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Accennai un risolino silenzioso, scuotendo la testa e finendo anche il caffè.
Poi alzai le spalle. "Beh, insomma, finché dura... Ogni tanto è soddisfacente fare qualcosa solo perchè ci piace e ci va di farlo, senza fare troppi progetti o starci a pensare troppo su..." commentai, senza un tono preciso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Bene." Disse sorridendo Gan a Gwen. "Da dove cominciamo stamattina? Hai idee?" Cambiando discorso.
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Sorrisi anch'io e Gan cambiò argomento, passando alle indagini.
"Ieri non abbiamo interrogato la famiglia, ma lo faremo stamattina, è fondamentale, non possiamo evitarlo, anche se sarà spiacevole" risposi, con tono distaccato e professionale. "Cercheremo anche di capire se quella ragazzina ieri era totalmente fuori oppure ha visto davvero qualcosa di sensato." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Arrivò la paziente delle 11, la ragazza nuova che mi aveva telefonato la sera prima.
"Prego, signora, si sieda e mi racconti tutto!" indicandole la poltrona davanti alla mia. Di certo era un inizio decisamente interessante. |
"Si, concordo." Disse annuendo Gan a Gwen. "Ci aspetta una giornata lunga e piena."
Finirono la colazione e si prepararono per uscire. Nel frattempo Ester aveva ricevuto Grassia. "Non lo so..." lei alla dottoressa "... ma una madre queste cose le sente... ed io sento... so che quello non è mio figlio, dottoressa..." |
"Sì, infatti, decisamente piena. Meglio cominciare subito..." alzandomi da tavola.
Eravamo già pronti per uscire e dovevo ammettere che la motivazione per la giornata era assolutamente la stessa, anzi probabilmente era cresciuta, vedendo anche Gan molto lanciato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
I 2 agenti dell'Afrapol lasciarono la villa in auto e lungo il tragitto Gan indicò a Gwen una casa isolata nella campagna.
Era quella della ragazzina che affermava di aver visto una strana ombra al funerale del bambino. Poco distante c'era un'altra abitazione: era quella dello scrittore Montes. |
Mentre eravamo in macchina, Gan mi indicò la casa della ragazzina.
"Certo che la zona è davvero isolata, ammiro il coraggio della ragazza di essersi incamminata da sola di notte da queste parti..." ammisi con onestà. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si, da queste parti le case sono perlopiù isolate..." disse Gan a Gwen "... la ragazzina ora immagino sia a scuola... l'edificio scolastico si trova a 5 chilometri da qui..."
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"Non mi stupisce che il colpevole sua riuscito così bene ad irretire quei bambini... Qualsiasi cosa succeda qui, svanisce all'istante, ci si perderebbe pure con tutti i GPS e strumenti di questo mondo..." sospirai "Ed è terribile che qualcuno sfrutti questa cosa..."
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"Quindi" disse Gan "che proponi di fare?" A Gwen.
Ad un tratto i2 poliziotti videro qualuno sulla strada. "Sembra una vecchia..." indicò Gan. https://m.media-amazon.com/images/M/...88,499_AL_.jpg |
"Avevamo concordato che saremmo andati dai genitori del bambino, no?" chiesi, con tono ovvio.
Poi, vedemmo una figura che sembrava quella di una donna anziana. "Chissà chi sarà..." chiesi retoricamente, con curiosità. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ad un tratto la vecchia si fermò e si voltò indietro, vedendo l'auto dei 2 poliziotti.
Allora iniziò a camminare nella loro direzione, fino a raggiungere la macchina e a fermarsi davanti ad essa. "Signora..." disse Gan abbassando il finestrino "... le occorre qualcosa?" "Non era più un bambino..." mormorò la vecchia a Gwen e a Gan. https://i2-prod.hulldailymail.co.uk/...TheGround1.png |
Ad un certo punto, la donna ci vide e ci venne incontro.
La sua figura era piuttosto inquietante, dovevo ammetterlo, col volto appena scoperto e quell'espressione. Disse una frase strana. "Di chi parla? Del bambino morto? Cosa vuol dire?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non era più un bambino..." disse di nuovo la vecchia a Gwen e a Gan "... succederà ancora..."
Gan allora scese dall'auto. "Di chi parla, signora?" Chiese. "Del bambino morto? E cosa succederà ancora?" |
Okay, adesso la situazione era davvero strana, per non dire che avevo quasi i brividi.
Continuava a ripeterlo senza dare una spiegazione. Infatti, Gan scese dalla macchina ed io lo seguii. "C'è qualcosa che sa di qualche altro bambino? Deve dircelo, siamo poliziotti." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Succederà ancora..." disse la vecchia fissando quasi con rabbia Gwen negli occhi "... e tu non potrai fermarlo!" E si lanciò sulla ragazza, avventandosi sul suo collo e stringendolo forte per soffocarla.
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Il tempo di sentire quelle parole, senza poter chiedere altro, che quella si avventò su di me, stringendomi il collo.
"Gan... Aiutami..." annaspai nel panico, facendo anche leva sul mio addestramento militare per togliermi la vecchia di dosso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen cercò di liberarsi dalla morsa, di togliersi la vecchia di dosso, ma quella sembrava animata da una forza incredibile e ormai stava davvero sul punto di strangolare la poliziotta.
Intervenne però Gan, afferrando la vecchia per le braccia e cercando di tirarla via. Ma sembrava inutile, quella pareva mossa da una forza assolutamente non comune. "Fermati..." disse ad un tratto una voce "... Clara, fermati!" Era un uomo anziano che subito aiutò Gan, così che in 2 riuscirono, finalmente a togliere la vecchia da dosso a Gwen. La poliziotta tossiva col fiato rotto e aveva gli occhi che lacrimavano. |
Io e Gan cercammo entrambi di toglierla da me, ma era tutto inutile, era animata da una forza incredibile ed io sentivo il fiato mancarmi sempre di più.
I polmoni erano totalmente chiusi, non entrava più aria ed io sentivo mancarmi le forze. Era subentrato il panico, che di certo non mi aiutava a ben sperare, anzi tutt'altro. Non avrei voluto usare la pistola, ma l'avrei fatto se un uomo anziano non fosse intervenuto ad allontanarla. Quando finalmente mi lasciò, non mi sembrò vero di poter di nuovo respirare. Ogni grammo di fiato che rientrava nei polmoni era come una coltellata, non riuscivo a smettere di tossire e gli occhi erano appannati dalle lacrime, tanti che dovetti aggrapparmi a Gan per sostenermi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
L'uomo anziano riuscì a tenere ferma la vecchia, che gridava e si dimenava come se fosse in preda ad un raptus.
Gan invece soccorse subito Gwen. "Gwen..." disse "... come stai? Aspeta, in auto ho una bibita..." corse a prenderla "... butta giù qualche sorso, ti farà bene..." "Calmati, Clara!" Urlò l'uomo alla vecchia. "Calmati!" Tenendola ferma. "Perdonatela, vi prego... non è più in sè... perdonatela, non è cattiva, solo pazza..." e la trascinò via, scomparendo entrambi nella campagna. |
Non mi curai di ciò che successe con quella donna, sentii che urlava, ma non riuscii a pensarci.
Gan mi diede da bere, mentre l'uomo spariva con la donna nella campagna. Presi qualche sorso della bibita e per poco non sputai anche quella, il petto ancora scosso da violenti colpi di tosse che mi squassavano. Chi lo avrebbe immaginato che venire qui avrebbe avuto simili risvolti? Non vedevo l'ora di andarmene e tornare in città, dove di certo non si sarebbe incontrato nessuno con tali velleità. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Passarono lunghi istanti, poi lentamente Gwen cominciò a riprendersi.
"Gwen..." disse Gan guardandola "... va meglio? Vuoi che ti accompagni da qualche dottore?" |
Non seppi quanto tempo impiegai a riprendermi, anche se probabilmente ne avrei impiegato un bel po' per riprendermi del tutto.
Ma cercando di bere e facendo molto respiri profondi andava già meglio di prima. "No... Sto bene... Non possiamo perdere tempo..." mormorai, con voce rauca e stentata. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ok... va bene..." disse annuendo Gan a Gwen "... risaliamo in auto e andiamo dalla famiglia del babino..."
Così l'auto ripartì e poco dopo arrivò a casa della famiglia del bambino assassinato. Si trattava di un'abitazione poco lontana da un altro gruppo di casette. I 2 poliziotti furono accolti dai genitori del bambino, visibilmente stravolti dalla tragedia. Non seppero dire molto. Lavoravano entrambi e i figli si dividevano tra scuola e nonni. Avevano infatti anche una figlia, più grande, chiusa in camera dalla morte del fratello. |
Annuii un po' stancamente e salimmo in macchina.
Arrivammo a casa dei genitori e non ci seppero dire molto, se non che conduceva la vita normale di tutti i bambini della sua età. La sorella però era, secondo me, il punto su cui dovevamo insistere di più, solo che non era uscita dalla sua stanza dalla morte del fratello. "Posso provare a parlarci?" Dissi, cercando di avere un tono di voce per quanto possibile comprensibile. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il padre della ragazza annuì a Gwen e poi accompagnò di sopra la poliziotta.
Gwen la trovò seduta sul letto, pallida, ad ascoltare musica senza entusiasmo. "L'agente qui vuol parlare con te, Eline..." disse il padre alla figlia e andò via, lasciandola sola con Gwen. |
Il padre mi accompagnò in camera, dove la ragazza era ad ascoltare musica nell'apatia più totale, ma non potevo giudicarla, nessuno poteva.
Si chiamava Eline e subito dopo il padre ci lasciò sole. Mi sedetti allora alla scrivania, senza avvicinarmi troppo per non invadere il suo spazio. Era indispensabile che si fidasse di me per aprirsi. "Ciao Eline, io mi chiamo Gwen" iniziai, con tono rassicurante, per quanto la voce permetteva "Posso solo immaginare quale sia il tuo stato d'animo attuale..." aggiunsi. Volevo procedere a piccoli passi. "Tu pensi di poterci essere d'aiuto? Sarebbe una cosa importante, per tuo fratello e anche per noi..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Eline si tolse le cuffie e chiuse il cellulare.
"Mi sembra di impazzire..." disse guardando Gwen "... i parenti che vanno e vengono... i miei genitori che non vivono più... e poi... poi lo vedo..." mormorò. |
La ascoltai, dopo che si tolse le cuffie.
Aggrottai la fronte. "Lo vedi?" ripetei "Cosa intendi? Spiegati meglio..." divenendo ora più attenta. Che la sua spiegazione coincidesse in qualche modo con quella della sua amica? Onestamente lo speravo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non so... non so come chiamarlo... mi segue ovunque..." disse Eline a Gwen "... prima lo vedevo soltanto... ora... ora invece sento che mi odia... percepisco che è arrabbiato con me..."
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C'erano molti punti in comune, in effetti, dovevo solo fare qualche controllo incrociato.
"È come un'ombra indefinita che ti provoca sensazioni negative?" Le chiesi, usando più o meno le parole della sua amica. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ma la gente che cosa ha nel cervello, segatura?
No dico io, che bisogno c’è di ripetere le cose venti volte senza andare avanti? Oh io lo so che per fare questo mestiere ci vuole pazienza, ed è una virtù che a me spesso (sempre) manca. Ma diamine, questi pazienti mi fanno davvero uscire dai gangheri, e si pretende anche che io me ne stia qui a sorridere mentre lei non mi ascolta e ripete come un pappagallo quello che nella sua testa evidentemente è un dettaglio importante? Bah, non li capirò mai. E dire che mi sembravi una paziente interessante, su, non mi deludere! Se anche tu mi annoi, siamo messi bene! Cercai di sfoderare il mio sorriso professionale, quello che metteva tutti a loro agio, belli tranquillini. “Adesso voglio che chiuda gli occhi, faccia un bel respiro profondo…” con voce calma e pacata. Si vada a cambiare il profumo che indossa perché è davvero da quattro soldi… ah no, questo non posso dirlo! “E ripercorra con la mente tutti i momenti che le hanno fatto sorgere queste sensazioni, questi pensieri riguardo a suo figlio, voglio che mi descriva ogni cosa, dove si trova, cosa sta facendo, vedrà che i ricordi torneranno come se stesse vivendo di nuovo la scena!”. |
"Si..." disse stupita Eline a Gwen "... si... come fa lei a saperlo?" Impressionata.
Nel frattempo Ester nel suo studio era con Grassia. "Non so..." lei alla dottoressa "... piccole cose... sguardi... tono della voce che cambia... a volte mi alzo in piena notte e lui è a fissarmi nella penombra... un bambino che non ha paura del buio... io... io davvero credo che lui... si... che possa non essere il mio bambino, dottoressa..." |
Accennai un vago sorriso.
"Ho parlato con Marika. È venuta da noi, alla villa dove alloggiamo, stanotte. Ci ha parlato proprio di questo. Naturalmente, l'ispettore ed i suoi genitori non le hanno creduto, nemmeno il mio collega ad essere onesta, ma io voglio darle un po' di fiducia. Specie perchè ora ho anche la tua testimonianza e ciò ci dà un valido motivo per indagare a fondo." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Presi un profondo respiro, cercando di non prendere lei a schiaffi.
Ma avevo parlato difficile? Non so, avevo usato una lingua arcaica che la povera e piccola mente di questa donna non riusciva a capire? Ma cosa me ne fregava a me di quelle cose vaghe. L'intervista cognitiva aveva bisogno della collaborazone del paziente e questa era una troglodita che nemmeno capiva che cosa le dicevo. Ma se l'avessi aggredita non avrei ottenuto nulla. Così feci finta di niente e le sorrisi, cercando di essere accondiscendente. Ormai avevo anni di pratica, i clienti idioti erano molto più di quelli interessanti, ahimè. "Perchè allora non mi porta qui il bambino, così posso parlare con lui e capire che cosa può essere successo?" cercando di essere rassicurante. "Da quanto tempo nota questo cambiamento?" mi venne in mente di chiedere poi. |
"Si, Marica è come una sorella per me..." disse Eline a Gwen "... ma..." guardandola poi con sospetto "... la polizia indagherà sulle ombre che 2 ragazzine vedono? Davvero?" Quasi provocatoria.
Nello stesso momento Ester era con la paziente. "Questo cambiamento l'ho notato da un mese circa..." lei "... dopo la nostra passeggiata nella campagna... lui... si allontanò... lo persi di vista, fu solo un momento ma andai in panico... poi spuntò fra gli alberi... si, da quel giorno è cambiato... piccole cose, dettagli, ma una madre lo sa, dottoressa... vuole lo porti qui? Certo." Annuì. |
"Sì, mi ha detto anche questo" sorridendole.
Era stato più facile del previsto, non me l'ero davvero aspettato. Poi, ascoltai il suo dubbio. O meglio, la sua provocazione. Perchè questo era. "Diciamo che voglio capire quale sia la base comune che unisce queste vostre esperienze. Perchè qualcosa deve esserci, se entrambe l'avete detto. Lei dice di averlo notato al funerale di tuo fratello. Non so se possa essere un elemento importante, ma cercherò di scoprirlo" annuii, per poi tossicchiare ancora. Decisamente troppo. Non sarei stata teoricamente in grado di sostenere un colloquio, ma non potevo farne a meno. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Va bene, allora..." disse Eline a Gwen "... vedremo cosa scoprirà..." quasi con sfida "... c'è altro? Vorrei restare sola... devo finire un compito per la settimana prossima..." tenendo un libro in mano.
https://images-na.ssl-images-amazon....4,203,200_.jpg |
La signora era noiosa e poco sveglia, ma la faccenda forse poteva essere interessante.
Dopotutto in quel momento i bambini morivano come mosche e c'era qualcosa di oscuro che li cercava. Magari era collegato. La cosa mi incuriosiva, quindi avrei dovuto sopportare il pessimo profumo della mia nuova paziente ancora una volta e conoscere questo figlioletto. "Sì, mi sarebbe molto utile parlare con lui, potrei capire molte cose, riuscire a penetrare nella sua mente per capire che cosa può essere successo in quel bosco da cambiarlo, magari c'è qualcuno che lo sta manipolando, qualcosa che l'ha spaventato, ma senza parlare con lui possiamo fare solo ipotesi e l'ipotesi sbagliata rischia di farle solo del male...". |
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