Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 23-03-2015 02.44.32

Mi voltai nel sentire la sua voce, e sorrisi appena.
"Sono felice di saperti di ottimo umore..." Mormorai "Chissà, magari migliorerai il mio..." Sforzandomi di sorridere.
"Ma certo, che splendida idea..." annuii, sorridendo all'idea che saremmo stati soli "Mi fa piacere fare un giro per il Palazzo, stanotte pensavo di perdermi..." Risi piano.
Volevo evitare di parlare di quella notte, del fatto che l'avevo sentito parlare con Altea a notte fonda, del mio sogno, del fatto che aveva dormito nella camera di Guisgard.
Ma poi lo sguardo mi cadde sulla rosa, e la sfiorai appena, delicatamente.
"È molto bella..." Dissi soltanto, pianissimo, senza guardarlo in faccia temendo che potesse leggermi nell'anima.
"Chissà..." Mormorai pianissimo, per poi alzare gli occhi su di lui "Chissà se riesci a indovinare qual'è il mio fiore preferito...".

Guisgard 23-03-2015 02.57.20

Icarius sorrise a Clio e poi, quasi senza accorgersene, come se fosse la cosa più naturale del mondo, prese la sua mano e iniziarono quel giro nel palazzo.
Arrivarono poco dopo d'avanti ad una porta che attirò subito l'attenzione del pastore.
“Cosa...” disse ad una servitrice che passava nel corridoio “... cosa c'è in questa stanza?”
“E' la stanza dei giochi, milord.” Rispose con un inchino quella. “Vostro zio la fece preparare per voi, prima del vostro rapimento.”
Il pastore allora aprì la porta e con Clio entrò in quella stanza.
Era piena di giocattoli di ogni tipo.
Caricò la molla di un cavaliere di legno su un cavallino d'avorio ed il giocattolo cominciò a muoversi, accompagnato dalle note di un carillon incorporato.
“Quanto doveva amare suo nipote il duca...” mormorò Icarius fissando quel giocattolo “... perchè hai detto di non avere un buonumore stamani, Clio?” Voltandosi verso la spadaccina. “Cos'hai?” I suoi occhi erano in quelli di lei. “Il tuo fiore preferito... non lo so... ma mi piace immaginare a quale fiore invece somigli... ad un giglio... si, un giglio... perchè sei bellissima, delicata e pura... elegante eppure nel fondo dei tuoi meravigliosi occhi si possono intravedere le fragilità che tanto cerchi di nascondere...” mentre il cavaliere di legno continuava a muoversi in quelle notte che lo accompagnavano.

Guisgard 23-03-2015 03.24.07

“Oh...” disse la maschera di ferro a quelle parole di Tessa “... davvero? Ed io che credevo, nonostante questa maschera, di avere un certo fascino...” scoppiò a ridere “... sapete che facciamo progressi? Si, perchè questa è la classica atmosfera che domina attorno ad una coppia sposata, stando almeno ai racconti dei carcerieri quando parlavano di come preferissero stare a sorvegliare quella prigione invece che tornare a casa dalle loro mogli.” Divertito. “Comunque mi piace la vostra tripartizione dell'universo femminile. Da un lato quelle romantiche e languide, dall'altro quelle che fingono ma che non attendono altro che essere conquistate e nel mezzo voi, indifferente e persino schiva ai possibili incanti dell'Amore.” Sorridendo. “Ma chissà, magari solo perchè non avete mai trovato l'uomo giusto.” Accomodò il cuscino ed una coperta sul pavimento, per poi prendere qualcosa da una delle tasche della sua giacca. “Spero non vi secchi se suono qualche nota con la mia ocarina... sapete, mi aiuta a dormire e a distrarmi... voi sarete anche immune alle tentazioni di messer Amore, ma io invece...” rise di nuovo e poi cominciò a suonare piano, accompagnando alle note le parole di una vecchia canzone udita forse durante la sua prigionia:

“Nascendo tu,
hai fatto certamente nascere
un piccolo pasticcio in Paradiso
perchè volevano tenerti Lassù...
… gli Angeli del Ciel.

Venendo qui,
hai fatto certamente nascere
un piccolo pasticcio nel mio cuore
perchè sei tanto bella e tanto piaci a me...
… ma non soltanto a me.”

E tra quelle basse note e le dolci parole che le accompagnavano, Tessa si addormentò serenamente.
Fu per lei una notte tranquilla, senza sogni inquieti.
E quando si svegliò, il lieve e dorato tepore dei raggi mattutini danzava sul suo volto, accompagnato dai rumori vivaci del borgo ormai destato e da un invitante profumo di focacce calde che saliva attraverso la finestra aperta della stanza.
Tutto ciò mentre dall'altra parte della stanza, divisa com'era dalle lenzuola appese al filo tra le pareti, il giaciglio dell'ex galeotto era vuoto.
L'uomo infatti si era già alzato e sceso di sotto.
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Lady Gwen 23-03-2015 09.32.05

Quella donna mi irritava in un modo indicibile.
Ad un certo punto, disse che i costumi erano magici. Chi li indossava si immedesimava nel personaggio che sentiva piu` affine.
"Come sapete di Penelope?" chiesi, rimanendo calma, ma con una vena di durezza nella voce.

Clio 23-03-2015 15.19.33

Adoravo il modo in cui mi prendeva per mano, come se fosse la cosa più naturale del mondo, il che poteva non essere tanto assurdo.
Lo seguii nella stanza dei giochi, e mi guardai intorno, spalancando gli occhi.
"Accidenti..." Esclamai "Non ho mai visto tanti giocattoli in vita mia... Io avevo una spada di legno e una bambola..." Risi appena "Tu con cosa giocavi da piccolo?".
Poi si voltò verso di me e mi chiese perché non fossi di buonumore, incatenando il mio sguardo al suo.
"Niente..." Mormorai, sorridendo appena "Diciamo che ho riposato poco e male, e che certi incubi non la smettono di tormentarmi..." Sbuffai piano, scuotendo la testa, come a voler allontanare da me i pensieri inquieti di quella notte.
"Ma ora sono qui con te..." Avvicinandomi a lui per poi cercare i suoi occhi "Non ha più importanza..." Sorrisi, senza lasciare il suo sguardo.
Ed era vero, stargli vicino allontanava tutti i pensieri inquieti che mi tormentavano.
Poi parlò del mio fiore, e io lo ascoltai con un sorriso mentre il cuore batteva sempre più forte.
Ma quando indovinò mi illuminai.
Anche quella era pura fortuna? L'ennesima coincidenza?
Istintivamente portai la mano all'elsa della spada dove era custodito un vecchissimo Giglio Bianco, quello che Icarus aveva lasciato sulla mia finestra dopo che io l'avevo buttato via.
Erano passati almeno dieci anni, e allora non sapevo che quel ragazzino, Icarus, altri non era che Guisgard de Taddei, e sarebbe diventato arciduca di Capomazda anni dopo.
"È proprio il Giglio..." Mormorai dolcemente, annuendo piano "Il Giglio Bianco..." Con gli occhi colmi di emozioni e sentimenti che scrutavano i suoi.
"Complimenti..." Sorrisi "Hai indovinato...".
Restai in silenzio per un lungo istante, ascoltando solo i battiti del mio cuore e la dolce musica del carillon.
"Ci vuole un premio..." Sussurrai pianissimo, per poi baciarlo quasi senza accorgermene, un po' come lui mi prendeva la mano: come fosse la cosa più naturale del mondo.

Altea 23-03-2015 15.28.00

Ascoltai le sue parole sul Fiore Azzurro e le Isole Felici e lo guardai perplessa.
Eppure mostrava di non sapere nulla di quel viaggio sulla Santa Caterina ma conosceva il Fiore Azzurro e le Isole Felici..Guisgard ne parlava sempre.
"Chissà" e lo guardai nei profondi occhi azzurri "forse il Fiore Azzurro non è proprio un Fiore?Prende le sembianze dei nostri sogni o della persona amata? A mio parere è un Fiore semplice e delicato come un Amore che nasce spontaneamente proprio come quel Fiore".
Mi strinse la mano e mi condusse lui verso la Corte stavolta, non dissi altro e mi congedai.."Buonanotte, quando vorrà Sua Signoria sarò sempre a sua disposizione per parlare, magari nel luogo segreto..senza interferenze" gli sorrisi e raggiunsi la mia stanza da letto e il cuore batteva forte:

"Il mio sogno, oltre trovare il Fiore Azzurro, è raggiungere le Isole Felici".
Guardai Guisgard perplessa e poi curiosa "Le Isole Felici? Dai, parliamone" .
"Forse.."disse con la solita aria provocatoria "tu che mi dai in cambio?"
"Nulla" risentita io "Se non vuoi dirmelo, lo scoprirò da sola".
"Impossibile" ridendo lui.
"A volte sai renderti antipatico, lo sai?" e lui mi sfiorò il viso con la mano e quello sguardo enigmatico ma non ribattei.

Mi spogliai e cercai di dormire, mi svegliai di buonumore nonostante quelle perplessità. Appena sveglia, dopo il mio bagno rilassante alla lavanda, mi vestii di fretta e raggiunsi la mia saletta dove consumavo la colazione e chiamai Petronilla "Dite a milord Bensuon di ricordarsi di andare a prendere lady Sissi, ma ditelo solo a lui..e poi non voglio essere disturbata tranne da Sua Signoria..o per motivi urgentissimi".
Iniziai a mangiare ma ero turbata.."Altea, no..se fosse Guisgard sai benissimo lui non ti ama!!E se fosse il sosia..non sai neppure chi potrebbe essere o come si chiama, magari ha pure moglie o una fidanzata..oppure è proprio fidanzato con Clio visto è arrivata con lui, ma non avevo visto gesti amorosi tra loro. Vuoi soffrire ancora per Amore? Ha detto..sembro una eroina in cerca di Tesori e del Vero Amore, ha saputo leggermi dentro".Scossi il capo, ma sentivo come la sensazione di aver conosciuto un uomo per la prima volta e di esserne attratta come non accadeva da anni..ovvero dal primo giorno avevo visto Guisgard, solo lui aveva un carattere diverso sebbene il suo volto era uguale.
E continuai la colazione, dovevo essere pacata, o mi sarei lasciata prendere dagli eventi..forse dovevo parlare con Frate Severo di nuovo, che il Duca era tornato ovvero Guisgard, o il sosia..e tutto il resto.

Galgan 23-03-2015 15.53.55

Li fissai entrambi, senza proferire risposta alcuna, poi posai lo sguardo su Arimanna, e fu allora che mormorai;

-In verità, mi auguro di essere per l'Onnipotente, quello che questa lama sarà per me, e a Lui giuro che questa spada non lascerà mai il mio essere di mia volontà, e che mai questo strumento verrà usato contro il Suo Nome-

Osservai poi l'Uomo Vetusto;

-Dove mi condurranno ora, i miei passi?-

Tessa 23-03-2015 16.41.01

Mi svegliai, ritemprata da un lungo e salutare sonno.
Mi svegliai e, sorprendentemente, scoprii di avere molta fame.

"Be', la buona Vecia sicuramente non mi negherà qualcosa da mangiare! E' così ospitale... " pensai.
Mi tirai su dal letto, non senza sofferenza per la caviglia ancora molto malandata e, nell'alzarmi, notai che il prigioniero non c'era.

"E' mattiniero!" mi dissi "probabilmente è ancora abituato agli orari della prigione.."

Ogni volta che pensavo a lui, mi chiedevo come avesse potuto sopportare la lunga prigionia e quella dannatissima maschera sulla faccia.
Fino a quel momento, le varie vicissitudini, mi avevano portato a credere che potesse essere un Taddei. Un Taddei nascosto ed esiliato da qualcuno, per qualche motivo politico. Adesso però non avevo più certezze e, in cuor mio, un po' mi dispiaceva. Sarebbe stato bello, per me, trovare qualcuno con il mio stesso cognome. Un parente qualsiasi...un cugino, un fratello... qualcuno con il mio stesso sangue, che mi facesse sentire, almeno per una volta, parte di una famiglia.
Esisteva una chiave di quella maschera, ma solo un miracolo avrebbe potuto indicarci la strada da seguire. Non c'erano nomi, non c'era storia e non c'era neppure memoria. Niente a cui appigliarsi per trovare una via, un'indizio....

Con quei pensieri in testa, iniziai faticosamente a scendere le scale che conducevano al piano di sotto e, tanto fu lo sforzo, che proprio davanti alla porta della cucina, il piede cedette e io mi trovai rovinosamente a terra.

Guisgard 23-03-2015 17.46.33

Quel bacio.
Naturale, lieve, dolce.
Icarius sentì le calde e morbide labbra di Clio sfiorare le sue, quasi come una carezza.
Come se due petali profumati si fossero posati sulla sua bocca.
Ed il pastore, sorpreso, ebbe solo il tempo di schiudere appena le sue labbra, seguendo il movimento leggero di quelle della spadaccina.
Poi la musica del carillon terminò di colpo e lui, sentendo la bocca di lei allontanarsi, aprì gli occhi.
E trovò l'azzurro sguardo della ragazza su di lui.
“Clio...” disse in un sussurro il presunto Arciduca “... io... io non ho mai baciato una donna prima d'ora... ed immagino... si, immagino te ne sarai accorta... credo che questo sia il bacio più scialbo che tu abbia mai avuto...” visibilmente imbarazzato.

Guisgard 23-03-2015 17.56.34

Mentre Tessa scendeva a fatica le scale, a causa della caviglia malandata, sentì, attraverso una finestra aperta, delle voci che provenivano da fuori, dal cortile d'avanti alla casa.
“Dimmi di quella maschera...” disse Oldano all'ex galeotto “... non la togli mai? E' abbastanza ridicolo andare in giro con quel pezzo di ferro sulla testa, non trovi?”
“Per questo ho lo scialle legato intorno al capo.” Rispose il misterioso prigioniero.
“Ma perchè non la togli?”
“Non posso...” scuotendo il capo l'ex galeotto “... me l'hanno messa e temo abbiano gettato la chiave.”
“Che assurdità!”
“Già...” annuì maschera di ferro, mentre issava un secchio d'acqua dal pozzo.
“Cosa hai combinato per meritare una simile punizione?”
“Io?” Fissandolo il prigioniero. “Nulla che io sappia.”
“Sciocchezze!” Esclamò Oldano. “Hai di certo fatto arrabbiare qualcuno. Il motivo? Donne o soldi, non ci piove. Ti conosco bene, benedetto ragazzo. Ma ora dovrai mettere giudizio, o la tua giovane e bella moglie ti manderà al diavolo.”
La maschera di ferro rise.
“E sarebbe un peccato...” mormorò il vecchio “... si vede che è tanto innamorata.”
“Innamorata?” Ripetè stupito l'ex galeotto. “Di me?”
“Certo.” Annuì Oldano. “Di chi altri sennò?”
“Questa poi...” sorridendo sarcastico il prigioniero, mentre cominciò ad innaffiare le piante nel cortile.
“Grazie.” Avvicinandosi Vecia. “E' davvero gradito quest'aiuto.”
“Così lavora un po', questo sfaccendato.” Brontolò Oldano.
Ad un tratto si udì un tonfo.
I tre corsero in casa, ma naturalmente il primo ad arrivare fu l'ex galeotto.
Vide Tessa a terra e subito la sollevò, portandola in braccio su una poltrona.
“Con questa caviglia bisogna stare attenti...” fissando la ragazza “... come va? Fa male?” Chiese a Tessa.
“No, non è nulla di che, grazie al Cielo.” Vecia controllando il piede della ragazza. “Ma dovete stare attenta.”
“Si, giusto.” Fece l'ex galeotto.
“Andate in cortile...” disse Vecia “... abbiamo una vecchia altalena. E' comoda ed è all'ombra di un pino. Io vi porterò fuori la colazione.” Sorridendo.
“Buona idea.” Alla donna il prigioniero.
Portò così Tessa in braccio sull'altalena e con lei restò là a fare colazione.


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