e noi stappavamo una bottiglia in salotto.
A fine serata, Gan andò a letto.
Era già mezzanotte, in effetti, ma noi avevamo ancora una scommessa in ballo.
"Diciamo che sicuramente ti sei impegnato più del solito solo perchè c'è una scommessa di mezzo..." con sorriso di finta superiorità.

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"Beh, la posta in palio era importante..." disse Elv a Gwen "... dico bene?" Facendole l'occhiolino.

Sorrisi quasi pensierosa ed annuii.
"Dunque, il nostro appuntamento nei giardini?" dissi a quel punto, guardandolo, ormai incuriosita da quella prospettiva.
La parola era la parola e andava rispettata.
Senza troppo sforzo, dovevo ammetterlo, almeno adesso, che avevo avuto modo di osservarlo.

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"Esatto, agente Gwen." Disse Divertito Elv. "Poso avere l'onore di uscire in giardino con lei?" Fcendo il simpatico. "E' una splendida sera, no?" Facendole l'occhiolino.

Mi fece sorridere con divertimento, un sorriso ampio e spontaneo, che pensavo non potesse appartenermi quel giorno.
Eppure, era successo e dovevo essere onesta nell'ammettere che fosse stato merito suo.
"Con piacere" risposi poi, in attesa del nostro appuntamento, per questo era, a tutti gli effetti.

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"Prego allora." disse Elv sorridendo, porgendo la mano a Gwen.
Uscirono allora in giardino.
Era una notte umida, con piante e muretti bagnati, ma un profumo di muschio riempiva l'aria e il silenzio pareva assumere un che di incantato.
"Sai che non ho mai corteggiato un agente di polizia?" Divertito lui. "Credi servano parole particolari?" Volendo fare lo splendido.

Presi la sua mano ed uscimmo in giardino.
La sera era umida, na tutto sommato gradevole.
Sorrisi divertita a ciò che disse su di me.
"Ah io conto come agente di polizia? Fa punteggio?" chiesi sarcasticamente.
"Parole particolari?" ripetei "Mi hai stupita con la cena, prova a farlo di nuovo..." divertita, guardandolo.

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Tenne Gwen per mano ed insieme uscirono nel giardino.
Era una sera umida ma gradevole.
"Parole..." disse sorridendo Elv senza lasciae la mano di lei "... devo giocarmela bene allora... niente romanticismo ostentato, non troppo zucchero e miele... quindi devo dare il meglio di me..." facendole l'occhiolino "... non potrò rubare un fiore per te, nè improvvisare una serenata... qundi? Hai almeno una marca di cioccolatini preferità?" Divertito.

Lo ascoltai curiosa e divertita.
Poi ridacchiai.
"Decisamente, niente zucchero e miele..." ridacchiando.
"Non un marca, ma preferisco il fondente" guardandolo con un sorriso sornione, mentre osservavo i suoi occhi neri e lucidi ai raggi lunari.

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"Fondente..." disse lui guardando Gwen "... e se ora, malgrado l'ora, riuscissi a procurarti del cioccolato fondente tra i più buoni in circolazione... cosa mi daresti in cambio?" Facendole l'occhiolino.

Inarcai il sopracciglio a quella considerazione.
"Ho già accettato un pegno, chiamiamolo compromesso, e siamo qui, non credo di volerne accettare altri..." con una smorfia divertita, volendo vedere fin dove sarebbe arrivato.

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"Tecnicamente questa è una scommessa persa, un pegno è diverso." Disse divertito Elv. "E poi non ci credo che davvero ti lasceresti sfuggire il miglior cioccolato fondente della storia solo per fare un pò la difficile, no?" Facendo l'occhiolino a Gwen.

"E tecnicamente, io non ero obbligata ad accettare" ribatte subito "Ma credo di poter vivere senza cioccolato..." con un sorriso divertito e di sfida.
"Visto che ci tieni tanto a specificarlo, lo sai che stai cercando di ricattare o corrompere un poliziotto, vero?" sempre più divertita.

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"Si, lo ammetto..." disse Elv divertito a Gwen "... sto cercando di corromperti. Però potresti aiutarmi, no? Dopo tutto se dopo aver scartato fiori e serenate mi metti fuorigioco anche il cioccolato, beh, capirai che diventa difficile il poterti conquistare, no?" Facendole l'occhiolino.

Ridacchiai silenziosamente.
Già, ma che gusto ci sarebbe stato se non gli avessi reso le cose più divertenti?
"Io non ho mai detto che ti avrei agevolato. Forse sei tu ad essere troppo sicuro del tuo fascino e dunque lo dai per scontato, no?" avvicinandomi a lui di un paio di passi, mentre lo guardavo divertita e con furbizia.
"Chissà, magari ho deciso di metterti in difficoltà per vedere quanto ci impieghi a gettare la spugna, visto che voi uomini volete sempre le cose facili" calcai volutamente sulla fine della frase, curiosa di sapere cosa avrebbe detto.

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Elv rise di gusto.
"Avanti, ammettilo..." disse divertito a Gwen "...ti piaccio, lo so." Facendole l'occhiolino. "Vuoi fare la difficile, magari per farti corteggiare. Beh, sappi che non mi arrenderò e otterrò il tuo si." Avvicinandosi a lei, al punto da essere ormai vicinissimo alla giovane e furba poliziotta.

Mantenni quel sorriso furbo, mentre si avvicinava anche lui.
Era stato tutto più graduale di alcune ore fa e mi ero quasi abituata a quel punzecchiarsi.
"Ma tutto ciò funziona con le altre? I fiori, le serenate, i cioccolatini..." dissi divertita, per provocarlo.

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Lui guardò Gwen e rise piano.
"Quindi..." disse sfiorando i rossi capelli di Gwen "... tu sei come altre?"
In quel momento si sentì un rumore di passi.
"Non sapevo che stasera avessi ospiti, fratello." Arrivando un uomo nella penombra del giardino con una sigaretta in mano. "Sei diventato romantico? Da quando ti servono i fiori e la Luna per conquistare una ragazza?" Era un uomo dall'aspetto serio e distinto, con lo sguardo vagamente cupo e la vace bassa.
"Agente Gwen..." fece Elv ironico "... ti presento mio fratello Erbert." Indicando alla ragazza il nuovo arrivato.
"Non immaginavo che uno dei 2 agenti che attendevamo fosse una donna." Erbert a Gwen. "Mi scusi per lo spiacevole equivoco." Porgendo la mano alla ragazza per salutarla.
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Mi sfiorò i capelli, ma stavolta non mi allontanai.
"Non saprei, non mi pare che abbiano funzionato, fin'ora..." divertita.
Poi, sobbalzai appena sentendo un tono di voce più basso, non sapendo a chi potesse appartenere.
Sentendo poi la parola "fratello", capii.
Mi ero quasi dimenticata che questa persona esistesse, dato che si era mostrata solo ora.
Avevo comunque trattenuto un risolino al commento che aveva fatto su Elv.
Poi, lui ci presentò e scoprii che si chiamava Erbert.
"Non si preoccupi, piacere di conoscerla" sorridendo divertita e stringendogli la mano "Siamo arrivati oggi pomeriggio, ma per via delle indagini la nostra presenza è stata un po' vaga, qui alla villa..."

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"Si, mi perdoni per l'equivoco, ma mio fratello ha un indubbio ascendente sul gentil sesso." Disse con un sorriso di circostanza Erbert a Gwen.
"Te lo dico sempre, fratello mio..." dicertito Elv "... se tu pensassi un pò meno al tuo lavoro e più a goderti la vita allora ti accorgeresti che il denaro non è tutto."
"Dubito che tu potresti continuare a goderti la vita se io smettessi di lavorare, fratello." Replicò appena sarcastico Erbert.
"Mio fratello è un maestro del produrre ottimo vino, come già sai." Elv a Gwen. "Conosce ogni erba, frutto ed essenza di questi posti." Ridendo.
"Ora sarà meglio che vada a dormire." Erbert. "Vi ho già disturbato abbastanza." Guardando Gwen ed indicando suo fratello. "Le auguro una serena notte, agente." Alla ragazza, per poi andare via, svanendo nella penombra da cui era giunto.

Trattenni di nuovo a fatica un risolino, ma non potei trattenere un sorriso divertito, specie mentre assistetti al loro scambio di... "punti di vista".
Beh, non conoscevo la situazione, ma sembrava proprio che fossero davvero la formica e la cicala e non stentavo a comprendere le parole di Erbert.
Poi, lui andò via.
"Beh, non si sbaglia quando si dice che fratelli e sorelle sono sempre diversi fra loro..." con divertito sarcasmo, notando le differenze fra loro due anche nel carattere, nei modi e in tante cose, tranne che nelle tinte brune che li caratterizzavano entrambi.

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"Si..." disse annuendo Elv a Gwen "... in effetti siamo molto diversi... io impazzirei se vivessi come lui... che senso ha lavorare tanto se poi non ci diverte un pò? Sbaglio?" Divertito. "Ma tornando a noi... dove eravamo rimasti? Se ben ricordo eri pronta a cadere fra le mie braccia, giusto?" Ridendo.